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Autore: thera    12/09/2014    2 recensioni
Se Minato fosse sopravvissuto all'attacco della volpe, che in questa if non è mai avvenuto, che cosa sarebbe successo quando gli Uchiha volevano fare il colpo di stato? Il clan Uchiha è pronto a sostenere questa ambizione? Come reagirà Konoha? E le altre nazioni?
Obito scosse più volte la testa per allontanare quei pensieri, ma sembrava che tutti i suoi sforzi andassero a vuoto, se riusciva ad allontanare quelle immagini, dopo qualche secondo, tornavano, inesorabilmente, indietro. L'imponente sagoma dell'ospedale servì insieme a rassicurarlo e metterlo ancora più in ansia, che cosa avrebbe fatto se lei fosse morta? Iniziò a correre più veloce, ma quello che vide riuscì solo a gelargli il sangue nelle vene, c'erano molti cadaveri e ancora più sangue, sul pavimento, sulle pareti e perfino sul soffitto. Come diavolo poteva finire del sangue sul soffitto? C'erano delle urla e lui si diresse istintivamente verso la loro fonte. Ma più avanzava più sembrava rallentato, tutti quei corpi stremati per terra lo distraevano, guardava tutti i loro volti, uno per uno, per accertarsi che non fossero lei. I suoi occhi lo ingannavano, ogni singola ragazza dai capelli castani assumeva inspiegabilmente le sue sembianze
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jiraya, Minato Namikaze, Un po' tutti | Coppie: Minato/Kushina, Obito/Rin
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Capitolo 13

Calore

Notte tra giorno 5 e giorno 6


Il bambino si voltò con aria assassina verso i fratelli che avevano osato disturbarlo e li vide.

Gaara si bloccò per un lunghissimo istante durante il quale anche la sabbia s'accasciò al suolo, ma fu solo un secondo, subito dopo quegli occhi soli si riempirono di pura follia.

"Mamma, perchè non sono come lui? Perchè tu non ci sei? Mamma!" il suo fu un urlo spaventoso, raccapricciante.

Kushina si mise subito davanti al figlio con fare protettivo.

"Mamma che succede?" chiese il bambino, spaventato.

"Sta fermo e non muoverti."

Kushina guardò Gaara e la sabbia addensarsi intorno al suo viso, sfigurandolo. Capì subito che Suna aveva mandato il suo Jinchuuriki. Era crudele, davvero crudele. Che cosa aveva dovuto sopportare quel povero piccolo? Kushina aveva già capito che era qualcosa troppo grande per lui. La madre sembrava il suo unico punto fermo ed insieme il suo più grande dolore. Un gelo partito dal cuore le attraversò tutto il corpo, quello era un bambino che necessitava d'amore, l'amore di cui tutti i Jinchuurik avevano bisogno, amore che evidentemente la madre non poteva dargli.

Naruto scatto verso la madre, lei non poteva farsi male, non poteva permetterlo! Non riuscì a fare un passo. Due braccia lo fermarono. Naruto iniziò a divincolarsi, ma Itachi gli disse:

"Sta fermo, così l'aiuterai di più."

"Lasciami! Devo aiutare la mia mamma!"

Naruto continuava a divincolarsi senza riuscire a liberarsi.

Kushina si voltò verso di loro, incerta. Doveva fidarsi?

Gaara guardava il bambino biondo con tanta invidia. Doveva ucciderlo. Perchè il bambino poteva avere una madre e lui no? Perchè poteva avere la medicina e lui no? Perchè?Anche lui era vivo.

Itachi vide la sabbia alzarsi e lo sguardo omicida volto verso di loro, anzi, su Naruto. Attivò subito il Mangekyou e presto Susanoo li avvolse tutti e due. Naruto sgranò gli occhi, che cosa stava succedendo? Perché quella cosa arancione li stava proteggendo dalla sabbia?

Itachi tremava, s'impose di fermarsi, doveva resistere. Sapeva di essere allo stremo delle forze, foveva resistere solo un altro po'. Solo un altro po'.

Kushina guardò tutta la scena con occhi sbarrati. Capì di potersi fidare del piccolo Itachi. Ora il suo problema era un altro.

"Fermati!" iniziò, ma il piccolo Jinchuuriki non le diede retta, non si girò nemmeno.

Il suo viso adesso era sfigurato, la sabbia aveva preso ad addensarsi in delle masse, che lo rendevano sempre più simile a Shukaku.

Kushina si girò, quindi, verso gli altri due bambini, voleva della risposte.

