Capitolo
XIII
Seconde
possibilità
Hisashi
rientrò
in
casa,
rallentando
il
passo
man
mano
che
si
avvicinava
all'ingresso
del
soggiorno.
Arrivò
alle
spalle
della
ragazza
senza
che
lei
si
accorgesse
della
sua
presenza.
Si
fermò
brevemente
ad
ammirare
il
suo
profilo
e
il
sorriso
che
si
delineava
sulle
sue
labbra
mentre
grattava
la
pancia
a
"Ranmaru".
Io
lo
chiamavo
Barkley,
ma
ha
poca
importanza.
Tanto
non
rispondeva
mai.
Anche
Ranmaru
è
carino.
Eppoi
è
così bella la sua voce mentre lo chiama...
La
immaginò
seduta
al
tavolo
dellla
cucina,
una
bianca
tovaglia,
le
candele
accese,
lei
sorridente
che
inavvertitamente
gli
sfiorava
la
mano.
Soffiò
l'aria
fuori
dalle
labbra,
emettendo
un
leggero
fischio.
Devo
cercare
delle
candele.
Ma
prima
devo
chiederglilo...
E
ora
cosa
le
dico
per
convincerla
a
fermarsi
a
mangiare
qui?
"Hai
impegni
stasera?"
Stupita
dalla
domanda
alzò
gli
occhi
da
terra,
smettendo
di
accarezzare
Ranmaru.
"No.
Perché?"
Dai,
chiediglielo!
"Ti
va
di
cenare
con
noi,
cioè,
con
me?"
Immediatamente
si sentì sciocco per
aveglielo
chiesto.
"Si,
certo!"
Si
stupì
della
rapidità
con
cui
lei
rispose,
quasi
stesse aspettando da tanto quella domanda. Lei,
mentre
fissava
lo
sguardo
nel
suo
fu
felice
di
essere
riuscita
a
mantenere
la
voce
calma
e
di
non
essere
arrossita.
"Bene."
In
pochi secondi il gatto cominciò a miagolare spazientito, e
le diede
una zampata. "Ranmaru! Smettila!" Riportò l'attenzione al
gatto, ignara dello sguardo intenso del ragazzo.
Che
carina.
Quindi
qualche
possibilità
ce
l'ho.
Il
solo
ricordo
della
scena
la
faceva
arrossire.
Un'ultima
goccia
d'acqua
cadde
tintinnando
sul
piatto
della
doccia.
Sara
fece
un
passo
sul
tappetino,
rabbrividendo
per
il
freddo
improvviso
dell'ambiente
esterno.
Poi
si
avvolse
in
un
caldo
asciugamano
e
scrollò
i
lunghi
capelli.
Si
fermò
quindi
davanti
l'ampio
specchio
del
bagno,
osservando
preoccupata
il
proprio
aspetto.
Devo
essere
almeno
un
po'
carina
stasera.
Non
posso
credere
che
hisashi
mi
abbia
invitata
a
mangiare
da
lui.
Ok,
mi
ha
solo
invitata
a
mangiare.
Non
devo
farmi
troppe
illusioni.
E'
solo
stato
gentile
con
me.
Voleva
ringraziarmi
per
avergli
sistemao
il
pc,
è
inutile
che
creda
ci
sia
altro
sotto.
Sedutasi
sullo
sgabello,
arrossì
di
nuovo.
Ho
deciso.
Prese
il
phon,
e
mentre
decideva
se
lisciare
i
capelli
o
arricciarli
cominciò
distrattamente
a
spazzolarli.
Potrei
mettere
la
stessa
maglietta
che
avevo
al
cinema.
Ayako
non
ha
detto
che
avevo
attirato
la
sua
attenzione?
Potrei
provarci.
Cioè,
non
con
lui.
Ohhhhh!
Sto
impazzendo!
Hisashi
finì
di
sistemare
la
tavola
come
gli
avevano
insegnato.
Poi
cambiò
idea
e
la
rimise
in
disordine.
Non
gli
piaceva
l'idea
di apparire troppo ossessionato dall'ordine, perquanto il suo
perfezionismo si facesse sentire.
E'
solo
una
cena
informale,
non
voglio
mica
mettermi
in
mostra,
o
forse
si?
Ricordandosi che doveva ancora farsi la doccia, corse in
bagno
sbattendo
la
porta,
fermandosi
appena
prima
di
andare
a
sbattere
contro
suo
padre.
