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Autore: DarkEyes    09/10/2008    1 recensioni
Questa è la prima volta che metto online una mia storia e devo dire che ho anche un po' di timore nel farlo. Con questo racconto non pretendo di aver scritto qualcosa di eccezionale, ma scriverlo mi piace, mi diverte, mi rilassa, mi fa sognare. Dentro ho cercato di metterci tutte le cose che mi appassionano e quello che leggerete ne è il risultato. Spero possa piacere a qualcuno, accetto consigli e anche critiche se sono costruttive, nel caso non vi piaccia bhe... non leggetelo e basta!! Grazie. DarkEyes
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
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V

 

 

 

Durante la notte Shannen si svegliò di soprassalto pensando ad Alex, lo aveva sognato e un senso di tristezza e angoscia la pervase. Nel suo sogno Alex era vestito d’argento e le parlava, le sussurrava parole che si spegnevano prima di arrivare al suo orecchio, lei aveva provato ad urlargli qualcosa ma solo aria muta era uscita dalla sua bocca. E così si era svegliata sconvolta dall’impossibilità di parlare e udire. – Pensami – era stata l’unica parola certa che era riuscita a leggergli sulle labbra. Certo che l’avrebbe pensato, lei lo pensava sempre, o forse no? No.. forse si sbagliava.. prima di quella notte nella sua testa c’era stato solo il vampiro. Probabilmente era questo il suo errore, per questo motivo l’avevano abbandonata a quel destino crudele, perché lei si era fatta ingannare così facilmente e ora Alex non aveva più fiducia in lei..

Pensò agli occhi grigi di Alex, magnetici e gelidi, alle sua voce calda e i suoi atteggiamenti gentili. Ripensò alla sensazione provata quando la sua mano le aveva sfiorato il viso, il batticuore e il desiderio di potergli stare più vicino, di avere un lieve e dolce bacio. Ripensò ad ogni istante passato con lui, alla paura quando lo vide per la prima volta e il sollievo nel sentire le sue parole di conforto. Ripensò alla sua sagoma nel buio della notte e al suo sorriso che la faceva emozionare.

La porta della stanza si aprì destandola da quei pensieri, di scatto si tirò a sedere nel letto trattenendo il fiato. Nel buio brillante di raggi lunari riconobbe l’ombra del vampiro che si chiuse la porta alle spalle e si diresse verso lei.

“Cosa ci fai qui?” chiese in tono aspro Shannen e lui si accomodò sul bordo del letto, nell’oscurità si vedeva solo il suo viso pallido e i capelli chiari su cui rilucevano i bagliori argentei della luna. Era tutti vestito di nero come la notte e gli occhi profondi e bui erano due caverne, antri inesplorati dove la curiosità porta a perdersi, erano magnetici e voluttuosi, l’attraevano e la stordivano, la facevano impazzire e desiderare.

“Smettila!” sbottò la ragazza stringendo le palpebre e chinando il capo, ormai aveva capito come funzionava il suo potere ipnotico.

“Questa volta non era mia intenzione…” sussurrò lui, poi si schiarì la voce e riprese con tono forte e sicuro “Volevo vederti.” rispose alla precedente domanda. Shannen riprese a guardarlo, lui ora fissava con gli occhi il vuoto, a quanto pare non voleva renderla inerme.

“Perché?” chiese lei piano coprendosi con le lenzuola le spalle scoperte dalla sottoveste che indossava.

“Sai è strano.. da quando sei qui tutto è cambiato, hai distrutto tutti i miei piani elaborati in anni e anni, con un solo sorriso in un solo attimo” sospirò il vampiro “Ma è inutile che ci prendiamo in giro, dobbiamo parlare e mettere in chiaro le cose, spiegare, perché io non ho smesso di puntare al mio progetto e tu sei qui solo per questo. Perché mi servi!” concluse con tono duro. Shannen strinse con forza le dita intorno al lembo delle lenzuola, una fitta allo stomaco le fece mordere il labbro inferiore. Non riusciva a capirne il motivo ma quelle parole erano come pugnalate in petto, ma cosa le stava accadendo?

“Ho bisogno del tuo potere per attivare il talismano, ho bisogno di te per diventare immortale!” ringhiò il vampiro, i suoi occhi lampeggiarono.

“..immortale? Ma i vampiri non lo sono già?” chiese Shannen inarcando un sopracciglio.

“Certo, noi viviamo per millenni fino a quando qualcuno non ci trafigge il cuore. Ma io devo diventare invulnerabile a questo! Così potrò diventare il signore di Kendar!”