"Perchè siete qui?" chiese.

Temari e Kankuro indietreggiarono impauriti. La Jinchuuriki del Kyuubi era molto pericolosa e, adesso che Gaara era completamente impazzito, si trovavano tra due fuochi. Misero mani alle loro armi, non se ne sarebbero andati facilmente.

Itachi aveva raccolto abbastanza energie. Cercò di regolarizzare il respiro.

Appena la sabbia sarebbe caduta, avrebbe fatto il Genjutsu. Non poteva più aspettare. Si sentì un urlo fendere l'aria e la sabbia cadde.

Guardò verso il bambino. Adesso il suo viso era deformato, ma non fu difficile incontrare il suo sguardo. Era puntato su Naruto ed era completamente folle. Subito dopo, peró, i suoi occhi divennero vitrei. Era caduto nell'illusione.

Itachi era stanco, non ce la faceva più. Aveva usato troppo chakra. Lasció Naruto, ma in quel momento i suoi occhi tornarono da soli più scuri della nera pece e le sue gambe non lo ressero più.

Crollo, ma frenò la caduta sorreggiendosi con le mani. Ansimava.

Naruto si voltò preoccupato verso di lui.

"Stai bene?"

Itachi gli fece un mezzo sorriso. Cercò di regolarizzare il respiro e si alzò faticosamente.

Kushina si voltò verso il ragazzo che aveva capito essere un spia di Konoha.

"Grazie." disse, ma Itachi era già andato via. Sorrise tristemente e si voltò a guardare quello che era stato il loro nemico.

In quel momento era più indifeso che mai e sembrava solo un bambino, un bambino che sarebbe potuto benissimo essere suo figlio e Naruto sarebbe potuto essere benissimo quel bambino. Fece un passo verso di lui. Adesso fermo e immobile sembrava ancora più piccolo. La sabbia era caduta dal suo volto. Kushina s'avvicinò ancora di più e vide il Kanjii sulla sua fronte. Amore. Sentì qualcosa smuoversi dentro.

Era così piccino... S'avvicinò ancora e lo strinse in un abbracciò. Quel corpicino era così gracile...

Era gracile almeno quanto era indifeso e fragile emotivamente. Continuando a stringerlo fece passare in lui un po' del suo Chakra per sveglialo dall'illusione.

Gaara era confuso, che stava succedendo? Poi sentì due braccia accoglienti stringerlo. Due scie d'un caldo liquido scesero giù dai suoi occhi. Stava piangendo. Pian piano e con molta incertezza alzò le braccia per stringere anche lui la donna che gli stava dando la medicina. Le lacrime iniziarono a scendere più copiosamente e sentì la donna strigerlo più forte. Finalmente era felice.

Quel momento idilliaco fu interrotto da un Naruto imbronciato.

"Mamma! Ma che cosa stai facendo? Puoi abbracciare solo me!" disse indignato e geloso allo stesso tempo. La sua mamma non poteva mica abbracciare il primo bambino che le capitava a tiro! Era lui il suo bambino.

"Sta zitto, Naruto! O stasera niente ramen, tebane!" Al che, il visino di Naruto sbiancò e perse completamente ogni voglia di protestare. Però la mamma era ingiusta, non poteva minacciarlo col ramen! Anzi, con la sua assenza!

Kushina sciolse l'abbraccio e sorrise dolcemente a Gaara.

Il bambino la guardò con un visino teneramente sconvolto.

Naruto si sentì, di nuovo, in dovere d'intervenire. S'avvicinò con passo solenne a Gaara e parlò con voce ancora più seria.

"Se la mia mamma ti vuole bene, devi essere per forza mio amico." disse porgendogli la manina, " Io sono Naruto."

Gaara guardò quella mano tesa e sentì un calore piacevole invederlo da dentro. Lo faceva stare bene. La strinse con incertezza.

"Io mi chiamo Gaara."

"Bene, da ora in poi noi siamo amici!" disse Naruto facendo un sorriso a trentadue denti.

Gaara, a sua volta, fece un mezzo sorriso, Naruto sarebbe stato il suo primo amico.

Tutto quel calore non gli era familiare, ma era bello, incredibilmente bello.

Non poteva uccidere la Jinchuuriki e non l'avrebbe fatto. Non gli importava che cosa avrebbe detto suo padre.




Angolo autrice

Eccomi risorta come una fenice per postare un nuovo capitolo, cosa ne pensate?

È uno di quelli che mi piacciono di più, fatemi sapere

thera

   
 
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