Capitolo 33
N lanciò un raggio verde che mandò all'aria tutti
i mobili presenti nella stanza. Era furibondo, nessuno osava
avvicinarsi. Ormai i suoi sottoposti cominciavano a dimezzarsi e la
riuscita della missione era in serio pericolo. Non poteva
più fidarsi di chicchessia. Qualcuno bussò alla
porta ed entrò poco dopo:"Mio signore il comportamento dei
vostri sottoposti è inaccettabile, ne convengo con voi. Per
questa ragione abbiamo deciso di comune accordo di inviare un soggetto
che non deluderà le vostre aspettative" Disse melenso Doji
inchinandosi. N parve tranquillizzarsi lievemente:"E chi sarebbe
costui?" Domandò sospettoso. Doji ghignò e
indicò la porta. Dietro di essa, appoggiato al muro con aria
svogliata, stava un ragazzo dai lineamenti fini. Aveva i capelli
arancioni ed era vestito come un metallaro convinto, quindi pieno di
borchie e spuntoni. Masticava una cicca con fare scocciato e ogni tanto
faceva esplodere qualche pallone generato dalla stessa. N lo
squadrò con diffidenza:"Mi hai portato un lurido moccioso?!"
Sbraitò contro allo zoppo. Quello per tutta risposta fece
segno al ragazzo di farsi avanti. Lo strano tipo sbuffò:"Che
sbatta" Fu l'unica cosa che biascicò prima di entrare:"Io
non sono capace di fare tutti i salamelecchi che fate voi, vi posso
solo dire che mi chiamo Yamato e che cerco vendetta" Battè
il pugno contro la mano aperta e spalancò di colpo gli
occhi. Erano di un colore giallo intenso. N parve apprezzare la
schiettezza di Yamato, tanto è vero che sorrise
compiaciuto:"E sentiamo, contro chi cerchi vendetta?"
"Contro l'uomo che mi ha tolto tutto:
Ryuga" Il verde si sfregò
i palmi delle mani:"Interessante... e cosa pensi di fare per
vendicarti?"
"Lui mi ha tolto il comando e tutta la gloria che mi spettava, ora io
distruggerò le anime della città che protegge:
tutti i cristalli del cuore della città di Tokyo saranno
miei!" Dette queste parole esplose in una risata maligna e scomposta.
Anche il capo si unì a questa pura manifestazione di
malvagità:"Ottimo, sei dei nostri Yamato" Tutti e tre si
guardarono compiaciuti:"Non hai più scampo, Sailor Moon"
Raggio
di luna
che rendi notte
romantica
Con quella luce
che avvolge la sera
bianca e pallida
Sailor Moon
hai la notte in te
principessa di un regno
che non sai dov'è
Sailor Moon
sempre magica
Sailor Moon,Sailor Moon
sei fantastica!
Sailor Moon
amica Sailor Moon
con la Luna sai
vedi sempre dove vai
Sailor Moon
amica Sailor Moon
hai la luna in te!
Con la luna sai
vedi sempre dove vai
Era seduta sul davanzale della finestra , una gamba
raccolta in
grembo e una stesa davanti a sè. Guardava assorta il
paesaggio
che le si parava davanti, tenendo una mano sotto al mento come per
sorreggere la testa, diventata troppo pesante a causa dei mille
problemi che la attorniavano e la coinvolgevano. Una debole folata di
vento fece ondeggiare le tendine di raso dietro e davanti a lei. Questo
minimo spostamento d'aria bastò per ricordarle tutte le cose
che
non andavano. Come avrebbe spiegato a Ryuga quello che le era successo
solo pochi giorni prima? Sì, perchè anche se lei
aggirava
l'ostacolo e provava in tutti i modi di dimenticare, prima o poi
avrebbe dovuto affrontare il problema. E più tempo
aspettava,
più diventava complicato aggredire il discorso,
poichè
più tentava di trovare una spiegazione logica, meno le
risposte
venivano a galla. Si portò anche l'altra gamba al petto e ci
infilò la testa in mezzo. Da fuori si udì un
bussare
forte e ritmato. Non udendo nessun invito ad entrare, la persona che
aspettava fuori dalla porta, pensò bene di prendere
l'iniziativa. Ovviamente stiamo parlando di Ryuga, che appena
entrò e la vide così turbata, si
intristì di
colpo. Scosse la testa, non doveva dimenticarsi il motivo per il quale
era venuto. Sorrise e cominciò ad avvicinarsi furtivamente,
muovendo un passo alla volta in punta di piedi. Quando le fu ad un
soffio di distanza preparò la bocca per la pernacchia che ne
sarebbe seguita:"Non provarci nemmeno" Scandì la bruna senza
scomporsi. Lo scherzo gli morì in gola, e quello che ne
uscì fu solo un bizzarro suono prodotto con la lingua:"Come
sapevi che ero io?" Julie alzò la testa con aria
annoiata:"Io so
sempre tutto... dove sei stato?" Ryuga afferò una mela dal
cestino che la ragazza teneva sul comodino, e le diede un morso:"Non
hai detto che sai sempre tutto?" Rincarò, con l'espressione
di
uno che l'ha vinta facilmente. La bruna sbuffò e premette la
faccia contro un cuscino di piume. All'albino scappò una
risatina divertita. Lentamente con una mano le abbassò il
guanciale:"Vieni con me, ho una cosa da farti vedere" Le tese la mano.
