Alle
soglie del bosco {Taci}
A
BellaBlack, per le sue recensioni
e per le sue storie, che ho sempre adorato in silenzio.
[Taci.
Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.]
La
pioggia non gli è mai piaciuta. Scende da un cielo
grigio, tetro, coperto di nuvole minacciose che nascondono la bellezza
del
sole, e si poggia a terra, bagnando tutto ciò che incontra.
No, la pioggia non piace a Draco Malfoy.
Eppure se ne sta lì, impalato, alle soglie della Foresta
Proibita con la testa
rivolta a cielo. Impalato sotto la pioggia che cade imperterrita dal
cielo per
posarsi sul suolo scozzese.
Se ne sta lì,immobile, con i capelli biondissimi incollati
al volto e la
camicia inzuppata d’acqua, come se aspettasse qualcosa, le
braccia abbandonate
lungo i fianchi, la schiena appoggiata al tronco ruvido di un albero,
gli occhi
chiusi. Sembra quasi un fantasma, sotto questa pioggia scrosciante.
“Malfoy...”
Si volta, un movimento brusco
che gli
procura uno strappo al collo. Si porta la mano sulla parte lesa e
guarda con
gli occhi grigi ridotti a due fessure la ragazza davanti a
sé.
Hermione si tortura un riccio castano limitandosi a guardarlo in
silenzio,
mordicchiandosi il labbro inferiore. La pioggia bagna anche lei, ma
sembra non
farci caso. Continua a guardarlo, come se si aspettasse qualcosa.
E poi...
Poi apre la bocca per dire qualcosa, ma il ragazzo scuote la testa, con
aria
rassegnata.
“Taci”
[Piove
su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.]
Hermione
resta in silenzio, come fulminata dalle parole di
lui e tra loro rimane solo il silenzio, rotto dall’ovattato
suono della
pioggia; quella pioggia che continua a cadere sulla terra, sui loro
corpi. Il
mantello della ragazza è zuppo, la camicia di lui
è completamente bagnata.
Draco continua a guardarla, con quegli occhi che
sembrano volerla uccidere, e lei rimane in
silenzio. Hermione, ad un tratto, sospira e posa il suo sguardo castano
per
terra, facendo in modo che i ribelli ricci castani le scivolino sul
volto teso.
“Granger...” Il suo cognome, detto da quella voce
atona, indifferente,
glaciale, la fa sobbalzare. “Granger, guardami negli
occhi” Questa volta le
parole hanno un tono imperioso. Sono un ordine. Ed Hermione, che
solitamente
non si sottomette a nessuno, obbedisce, con aria rassegnata, e alza il
suo sguardo
fino agli occhi grigi come il cielo sopra di loro.
“Malfoy, io...” prova a parlare, torturandosi le
mani con forza.
“No, Granger. Non voglio sentire stupide scuse”
[E
immensi
noi siam nello spirito
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.]
“Io
amo Ron”
Tre parole, tre lame affilate. E’ doloroso, fa male, ma Draco
Malfoy, dopo anni
di esperienza, ha imparato a mantenere la sua espressione
imperturbabile in
qualunque situazione. Anche adesso. Anche adesso che vorrebbe prendere
tutto a
calci, strappare ogni cosa, capovolgere il mondo. Anche ora rimane
impassibile,
l’espressione – come al solito – fredda.
“Non ti ho detto nulla, Granger”
Fissa il suo sguardo su di lei. La vorrebbe uccidere con quello
sguardo,
vorrebbe farle provare lo stesso dolore che sta provando lui ora.
La pioggia cade sul volto della ragazza e sembra quasi che stia
piangendo, o
forse sta piangendo davvero e quelle lacrime salate si mescolano alla
grigia
pioggia. Gli occhi castani sono sfuggenti, non rimangono fissi su un
solo posto
per più di un secondo. Saettano dai suoi piedi agli alberi
che la circondano,
dal viso del ragazzo alle mani che si sta torturando. I capelli ricci,
ribelli,
sono bagnati. Sono incollati al suo volto, molli, bagnati, e le
ricadono
insolitamente ordinati lungo la schiena, anch’essa bagnata
dalla pioggia.
