Capitolo 17. Ad ogni costo
(Tommy)
Siamo
fuori la stanza di Sara, sono con i nonni, Marco, Maria e Stefano sono
dentro
con Oscar stanno aspettando Scarfoglio, gli altri sono con Ave a casa,
i nonni
avrebbero voluto che ci rimanessi anche io ma non potevo, voglio stare
qui e
sapere cosa accade a Sara, adesso so tutto anche io e mi sembrava
impossibile
tutto quello che mi è stato raccontato, non ho mai odiato
Sara non le sono mai
stato profondamente ostile perché sapevo che tra lei e mio
padre c’era qualcosa
di speciale, una parte di me ha sempre creduto che il loro amore non
fosse
finito. Non condivido ciò che ha fatto, forse non avrebbe
cambiato il momento
che stiamo vivendo ma avrebbe dovuto fidarsi di noi Martini, avrebbe
dovuto
parlarne con noi, le saremmo stati vicini fin dall’inizio,
lei ha cercato di
non farci soffrire ma adesso è terribile, molto
più terribile, non ho notizie
di papà da ieri sera, da quando è uscito dalla
sua stanza e mi ha detto tutta
la verità. Non ho mai visto mio padre così, mai,
mi ha chiesto di capirlo se in
questo momento voleva stare solo, mi ha detto che non sa se
sarà in grado di
aiutare Sara e la bambina, era triste e demoralizzato, abbattuto,
vinto. Ma io
in questi mesi ho imparato a conoscere mio padre, ho capito che ha la
scorza
dura, che è più forte di quanto lui stesso possa
pensare e che l’amore di Sara
è la svolta della sua vita. Sara e questa bambina, la mia
sorellina sono quello
di cui abbiamo bisogno. Noi quattro insieme possiamo essere una
famiglia, la famiglia
che io e papà non siamo mai stati, che non abbiamo mai
vissuto, la famiglia che
abbiamo sperimentato da quando siamo a casa Martini. Si lo so, che mi
lamenterei delle loro invadenze, di poppate, pannolini e subbugli per
una
neonata in casa, lo so che impazziranno loro, che mi useranno come
babysitter,
che magari certi giorni rimpiangerò quello che adesso sto
immaginando e sto
sperando. Però non riesco a pensare a niente di
più bello di tutto ciò se
dovesse accadere e stamattina sono andato in chiesa con i nonni e forse
per la
prima volta nella mia vita ho pregato, ho pregato con il cuore in mano
che Sara
e la bambina possano far parte della vita di papà e della
mia.
(Maria)
Stiamo
attendendo il professore che dovrebbe avere notizie in merito alla
somministrazione
del farmaco per Sara, è la nostra unica ed ultima speranza,
mia cognata sta
male, è così evidente ormai ed è
straziante, cerca di minimizzare e di
sdrammatizzare ma le si legge chiaro in viso che è molto
spaventata anche lei.
Di mio cugino si sono perse le tracce da ieri sera, dopo aver parlato
con lei,
ha visto Tommy e poi non si sa che fine abbia fatto non è
stato in clinica, non
è rientrato a casa, ha il telefono staccato. Sara non ha
fatto cenno del loro
colloquio, facile immaginare che lui le abbia chiesto di salvare se
stessa e
lei abbia difeso strenuamente la sua scelta di continuare la
gravidanza. Questa
sua sparizione adesso non me la spiego, di sicuro aveva bisogno di
assestare il
colpo o meglio i colpi che ha ricevuto tutti insieme però
che significa mollare
tutto così? Sta abbandonando Sara e la bambina al loro
destino?
Entra
Scarfoglio, accenna appena ad un saluto ma è inutile girarci
intorno, non c’è
bisogno di parole per capire, fa no con la testa e mio marito diventa
una
furia, temo che possa aggredire fisicamente il professore, come se
fosse colpa
sua, cerco di calmarlo ed usciamo dalla stanza accompagnati dal
luminare e da
Oscar. Adesso sembra davvero non ci sia più niente da fare,
Sara resta con
Stefano, anche stavolta non la lascia sola.
(Stefano)
“Lo sai che cosa mi fa davvero rabbia? Che quel dottorino ha
avuto pure la
presunzione ieri di aggredirmi, di prendersela con me, di dirmi che io
non mi
rendevo conto di quello che stava accadendo, della pazzia che ti stavo
facendo
compiere, adesso invece che lo sa, che ha finalmente capito che cosa
sta perdendo,
non c’è, è inesistente,
irrintracciabile, scomparso dalla circolazione, bel
comportamento da parte sua non c’è che
dire”
(Sara)
“Stefano tu non puoi capire, Lorenzo non mi ha abbandonata,
mi ha pregata, mi
ha supplicata di affidarmi a lui, ma la mia risposta è stata
sempre la stessa,
se ne è andato perché non vuole vedermi morire,
la sua non è una dimostrazione
di menefreghismo o di non amore, anzi il suo modo di amare è
assoluto e incondizionato”
(Stefano)
“Forse è per questo che tra noi non poteva
funzionare, non è il mio modo di
amare, io non sarei mai capace di lasciare sola la persona che amo, di
separarmi da lei”
(Sara)
“L’ho fatto anche io con lui, è il
nostro modo di amarci, forse estremo,
masochistico, folle, ma credimi è sconfinato, io
amerò Lorenzo fino all’ultimo
dei giorni che mi sarà concesso e so che sarà
così anche per lui, quando mi
perderà per Lorenzo sarà un dolore immenso, ma la
nostra bambina e l’amore che
c’è stato tra noi sono per ciò per cui
è valso la pena vivere, io riesco ad
essere serena proprio pensando a questo, sono le due cose che mi danno
una
grande forza”
In
corridoio.