Julie la strinse un po' titubante, e subito il blader
cominciò a
trascinarla per tutta casa. In pochi istanti furono fuori
dall'abitazione:"Allora?" Chiese la ragazza con fare perplesso.
L'albino sorrise compiaciuto:"Chiudi gli occhi" Dapprima Julie
alzò un sopracciglio, poi decise di obbedire. Ryuga le
passò un paio di volte la mano davanti al volto per
controllare
che non stesse veramente guardando. Un volta accertatosi di questo,
emise un fischio acutissimo e si udì un botto:"Ora puoi
aprirli"
Sussurrò al suo orecchio. Fece come le aveva detto e rimase
a
bocca aperta. In cielo c'era scritto un diciannove grande come una casa
e sotto ti amo. Con tutto quello che era successo si era completamente
dimenticata del suo compleanno. E già, era proprio il nove
di
febbraio. Le vennero le lacrime agli occhi, lei se ne era scordata, ma
Ryuga no! L'albino le si avvicinò:"Ti... piace?"
"Se mi piace?!" Gli saltò addosso baciandolo con
passione:"Amore, se reagisci così adesso, figurati quando
aprirai il tuo vero regalo!" La bruna sgranò gli occhioni
blu:"C'è anche un altro regalo?!"
"Ma certo! Tu meriti ben più di una semplice scritta!" Prima
che
lei potesse rispondere, da non molto lontano si udì
chiaramente
il rombo di un motore. Pochi istanti dopo davanti a loro
parcheggiò Ben, ovviamente sgommando con un'auto da corsa
blu
fiammante. Sailor Moon aveva la bocca così spalancata che ci
sarebbe tranquillamente entrato un transatlantico. Indicò
prima
il bolide poi sè stessa, guardando il suo ragazzo. Lui
annuì e le fece segno di salire. Ben le tirò le
chiavi e
diede una pacca sulla spalla al suo migliore amico, il quale fu
costretto a spingere Julie fino allo sportello anteriore,
poichè
lei era bloccata sul posto. Appena mise le mani sul volante le
sembrò di sognare: lei non aveva mai guidato. Ryuga si
sedette
di fianco a lei, guardandola trasognato. Spinse
sull'accellaratore:"Ohohohoh, questo sì che è un
motore
coi fiocchi!" Ridacchiò mentre provava le marce:"Non mi dire
che
adesso ti intendi anche di auto!" Scherzò lui:"Beh bisogna
essere proprio sordi per non percepire che... questa bellezza fa
centotrenta km/h in trenta secondi giusto?" Questa volta fu lui a
stupirsi in maniera incredibile:"Come fai a saperlo? Lo stavo pensando
io!" Fece spallucce:"Non so come sia possibile... ma è da un
po'
di tempo a questa parte che riesco a percepire quello che pensa la
gente... ancor prima che loro aprino bocca io so cosa vogliono dire"
"Fantastico! Sai anche leggere nella mente! Sei una forza della natura
amore mio!" La bruna si morse il labbro inferiore così forte
da
farsi uscire una gocciolina di sangue:"Già..." Fu la sua
debole
e timida risposta. Abbassò lo sguardo affranta. Ryuga le
prese
una mano:"Qualcosa non va? Non ti sono piaciuti i regali?"
"No! Non è affatto questo... è che..."
Alzò la
testa e per un miracolo riuscì a fissarlo negli
occhi:"Ryuga...
io e te dobbiamo parlare" Vedendola così risoluta, il blader
realizzò che si trattava di una cosa estremamente seria.
Julie tentò di spiegare ciò che le era capitato
al
palazzo degli Zar. Tentava di descrivere le cose nel modo
più
chiaro possibile, perchè se era difficile da concepire per
lei,
figuriamoci per una persona esterna ai fatti. Concluse il racconto e
fece spallucce, nella speranza che lui non la deridesse o si arrabbiase
pensando che fosse tutto uno scherzo. Ryuga si appoggiò con
la
schiena alla poltrona di velluto rosso, e osservò per
qualche
istante il fuoco scoppiettare nel caminetto. L'attesa di una sua
reazione la stava sfinendo psicologicamente ed emotivamente. Prese a
spellarsi nervosamente le mani, producendo un fastidioso ticchettio.
L'albino sospirò pesantemente:"Hai valutato l'ipotesi che
siano
tutti ricordi?" Chiese in un sospiro. La bruna tirò
mentalmente
un sospiro di sollievo, in fondo sapeva che lui l'avrebbe capita e
supportata:"Beh... in effetti sì... ci ho pensato... ma
ricordi
risalenti a cosa?" Il blader alzò le mani e scosse la
testa:"Non
saprei... forse dovresti chiedere a Gwen, lo sai che è lei
l'esperta" Julie abbassò lo sguardo con aria
sconsolata:"D'accordo..." L'albino si tirò un pochino
sù:"Vieni qui" Si battè sul ginocchio un paio di
volte.
