POV Leila
Chiusi la porta
di casa, sbattendola con così tanta forza che, appena volsi
le spalle, il
pomello della stessa cadde a terra, raccolto da una Bonnie palesemente
spaventata. Il piano non era andato alla perfezione, come avevo
previsto,
conoscendo i Salvatore, ma Klaus era stato all’altezza della
situazione,
scoprendosi ma celando ancora la mia identità per i nostri
piani.
Scusandomi con i miei ospiti accompagnai le ragazze al cancello,
sorridendo ad
una Caroline ancora tremante, abbracciandola per darle conforto. Fu
quello
l’istante in cui la testa mi andò in fiamme,
così come quella di alcuni miei
ospiti.
Tappandomi le orecchie, con così tanta forza che quasi me le
strappavo, una
figura, celata dalla notte più profonda, prese Elena,
svenuta, in spalla,
superando Stefan e Damon svenuti dallo stesso dolore che stavo provando
io in
quel preciso momento.
Fino a quando anche io non seguì il stesso destino della mia
amica, urlando a
squarciagola mentre venivo tirata per i capelli.
Dopo 1h
POV Damon
D:
«Maledizione»
Imprecai
mentre, lentamente, cercai di alzarmi da terra. Con l’occhio
destro chiuso,
incapace di aprirsi per i danni provocati a cervello, cercai di aprire
l’altro,
con successo.
Stefan si stava prendendo cura di alcune persone, ancora svenute. Era
logico
come l’artefice di quanto successo fosse qualcuno dotato di
magia, certamente
collegato a Klaus.
Guardai a destra e sinistra, velocizzando in maniera innaturale i miei
passi,
così da poter controllare tutto il giardino il
più velocemente possibile. Elena
e Leila erano sparite, entrambe, il che confermava il mio sospetto su
chi fosse
il mandante dell’operazione.
Fermai la mia corsa sfrenata proprio di fronte a Stefan, che ormai si
stava
sincerando della condizioni di Caroline.
D:
«E’ un
vampiro, si riprenderà, piuttosto … mancano
all’appello Elena e Leila. Chi
credi le abbia prese? »
Caroline: «Klaus»
D:
«La biondina è
intelligente, forza,
dobbiamo riprenderle»
Sospirando superai tutti, mirando a
tornare al
pensionato. Se volevamo avere una certezza quello era il luogo dove
iniziare,
Bonnie ancora fuori gioco non poteva mettere in atto un incantesimo di
localizzazione, che non funzionava su un vampiro così antico
come Leila.
Spalancando la porta del pensionato, cercai di sembrare il
più leggiadro
possibile … avevamo ospiti al pensionato, qualcuno che
conoscevamo
perfettamente.
D:«Salve …. Katherine»
Seccato sorrisi, rivolto
all’ultima persona che
desideravo vedere in quel momento. Katherine Pierce, nella stessa
città di
Klaus, cosa impossibile da credere ma probabile, a quanto sembrava.
Continuando a
camminare la superai, sentendo i suoi occhi addosso. Non potevo
iniziare a giocare con lei, almeno non ora, per me e Stefan, ora,
spettavano le
ricerche delle ragazze.
Raggiunsi la mia
camera, ignorando i rumori di tacchi che mi stavano seguendo
con insistenza sempre più maggiore. Sfilai il
borsone, sotto il mio
letto, posandolo sopra lo stesso, infilandomi quindi paletti di legno e
armi
varie, create da Alaric, allacciate al polso.
D:
«Katherine,
non voglio parlare con te e soprattutto non desidero vederti in questo
momento.
Vattene.»
Lei sparì e
così feci io, procurandomi tutto il
necessario. Appena uscì, saltando dalla finestra
della mia stanza, vidi
mio fratello, pronto accanto alla sua macchina.
POV Katherine
Sorrisi,
battendo le mani, mentre osservavo Damon
armarsi fino ai denti per andare a salvare Elena Gilbert, oppure per
Leila …
non ne ero cerca ma lo avrei scoperto.
Avevo passato l’intera mattina in attesa, nel salotto di
quella vecchia casa
puzzolente, piena di ricordi, mentre loro festeggiavano
quell’insulsa festa di
natale, chiusi in una casa che parlava dell’ego di quella
vampira più di quanto
non lo facessero le sue azioni.
Quando mi cacciò tornai nel salotto, accavallando le gambe,
certa che sarebbero
tornati da me quanto prima. Nessuno poteva rintracciare le ragazze,
anche
provando a rintracciare quel mio orrendo doppione non ci sarebbero mai
riusciti, visto che, una persona intelligente, avrebbe schermato il
luogo dove
lei si trovava grazie ad un incantesimo.
Mi distesi, sulla poltrona vicino al camino, troppo svogliata ad
alzarmi per
versarmi un bicchiere del Burbon scadente di Damon.
Solo quando la
porta della stanza si aprì, nuovamente, con meno decisione
rispetto a prima, mi
rialzai, incrociando le braccia pronta all’ennesima
discussione.
Kath:«K-Klaus
… »
Caddi a terra, proprio
quando il mio peggior incubo fu
proprio davanti ai miei occhi, faccia a faccia. Posò il suo
dito indice sulle
mie labbra, zittendomi in qualsiasi mio altro tentativo di aggiungere
altre
parole … lasciando la stanza nel silenzio più
profondo.
Klaus tese un
orecchio, come se stesse ascoltando qualcosa, ma poi i suoi occhi
incontrarono i miei, soggiogandomi con le sue parole
Klaus:«Tu ora
farai qualcosa per me...Katerina»
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