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Autore: iloveryuga 2000    13/10/2014    6 recensioni
Una maschera di vetro le persone indossano e il loro vero volto nascondono.Credete alla teoria dei mondi paralleli?Neanche lei ci credeva.M dovette ricredersi.Perché quando un sentimento e verace e puro,va oltre il tempo e lo spazio.[Questo è il link del trailer:https://www.youtube.com/watch?v=C4fHF3laN94&feature=youtu.be] Questo è il link di un altro trailer che ho fatto: http://youtu.be/PlEsrQIjHWw
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ryuga, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 33 N lanciò un raggio verde che mandò all'aria tutti i mobili presenti nella stanza. Era furibondo, nessuno osava avvicinarsi. Ormai i suoi sottoposti cominciavano a dimezzarsi e la riuscita della missione era in serio pericolo. Non poteva più fidarsi di chicchessia. Qualcuno bussò alla porta ed entrò poco dopo:"Mio signore il comportamento dei vostri sottoposti è inaccettabile, ne convengo con voi. Per questa ragione abbiamo deciso di comune accordo di inviare un soggetto che non deluderà le vostre aspettative" Disse melenso Doji inchinandosi. N parve tranquillizzarsi lievemente:"E chi sarebbe costui?" Domandò sospettoso. Doji ghignò e indicò la porta. Dietro di essa, appoggiato al muro con aria svogliata, stava un ragazzo dai lineamenti fini. Aveva i capelli arancioni ed era vestito come un metallaro convinto, quindi pieno di borchie e spuntoni. Masticava una cicca con fare scocciato e ogni tanto faceva esplodere qualche pallone generato dalla stessa. N lo squadrò con diffidenza:"Mi hai portato un lurido moccioso?!" Sbraitò contro allo zoppo. Quello per tutta risposta fece segno al ragazzo di farsi avanti. Lo strano tipo sbuffò:"Che sbatta" Fu l'unica cosa che biascicò prima di entrare:"Io non sono capace di fare tutti i salamelecchi che fate voi, vi posso solo dire che mi chiamo Yamato e che cerco vendetta" Battè il pugno contro la mano aperta e spalancò di colpo gli occhi. Erano di un colore giallo intenso. N parve apprezzare la schiettezza di Yamato, tanto è vero che sorrise compiaciuto:"E sentiamo, contro chi cerchi vendetta?"
"Contro l'uomo che mi ha tolto tutto: Ryuga" Il verde si sfregò i palmi delle mani:"Interessante... e cosa pensi di fare per vendicarti?"
"Lui mi ha tolto il comando e tutta la gloria che mi spettava, ora io distruggerò le anime della città che protegge: tutti i cristalli del cuore della città di Tokyo saranno miei!" Dette queste parole esplose in una risata maligna e scomposta. Anche il capo si unì a questa pura manifestazione di malvagità:"Ottimo, sei dei nostri Yamato" Tutti e tre si guardarono compiaciuti:"Non hai più scampo, Sailor Moon"

Raggio di luna
che rendi notte
romantica
Con quella luce
che avvolge la sera
bianca e pallida
Sailor Moon
hai la notte in te
principessa di un regno
che non sai dov'è
Sailor Moon
sempre magica
Sailor Moon,Sailor Moon
sei fantastica!
Sailor Moon
amica Sailor Moon
con la Luna sai
vedi sempre dove vai
Sailor Moon
amica Sailor Moon
hai la luna in te!
Con la luna sai
vedi sempre dove vai

Era seduta sul davanzale della finestra , una gamba raccolta in grembo e una stesa davanti a sè. Guardava assorta il paesaggio che le si parava davanti, tenendo una mano sotto al mento come per sorreggere la testa, diventata troppo pesante a causa dei mille problemi che la attorniavano e la coinvolgevano. Una debole folata di vento fece ondeggiare le tendine di raso dietro e davanti a lei. Questo minimo spostamento d'aria bastò per ricordarle tutte le cose che non andavano. Come avrebbe spiegato a Ryuga quello che le era successo solo pochi giorni prima? Sì, perchè anche se lei aggirava l'ostacolo e provava in tutti i modi di dimenticare, prima o poi avrebbe dovuto affrontare il problema. E più tempo aspettava, più diventava complicato aggredire il discorso, poichè più tentava di trovare una spiegazione logica, meno le risposte venivano a galla. Si portò anche l'altra gamba al petto e ci infilò la testa in mezzo. Da fuori si udì un bussare forte e ritmato. Non udendo nessun invito ad