La bruna seguì il suggerimento e si accoccolò su
di
lui:"Sono sicuro che troverai una risposta... E io sarò con
te
per supportarti se essa non dovesse essere piacevole" La
rassicurò mentre la accarezzava affettuosamente. Un timido
sorriso si fece strada sulle sue labbra, che si incurvarono
leggermente:"Grazie... Ryuga" Fu tutto quello che riuscì a
rispondere:"Prego... ora forza va' da Gwen, lei saprà
aiutarti"
Julie si alzò e annuì convinta. Gli
lasciò un
bacio a stampo e scappò via. Appena il portone si richiuse
l'albino si alzò dalla poltrona:"Voglio spiegazioni"
Corse nel bosco silenzioso e furtivo come un ninja, l'erba sotto i suoi
piedi non emetteva un fruscio per la leggerezza dei suoi passi. Era
nervoso, agitato, non sapeva spiegarsi nemmeno lui perchè.
Dopo
tutto la faccenda di Julie non lo riguardava direttamente... o forse
sì? La cosa strana, è che dentro di lui sentiva
di essere
insipiegabilmente coinvolto. Per questo stava andando da Roku, lui
pretendeva informazioni. Raggiunse la scalinata di pietra che conduceva
al dojo, e la salì molto alla svelta, andando saltuariamente
di
cinque in cinque. Una volta raggiunta la sommità, ovviamente
senza un briciolo di fatica o fiatone, il blader bussò alla
porta. Aveva un'espressione serissima, sembrava dovesse affrontare un
Autogrill all'ora di punta. Si morse il labbro e cominciò a
battere ritmatamente il piede sinistro per terra. Dopo qualche istante
il maestro Roku aprì la porta e rimase non poco sopreso di
vedere il suo allievo prediletto che si stagliava austero sulla soglia
della porta. Si schiarì la voce:"Ryuga che piacere vederti!"
L'albino annuì una volta. Rimasero a fissarsi per un tempo
che
al vecchio maestro parve infinito. Come mai non entrava? Di solito non
faceva in tempo a salutare che lui era già nella sua stanza
degli allenamenti. Sbattè un paio di volte le palpebre ed
indicò col braccio l'interno del dojo:"Su forza accomodati!"
Lo
invitò con un sorriso:"Grazie" Ryuga
segìuì il
suggerimento e una volta dentro si tolse gli anfibi, cosa che non aveva
MAI fatto in tutti quegli anni. Roku lo osservava con la bocca
spalancata: ma che gli era successo in quei mesi? L'aveva perfin
ringraziato per averlo invitato formalmente. Scosse la testa e
tentò di non pensarci:"Dunque mio giovane allievo, cosa ti
porta
qui?" Il blader lo fissò negli occhi:"Maestro io voglio
risposte" Affermò in maniera molto risoluta, forse anche
troppo.
Il vecchietto si accarezzò la folta barba bianca:"Risposte
in
merito a cosa?" L'albino si lasciò cadere a terra con le
gambe
incrociate:"In merito ad alcune visioni di Julie... voglio sapere se
significano qualcosa oppure no" L'ometto tornò al suo lavoro
di
lucidatura della statua di Drago Bianco Occhi Blu:"Parlami di queste
visioni"
"Beh... lei continua a vedere una donna... una donna coi capelli fucsia
vestita interamente di bianco... credo abbia gli occhi marroni... e poi
anche un uomo con i capelli neri e gialli e gli occhi blu" A questa
affermazione Roku strabuzzò gli occhi e lasciò la
presa
sull'asciugamano incerato, che cadde rovinosamente in terra. Ryuga gli
andò vicino:"Maestro, vi sentite bene?" Era più
una
domanda inquisitoria che un'accorata curiosità:"E dimmi, tu
non
vedi niente?" Il blader si arrestò sul posto:"Io... ho visto
delle immagini confuse... erano... due bambini mi pare... è
l'unica cosa distinguibile chiaramente" Il maestro sospirò
pesantamente:"Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato"
Biascicò, per poi avviarsi verso una direzione
indfinita:"Ehi,
ehi ehi ehi! Quale giorno?!" Gli gridò dietro:"Seguimi senza
fare domande" Fu l'unica secca risposta. L'albino era stranito: non
aveva mai visto il suo sensei così risoluto. Decise
perciò di assecondarlo senza discutere. Nascosta ben bene in
un
angolo remoto del dojo, vi era una scalinata, che conduceva molto
probabilmente nei sotterranei. Roku afferrò una torcia e
cominciò la discesa, seguito a ruota dal suo allievo. Ryuga
non
poteva fare a meno di guardarsi attorno con curiosità e
circospezione. Apparte le muffe e le ragnatele che riempivano ogni
parete, non si vedeva nulla di sospetto o di degno di nota. Giunti alla
fine di quella lunga quanto estenuante maratona, Roku
pronunciò
una parola in una bizzarra lingua e la parete di pietra, come di
consueto, si spostò, rivelando una luce dietro. Ma quanto la
facevano lunga i risolutori, non potevano semplicemente mettere un
cartello con scritto:"Non entrare o ti sego le gambe"?! A che diavolo
servivano tutti quegli strani trucchetti?! Questi erano i pensieri che
saettavano nella mente di Ryuga, facendogli cambiare faccia ogni tre
secondi. Si riscosse e decise di oltrepassare la parete mobile. Dietro
c'era una stanza enorme, con il pavimento in legno e le pareti in