“Tu sei pazzo! E anche se volessi non saprei aiutarti” sbuffò Shannen, lui si voltò a guardarla e rise.

“Non temere! Imparerai anche questo da sola così come hai imparato a difenderti dai miei poteri” concluse la frase con aria seccata.

“E’ per questo che.. oggi mi hai respinta a quel modo?” domandò Shannen sommessamente, lui trasalì, sembrava di nuovo confuso.

“No.. non esattamente..” incespicò preso alla sprovvista.

“Perché allora?” insistette la ragazza.

“Tu non puoi capire…” disse lui evasivo.

“Perché?”

“Tu hai..”

“Io cosa?” incalzò Shannen, percepiva in lui una forte agitazione, stava cercando di nascondere qualcosa, e lei era decisa a scoprire cosa.

“Tu!!” le puntò l’indice contro “Tu con i tuoi sentimenti non puoi venire così, qui, a confondermi a rendermi arrendevole, desideroso di te, del tuo corpo, dei tuoi baci…” urlò tutto d’un fiato Wiliams, poi lentamente continuò “.. i tuoi baci così pieni di dolcezza, di tenerezza nei miei confronti, pieni di quell’ardore adolescenziale, sensualità proibita. Col tuo profumo e sapore nuovo e sconosciuto, tu non puoi…”

Shannen rimase immobile, gelata da quelle parole impensate, sorpresa, colpita, felice in parte ma per questo motivo spaventata. Si sistemò con mano tremante una ciocca di capelli dietro l’orecchio, gesto abituale quando era imbarazzata, cercando di non guardarlo. Lui ansimava furioso con se stesso, lei lo sentiva, e guardava nel buio dall’altra parte tenendosi il capo tra le mani.

“Perché non posso? Non era questo che volevi?” ruppe lei quel silenzio di ghiaccio che aleggiava tra di loro, Wiliams si voltò lentamente verso lei con espressione stupita sul volto, era sorpreso da quella domanda. Già perché non poteva? In fondo non sarebbe andato che tutto a vantaggio del suo piano, dei suoi voleri, sarebbe stata un’ottima opportunità se solo…

“No! Non era questo che avevo in mente!” rispose lui risoluto “Tu non capisci che..”

“Forse tu non vuoi?” lo interruppe Shannen con lo sguardo spaventato per la domanda e per la sfrontatezza con cui l’aveva posta, il cuore le pulsava a ritmo incessante in petto. Lentamente strisciò fuori dalle lenzuola e si fermò accanto a lui.

“Ma tu vuoi!” esclamò, percependo improvvisamente i suoi pensieri, lo fissò negli occhi con il viso a pochi centimetri dal suo.

“Io.. lo sento..” sussurrò tremante. Wiliams arretrò con il capo, era spaventato, si sentiva avvolgere come da un caldo vortice che gli annebbiava la mente e sapeva che quello era l’effetto dei sentimenti umani di quella ragazza. Si sentiva inerme di fronte a lei, non riusciva più a controllare le sue emozioni, lì con lei diventata un semplice uomo. Il vampiro crudele e spietato, assetato di sangue e di potere scompariva dinanzi a quegli occhi cristallini, a quella bocca di ciliegia.

“Per questo sei venuto qui..” continuò Shannen carezzandogli le labbra con la punta delle dita, era decisa a continuare fino in fondo a provocarlo. Wiliams chiuse gli occhi, provò a reagire a scacciare quell’ondata di calore che stava stringendo il suo cuore gelido, ma fu inutile.. era ormai inutile negare a se stesso che era andato da lei per averla e farla sua. Non gli importava più nulla di quello che sarebbe successo, avrebbe ceduto solo quella notte e dopo niente più, perché di quel fragile vampiro non sarebbe esistito più nulla. Al mattino avrebbe reclamato da lei ciò che gli spettava, avrebbe reclamato il suo aiuto e soprattutto il suo potere.

Le prese il viso tra le mani e con decisione la baciò, assaporò le sue labbra morbide, le poggiò le mani sui fianchi e la fece sedere sulle sue gambe provando l’intensa sensazione dei loro corpi a stretto contatto. Risalì con le mani lungo le sue cosce per poi infilarsi nella sottoveste carezzando la schiena, lei rimase senza fiato per il contatto di quelle mani fredde sulla sua pelle calda e si strinse più forte al suo collo. Si scambiarono sguardi d’intesa e si adagiarono tra le lenzuola, febbrilmente si sfilarono qualsiasi tessuto dividesse i loro corpi.

