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V
Durante la
notte Shannen si svegliò di soprassalto pensando ad Alex, lo aveva sognato e un
senso di tristezza e angoscia la pervase. Nel suo sogno Alex era vestito
d’argento e le parlava, le sussurrava parole che si spegnevano prima di arrivare
al suo orecchio, lei aveva provato ad urlargli qualcosa ma solo aria muta era
uscita dalla sua bocca. E così si era svegliata sconvolta dall’impossibilità di
parlare e udire. – Pensami – era stata l’unica parola certa che era
riuscita a leggergli sulle labbra. Certo che l’avrebbe pensato, lei lo pensava
sempre, o forse no? No.. forse si sbagliava.. prima di quella notte nella sua
testa c’era stato solo il vampiro. Probabilmente era questo il suo errore, per
questo motivo l’avevano abbandonata a quel destino crudele, perché lei si era
fatta ingannare così facilmente e ora Alex non aveva più fiducia in lei..
Pensò agli
occhi grigi di Alex, magnetici e gelidi, alle sua voce calda e i suoi
atteggiamenti gentili. Ripensò alla sensazione provata quando la sua mano le
aveva sfiorato il viso, il batticuore e il desiderio di potergli stare più
vicino, di avere un lieve e dolce bacio. Ripensò ad ogni istante passato con
lui, alla paura quando lo vide per la prima volta e il sollievo nel sentire le
sue parole di conforto. Ripensò alla sua sagoma nel buio della notte e al suo
sorriso che la faceva emozionare.
La porta della
stanza si aprì destandola da quei pensieri, di scatto si tirò a sedere nel letto
trattenendo il fiato. Nel buio brillante di raggi lunari riconobbe l’ombra del
vampiro che si chiuse la porta alle spalle e si diresse verso lei.
“Cosa ci fai
qui?” chiese in tono aspro Shannen e lui si accomodò sul bordo del letto,
nell’oscurità si vedeva solo il suo viso pallido e i capelli chiari su cui
rilucevano i bagliori argentei della luna. Era tutti vestito di nero come la
notte e gli occhi profondi e bui erano due caverne, antri inesplorati dove la
curiosità porta a perdersi, erano magnetici e voluttuosi, l’attraevano e la
stordivano, la facevano impazzire e desiderare.
“Smettila!”
sbottò la ragazza stringendo le palpebre e chinando il capo, ormai aveva capito
come funzionava il suo potere ipnotico.
“Questa volta
non era mia intenzione…” sussurrò lui, poi si schiarì la voce e riprese con tono
forte e sicuro “Volevo vederti.” rispose alla precedente domanda. Shannen
riprese a guardarlo, lui ora fissava con gli occhi il vuoto, a quanto pare non
voleva renderla inerme.
“Perché?”
chiese lei piano coprendosi con le lenzuola le spalle scoperte dalla sottoveste
che indossava.
“Sai è strano..
da quando sei qui tutto è cambiato, hai distrutto tutti i miei piani elaborati
in anni e anni, con un solo sorriso in un solo attimo” sospirò il vampiro “Ma è
inutile che ci prendiamo in giro, dobbiamo parlare e mettere in chiaro le cose,
spiegare, perché io non ho smesso di puntare al mio progetto e tu sei qui solo
per questo. Perché mi servi!” concluse con tono duro. Shannen strinse con forza
le dita intorno al lembo delle lenzuola, una fitta allo stomaco le fece mordere
il labbro inferiore. Non riusciva a capirne il motivo ma quelle parole erano
come pugnalate in petto, ma cosa le stava accadendo?
“Ho bisogno del
tuo potere per attivare il talismano, ho bisogno di te per diventare immortale!”
ringhiò il vampiro, i suoi occhi lampeggiarono.
“..immortale?
Ma i vampiri non lo sono già?” chiese Shannen inarcando un sopracciglio.
“Certo, noi
viviamo per millenni fino a quando qualcuno non ci trafigge il cuore. Ma io devo
diventare invulnerabile a questo! Così potrò diventare il signore di Kendar!”
“Tu sei pazzo!
E anche se volessi non saprei aiutarti” sbuffò Shannen, lui si voltò a guardarla
e rise.
“Non temere!
Imparerai anche questo da sola così come hai imparato a difenderti dai miei
poteri” concluse la frase con aria seccata.
“E’ per questo
che.. oggi mi hai respinta a quel modo?” domandò Shannen sommessamente, lui
trasalì, sembrava di nuovo confuso.