cemento. A sinistra vi era una scrivania con sopra un computer vecchio
di secoli, tutto attorno scaffali zeppi di utensili di ogni sorta,
comprese chiavi inglesi e piedi di porco, per terra sparsi miriadi di
scatoloni stracolmi di libri e al centro della stanza si stagliava un
grosso oggetto dalla forma insolita, coperto da un telo grigio
impolverato e consunto. Sembrava tutto intonso da secoli,
come se nessuno avesse più messo piedi in quello stanzone e
non avesse più toccato quegli oggetti bizzarri. Ryuga
sfiorò con le dita il telo, cercando di capire cosa fosse la
cosa sotto di esso. Scosse la testa, era pressochè
impossibile. Roku sorrise debolmente e con un rapido gesto
scoprì l'oggetto misterioso. L'albino strabuzzò
gli occhi. Sembrava una moto, ma non ne aveva mai viste
così. Era rossa fiammante, con due manubri ai lati, uno per
braccio. Aveva una specie di cupola sopra, una cupola che non
terminava. Il quadrante di guida era inesistente, al suo posto c'era
una strana postazione che assomigliava tanto ad uno schermo. Il blader
non aveva mai visto niente di simile:"E' una duel-runner"
Affermò Roku, spazzolandosi con la mano la folta barba
bianca. Ryuga si inumidì le labbra e assottigliò
gli occhi gialli: nella sua memoria qualcosa di simile c'era. Si
avvicinò cautamente e la sfiorò appena. Subito
venne colto da intensi flashback che lo costrinsero a prendersi la
testa fra le mani...
Flashback
"Corri papà! Vai alla grande!" Una bimba sui sei anni
incitava suo padre, il quale era impegnato in un giro completo del
circuito. Guidava la sua fedele duel-runner, e la manovrava da dio.
Ryuga osservava rapito la scena, sporgendosi, forse anche un po'
troppo, oltre le tribune per poter osservare meglio. Un uomo alto,
grosso e dai lineamenti forti lo osservava sorridendo. Aveva i capelli
bianchi come lui, ed era impossibile dedurne l'età, dato che
aveva il volto di un trentenne, ma recava su di sè i segni
delle molteplici battaglie combattute. Una gentile voce di donna
spronò l'albino:"Ryuga fa attenzione, rischi di cadere!" Nel
contempo una piccola manina stringeva la sua. L'albino
guardò immediatamente la bimba che gli stava accanto, e che
gli sorrideva allegra. Lui annuì ed insieme urlarono
più forte:"Bravo! Continua così! Diventerai il
campione del mondo!"
Fine flashback
Il blader ansimava violentemente. Il cuore minacciava di scoppiargli
nel petto per quanto batteva veloce. Lui era ripiegato su sè
stesso, i lineamenti del volto distorti in un'espressione mista a
dolore e terrore. Tremava impercettibilmente e i capelli gli ricadevano
scompigliati sulla fronte. Lentamente e con molta fatica
riuscì ad alzarsi in piedi:"Quello era... quello era mio...
quello era mio padre...?" Roku annuì convinto. L'albino
scoppiò in una risata isterica:"Non è
possibile... io non ho padre... non ho genitori" Il vecchio maestro lo
fissò negli occhi:"Ci sono tante cose che non sai mio
giovane allievo... è il momento che tu le apprenda"
Camminò lentamente verso la scrivania di legno d'acero e
aprì il cassetto centrale. Da esso trasse un documento
sigillato in una busta rossa cremisi. Gliela porse. Ryuga
degluttì rumorosamente e con mano tremanti la prese. Non
sapeva perchè ma sentiva di conoscerne il contenuto. Ed era
proprio questa insolita consapevolezza a spaventarlo.
"Va bene Julie, vedrò che posso fare" Affermò
convinta Gwen. Julie fece un profondo inchino e si congedò.
Aveva seguito il consiglio di Ryuga e aveva parlato con Gwen dei suoi
strani sogni e delle sue quantomeno insolite visioni. Quel giorno
indossava una divisa diversa dal solito. Consisteva in una camicia
bianca dalle ampie maniche lunghe. Sotto portava una minigonna non
troppo ampia nera, calze alla coscia nere e mocassini neri. A
completare il tutto un mantello anch'esso nero allacciato al collo. La
rossa non aveva saputo darle delle risposte immediate,
perciò il suo stato di depressione cresceva sempre
più. Oltretutto Ryuga non era nemmeno lì,
perciò non poteva nemmeno sfogarsi. D'un tratto le sirene
della casa vibrarono e si misero a lampeggiare:"Codice rosso! Codice
rosso!" Julie rimase stupita. Ryuga le aveva spiegato che nel
linguaggio dei risolutori codice rosso voleva dire che l'intera
città era in grave pericolo. Scosse la testa e accorse
subito all'uscita, dove erano già radunati gli
altri:"Dov'è Ryuga?" Domandò allarmata. Ben
scosse la testa e lei strinse i pugni:"In mancanza del capo, prendo io
il comando! Forza che state aspettando! Tutti alle postazioni
assegnate, scattare, scattare, scattare!" Immediatamente tutti
obbedirono agli ordini e imbracciarono le rispettive armi, salendo poi
sulla Jet Carretta. Un attimo prima di decollare, Julie
guardò un'ultima volta la casa:"Dove sei, Ryuga...?"