entrare, la persona che aspettava fuori dalla porta, pensò bene di prendere l'iniziativa. Ovviamente stiamo parlando di Ryuga, che appena entrò e la vide così turbata, si intristì di colpo. Scosse la testa, non doveva dimenticarsi il motivo per il quale era venuto. Sorrise e cominciò ad avvicinarsi furtivamente, muovendo un passo alla volta in punta di piedi. Quando le fu ad un soffio di distanza preparò la bocca per la pernacchia che ne sarebbe seguita:"Non provarci nemmeno" Scandì la bruna senza scomporsi. Lo scherzo gli morì in gola, e quello che ne uscì fu solo un bizzarro suono prodotto con la lingua:"Come sapevi che ero io?" Julie alzò la testa con aria annoiata:"Io so sempre tutto... dove sei stato?" Ryuga afferò una mela dal cestino che la ragazza teneva sul comodino, e le diede un morso:"Non hai detto che sai sempre tutto?" Rincarò, con l'espressione di uno che l'ha vinta facilmente. La bruna sbuffò e premette la faccia contro un cuscino di piume. All'albino scappò una risatina divertita. Lentamente con una mano le abbassò il guanciale:"Vieni con me, ho una cosa da farti vedere" Le tese la mano. Julie la strinse un po' titubante, e subito il blader cominciò a trascinarla per tutta casa. In pochi istanti furono fuori dall'abitazione:"Allora?" Chiese la ragazza con fare perplesso. L'albino sorrise compiaciuto:"Chiudi gli occhi" Dapprima Julie alzò un sopracciglio, poi decise di obbedire. Ryuga le passò un paio di volte la mano davanti al volto per controllare che non stesse veramente guardando. Un volta accertatosi di questo, emise un fischio acutissimo e si udì un botto:"Ora puoi aprirli" Sussurrò al suo orecchio. Fece come le aveva detto e rimase a bocca aperta. In cielo c'era scritto un diciannove grande come una casa e sotto ti amo. Con tutto quello che era successo si era completamente dimenticata del suo compleanno. E già, era proprio il nove di febbraio. Le vennero le lacrime agli occhi, lei se ne era scordata, ma Ryuga no! L'albino le si avvicinò:"Ti... piace?"
"Se mi piace?!" Gli saltò addosso baciandolo con passione:"Amore, se reagisci così adesso, figurati quando aprirai il tuo vero regalo!" La bruna sgranò gli occhioni blu:"C'è anche un altro regalo?!"
"Ma certo! Tu meriti ben più di una semplice scritta!" Prima che lei potesse rispondere, da non molto lontano si udì chiaramente il rombo di un motore. Pochi istanti dopo davanti a loro parcheggiò Ben, ovviamente sgommando con un'auto da corsa blu fiammante. Sailor Moon aveva la bocca così spalancata che ci sarebbe tranquillamente entrato un transatlantico. Indicò prima il bolide poi sè stessa, guardando il suo ragazzo. Lui annuì e le fece segno di salire. Ben le tirò le chiavi e diede una pacca sulla spalla al suo migliore amico, il quale fu costretto a spingere Julie fino allo sportello anteriore, poichè lei era bloccata sul posto. Appena mise le mani sul volante le sembrò di sognare: lei non aveva mai guidato. Ryuga si sedette di fianco a lei, guardandola trasognato. Spinse sull'accellaratore:"Ohohohoh, questo sì che è un motore coi fiocchi!" Ridacchiò mentre provava le marce:"Non mi dire che adesso ti intendi anche di auto!" Scherzò lui:"Beh bisogna essere proprio sordi per non percepire che... questa bellezza fa centotrenta km/h in trenta secondi giusto?" Questa volta fu lui a stupirsi in maniera incredibile:"Come fai a saperlo? Lo stavo pensando io!" Fece spallucce:"Non so come sia possibile... ma è da un po' di tempo a questa parte che riesco a percepire quello che pensa la gente... ancor prima che loro aprino bocca io so cosa vogliono dire"
"Fantastico! Sai anche leggere nella mente! Sei una forza della natura amore mio!" La bruna si morse il labbro inferiore così forte da farsi uscire una gocciolina di sangue:"Già..." Fu la sua debole e timida risposta. Abbassò lo sguardo affranta. Ryuga le prese una mano:"Qualcosa non va? Non ti sono piaciuti i regali?"
"No! Non è affatto questo... è che..." Alzò la testa e per un miracolo riuscì a fissarlo negli occhi:"Ryuga... io e te dobbiamo parlare" Vedendola così risoluta, il blader realizzò che si trattava di una cosa estremamente seria.