Fu
investito
da
un
forte
odore
di
dopobarba
e
di
un
profumo
di
incenso.
Sbattè
e
palpebre
un
paio
di
volte,
sia
per
lo
stupore
che
per
allontanare
l'odore
che
gli
faceva
lacrimare
gli
occhi.
"Ma
quanto
profumo
hai
messo?"
"Mmmh?
Un
po'."
"Incenso?
E'
troppo
forte!
Un
profumo
così
intenso
piace
solo
a
mam...
Esci
con
mamma?"
L'uomo
si
allontanò
velocemente
prendendo
le
chiavi
dell'auto,
per
evitare
ulteriori
domande.
"Vedi
di
fare
il
bravo
stasera,"
Mentre
chiudeva
la
porta
di
casa
si
sentì
raggiungere
dalla
voce
del
figlio.
"In
bocca
al
lupo,
papà!"
Sorrise
un
po'
imbarazzato.
Il ragazzo controllò per l'ennesima
volta la disposizione delle posate. Alla
fine
aveva
deciso
di
usare
le
maniere
occidentali,
anzichè
le
bacchette
come
pensava
all'inizio.
Non
voleva
che
si
sentisse
in
alcun
modo
fuori
posto.
Sistemò
un'ultima
volta
il
cucchiaio.
Non
lo
convinceva.
Non
doveva
stare
a
sinistra?
Frenò il moto di nostalgia che tornava spontaneo ai momenti
passati
in
famiglia
prima
dell'incidente,
prima
che
tutto
gli
crollasse
addosso. Prima
di
rovinare
il
matrimonio
dei
suoi
genitori.
Questo
prima
che
il
suono
del
campanello
lo facesse affrettare alla
porta,
controllandosi
un'ultima
volta
il
colletto
della
polo
sportiva.
Tirò
un unico lungo respiro, per calmarsi e
aprì. La ragazza gli sorrise.
"Prego,
accomodati."
"Grazie."
Con
un gesto si offrì di toglierle la giacca, al chè
lei si girò di
spalle per facilitargli il compito. Scostando il tessuto, il profumo
di lei lo avvolse come un caldo mantello, facendogli tremare le mani
solo un momento.
Un brivido che si dissipò rapido com'era giunto, lasciando a
lei
l'impressione di esserselo appena immaginato.
"Vorresti
vedere un film?", chiese, più per scacciare il la tensione
che
lo pervadeva che perchè gli interessasse veramente. "La cena
sarà pronta tra 10 minuti."
"Si,
certo." Hisashi percorse sicuro il corridoio, andando ad aprire
l'ultima porta. L'agitazione aumentò quando lei
capì che il
compagno non si dirigeva verso l'illuminato soggiorno ma la portava
verso una stanza che si affacciava sul corto corridoio, completamente
buia. Tenendo a freno strani e contorti pensieri che le si
assiepavano nella mente, lo seguì dubbiosa.
"Scusa
un attimo...", e detto questo si allontò.
Questo
sarebbe sicuramente il momento ideale per un bacio galeotto. Cercò
di seguire i movimenti del ragazzo ascoltando i suoi passi, e rimase
delusa quando la luce si accese troppo presto. Che
cavolo mi vado ad immaginare.
Ignaro
dei suoi pensieri Hisashi si era diretto rapidamente verso l'angolo
opposto della stanza, dove una piccola libreria di legno color mogano
stava addossata alla parete.
Sullo scaffale più alto facevano bella mostra di
sè tre coppe ben
lucidate, che brillavano sotto la luce artificiale. Mitsui le
ignorava, cercando qualcosa negli scaffali sottostanti. Guardando il
profilo del ragazzo, Sara non potè fare a meno di ammirare
il gioco
di luci nell'oscurità dei suoi capelli corvini, profilo
definito, la
piccola cicatrice all'angolo della bocca, i bicipiti.... e un gran
bel sedere.
"Mi
stai ascoltando?" Il ragazzo non sembrava spazientito dal non
aver ricevuto risposta alla domanda, quanto più divertito
dall'averla beccata a fissarlo. Ottimo,
beccata.
"Scusa.