In un battito di ciglia furono sul posto. Lo spettacolo che gli si
parava davanti era agghiacciante. Tutte le persone della
città di Tokyo avevano gli sguardi vuoti e spenti,
sembravano manichini più che persone. E man mano che
passavano i secondi sempre più gente cadeva in questo stato
di catalessi totale. Julie provò a chiamare alcune di loro,
ma nessuna dava segni di vita. Sembrava come se li avessero privati
dell'anima. Intanto una risata malvagia e terrificante proruppeva per
le vie della
metropoli:"Sìììì, sono miei
finalmente!" Biascicava in preda alla follia. Yamato stava risucchiando
tutti i cristalli del cuore. Quando togli il cristallo ad una persona,
con esso rimuovi anche l'anima della persona stessa. Quindi la teoria
della bruna era corretta al cento per cento. La popolazione era stata
privata del proprio spirito. Però la ragazza non era certa
di nulla , infatti il panico la stava divorando. Yamato la scorse da
lontano e le si avvicinò lentamente da dietro. Ghignava
compiaciuto, poichè sapeva che quella era la fidanzata del
suo acerrimo nemico Ryuga. In questo momento starete pensando che i due
erano da sempre rivali accaniti. Beh, vi sbagliate. Ryuga e Yamato si
incontrarono la prima volta durante l'addestramento reclute dei
risolutori. I due combattevano fianco a fianco. Erano
pressochè inseparabili, due fratelli. Ma un disgraziato
giorno, accadde l'impensabile. Durante la missione finale che avrebbe
deciso il futuro capo dei risolutori giapponesi, i due ragazzi si
ritrovarono in mezzo ad un incendio. L'albino non riuscì a
trarre in salvo il suo migliore amico, poichè la missione
era compiuta. Il blader venne trascinato via con la forza, e non ebbe
la possibilità di rivederlo. Yamato era convinto che Ryuga
non l'avesse aiutato per via di una rivalità accanita, che
in realtà non era mai esistita! Però, nel corso
di tutti quegli anni, l'odio che il ragazzo provava nei confronti del
blader non aveva fatto che aumentare esponenzialmente. Fino ad arrivare
a tramutarsi in sete di vendetta. E la vendetta consuma più
di qualsiasi altra cosa. In un secondo fu dietro a Julie. La bruna ne
avvertì la presenza e si voltò lentamente,
spaventandosi terribilmente:"E tu chi sei? Come hai fatto a non..?" Non
finì la frase che Yamato la prese per le spalle e la strinse
con forza:"Sei tu Julie Casterville? Bene, dì le tue
preghiere perchè è il tuo ultimo minuto su questa
terra!" Strinse ancora la presa, così tanto che la bruna si
sentì mozzare il fiato:"Non te lo permetterò
maledetto!" Lame rosse di energia demoniaca colpirono dappertutto il
ragazzo, che si vide costretto a mollare. Julie cadde a terra tossendo
e respirando a fatica. Davanti a lei atterrò Ryuga:"Come
stai ti senti bene?" Le domandò aiutandola ad
alzarsi:"Sì sì...sto bene, ma che fine avevi
fatto?" Lo abbracciò tra le lacrime. Lui ricambiò
subito:"Scusa, dovevo sbrigare alcune faccende importanti" Yamato si
rialzò e tentò di colpire il suo rivale a
tradimento, ma il blader fu più svelto a spingere Julie
lontano e a scansarsi in tempo. Quando riconobbe chi lo stava
attaccando strabuzzò gli occhi:"Yamato...?! Ma... ma
è impossibile! Mi avevano detto che eri morto!" Il ragazzo
si scagliò di nuovo:"Ah si?! E tu non lo sapevi di avermi
ucciso?! Mi hai lasciato a bruciare nelle fiamme dell'inferno,
bastardo!" Fece per tirargli un gancio, ma puntualmente l'albino lo
bloccò con una mano:"Non hanno lasciato che ti salvassi! Io
stavo per farlo credimi, mi hanno trascinato via!"
"Non ti credo affatto! Tu mi hai tradito appena hai potuto,
perchè volevi quel fottuto posto di comando!" Ryuga
aggrottò la fronte:"Cosa stai dicendo?! Tu eri il mio
migliore amico! Non avrei mai potuto fare questo!" Yamato continuava a
sferrare colpi a vuoto:"Allora perchè non sei venuto a
controllare di persona che fossi morto?! Muori!"