(Marco)
“Sono fuori di me, sono fuori di me, sono fuori di me, Sara
non può morire,
devo aiutarla, devo aiutarla”
(Libero)
“Non ci sono belle notizie, vero?” chiedo pur
conoscendo già la risposta
(Enrica)
“Il Ministero non ha dato il placet” constato
sconsolata.
(Maria)
“Amore cerca di calmarti, ti prego, ci deve essere un altro
modo”
(Marco)
“No non c’è un altro modo, lo sai bene
anche tu, il farmaco di Scarfoglio era
la nostra unica speranza, ma per la burocrazia mia sorella è
solo un numero, un
caso”
(Tommy)
“Andiamo a parlare con il Ministro allora!”
(Marco)
mi volto in direzione del ragazzo e penso che pur volendo strangolare
il padre
per la sua fuga, il figlio invece è molto più
concreto “hai ragione, Tommy hai
proprio ragione”
(Maria)
“Ma non ci riusciremo mai, Marco ragiona”
(Libero)
“No Maria ragiona tu, mi meraviglio di te, dopotutto quello
che siamo riusciti
a fare noi Martini adesso ci spaventa un Ministro e un Ministero a
noi?”
(Marco)
“Appunto tesoro, appunto devono capire che stanno morendo una
ragazza ed una
bambina, il farmaco è regolarmente usato in America e non ha
prodotto
controindicazioni lesive, dobbiamo provarci Maria, io ci vado”
(Libero)
“Aspetta… aspetta… noi ci andiamo,
è che vi lasciamo soli in questa cosa? Non
esiste proprio”
(Tommy)
“Voglio venire anche io. In fondo l’idea
è stata mia”
(Enrica)
“Consideratemi già dei vostri”
(Maria)
“No… no aspettate voi, se andiamo tutti insieme
non ci riceveranno mai,
dobbiamo giocare d’astuzia, inventarci qualche escamotage,
insomma dobbiamo
provarci alla Martini per intenderci”
(Marco)
“Hai ragione amore mio, infatti, mi sta venendo
già una certa idea, Stefano è
da Sara, vero? Bene deve venire con noi. Il caffè deve
essere il nostro cavallo
di Troia. Lo prenderanno anche al Ministero il caffè, lui
deve farci entrare al
Ministero, Tommy tu ci aiuterai ed io e Libero faremo il resto,
preferisco che
tu ed Enrica restiate qui con Sara non mi va che lei resti
sola”
(Libero)
“Piano ottimo. Io lo sapevo che Levi e Martini avevano
feeling e questo vale
per gli amore attuali e quelli futuri… andiamo forza,
andiamo a chiamare anche
Stefano”
Ufficio
di Oscar.
(Emilio)
“Quindi nemmeno qui a Villa Aurora avete notizie di
Lorenzo?”
(Oscar)
“No… purtroppo no”
(Emilio)
“Ormai è chiaro che Sara Levi per Lorenzo non
è solo un’amica, ho anche saputo
che la bambina che aspetta è sua”
(Oscar)
“Lorenzo non lo sapeva. Sara lo ha lasciato mesi fa e come
sai è tornata a Roma
da poco per essere seguita da te, Lorenzo non era a conoscenza della
situazione
l’ha scoperta solo ieri”
(Emilio)
“Ma adesso devo sollevarlo dall’incarico per la
ricerca e interromperò i suoi
rapporti con “Viale dei Fiori” concorderai con me
che la condotta professionale
di Martini in questi ultimi due giorni è stata a dir poco
discutibile. Anche
ieri, se non ci fossimo stati noi due, non è stato in grado
di intervenire per
rianimare la paziente”
(Oscar)
“La paziente in questione era la donna che ama e che gli
aveva appena
confessato che la bambina che aspetta è figlia loro. Credo
che chiunque di noi
sarebbe rimasto paralizzato dallo shock”
(Emilio)
“Non un medico, non di fronte ad una tale emergenza. I
rapporti tra la mia
ricerca e Lorenzo si chiudono qui, se vuole un consiglio dottor Nobili
gli
eviti anche di seguire la paziente professionalmente. Potrebbe essere
molto
dannoso e le dirò di più, se il fatto di aver
condotto la mia ricerca inciderà
in qualche modo sul trattamento farmacologico di Sara Levi lo
segnalerò
direttamente all’ordine dei medici. Anche quando non sono
concorde con la
stessa io ho sempre rispettato la deontologia professionale ed esigo il
medesimo comportamento dagli altri medici”
(Oscar)
“Io non esiterò a sostenere Lorenzo come amico e
come medico, anche io su certe
cose non transigo professor Scarfoglio”
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