Il vicolo cieco era sporco e buio, nonostante il pomeriggio fosse pieno
di sole. Non c'erano lampioni e l'unica cosa che riempiva il piccolo
spazio tra i due condomini vicini era una scala antincendio di
alluminio e una serie di cassonetti per l'immondizia che riempivano
l'aria di odore acidulo e riversavano rivoletti di unto sull'asfalto.
In sottofondo lo sferragliare dei treni rivelava le vicinanze di una
ferrovia.
Un nastro giallo e nero chiudeva l'ingresso al vicolo e due volanti
della polizia di Sacramento erano posteggiate appena fuori; un gran via
vai di agenti si affaccendava per tenere i curiosi lontani ed
effettuare i primi rilievi.
Teresa e Patrick lasciarono la macchina in doppia fila e si
precipitarono nel vicolo, incuranti del nastro e della polizia.
- Ehi, voi due, dove credete di andare? - Esclamò un agente,
acciuffando Patrick per un braccio.
- Siamo agenti del CBI. Beh, per la verità lei è
un'agente del CBI. - Disse indicando Teresa, già arrivata a
metà del vicolo - Io sono solo un consulente, ma…
-
Non gli servì finire la frase, perchè il
poliziotto lo lasciò andare e Patrick potè
raggiungere Teresa, la quale stava battibeccando con il comandante
della pattuglia per potersi avvicinare di più.
- Il caso non è del CBI, agente Lisbon, mi dispiace. -
- McDale è una nostra vecchia conoscenza: vorremmo solo dare
un'occhiata, non interferiremo nelle indagini, glielo assicuro. -
Patrick li raggiunse e li superò con aria disinvolta senza
degnarli nemmeno di uno sguardo.
- Ehi! Non può andare oltre! - Esclamò il
comandante.
Patrick aveva deciso però che c'erano cose ben
più importanti da fare che non ascoltare qualcuno che voleva
dargli ordini.
Si fermò a un passo dal corpo di McDale, chinandosi per
osservarlo meglio: era steso a terra con gli arti scomposti, l'asfalto
intriso di sangue sotto il suo corpo, gli occhi sbarrati rivolti al
cielo e il viso contratto in una smorfia di dolore.
- Jane, non potevi passare! - Esclamò Teresa, più
per dovere che per vero rimprovero.
- Sempre meglio chiedere il perdono che il permesso, Lisbon. -
Sentenziò lui.
Alle spalle di Teresa l'agente in comando stava brontolando al telefono
e Teresa disse:
- Abbiamo cinque minuti prima che il capo mi chiami per dirmi di
lasciare questo posto a chi è di competenza. Dobbiamo
muoverci. -
Senza farselo ripetere due volte, Patrick alzò gli occhi per
capire da dove era precipitato.
- Allora? - Lo incalzò Teresa.
- Non è stato un incidente. -
- E lo dici perchè… -
- Perchè incidente significa sporgersi troppo e sporgersi
troppo implica finire proni, non supini. Lui è
indietreggiato, indietreggiato fino a precipitare. Lo dice anche lo
sguardo di terrore nei suoi occhi. -
- Che non può essere causato semplicemente dal fatto di
stare precipitando? - Domandò Teresa polemica, alzando un
sopracciglio.
- Non ha avuto il tempo di realizzarlo. È caduto dal secondo
piano. - Rispose Patrick.
Stavolta Teresa lo guardò sbattendo le ciglia, sinceramente
ammirata.
- E questo come lo sai? -
- Perchè è l'unica finestra da cui si stanno
affacciando degli agenti. - Disse Patrick con un sorrisetto, indicando
il palazzo alle spalle della sua collega e i due ragazzi in divisa che
si sporgevano da una finestra per guardare nel vicolo.
Teresa ebbe appena il tempo di alzare gli occhi al cielo prima di
sentire il telefonino vibrare.
- Lisbon. - Rispose a malincuore.