"Io non voglio combattere con te!"
"Se vuoi salvare la pelle dei cittadini di Tokyo combatterai! Guardali,
sai che cosa gli ho fatto?!" Ryuga non riusciva a credere ai suoi
occhi. Cosa ne era stato del suo unico migliore amico? Che ne era di
tutti i loro giochi e delle loro sfide impossibili? E delle loro
avventure? E della loro amicizia? Che Yamato avesse dimenticato tutto
in nome di una rivalità inesistente? E ora aveva perfino
rubato le anime della gente di Tokyo! Che altro poteva fare se non
battersi? Avrebbe voluto salvarlo... ma il bene della città
veniva prima di tutti. Strinse i pugni e abbassò lo
sguardo:"E va bene... mi batterò!" Affermò
deciso, destando la risata rumorosa e scomposta del suo ex migliore
amico. Julie osservava la scena esterrefatta. Pochi istanti dopo
proruppero Akari e Ben, che avevano appena terminato di pattugliare la
zona est della città. Quando videro i due uno di fronte
all'altro rimasero a bocca aperta. I due sfidanti si squadrarono
più volte, prima di scagliarsi l'uno contro l'altro, senza
pietà nè esclusione di colpi. L'albino tentava di
prenderlo il meno possibile, anche se erano passati tanti anni, gli
voleva ancora bene. Yamato era l'unico che gli era stato vicino nei
momenti difficili, e l'unico che l'avesse supportato psicologicamente
quando gli altri lo schernivano. E ora era costretto a battersi e ad
ucciderlo quasi sicuramente. Ma ciò che gli faceva
più male era che Yamato sembrava essersi dimenticato di
tutto. Come si poteva scordare un'amicizia come la loro? Era tutto
sbagliato. E chissà perchè quando c'entrava lui
era SEMPRE tutto sbagliato. L'unica cosa buona che aveva combinato
nella vita era stata quella di fondare la sua squadra e di incontrare
Julie, che tecnicamente non era stato nemmeno lui a volere quel
meeting. Un altro scontro, ed un altro, ed un altro ancora. Con i suoi
artigli Ryuga causava dei danni, anche se leggeri. Stava vincendo di
nuovo, e Yamato questo non poteva sopportarlo. Già una volta
si era preso tutto, ora era il momento di cambiare le cose. Con un
abile colpo alla caviglia riuscì a farlo cadere. Julie si
riscosse e in lacrime gridò:"Ryuga!" Ma il blader si era
sbilanciato apposta per farsi atterrare da quello che reputava ancora
un amico fidato. In un secondo Yamato gli fu sopra, preparando il
pugno. Ryuga si limitò a sorridere:"Ottimo colpo, lo sapevi
fare bene anche durante l'addestramento... io non reagirò,
perchè tu sei il mio migliore amico" La sua nemesi ebbe un
attimo di esitazione, un solo istante, che si riversò quasi
subito in una scarica di pugni al volto:"E tu sei la mia missione! Sei!
La! Mia! Missione!" Alternava parole e colpi:"Allora finiscila soldato"
Mugugnò l'albino che non si era ancora arreso. A quelle
parole, Yamato cedette definitivamente. Si tolse da lui tremando e
agitandosi. Tutte le cose che avevano condiviso, le risate e ogni
piccolo momento gli tornò alla mente come un fiume in piena.
Si teneva la testa tra le mani e ansimava, mentre qualche lacrima
sfuggiva al suo controllo. Stava per mollare tutto, ma una voce maligna
e insistente lo spronò a continuare la sua opera:"Lui ti ha
tradito... non puoi perdonarlo... lui ti ha tradito" Il
blader si tirò su:"No, non ascoltarlo Ya-chan!" Gli
gridò contro, ma il ragazzo era già corrotto
definitivamente dalle parole di N. Ormai non era più lui a
comandare il suo corpo, bensì il più cattivo dei
cattivi. Ben e Akari fecero per intervenire, ma il luogo della
battaglia era avvolto di un campo di forza invisibile, che non
permetteva a nessuno l'accesso. Tanto è vero che appena i
due la sfiorarono, vennero sbalzati dall'altra parte del marciapiede.
La bruna degluttiva velocemente e faceva fatica a respirare.
Che stava succedendo? Perchè Ryuga non reagiva? Che gli era
preso? Abbassò lo sguardo e strinse i pugni. Nel frattempo
Ryuga tentava di convincere Yamato a non prestare ascolto alle voci
nella sua testa:"Reagisci Ya-chan! Non farti abbindolare da lui!" Il
ragazzo però continuava ad avanzare, con un'espressione da
far paura al Joker. Muoveva lentamente un passo dopo l'altro: era
posseduto. Alzò lentamente il braccio:"Prenderò
il tuo cuore! Prenderò il tuo cuore!" Continuava ad
aumentare il tono della voce man mano che ripeteva quella frase.