Julie tentò di spiegare ciò che le era capitato al palazzo degli Zar. Tentava di descrivere le cose nel modo più chiaro possibile, perchè se era difficile da concepire per lei, figuriamoci per una persona esterna ai fatti. Concluse il racconto e fece spallucce, nella speranza che lui non la deridesse o si arrabbiase pensando che fosse tutto uno scherzo. Ryuga si appoggiò con la schiena alla poltrona di velluto rosso, e osservò per qualche istante il fuoco scoppiettare nel caminetto. L'attesa di una sua reazione la stava sfinendo psicologicamente ed emotivamente. Prese a spellarsi nervosamente le mani, producendo un fastidioso ticchettio. L'albino sospirò pesantemente:"Hai valutato l'ipotesi che siano tutti ricordi?" Chiese in un sospiro. La bruna tirò mentalmente un sospiro di sollievo, in fondo sapeva che lui l'avrebbe capita e supportata:"Beh... in effetti sì... ci ho pensato... ma ricordi risalenti a cosa?" Il blader alzò le mani e scosse la testa:"Non saprei... forse dovresti chiedere a Gwen, lo sai che è lei l'esperta" Julie abbassò lo sguardo con aria sconsolata:"D'accordo..." L'albino si tirò un pochino sù:"Vieni qui" Si battè sul ginocchio un paio di volte. La bruna seguì il suggerimento e si accoccolò su di lui:"Sono sicuro che troverai una risposta... E io sarò con te per supportarti se essa non dovesse essere piacevole" La rassicurò mentre la accarezzava affettuosamente. Un timido sorriso si fece strada sulle sue labbra, che si incurvarono leggermente:"Grazie... Ryuga" Fu tutto quello che riuscì a rispondere:"Prego... ora forza va' da Gwen, lei saprà aiutarti" Julie si alzò e annuì convinta. Gli lasciò un bacio a stampo e scappò via. Appena il portone si richiuse l'albino si alzò dalla poltrona:"Voglio spiegazioni"

Corse nel bosco silenzioso e furtivo come un ninja, l'erba sotto i suoi piedi non emetteva un fruscio per la leggerezza dei suoi passi. Era nervoso, agitato, non sapeva spiegarsi nemmeno lui perchè. Dopo tutto la faccenda di Julie non lo riguardava direttamente... o forse sì? La cosa strana, è che dentro di lui sentiva di essere insipiegabilmente coinvolto. Per questo stava andando da Roku, lui pretendeva informazioni. Raggiunse la scalinata di pietra che conduceva al dojo, e la salì molto alla svelta, andando saltuariamente di cinque in cinque. Una volta raggiunta la sommità, ovviamente senza un briciolo di fatica o fiatone, il blader bussò alla porta. Aveva un'espressione serissima, sembrava dovesse affrontare un Autogrill all'ora di punta. Si morse il labbro e cominciò a battere ritmatamente il piede sinistro per terra. Dopo qualche istante il maestro Roku aprì la porta e rimase non poco sopreso di vedere il suo allievo prediletto che si stagliava austero sulla soglia della porta. Si schiarì la voce:"Ryuga che piacere vederti!" L'albino annuì una volta. Rimasero a fissarsi per un tempo che al vecchio maestro parve infinito. Come mai non entrava? Di solito non faceva in tempo a salutare che lui era già nella sua stanza degli allenamenti. Sbattè un paio di volte le palpebre ed indicò col braccio l'interno del dojo:"Su forza accomodati!" Lo invitò con un sorriso:"Grazie" Ryuga segìuì il suggerimento e una volta dentro si tolse gli anfibi, cosa che non aveva MAI fatto in tutti quegli anni. Roku lo osservava con la bocca spalancata: ma che gli era successo in quei mesi? L'aveva perfin ringraziato per averlo invitato formalmente. Scosse la testa e tentò di non pensarci:"Dunque mio giovane allievo, cosa ti porta qui?" Il blader lo fissò negli occhi:"Maestro io voglio risposte" Affermò in maniera molto risoluta, forse anche troppo. Il vecchietto si accarezzò la folta barba bianca:"Risposte in merito a cosa?" L'albino si lasciò cadere a terra con le gambe incrociate:"In merito ad alcune visioni di Julie... voglio sapere se significano qualcosa oppure no" L'ometto tornò al suo lavoro di lucidatura della statua di Drago Bianco Occhi Blu:"Parlami di queste visioni"