Le labbra sono rosse, rosse per il troppo mordicchiarle, segno evidente
di
tensione. Il corpo magro della ragazza è avvolto in un
mantello nero, bagnato come
il resto degli indumenti.
Draco vorrebbe renderla partecipe del suo dolore, farle provare quello
che lui
prova, vorrebbe ucciderla con questo dolore.
Ma sa fin troppo bene che non ne sarebbe capace.
“Malfoy, non ti amo” sussurra, con aria colpevole.
E quasi Draco non se ne
rende conto, impegnato com’è
a sentire
se stesso spezzarsi in due. Da un lato, il Draco Malfoy solito, quello
impassibile, codardo, bugiardo, vigliacco [quello
che prenderebbe in giro la Mezzosangue e non l’ascolterebbe,
addolorato] e
dall’altro un Draco Malfoy nuovo, rinato, che si è
reso conto di una cosa[che, pur non essendone
innamorato {Bugia}, la Mezzosangue è importante per lui. E
la sta perdendo].
[E
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggeri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.]
“Lo
so”
Hermione annuisce, addolorata, e sospira. Il suo volto è
carico di tensione.
Sembra che si sia tolta un peso, ma il suo volto non è
sollevato. E’ – se possibile
– ancora più teso.
Poi, in un debole slancio, gli si avvicina con un piccolo sorrisetto
sul volto
e poggia la testa sul petto esile di lui. Draco sa per certo che
Hermione sta
sentendo il suo cuore battere più lentamente del solito [come succede ogni volta che lei è con
lui] e sospira, esasperato.
“Granger...” la rimprovera, con voce atona. Sa
controllare le sue emozioni, lo
sa fare da una vita.
[“Non è indicato mostrare
apertamente le
proprie emozioni quando il tuo cognome è uno dei
più importanti del Mondo
Magico” continuava a ripetere suo padre]
“Lo so. Scusa” Si ricompone in fretta, Hermione. Si
scosta velocemente da lui e
si allontana di dieci passi, con un sorriso esitante sul volto pallido.
Malfoy scuote la testa, con un sospiro, e, con le mani in tasca,
dà un calcio
ad un sasso, come a voler sfogarsi.
“Io...me ne vado” sussurra, con la voce rotta e con
gli occhi fissi sul sasso
calciato dal ragazzo.
“Vai”
E continua a piovere.
[Piove
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o (H)Ermione.]
Angolo
Autrice
Devo
specificare una cosa: questa coppia non mi piace. Non
mi è mai piaciuta e mai mi piacerà, ma la prima
volta che lessi questa poesia –
devo essere sincera – pensai proprio a loro. A Draco e ad
Hermione. Non tanto
per il “o Ermione”. Sarebbe stato troppo facile
ispirarsi a questo.
No, l’ho pensata proprio così appena
l’ho letta.
Non so se scriverò altro su questa coppia. Può
succedere che mi venga un’insolita
ispirazione. Può succedere, no?
Poi...mentre scrivevo queste note ho dimenticato cosa dovevo dire...ah,
già. Io
sono sostenitrice del Vero Draco Malfoy, nonostante questo personaggio
non mi
entusiasmi più di tanto. Per Vero Draco Malfoy intendo il
Draco della Rowling,
quello vigliacco, dal volto affilato ed esile, pallido e senza aria
da”bello&dannato”.
Poi...dal mio punto di vista, questa storia è ambientata in
un ipotetico ottavo
anno. La Rowling ha detto che Hermione sarebbe tornata ad Hogwarts per
conseguire i M. A. G. O. ma non so se anche Draco ci vada, quindi...ho
inventato.
La
poesia non è mia, ovviamente, ma di Gabriele
D’Annunzio.
Spero
vi sia piaciuta.
|