“No.. non
esattamente..” incespicò preso alla sprovvista.
“Perché
allora?” insistette la ragazza.
“Tu non puoi
capire…” disse lui evasivo.
“Perché?”
“Tu hai..”
“Io cosa?”
incalzò Shannen, percepiva in lui una forte agitazione, stava cercando di
nascondere qualcosa, e lei era decisa a scoprire cosa.
“Tu!!” le puntò
l’indice contro “Tu con i tuoi sentimenti non puoi venire così, qui, a
confondermi a rendermi arrendevole, desideroso di te, del tuo corpo, dei tuoi
baci…” urlò tutto d’un fiato Wiliams, poi lentamente continuò “.. i tuoi baci
così pieni di dolcezza, di tenerezza nei miei confronti, pieni di quell’ardore
adolescenziale, sensualità proibita. Col tuo profumo e sapore nuovo e
sconosciuto, tu non puoi…”
Shannen rimase
immobile, gelata da quelle parole impensate, sorpresa, colpita, felice in parte
ma per questo motivo spaventata. Si sistemò con mano tremante una ciocca di
capelli dietro l’orecchio, gesto abituale quando era imbarazzata, cercando di
non guardarlo. Lui ansimava furioso con se stesso, lei lo sentiva, e guardava
nel buio dall’altra parte tenendosi il capo tra le mani.
“Perché non
posso? Non era questo che volevi?” ruppe lei quel silenzio di ghiaccio che
aleggiava tra di loro, Wiliams si voltò lentamente verso lei con espressione
stupita sul volto, era sorpreso da quella domanda. Già perché non poteva? In
fondo non sarebbe andato che tutto a vantaggio del suo piano, dei suoi voleri,
sarebbe stata un’ottima opportunità se solo…
“No! Non era
questo che avevo in mente!” rispose lui risoluto “Tu non capisci che..”
“Forse tu non
vuoi?” lo interruppe Shannen con lo sguardo spaventato per la domanda e per la
sfrontatezza con cui l’aveva posta, il cuore le pulsava a ritmo incessante in
petto. Lentamente strisciò fuori dalle lenzuola e si fermò accanto a lui.
“Ma tu vuoi!”
esclamò, percependo improvvisamente i suoi pensieri, lo fissò negli occhi con il
viso a pochi centimetri dal suo.
“Io.. lo
sento..” sussurrò tremante. Wiliams arretrò con il capo, era spaventato, si
sentiva avvolgere come da un caldo vortice che gli annebbiava la mente e sapeva
che quello era l’effetto dei sentimenti umani di quella ragazza. Si sentiva
inerme di fronte a lei, non riusciva più a controllare le sue emozioni, lì con
lei diventata un semplice uomo. Il vampiro crudele e spietato, assetato
di sangue e di potere scompariva dinanzi a quegli occhi cristallini, a quella
bocca di ciliegia.
“Per questo sei
venuto qui..” continuò Shannen carezzandogli le labbra con la punta delle dita,
era decisa a continuare fino in fondo a provocarlo. Wiliams chiuse gli occhi,
provò a reagire a scacciare quell’ondata di calore che stava stringendo il suo
cuore gelido, ma fu inutile.. era ormai inutile negare a se stesso che era
andato da lei per averla e farla sua. Non gli importava più nulla di quello che
sarebbe successo, avrebbe ceduto solo quella notte e dopo niente più, perché di
quel fragile vampiro non sarebbe esistito più nulla. Al mattino avrebbe
reclamato da lei ciò che gli spettava, avrebbe reclamato il suo aiuto e
soprattutto il suo potere.
Le prese il
viso tra le mani e con decisione la baciò, assaporò le sue labbra morbide, le
poggiò le mani sui fianchi e la fece sedere sulle sue gambe provando l’intensa
sensazione dei loro corpi a stretto contatto. Risalì con le mani lungo le sue
cosce per poi infilarsi nella sottoveste carezzando la schiena, lei rimase senza
fiato per il contatto di quelle mani fredde sulla sua pelle calda e si strinse
più forte al suo collo. Si scambiarono sguardi d’intesa e si adagiarono tra le
lenzuola, febbrilmente si sfilarono qualsiasi tessuto dividesse i loro corpi.