"Beh... lei continua a vedere una donna... una donna coi capelli fucsia vestita interamente di bianco... credo abbia gli occhi marroni... e poi anche un uomo con i capelli neri e gialli e gli occhi blu" A questa affermazione Roku strabuzzò gli occhi e lasciò la presa sull'asciugamano incerato, che cadde rovinosamente in terra. Ryuga gli andò vicino:"Maestro, vi sentite bene?" Era più una domanda inquisitoria che un'accorata curiosità:"E dimmi, tu non vedi niente?" Il blader si arrestò sul posto:"Io... ho visto delle immagini confuse... erano... due bambini mi pare... è l'unica cosa distinguibile chiaramente" Il maestro sospirò pesantamente:"Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato" Biascicò, per poi avviarsi verso una direzione indfinita:"Ehi, ehi ehi ehi! Quale giorno?!" Gli gridò dietro:"Seguimi senza fare domande" Fu l'unica secca risposta. L'albino era stranito: non aveva mai visto il suo sensei così risoluto. Decise perciò di assecondarlo senza discutere. Nascosta ben bene in un angolo remoto del dojo, vi era una scalinata, che conduceva molto probabilmente nei sotterranei. Roku afferrò una torcia e cominciò la discesa, seguito a ruota dal suo allievo. Ryuga non poteva fare a meno di guardarsi attorno con curiosità e circospezione. Apparte le muffe e le ragnatele che riempivano ogni parete, non si vedeva nulla di sospetto o di degno di nota. Giunti alla fine di quella lunga quanto estenuante maratona, Roku pronunciò una parola in una bizzarra lingua e la parete di pietra, come di consueto, si spostò, rivelando una luce dietro. Ma quanto la facevano lunga i risolutori, non potevano semplicemente mettere un cartello con scritto:"Non entrare o ti sego le gambe"?! A che diavolo servivano tutti quegli strani trucchetti?! Questi erano i pensieri che saettavano nella mente di Ryuga, facendogli cambiare faccia ogni tre secondi. Si riscosse e decise di oltrepassare la parete mobile. Dietro c'era una stanza enorme, con il pavimento in legno e le pareti in cemento. A sinistra vi era una scrivania con sopra un computer vecchio di secoli, tutto attorno scaffali zeppi di utensili di ogni sorta, comprese chiavi inglesi e piedi di porco, per terra sparsi miriadi di scatoloni stracolmi di libri e al centro della stanza si stagliava un grosso oggetto dalla forma insolita, coperto da un telo grigio impolverato e consunto.  Sembrava tutto intonso da secoli, come se nessuno avesse più messo piedi in quello stanzone e non avesse più toccato quegli oggetti bizzarri. Ryuga sfiorò con le dita il telo, cercando di capire cosa fosse la cosa sotto di esso. Scosse la testa, era pressochè impossibile. Roku sorrise debolmente e con un rapido gesto scoprì l'oggetto misterioso. L'albino strabuzzò gli occhi. Sembrava una moto, ma non ne aveva mai viste così. Era rossa fiammante, con due manubri ai lati, uno per braccio. Aveva una specie di cupola sopra, una cupola che non terminava. Il quadrante di guida era inesistente, al suo posto c'era una strana postazione che assomigliava tanto ad uno schermo. Il blader non aveva mai visto niente di simile:"E' una duel-runner" Affermò Roku, spazzolandosi con la mano la folta barba bianca. Ryuga si inumidì le labbra e assottigliò gli occhi gialli: nella sua memoria qualcosa di simile c'era. Si avvicinò cautamente e la sfiorò appena. Subito venne colto da intensi flashback che lo costrinsero a prendersi la testa fra le mani...
Flashback
"Corri papà! Vai alla grande!" Una bimba sui sei anni incitava suo padre, il quale era impegnato in un giro completo del circuito. Guidava la sua fedele duel-runner, e la manovrava da dio. Ryuga osservava rapito la scena, sporgendosi, forse anche un po' troppo, oltre le tribune per poter osservare meglio. Un uomo alto, grosso e dai lineamenti forti lo osservava sorridendo. Aveva i capelli bianchi come lui, ed era impossibile dedurne l'età, dato che aveva il volto di un trentenne, ma recava su di sè i segni delle molteplici battaglie combattute. Una gentile voce di donna spronò l'albino:"Ryuga fa attenzione, rischi di cadere!" Nel contempo una piccola manina stringeva la sua. L'albino guardò immediatamente la bimba che gli stava accanto, e che gli sorrideva allegra. Lui annuì ed insieme urlarono più forte:"Bravo! Continua così! Diventerai il campione del mondo!"
Fine flashback

Il blader ansimava violentemente. Il cuore minacciava di scoppiargli nel petto per quanto batteva veloce. Lui era ripiegato su sè stesso, i lineamenti del volto distorti in un'espressione mista a dolore e terrore. Tremava impercettibilmente e i capelli gli ricadevano scompigliati sulla fronte. Lentamente e con molta fatica riuscì ad alzarsi in piedi:"Quello era... quello era mio... quello era mio padre...?" Roku annuì convinto. L'albino scoppiò in una risata isterica:"Non è possibile... io non ho padre... non ho genitori" Il vecchio maestro lo fissò negli occhi:"Ci sono tante cose che non sai mio giovane allievo... è il momento che tu le apprenda" Camminò lentamente verso la scrivania di legno d'acero e aprì il cassetto centrale. Da esso trasse un documento sigillato in una busta rossa cremisi. Gliela porse. Ryuga degluttì rumorosamente e con mano tremanti la prese. Non sapeva perchè ma sentiva di conoscerne il contenuto. Ed era proprio questa insolita consapevolezza a spaventarlo.
