Vedevo i
segnali di fumo che uscivano dai muri e sentivo un suono strano: un
grido, forse. Oppure il verso di un gabbiano che muore.
Non ha importanza.
In quella scuola vivevano tante tessere del domino e quel giorno
caddero tutte in modo inesorabile. Al solo ricordo di quella scena mi
viene da ridere. O forse devo piangere? O urlare? O lamentarmi contro
qualcosa che non esiste?
Niente di tutto ciò.
La rabbia non mi ha impedito di coltivare proiettili. Crescevano sui
cespugli e sulle stelle blu: mi piacevano le stelle blu. Questi
proiettili erano facili da raccogliere e da conservare. Di tanto in
tanto me ne mangiavo qualcuno ma poi, irremediabilmente, li sputavo per
terra e li calpestavo con tutte le mie forze.
Mentre mi preparavo per giocare a bowling con qualche pezzo di vetro mi
ha chiamato una bambina. Era piccola e i suoi occhi non avevano ancora
conosciuto il mondo. Buon per lei.
Mi chiese di raccontargli una favola ed io gli dissi di quella volta
che una principessa uccise un cavaliere e sposò un drago. Mi
guardò con un espressione stranita ma io continuavo a
raccontare ed un giorno le dissi:
"Il nero contiene il bianco e il bianco contiene il nero". Lei non
voleva accettarlo e scuoteva la testa; voleva un principe azzurro che
la venisse a salvare.
"Poverina" dissi io "Apri gli occhi".
Ma ormai false credenze e stereotipi circolavano nel suo corpo e, alla
fine, venni a sapere che il suo cuore non riusciva più a
vedere. Un altro motivo per continuare a coltivare proiettili.
Quel giorno cadevano tutti come soldatini. Ero io ad urlare. "Che
bello" dicevo "Che bella cosa". Tutti mi guardavano con terrore e si
trascinavano avanti con un uncino che era attaccato alla loro gola.
Mi dava fastidio.
Via, via, via!
"Guardatemi" dicevo ad alta voce "Sono o non sono un vero filo
d'erba?".
L'erba si offese e non mi rivolse mai più la parola.
Volava tutto: pezzetti di muro, occhi chiusi, libri di dubbia
utilità. Erano sospesi a mezz'aria sopra la mia testa ed io
osservavo il panorama. Era la rivoluzione che avevo sempre sognato. Ma
devo ancora portarla a termine. Quello era solo il preludio.
"Non conta l'aspetto esteriore.
Contano i sentimenti".
Stupidaggine scritta per i bambini ingenui.
Guardatemi, amici miei. Sono o non sono un vero benefattore?
Guardatemi, persone che risiedono nel mio cuore. Sono o non sono un
rivoluzionario?
Guardatemi, gente senza cervello. Sono o non sono il vostro peggior
incubo?
L'avevo promesso e lo sto facendo. Non urlate, non vi lamentate, non
pregate, non fissate l'essenza di morte che impugno con tanta
spavalderia.
Le nuvole le vedrete lo stesso.
Io l'avevo promesso. Ed ogni promessa è debito.
Sto arrivando, persone belle.
Per prosciugare la vostra anima. È splendente.
Per tagliare la vostra bocca. È perfetta.
Per rompere il vostro naso. È perfetto, è
perfetto!
Per bruciarvi gli occhi. Sono
perfetti, sono perfetti, sono perfetti!
Per demolire tutta la vostra arrogante fortuna. È perfetta
anche quella.
Diavolo!
Madame Vita non mi ha mai dato niente. A voi invece vi ha riempito di
regali.
Per voi ho superato i confini dell'umanità.
Solo per voi.
"Ragazzino, ma
che diavolo hai fatto?"
"Beh, è semplice. Ho preso il fucile e l'ho usato nel
miglior modo possibile".
"Perché?"
"La bellezza è tutto, amico mio. La bellezza è
tutto".
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