Wiliams steso
sopra di lei continuava a torturarle le labbra con profondi baci e ogni tanto
lei sentiva contro la lingua la punta tagliente dei suoi canini, ma la cosa
assurda era che se da un lato questo un po’ la spaventava dall’altro la
elettrizzava molto. Lui si mosse piano e scese a baciarle il seno, a lasciare
scie di saliva lungo il suo ventre facendole perdere qualsiasi contatto con la
realtà. La sensazione che provava era fortissima amplificata anche dall’empatia,
percepiva il piacere di Wiliams premerle sulla pelle come un denso velo di
languore. Aprì appena gli occhi e attraverso le lunghe ciglia vide qualcosa di
straordinario: la carnagione cerea del vampiro brillava, ardeva di una lucea
argentea come se sotto la sua pelle risplendessero raggi lunari, il suo corpo
riluceva illuminando la camera buia. Fissò le proprie mani poggiate sulle spalle
del vampiro e si accorse che anche lei brillava, di una luce meno bianca e meno
forte, emanando un bagliore azzurrino che si andava fondendo con quello argenteo
che circondava Wiliams.
Quando i loro
corpi si unirono l’energia che li circondava crebbe ancora di più trasformandosi
in una bolla luminosa, una piccola alcova al cui interno tutto era dilatato e
rarefatto.
Il cuore di
Shannen prese a battere freneticamente e il respiro le si spezzò in gola, stava
andando in iperventilazione, l’aria era pesante e le emozioni troppo forti da
gestire. Si dimenò e poggiò le mani sul petto di Wiliams per allontanarlo, per
allontanare la sua energia che la opprimeva.
“Non.. non
respingerla..” le sussurrò Wiliams con voce ansimante “E’ solo magia, la nostra
magia.. accoglila dentro di te”. Lei fece per obiettare poi provò ad obbedire,
si rilassò respirando profondamente e l’energia l’avvolse travolgendola
completamente come un’onda calda. Wiliams d’un tratto uscì da lei scivolando
ancora più giù tra le sue gambe e con il viso all’altezza dell’inguine prese a
leccarle la pelle, una piccola zona della coscia, graffiandola con i denti e
pizzicandogliela appena. Shannen alzò la testa e lo guardò confusa, perplessa,
si sentiva stranamente vuota e incompleta senza di lui, ma Wiliams non sembrò
preoccuparsi minimamente di ciò. Continuò a solleticarle la pelle con la punta
della lingua e poi lo fece, la morse trafiggendole la carne sottile con i
canini. Shannen strillò e d’impulso cercò di svincolare la gamba ma fu inutile,
lui la teneva ferma saldamente sul letto apparentemente senza sforzo. Lei
gemette e gli occhi le si riempirono di lacrime, aveva paura, gli bisbigliò tra
i singhiozzi di smetterla, di lasciarla stare. Wiliams sembrava non sentirla,
per nulla preoccupato le accarezzò dolcemente l’altra gamba con la mano libera
come se volesse calmarla. La ferita cominciò a bruciare lì dove era stata morsa
estendendosi a tutta la gamba come se sotto la pelle le scorresse lava bollente,
inarcò la schiena per il dolore e si riaccasciò stringendo convulsamente tra le
mani le lenzuola mentre nella testa le riecheggiava uno strano rumore ovattato,
quello della bocca del vampiro che succhiava il suo sangue.
L’agonia durò
qualche minuto poi Wiliams si staccò dalla sua gamba e tornò su di lei, dentro
di lei muovendosi piano, la baciò sulle labbra e lei assaggiò il sapore del suo
stesso sangue, dolce e ferroso. Lui arricciò il labbro superiore mostrando i
canini lucenti e si graffiò sul polso dove apparve una riga scarlatta,
l'avvicinò alla sua bocca e la costrinse a bere. Lei serrò le labbra e scosse il
capo, non voleva assolutamente farlo, ma una leggera goccia le finì sulla
lingua... era dolce come nettare, ne voleva ancora. Si ritrovò a succhiare dal
suo polso senza sapere come e mano a man che ne ingoiava si sentiva più forte,
più felice, più eccitata. Wiliams le sussurrò di lasciarlo andare e lei un po'
contrariata obbedì, ora le loro auree splendevano più che mai quasi accecandole
gli occhi e tutte le sensazioni erano più forti, amplificate. Sentì il vampiro
muoversi dentro lei sempre più velocemente, si unirono tra spasmi e gemiti,
movimenti fluidi, raggiungendo l’apice del piacere in un solo sospiro unisono.
E alla fine si addormentarono così, l’uno nelle braccia dell’altro, con
impalpabili sorrisi dipinti sul volto.
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