Cap.3 Lockdown
Optimus Prime si voltò verso di lui, le antenne di metallo
gli oscillarono ai lati del capo.
«Va via, umano!» gridò.
Saltò evitando una serie di missili a mortaio lunghi quanto
la gamba di Tony. Teneva il capo chinato, con la schiena
colpì i lampadari di cristallo a cerchi concentrici che si
trovavano sul soffitto mandandoli in pezzi e facendoli precipitare.
Distrusse con il ginocchio una teca con dentro trofei e palle da
football, con il piede calpestò alcuni sedili rossi
mandandoli in pezzi e con un gomito sfondò uno spalto di
pietra in cui c'era appoggiato un cartonato pubblicitario dello
spettacolo di Capitan America. Degli uomini vestiti di nero, con gli
occhiali da sole, gli sparavano addosso dei missili. Altri, vestiti
nello stesso modo, nascosti dietro delle jeep nere in uno spiazzo,
iniziarono a sparare con dei fucili d'assalto a Stark. Tony
volò in tondo, lo schermo dell'armatura si
illuminò indicandogli i nemici.
«Il tiro al bersaglio non è la mia
specialità, ma penso di potermela cavare!»
esclamò.
Sparò dei colpi, i missili auto-guidati colpirono gli uomini
vestiti di nero e Tony sogghignò volando verso il basso.
«Gli altri?» chiese.
«Temo arriveranno a battaglia conclusa, se continua
così, signore» rispose Jarvis.
Tony evitò che un auto da corsa lo investisse in volo, la
macchina atterrò e si trasformò in un robot.
Lockdown alzò la visiera che gli copriva il viso. Il suo
volto dalle fattezze umane si tramutò in un fucile e
sparò una serie di colpi di precisione prendendo in pieno il
petto di Prime. Frammenti di metallo volarono tutt'intorno e Optimus
crollò a terra.
Lockdown raggiunse la preda e la issò per un piede
sentendola lame tarsi dolorante.
«Autobot e decepticon, siete come bambini, sempre a litigare
e a fare disordine per l'universo e poi mi tocca pulire» si
lamentò con voce scura.
Tony sparò, il missile penetrò nel polso del
robot ed esplose facendogli saltare la mano dall'interno. Si espanse un
denso fumo nero e i frammenti volarono tutt'intorno, Tony
volò verso il basso evitandoli e raggiunse Optimus.
«Uno dei tuoi ti aspetta. Devi venire via dal narratore della
Fox!» esclamò.
«Non riesco a muovermi!» gridò
Optimus. Con un braccio trasformato in arma sparò
vicino ai restanti umani facendoli indietreggiare. Lockdown
trasformò il proprio viso nuovamente in un fucile mirando a
Tony e fu colpito dai missili del jet avengers intento a
sorvolare la zona aerea sopra il cinema.
Tony guardò lo schermo olografico e sogghignò per
l’arrivo del jet. «Nessun problema, a quanto pare
le lumache ce l'hanno fatta» disse. Continuò a
muoversi in volo osservando il robot nemico. «Jarvis?
Contatta il jet, ordinagli di venire qui, dobbiamo caricare il pompiere
mancato!».
«Naturalmente, signore» fu la pronta risposta.
Il jet si abbassò di più di quota sollevando un
forte vento. Si aprì il portello, Bumblebee saltò
giù finendo addosso a Lockdown e i due iniziarono a
combattere. Dal velivolo vennero lanciati dei missili che esplosero
contro gli ultimi agenti avversari sopravvissuti.
«Stark non possiamo atterrare!» si sentì
risuonare la voce deformata dall'altoparlante di Natasha.
Dal jet vennero lanciati dei cavi di recupero. Tony girò
attorno ai cavi rimanendo in volo, li afferrò e li avvolse
attorno ad Optimus volando velocemente.
«Siete più inutili della cavalleria in una guerra
nucleare, in questo momento!» si lamentò.
Assicurò i cavi, volando verso l'alto. «Capitano,
spero tu sia lì ad organizzare la fuga, o dovrò
dimezzarti lo stipendio!» aggiunse, con tono scherzoso.
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