Wiliams steso sopra di lei continuava a torturarle le labbra con profondi baci e ogni tanto lei sentiva contro la lingua la punta tagliente dei suoi canini, ma la cosa assurda era che se da un lato questo un po’ la spaventava dall’altro la elettrizzava molto. Lui si mosse piano e scese a baciarle il seno, a lasciare scie di saliva lungo il suo ventre facendole perdere qualsiasi contatto con la realtà. La sensazione che provava era fortissima amplificata anche dall’empatia, percepiva il piacere di Wiliams premerle sulla pelle come un denso velo di languore. Aprì appena gli occhi e attraverso le lunghe ciglia vide qualcosa di straordinario: la carnagione cerea del vampiro brillava, ardeva di una lucea argentea come se sotto la sua pelle risplendessero raggi lunari, il suo corpo riluceva illuminando la camera buia. Fissò le proprie mani poggiate sulle spalle del vampiro e si accorse che anche lei brillava, di una luce meno bianca e meno forte, emanando un bagliore azzurrino che si andava fondendo con quello argenteo che circondava Wiliams.

Quando i loro corpi si unirono l’energia che li circondava crebbe ancora di più trasformandosi in una bolla luminosa, una piccola alcova al cui interno tutto era dilatato e rarefatto.

Il cuore di Shannen prese a battere freneticamente e il respiro le si spezzò in gola, stava andando in iperventilazione, l’aria era pesante e le emozioni troppo forti da gestire. Si dimenò e poggiò le mani sul petto di Wiliams per allontanarlo, per allontanare la sua energia che la opprimeva.

“Non.. non respingerla..” le sussurrò Wiliams con voce ansimante “E’ solo magia, la nostra magia.. accoglila dentro di te”. Lei fece per obiettare poi provò ad obbedire, si rilassò respirando profondamente e l’energia l’avvolse travolgendola completamente come un’onda calda. Wiliams d’un tratto uscì da lei scivolando ancora più giù tra le sue gambe e con il viso all’altezza dell’inguine prese a leccarle la pelle, una piccola zona della coscia, graffiandola con i denti e pizzicandogliela appena. Shannen alzò la testa e lo guardò confusa, perplessa, si sentiva stranamente vuota e incompleta senza di lui, ma Wiliams non sembrò preoccuparsi minimamente di ciò. Continuò a solleticarle la pelle con la punta della lingua e poi lo fece, la morse trafiggendole la carne sottile con i canini. Shannen strillò e d’impulso cercò di svincolare la gamba ma fu inutile, lui la teneva ferma saldamente sul letto apparentemente senza sforzo. Lei gemette e gli occhi le si riempirono di lacrime, aveva paura, gli bisbigliò tra i singhiozzi di smetterla, di lasciarla stare. Wiliams sembrava non sentirla, per nulla preoccupato le accarezzò dolcemente l’altra gamba con la mano libera come se volesse calmarla. La ferita cominciò a bruciare lì dove era stata morsa estendendosi a tutta la gamba come se sotto la pelle le scorresse lava bollente, inarcò la schiena per il dolore e si riaccasciò stringendo convulsamente tra le mani le lenzuola mentre nella testa le riecheggiava uno strano rumore ovattato, quello della bocca del vampiro che succhiava il suo sangue.

L’agonia durò qualche minuto poi Wiliams si staccò dalla sua gamba e tornò su di lei, dentro di lei muovendosi piano, la baciò sulle labbra e lei assaggiò il sapore del suo stesso sangue, dolce e ferroso. Lui arricciò il labbro superiore mostrando i canini lucenti e si graffiò sul polso dove apparve una riga scarlatta, l'avvicinò alla sua bocca e la costrinse a bere. Lei serrò le labbra e scosse il capo, non voleva assolutamente farlo, ma una leggera goccia le finì sulla lingua... era dolce come nettare, ne voleva ancora. Si ritrovò a succhiare dal suo polso senza sapere come e mano a man che ne ingoiava si sentiva più forte, più felice, più eccitata. Wiliams le sussurrò di lasciarlo andare e lei un po' contrariata obbedì, ora le loro auree splendevano più che mai quasi accecandole gli occhi e tutte le sensazioni erano più forti, amplificate. Sentì il vampiro muoversi dentro lei sempre più velocemente, si unirono tra spasmi e gemiti, movimenti fluidi, raggiungendo l’apice del piacere in un solo sospiro unisono. E  alla fine si addormentarono così, l’uno nelle braccia dell’altro, con impalpabili sorrisi dipinti sul volto.

  
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