 
"Va bene Julie, vedrò che posso fare" Affermò convinta Gwen. Julie fece un profondo inchino e si congedò. Aveva seguito il consiglio di Ryuga e aveva parlato con Gwen dei suoi strani sogni e delle sue quantomeno insolite visioni. Quel giorno indossava una divisa diversa dal solito. Consisteva in una camicia bianca dalle ampie maniche lunghe. Sotto portava una minigonna non troppo ampia nera, calze alla coscia nere e mocassini neri. A completare il tutto un mantello anch'esso nero allacciato al collo. La rossa non aveva saputo darle delle risposte immediate, perciò il suo stato di depressione cresceva sempre più. Oltretutto Ryuga non era nemmeno lì, perciò non poteva nemmeno sfogarsi. D'un tratto le sirene della casa vibrarono e si misero a lampeggiare:"Codice rosso! Codice rosso!" Julie rimase stupita. Ryuga le aveva spiegato che nel linguaggio dei risolutori codice rosso voleva dire che l'intera città era in grave pericolo. Scosse la testa e accorse subito all'uscita, dove erano già radunati gli altri:"Dov'è Ryuga?" Domandò allarmata. Ben scosse la testa e lei strinse i pugni:"In mancanza del capo, prendo io il comando! Forza che state aspettando! Tutti alle postazioni assegnate, scattare, scattare, scattare!" Immediatamente tutti obbedirono agli ordini e imbracciarono le rispettive armi, salendo poi sulla Jet Carretta. Un attimo prima di decollare, Julie guardò un'ultima volta la casa:"Dove sei, Ryuga...?"

In un battito di ciglia furono sul posto. Lo spettacolo che gli si parava davanti era agghiacciante. Tutte le persone della città di Tokyo avevano gli sguardi vuoti e spenti, sembravano manichini più che persone. E man mano che passavano i secondi sempre più gente cadeva in questo stato di catalessi totale. Julie provò a chiamare alcune di loro, ma nessuna dava segni di vita. Sembrava come se li avessero privati dell'anima. Intanto una risata malvagia e terrificante proruppeva per le vie della metropoli:"Sìììì, sono miei finalmente!" Biascicava in preda alla follia. Yamato stava risucchiando tutti i cristalli del cuore. Quando togli il cristallo ad una persona, con esso rimuovi anche l'anima della persona stessa. Quindi la teoria della bruna era corretta al cento per cento. La popolazione era stata privata del proprio spirito. Però la ragazza non era certa di nulla , infatti il panico la stava divorando. Yamato la scorse da lontano e le si avvicinò lentamente da dietro. Ghignava compiaciuto, poichè sapeva che quella era la fidanzata del suo acerrimo nemico Ryuga. In questo momento starete pensando che i due erano da sempre rivali accaniti. Beh, vi sbagliate. Ryuga e Yamato si incontrarono la prima volta durante l'addestramento reclute dei risolutori. I due combattevano fianco a fianco. Erano pressochè inseparabili, due fratelli. Ma un disgraziato giorno, accadde l'impensabile. Durante la missione finale che avrebbe deciso il futuro capo dei risolutori giapponesi, i due ragazzi si ritrovarono in mezzo ad un incendio. L'albino non riuscì a trarre in salvo il suo migliore amico, poichè la missione era compiuta. Il blader venne trascinato via con la forza, e non ebbe la possibilità di rivederlo. Yamato era convinto che Ryuga non l'avesse aiutato per via di una rivalità accanita, che in realtà non era mai esistita! Però, nel corso di tutti quegli anni, l'odio che il ragazzo provava nei confronti del blader non aveva fatto che aumentare esponenzialmente. Fino ad arrivare a tramutarsi in sete di vendetta. E la vendetta consuma più di qualsiasi altra cosa. In un secondo fu dietro a Julie. La bruna ne avvertì la presenza e si voltò lentamente, spaventandosi terribilmente:"E tu chi sei? Come hai fatto a non..?" Non finì la frase che Yamato la prese per le spalle e la strinse con forza:"Sei tu Julie Casterville? Bene, dì le tue preghiere perchè è il tuo ultimo minuto su questa terra!" Strinse ancora la presa, così tanto che la bruna si sentì mozzare il fiato:"Non te lo permetterò maledetto!" Lame rosse di energia demoniaca colpirono dappertutto il ragazzo, che si vide costretto a mollare. Julie cadde a terra tossendo e respirando a fatica. Davanti a lei atterrò Ryuga:"Come stai ti senti bene?" Le domandò aiutandola ad alzarsi:"Sì sì...sto bene, ma che fine avevi fatto?" Lo abbracciò tra le lacrime. Lui ricambiò subito:"Scusa, dovevo sbrigare alcune faccende importanti" Yamato si rialzò e tentò di colpire il suo rivale a tradimento, ma il blader fu più svelto a spingere Julie lontano e a scansarsi in tempo. Quando riconobbe chi lo stava attaccando strabuzzò gli occhi:"Yamato...?! Ma... ma è impossibile! Mi avevano detto che eri morto!" Il ragazzo si scagliò di nuovo:"Ah si?! E tu non lo sapevi di avermi ucciso?! Mi hai lasciato a bruciare nelle fiamme dell'inferno, bastardo!" Fece per tirargli un gancio, ma puntualmente l'albino lo bloccò con una mano:"Non hanno lasciato che ti salvassi! Io stavo per farlo credimi, mi hanno trascinato via!"