La voce irata del capo la costrinse a scostare il telefono
dall'orecchio e a fare cenno a Patrick di seguirla. Gli sguardi degli
agenti della polizia di Sacramento li seguirono con lo sguardo mentre
si allontanavano, ascoltando compiaciuti Teresa che si scusava
ripetutamente al telefono per essere andata oltre le proprie competenze.
La sera era scesa su Sacramento e il cielo era indaco e turchese. Le
prime stelle si accendevano ad est e il traffico si stava
intensificando, mentre la gente si affrettava verso casa.
Anche la palazzina del CBI si era svuotata, solo la luce nell'ufficio
di Teresa era ancora accesa: Patrick le aveva rifilato metà
dei fascicoli sui dipendenti della Visualize per scoprire dove si
nascondeva John il Rosso e insistere sul fatto che avevano sfogliato
inutilmente quei file migliaia di volte era stato come parlare al vento.
- Un'ultima occhiata, Lisbon. Solo un'ultima occhiata. - Le aveva detto
con quei suoi intensi occhi azzurri.
E come le capitava spesso, Teresa si era ritrovata a sospirare e
accettare. Seduta alla sua scrivania con una enorme tazza di
caffè davanti, aprì il primo file e si mise a
rileggere i dati su uno dei giovani membri della Visualize. Bevve un
sorso di caffè dando un'occhiata all'orologio: erano solo le
nove, ci sarebbe voluta tutta la notte.
Grace entrò nell'ufficio del suo capo con un sorriso gentile.
- Capo, io e Rigsby siamo di turno per tenere sotto controllo i
telefoni della Stan e di Mendelev. - Disse con dolcezza. - Se vuoi
possiamo sbrigare un po' di lavoro per te, così puoi andare
a casa. -
Teresa la guardò colpita e Grace si accorse dello stupore
nei suoi occhi.
- Pensavamo che forse ti piacerebbe passare più tempo a
casa, adesso. - Spiegò con un sorriso.
- È un pensiero gentile, Grace, ma preferisco pensarci io. -
Disse Teresa, suonando molto più fredda di quanto avesse
voluto per non permettere alla voce di incrinarsi al pensiero della
casa vuota che l'aspettava al suo rientro.
Grace rimase un attimo in silenzio, spiazzata da quella reazione, poi
si sforzò di sorridere.
- Se cambi idea siamo di là. -
Teresa rimase seduta alla scrivania quasi un'ora, sfogliando file su
file senza leggerli con troppa attenzione. Era molto stanca, la sera
prima non aveva dormito quasi per niente e la giornata si era rivelata
molto più faticosa del previsto. Si sorprese a guardare
sempre più spesso l'orologio e a valutare seriamente la
proposta di Grace.
Certo, non sapeva come spiegare loro quell'improvviso interesse per la
Visualize e John il Rosso… ma dopotutto poteva inventare
qualunque cosa e Wayne e Grace non avrebbero fatto domande: non era la
prima volta che si buttavano in una ricerca non autorizzata. E poi, a
ben guardare, quella ricerca non era neanche un suo dovere: era solo
per fare contento quell'insopportabile consulente che riusciva sempre a
fare il bello e il cattivo tempo nella sua vita. Poteva benissimo
lasciarla a metà.
Nonostante il timore del silenzio che regnava a casa, Teresa
pensò che con la mente riposata sarebbe riuscita a trovare
qualche nuovo indizio con più facilità; qualche
minuto più tardi comparve nell'open space con la giacca in
mano e la borsa a tracolla.
- Credo che andrò a casa, ho bisogno di riposarmi un po'. -
Disse. - Se volete sulla mia scrivania ci sono dei fascicoli da
guardare. Stiamo cercando nuove connessioni tra John il Rosso e la
Visualize. -
Grace e Wayne si scambiarono uno sguardo e poi guardarono Teresa, ma
non chiesero spiegazioni.
- D'accordo. Faremo del nostro meglio. - Disse Grace con un sorriso. -
Buonanotte, capo. -
- Grazie, ragazzi. Buonanotte. - Rispose Teresa.
Quando uscì dall'edificio del CBI per dirigersi a casa si
rese conto di aver inconsciamente tirato un sospiro di sollievo.