L'albino scuoteva freneticamente la testa, non si capacitava di
ciò che stava accadendo. Yamato scoppiò in una
risata sadica:"PRENDERO' IL TUO CUORE!" Gridò fortissimo e
in un secondo il suo braccio divenne fatto di tenebre. Si
allungò a dismisura per prendere il cristallo di Ryuga:"NO!"
Gridò Julie, riuscendo chissà come ad
attraversare la barriera e a scansare Ryuga poco prima che gli venisse
rubata l'anima:"No Julie!" Urlò Akari in preda alla
disperazione. Contrariamente alle sconfortanti previsioni di tutti, nei
dintorni si propagò un'intensissima luce biancastra, che
costrinse i presenti a coprirsi gli occhi con le braccia. Da questo
bagliore folgorante, spuntarono quelle che sembravano due gemme blu
elettrico, che altro non erano se non gli occhi di Sailor Moon. Dopo
qualche istante di attesa, finalmente si riconobbero i lineamenti della
ragazza. Indossava un vestito bianco candido che le arrivava fino ai
piedi, uguale identico a quello che portava sempre nei suoi sogni e
nelle sue visioni. I capelli non erano più lunghi fino alle
spalle, bensì fino al sedere e anche oltre. Ryuga non
riusciva a credere ai suoi occhi: non aveva mai visto niente di simile.
Invece lacrime di commozione cominciavano a rigare il volto di
Akari:"La principessa della Luna... è tornata!"
Biascicò tra i singulti. Julie teneva lo sguardo fisso
davanti a sè e dopo un po' cominciò ad intonare...
Se un giorno i sogni tuoi
tutti si avverassero
Non pensi mancherebbe
ancora qualche cosa in te?
Di soli sogni sai,
io non posso vivere perciò
Io ti seguirò
tu non mi abbandonare così!
Che senso ha
buttare via
Il nostro grande amore?
Mille stelle lassù
fari accesi nel blu
siamo noi!
La sua voce era talmente melodiosa e pura, da risultare
inudibile alle orecchie di N, che tramite il corpo di Yamato, si
divincolò e fece di tutto per non ascoltare. Nonostante
provasse in tutti i modi a resistere, il controllo che aveva sui cuori
rubati gli sfuggì, e man mano nel cielo si videro delle luci
di diversi colori scintillare. Erano i cristalli del cuore delle
persone, che tornavano ai loro rispettivi proprietari. Mano a mano che
essi venivano liberati, gli occhi della gente a cui venivano
restituiti, riprendevano la loro solita vita. E più Julie
cantava, più l'animo di Yamato, che urlava di dolore e si
teneva la testa, veniva purificato dalla presenza maligna di N. I
ricordi di lui e Ryuga facevano nuovamente capolino nella sua mente, e
ancora il sentimento dell'amicizia tornava a colorare il suo cristallo
di verde...
Portami con te,
non aspettare più!
Scopriamo insieme
le sfide che ogni giorno
ci propone!
Io e te
che forza brillerà!
Tra terra e mare
l'amore vincerà!
Ogni cittadino era di nuovo sè stesso e i
bambini che ridevano spensierati ripresero la loro innocente
attività. Alcune persone avvertivano un cambiamento insolito
in loro, ma non sapevano spiegarselo. Altre invece ripresero la loro
routine come niente fosse. Sull'acuto finale N aveva definitivamente
abbandonato il corpo del povero ragazzo che adesso sorrideva a Julie.
Anche Yamato era avvolto da una luce biancastra e aveva uno sguardo
dolcissimo:"Grazie Julie, tu mi hai fatto riscoprire la gioia di una
vita senza vendetta..." Piano piano, il corpo del giovane si dissolveva
in una nube di pulviscolo. Ryuga, riavutosi dallo shock corse vicino
all'amico e gli sorrise a sua volta:"E tu Ryuga, amico mio, mi hai
ridato una motivazione valida per vivere, l'amicizia" L'albino fece un
altro passo e Yamato gli tese la mano:"Ti prego, non cambiare mai..."
Prima però che il blader potesse stringerla, essa scomparve,
insieme a tutto il corpo. Ryuga osservò lo spirito del suo
migliore amico salire in cielo:"Anche tu... Yamato"
Sussurrò, prima di chinarsi a raccogliere il suo cappellino
borchiato. Lo spazzolò dalla polvere e se lo mise in testa.
Pochi attimi dopo, Julie cadde dal suo stato di sospensione in aria.
Per fortuna che l'albino aveva i riflessi pronti. Riuscì ad
afferrarla al volo, ma lei era svenuta. Il vestito che indossava
scomparve in un istante. Ryuga la riscosse un paio di volte, e
finalmente la bruna sbattè le palpebre. Akari e Ben tirarono
un sospiro di sollievo all'unisono:"Ciao Ryuga, allora, hai fatto pace
con Yamato?" Domandò la ragazza con un dolcissimo sorriso e
con un filo di voce:"Come sarebbe...?! Tu...? Davvero non ricordi
nulla?" Akari gli mise una mano sulla spalla e scosse la testa:"Le
spiegheremo dopo, ora è meglio che riposi" Il blader
annuì e neanche trenta secondi dopo, la sua ragazza si
addormentò, sfinita a causa della sua trasformazione. Quali
sconcertanti verità attendevano la nostra eroina?