"Non ti credo affatto! Tu mi hai tradito appena hai potuto, perchè volevi quel fottuto posto di comando!" Ryuga aggrottò la fronte:"Cosa stai dicendo?! Tu eri il mio migliore amico! Non avrei mai potuto fare questo!" Yamato continuava a sferrare colpi a vuoto:"Allora perchè non sei venuto a controllare di persona che fossi morto?! Muori!"
"Io non voglio combattere con te!"
"Se vuoi salvare la pelle dei cittadini di Tokyo combatterai! Guardali, sai che cosa gli ho fatto?!" Ryuga non riusciva a credere ai suoi occhi. Cosa ne era stato del suo unico migliore amico? Che ne era di tutti i loro giochi e delle loro sfide impossibili? E delle loro avventure? E della loro amicizia? Che Yamato avesse dimenticato tutto in nome di una rivalità inesistente? E ora aveva perfino rubato le anime della gente di Tokyo! Che altro poteva fare se non battersi? Avrebbe voluto salvarlo... ma il bene della città veniva prima di tutti. Strinse i pugni e abbassò lo sguardo:"E va bene... mi batterò!" Affermò deciso, destando la risata rumorosa e scomposta del suo ex migliore amico. Julie osservava la scena esterrefatta. Pochi istanti dopo proruppero Akari e Ben, che avevano appena terminato di pattugliare la zona est della città. Quando videro i due uno di fronte all'altro rimasero a bocca aperta. I due sfidanti si squadrarono più volte, prima di scagliarsi l'uno contro l'altro, senza pietà nè esclusione di colpi. L'albino tentava di prenderlo il meno possibile, anche se erano passati tanti anni, gli voleva ancora bene. Yamato era l'unico che gli era stato vicino nei momenti difficili, e l'unico che l'avesse supportato psicologicamente quando gli altri lo schernivano. E ora era costretto a battersi e ad ucciderlo quasi sicuramente. Ma ciò che gli faceva più male era che Yamato sembrava essersi dimenticato di tutto. Come si poteva scordare un'amicizia come la loro? Era tutto sbagliato. E chissà perchè quando c'entrava lui era SEMPRE tutto sbagliato. L'unica cosa buona che aveva combinato nella vita era stata quella di fondare la sua squadra e di incontrare Julie, che tecnicamente non era stato nemmeno lui a volere quel meeting. Un altro scontro, ed un altro, ed un altro ancora. Con i suoi artigli Ryuga causava dei danni, anche se leggeri. Stava vincendo di nuovo, e Yamato questo non poteva sopportarlo. Già una volta si era preso tutto, ora era il momento di cambiare le cose. Con un abile colpo alla caviglia riuscì a farlo cadere. Julie si riscosse e in lacrime gridò:"Ryuga!" Ma il blader si era sbilanciato apposta per farsi atterrare da quello che reputava ancora un amico fidato. In un secondo Yamato gli fu sopra, preparando il pugno. Ryuga si limitò a sorridere:"Ottimo colpo, lo sapevi fare bene anche durante l'addestramento... io non reagirò, perchè tu sei il mio migliore amico" La sua nemesi ebbe un attimo di esitazione, un solo istante, che si riversò quasi subito in una scarica di pugni al volto:"E tu sei la mia missione! Sei! La! Mia! Missione!" Alternava parole e colpi:"Allora finiscila soldato" Mugugnò l'albino che non si era ancora arreso. A quelle parole, Yamato cedette definitivamente. Si tolse da lui tremando e agitandosi. Tutte le cose che avevano condiviso, le risate e ogni piccolo momento gli tornò alla mente come un fiume in piena. Si teneva la testa tra le mani e ansimava, mentre qualche lacrima sfuggiva al suo controllo. Stava per mollare tutto, ma una voce maligna e insistente lo spronò a continuare la sua opera:"Lui ti ha tradito...  non puoi perdonarlo... lui ti ha tradito" Il blader si tirò su:"No, non ascoltarlo Ya-chan!" Gli gridò contro, ma il ragazzo era già corrotto definitivamente dalle parole di N. Ormai non era più lui a comandare il suo corpo, bensì il più cattivo dei cattivi. Ben e Akari fecero per intervenire, ma il luogo della battaglia era avvolto di un campo di forza invisibile, che non permetteva a nessuno l'accesso. Tanto è vero che appena i due la sfiorarono, vennero sbalzati dall'altra parte del marciapiede. La  bruna degluttiva velocemente e faceva fatica a respirare. Che stava succedendo? Perchè Ryuga non reagiva? Che gli era preso? Abbassò lo sguardo e strinse i pugni. Nel frattempo Ryuga tentava di convincere Yamato a non prestare ascolto alle voci nella sua testa:"Reagisci Ya-chan! Non farti abbindolare da lui!" Il ragazzo però continuava ad avanzare, con un'espressione da far paura al Joker. Muoveva lentamente un passo dopo l'altro: era posseduto. Alzò lentamente il braccio:"Prenderò il tuo cuore! Prenderò il tuo cuore!" Continuava ad aumentare il tono della voce man mano che ripeteva quella frase. L'albino scuoteva freneticamente la testa, non si capacitava di ciò che stava accadendo. Yamato scoppiò in una risata sadica:"PRENDERO' IL TUO CUORE!" Gridò fortissimo e in un secondo il suo braccio divenne fatto di tenebre. Si allungò a dismisura per prendere il cristallo di Ryuga:"NO!" Gridò Julie, riuscendo chissà come ad attraversare la barriera e a scansare Ryuga poco prima che gli venisse rubata l'anima:"No Julie!" Urlò Akari in preda alla disperazione. Contrariamente alle sconfortanti previsioni di tutti, nei dintorni si propagò un'intensissima luce biancastra, che costrinse i presenti a coprirsi gli occhi con le braccia. Da questo bagliore folgorante, spuntarono quelle che sembravano due gemme blu elettrico, che altro non erano se non gli occhi di Sailor Moon. Dopo qualche istante di attesa, finalmente si riconobbero i lineamenti della ragazza. Indossava un vestito bianco candido che le arrivava fino ai piedi, uguale identico a quello che portava sempre nei suoi sogni e nelle sue visioni. I capelli non erano più lunghi fino alle spalle, bensì fino al sedere e anche oltre. Ryuga non riusciva a credere ai suoi occhi: non aveva mai visto niente di simile. Invece lacrime di commozione cominciavano a rigare il volto di Akari:"La principessa della Luna... è tornata!" Biascicò tra i singulti. Julie teneva lo sguardo fisso davanti a sè e dopo un po' cominciò ad intonare...