Wayne sfogliava svogliatamente le pagine del fascicolo che aveva
davanti mentre aspettava che Grace tornasse con i due caffè
doppi che aveva promesso. Il rumore di passi affrettati sul linoleum lo
fece trasalire: si mise composto e si sfregò gli occhi,
cercando di non sembrare troppo assonnato.
- Jane. - Disse quando vide il consulente apparire sulla porta
dell'open space.
Nonostante fosse notte fonda Patrick non sembrava nè stanco
nè insonnolito, anzi: pareva in agitazione.
- Lisbon. Dov'è Lisbon? -
- È andata a casa. - Disse Grace comparendo alle sue spalle
con una tazza di caffè in ogni mano. - Era stanca e ha
lasciato a noi il suo lavoro. -
- A casa? - Domandò Patrick, la voce alterata.
- Sì. - Disse Grace, scioccata da quella reazione. - Ma che
succede? -
- Con tutto il lavoro da fare che le ho lasciato è andata a
casa? - Domandò ancora Patrick.
- Ci siamo offerti di aiutarla e… - Tentò Grace,
ma fu subito interrotta:
- Quanto tempo fa è andata via? - Domandò Patrick.
- Verso le nove. - Intervenne Wayne. Ora anche lui era preoccupato. -
Jane, è tutto a posto? C'è qualcosa che dobbiamo
sapere? -
Jane si voltò e si diresse verso l'ascensore senza
rispondere a nessuna domanda.
Mentre la sua Citroën azzurra sfrecciava nel buio di
Sacramento superando di gran lunga ogni limite di velocità
Patrick teneva una mano sul volante e una sul cellulare, richiamando
Teresa ogni volta che il telefono si ostinava a dirgli che "il numero
da lei chiamato è spento o non raggiungibile".
- Rispondi, Lisbon, accidenti. -
L'auto inchiodò davanti all'ingresso del complesso
residenziale dove abitava Teresa e Patrick scese in fretta. Non si
curò nemmeno di spegnere i fari o di chiudere la macchina:
raggiunse la porta e si lanciò verso il campanello, sperando
di svegliare la proprietaria e di ricevere i suoi insulti. Dopo cinque
minuti di insistente scampanellio, però, dovette ammettere
che in casa non c'era nessuno. Nessuno che potesse rispondere, per lo
meno.
Prese il cellulare provando a telefonare ancora, sperando di sentirsi
dire da Teresa che non era tornata subito a casa e che era altrove, ma
proprio mentre stava per avviare l'ennesima chiamata i suoi occhi acuti
notarnono uno scintillio vicino allo zerbino.
Riattaccando bruscamente, si chinò e sfiorò con
le dita il piccolo oggetto che rifletteva la luce fioca dei lampioni,
sollevandolo per guardarlo meglio.
Era un piccolo crocefisso d'argento con l'anellino spezzato. Le sottili
decorazioni d'argento e i minuscoli zirconi che lo decoravano erano
incofondibili: era il crocefisso preferito di Teresa, quello che aveva
ereditato da sua madre. Lo portava raramente, solo nei momenti in cui
sentiva di avere più bisogno di forza; come quando decidi di
tornare al lavoro dopo aver scoperto che la tua bambina è
stata rapita da un serial killer, per esempio.
Patrick strinse il ciondolo nel pugno, pensando che non poteva essere
caduto da solo: Teresa non se ne sarebbe mai separata. Le punte del
crocefisso affondarono nel suo palmo quando capì cosa voleva
dirgli: non si era allontanata di sua spontanea volontà.
Due
capitoli in uno, stavolta!
Prendetelo come un... doppio episodio!
(Tra l'altro stasera c'è The Mentalist su Rete4... ho deciso
che guarderò il resto degli episodi in tv)
Ringrazio chiunque si fermi a leggere e a chi troverà il
tempo per un piccolo commento.
Il prossimo aggiornamento sarà il 20
settembre
(prima della festa dell'oratorio che mi prenderà molto tempo)
... e le indagini saranno costrette a prendere un ritmo più
serrato.
Il tempo stringe.
Flora
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