Appena si fu risvegliata, Julie ricevette una poco rassicurante visita
da parte di Akari. La ventenne si sedette di fianco a lei:"Come stai?"
Chiese gentilmente:"Meglio di prima, grazie" Akari fece
spallucce:"Figurati" Seguì un'imbarazzante pausa di
silenzio, poi la maggiore prese le mani a Julie e la fissò
negli occhi:"So delle tue visioni" Affermò decisa,
aumentando la stretta sugli arti dell'amica, la quale rimase a bocca
spalancata:"Come... come sarebbe? Avevo chiesto a Ryuga di..."
"Lo so, sono stata io a costringerlo. Dovevo saperlo" Si fissarono per
un lungo minuto, due oceani specchiati in due ametiste:"Julie, quello
che sto per dirti... è molto difficile da comprendere" La
bruna degluttì, e con la voce più ferma che
riuscisse ad emulare rispose:"Okay, sono pronta"
"Tu sei Sailor Moon... la paladina della giustizia e dell'amore. Non
è un caso se sei stata scelta da Luna per trasformarti nella
combattente che veste alla marinara. Tu, Giulietta Candore Casterville,
sei la Principessa della Luna" Il suo tono era granitico, talmente
tanto che non ti saresti mai sognato di ridere a questa affermazione di
per sè assurda. Era evidente che non stava affatto
scherzando. Julie parve disorientata e confusa, e lo era, non ci sono
dubbi. Vagò un paio di volte con lo sguardo per la camera,
cercando di trovare qualcosa che le suggerisse che fosse tutto un
sogno. Un incubo. Lei Principessa della Luna? Ma era assurdo!
Oltretutto sulla Luna non ci sono forme di vita... o forse no? Ormai la
bruna non era più sicura di nulla. E come poteva esserlo? E
poi, anche ammettendo che lei ricoprisse davvero questa carica, cosa
l'avrebbe aspettata? Quali onori e quali oneri? Akari leggeva
chiaramente queste domande negli occhi di Sailor Moon, e ne comprendeva
a pieno la confusione. Le sorrise dolcemente:"Lo so che sei
sconvolta... e anche stanca. Facciamo così, dormici sopra,
domani ne parleremo meglio, mh?" La ragazza annuì
debolmente, e la ventenne si alzò. Julie però la
trattenne, prendendola per la giacca. Akari, spaesata si
voltò. Julie teneva lo sguardo basso:"Grazie Akari... per
tutto" Sussurrò. Akari sorrise ancora:"Di nulla,
principessa" Detto questo, se ne andò, lasciandola sola con
sè stessa... o meglio, con la NUOVA sè stessa.
Erano ormai le dieci passate, e Julie non aveva toccato cibo,
nè messo piede fuori dal suo letto. Se ne stava
lì, immobile, a fissare il soffitto. Improvvisamente,
qualcuno bussò:"Ehi piccola sono io" Il timbro caldo e
amorevole di Ryuga la riscossero dai suoi tutt'altro che leggeri
pensieri:"Avanti" L'albino entrò lentamente, e subito le si
sedette accanto:"Ehi" Sussurrò, spostandole una ciocca di
capelli dal viso:"Ehi..." Il blader sospirò:"Julie, so
tutto" Le confessò, voltando la faccia dall'altra parte. La
bruna si tirò su a sedere e d'improvviso lo
abbracciò:"Ryuga... ho paura, ho paura!"
Singhiozzò. Lui sorrise e le accarezzò dolcemente
la testa:"Lo so piccola mia, lo so. Ma andrà tutto bene" Le
scostò la testa per poterla guardare negli occhi:"Io non so
cosa succederà d'ora in avanti... ho perfino perso il mio
migliore amico... ma una cosa la so di certo: io e te, insieme andremo
avanti e supereremo tutto. E' una promessa" In quel momento
più che mai entrambi avevano bisogno di certezze, e l'unica
che avevano erano loro due. Loro due. Avevano bisogno di sentirsi uniti
ancora una volta. Così, l'albino la baciò con
passione, e da quella stessa passione che li aveva legati fin dal primo
giorno, si lasciarono trasportare. E fecero l'amore tutta la notte,
sentendosi finalmente parte di qualcosa. Si sentirono parte l'uno
dell'altra.
Angolo Autrice
Ok, sono imperdonabile, preparate i pomodori perchè sono in
ritardissimissimo. Ma la scuola e tutto il resto mi tenevano un po' con
le mani legate. Beh, che dire di questo capitolo, Julie ha scoperto da
cosa derivavano le sue visioni, ma non ne conosce ancora il
significato, lo scoprirà? E Ryuga? Cosa ha scoperto dal
maestro Roku riguardo al suo passato? Per ora non l'ha rivelato a
nessuno, ma riuscirà a mantenere il segreto, o
prevarrà l'amore che prova per Julie? E Julie, come
andrà a fondo sulla sua identità di principessa?
Tutto questo e molto altro nel prossimo capitolo: Il deck delle stelle!
Non mancate!
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