Se un giorno i sogni tuoi
tutti si avverassero
Non pensi mancherebbe
ancora qualche cosa in te?
Di soli sogni sai,
io non posso vivere perciò
Io ti seguirò
tu non mi abbandonare così!
Che senso ha
buttare via
Il nostro grande amore?
Mille stelle lassù
fari accesi nel blu
siamo noi!
La sua voce era talmente melodiosa e pura, da risultare inudibile alle orecchie di N, che tramite il corpo di Yamato, si divincolò e fece di tutto per non ascoltare. Nonostante provasse in tutti i modi a resistere, il controllo che aveva sui cuori rubati gli sfuggì, e man mano nel cielo si videro delle luci di diversi colori scintillare. Erano i cristalli del cuore delle persone, che tornavano ai loro rispettivi proprietari. Mano a mano che essi venivano liberati, gli occhi della gente a cui venivano restituiti, riprendevano la loro solita vita. E più Julie cantava, più l'animo di Yamato, che urlava di dolore e si teneva la testa, veniva purificato dalla presenza maligna di N. I ricordi di lui e Ryuga facevano nuovamente capolino nella sua mente, e ancora il sentimento dell'amicizia tornava a colorare il suo cristallo di verde...
Portami con te,
non aspettare più!
Scopriamo insieme
le sfide che ogni giorno
ci propone!
Io e te
che forza brillerà!
Tra terra e mare
l'amore vincerà!
Ogni cittadino era di nuovo sè stesso e i bambini che ridevano spensierati ripresero la loro innocente attività. Alcune persone avvertivano un cambiamento insolito in loro, ma non sapevano spiegarselo. Altre invece ripresero la loro routine come niente fosse. Sull'acuto finale N aveva definitivamente abbandonato il corpo del povero ragazzo che adesso sorrideva a Julie. Anche Yamato era avvolto da una luce biancastra e aveva uno sguardo dolcissimo:"Grazie Julie, tu mi hai fatto riscoprire la gioia di una vita senza vendetta..." Piano piano, il corpo del giovane si dissolveva in una nube di pulviscolo. Ryuga, riavutosi dallo shock corse vicino all'amico e gli sorrise a sua volta:"E tu Ryuga, amico mio, mi hai ridato una motivazione valida per vivere, l'amicizia" L'albino fece un altro passo e Yamato gli tese la mano:"Ti prego, non cambiare mai..." Prima però che il blader potesse stringerla, essa scomparve, insieme a tutto il corpo. Ryuga osservò lo spirito del suo migliore amico salire in cielo:"Anche tu... Yamato" Sussurrò, prima di chinarsi a raccogliere il suo cappellino borchiato. Lo spazzolò dalla polvere e se lo mise in testa. Pochi attimi dopo, Julie cadde dal suo stato di sospensione in aria. Per fortuna che l'albino aveva i riflessi pronti. Riuscì ad afferrarla al volo, ma lei era svenuta. Il vestito che indossava scomparve in un istante. Ryuga la riscosse un paio di volte, e finalmente la bruna sbattè le palpebre. Akari e Ben tirarono un sospiro di sollievo all'unisono:"Ciao Ryuga, allora, hai fatto pace con Yamato?" Domandò la ragazza con un dolcissimo sorriso e con un filo di voce:"Come sarebbe...?! Tu...? Davvero non ricordi nulla?" Akari gli mise una mano sulla spalla e scosse la testa:"Le spiegheremo dopo, ora è meglio che riposi" Il blader annuì e neanche trenta secondi dopo, la sua ragazza si addormentò, sfinita a causa della sua trasformazione. Quali sconcertanti verità attendevano la nostra eroina?

Appena si fu risvegliata, Julie ricevette una poco rassicurante visita da parte di Akari. La ventenne si sedette di fianco a lei:"Come stai?" Chiese gentilmente:"Meglio di prima, grazie" Akari fece spallucce:"Figurati" Seguì un'imbarazzante pausa di silenzio, poi la maggiore prese le mani a Julie e la fissò negli occhi:"So delle tue visioni" Affermò decisa, aumentando la stretta sugli arti dell'amica, la quale rimase a bocca spalancata:"Come... come sarebbe? Avevo chiesto a Ryuga di..."
"Lo so, sono stata io a costringerlo. Dovevo saperlo" Si fissarono per un lungo minuto, due oceani specchiati in due ametiste:"Julie, quello che sto per dirti... è molto difficile da comprendere" La bruna degluttì, e con la voce più ferma che riuscisse ad emulare rispose:"Okay, sono pronta"
"Tu sei Sailor Moon... la paladina della giustizia e dell'amore. Non è un caso se sei stata scelta da Luna per trasformarti nella combattente che veste alla marinara. Tu, Giulietta Candore Casterville, sei la Principessa della Luna" Il suo tono era granitico, talmente tanto che non ti saresti mai sognato di ridere a questa affermazione di per sè assurda. Era evidente che non stava affatto scherzando. Julie parve disorientata e confusa, e lo era, non ci sono dubbi. Vagò un paio di volte con lo sguardo per la camera, cercando di trovare qualcosa che le suggerisse che fosse tutto un sogno. Un incubo. Lei Principessa della Luna? Ma era assurdo! Oltretutto sulla Luna non ci sono forme di vita... o forse no? Ormai la bruna non era più sicura di nulla. E come poteva esserlo? E poi, anche ammettendo che lei ricoprisse davvero questa carica, cosa l'avrebbe aspettata? Quali onori e quali oneri? Akari leggeva chiaramente queste domande negli occhi di Sailor Moon, e ne comprendeva a pieno la confusione. Le sorrise dolcemente:"Lo so che sei sconvolta... e anche stanca. Facciamo così, dormici sopra, domani ne parleremo meglio, mh?" La ragazza annuì debolmente, e la ventenne si alzò. Julie però la trattenne, prendendola per la giacca. Akari, spaesata si voltò. Julie teneva lo sguardo basso:"Grazie Akari... per tutto" Sussurrò. Akari sorrise ancora:"Di nulla, principessa" Detto questo, se ne andò, lasciandola sola con sè stessa... o meglio, con la NUOVA sè stessa.

Erano ormai le dieci passate, e Julie non aveva toccato cibo, nè messo piede fuori dal suo letto. Se ne stava lì, immobile, a fissare il soffitto. Improvvisamente, qualcuno bussò:"Ehi piccola sono io" Il timbro caldo e amorevole di Ryuga la riscossero dai suoi tutt'altro che leggeri pensieri:"Avanti" L'albino entrò lentamente, e subito le si sedette accanto:"Ehi" Sussurrò, spostandole una ciocca di capelli dal viso:"Ehi..." Il blader sospirò:"Julie, so tutto" Le confessò, voltando la faccia dall'altra parte. La bruna si tirò su a sedere e d'improvviso lo abbracciò:"Ryuga... ho paura, ho paura!" Singhiozzò. Lui sorrise e le accarezzò dolcemente la testa:"Lo so piccola mia, lo so. Ma andrà tutto bene" Le scostò la testa per poterla guardare negli occhi:"Io non so cosa succederà d'ora in avanti... ho perfino perso il mio migliore amico... ma una cosa la so di certo: io e te, insieme andremo avanti e supereremo tutto. E' una promessa" In quel momento più che mai entrambi avevano bisogno di certezze, e l'unica che avevano erano loro due. Loro due. Avevano bisogno di sentirsi uniti ancora una volta. Così, l'albino la baciò con passione, e da quella stessa passione che li aveva legati fin dal primo giorno, si lasciarono trasportare. E fecero l'amore tutta la notte, sentendosi finalmente parte di qualcosa. Si sentirono parte l'uno dell'altra.

Angolo Autrice
Ok, sono imperdonabile, preparate i pomodori perchè sono in ritardissimissimo. Ma la scuola e tutto il resto mi tenevano un po' con le mani legate. Beh, che dire di questo capitolo, Julie ha scoperto da cosa derivavano le sue visioni, ma non ne conosce ancora il significato, lo scoprirà? E Ryuga? Cosa ha scoperto dal maestro Roku riguardo al suo passato? Per ora non l'ha rivelato a nessuno, ma riuscirà a mantenere il segreto, o prevarrà l'amore che prova per Julie? E Julie, come andrà a fondo sulla sua identità di principessa? Tutto questo e molto altro nel prossimo capitolo: Il deck delle stelle! Non mancate!
   
 
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