Puoi ripetere?" Con un sorrisetto stampato sulle labbra il
ragazzo tornò a spostare la prima fila di DVD. Ora
che ci penso è la prima volta che mi
fa entrare nella sua
stanza. E se non la smetto di fare pensieri cretini sarà
anche
l'ultima
e
rovinerò tutto.
"Pensavo
che potremmo vedere un film che ti faccia comprendere qualcosa di
più
sulla cultura giapponese. Come tuo mentore ci devo pensare."
"Mentore?
Da quand'è che lo saresti diventato?"
"Da
stasera."
"Se
hai già deciso tu, come
posso contraddirti."
"Difatti."
Di nuovo uno scambio di sorrisi. "E quale film migliore di
Hachiko per farti comprendere il nostro significato della parola
fedeltà".
L'impressione di aver colto un senso nascosto sotto la superficie
delle parole venne subito accantonata.
"No,
ti prego. Risparmiami. Se guardassimo i sette samurai?"
Hisashi
corse ai ripari. Un film di guerra non avrebbe dato il tono giusto
alla serata. "No, non mi sembra adatto. Che ne dici di questo?"
Sara
ignorò del tutto il titolo proposto e si piegò in
avanti, mettendo
direttamente lei mano nella videoteca. Ne estrasse il primo DVD della
serie Evangelion. "Beh, anche questo parla del Giappone."
Imbarazzato
dall'essersi fatto trovare con DVD di anime in camera, cercò
di
trovare rapidamente un'alternativa, proponendole un film d'azione
americano. Non esattamente il genere che voleva, ma in mancanza
d'altro...
"Chi
ti piace?" Colto alla sorpresa, lasciò la custodia che aveva
in
mano metà inserita nello scaffale.
"Cosa?"
Lui arrossì.
Mi
ha quasi beccato in pieno.
"Di
Eva, intendo. Aspetta, lo so: Asuka, vero?” Il silenzio di
lui le
diede la conferma che cercava. Lo prese quindi in giro:
“Magari per
i capelli rossi.." Di nuovo un silenzio imbarazzato. Battendo
le mani come un bambina, lei ridacchiò "Ottimo,
10 punti a tassorosso."
"Che
matta che sei."
"Lo
prendo come un complimento."
"Dovresti."
Lei
continuò a cercare, arrivando ai DVD disposti sulla seconda
fila.
"Oh,
Arma Letale 2! Non pensavo ti piacesse. E' un bel film!"
Hisashi
cominciò improvvisamente a sudare freddo. Ti
prego non aprirlo. Ti prego non aprirlo. Ti prego non aprirlo.
"Non
so. Nnormalmente mi piacerebbe guardarlo..."
Nonononono
"Però
cerco qualcosa di differente questa volta."
Fiu,
meno male, l'ho scampata per un pelo. Ma tra tutti i DVD che c'erano,
proprio la custioda di Arma Letale 2 doveva andare a beccare?
"Comunque,
faremmo prima a scegliere sapendo i tuoi gusti. Ad esempio se sapessi
il tuo film preferito."
Il
matrimonio del mio migliore amico, ma col cavolo che te lo dico. "Non
ricordo, non ne ho uno in particolare."
"Ma
non è possibile. A me ad esempio piace molto Harry ti
presento
Sally, ma non penso che tu l'abbia mai visto."
"Si
invece, anche se è..."
"Vero?"
"Una
boiata?"
"Dai,
con
la
storia
che
uomini
e
donne
non
possono
essere
amici."
Una
macchia di colore rosa attirò la loro attenzione. "E questo
cos'è?" Prima che Hisashi riuscisse a depistarla su
qualcos'altro Sara aveva spostato i due pesanti volumi di letteratura
giapponese sul ripiano più basso ed estratto uno dei DVD che
si
trovavano nascosti dietro di essi. Un'intera collezione di commedie
romantiche americane si trovavano allineate ordinatamente.
"Tu
guarda... mi sa che abbiamo scelto il film per stasera.", disse
lei prendendo l'ormai consunta custodia di "Harry ti presento
Sally."
Avrei
preferito commuoverla con Hachiko, ma anche questo può dare
l'atmosfera giusta alla serata. Sempre meglio che se avesse aperto
"Arma Letale 2"
Sara
riprese
il
discorso.
"Eppoi,
come
non
possono
essere
amici?
Io
e
Kenji
lo
siamo."
"Ah
beh,
un
ottimo
esempio."
disse
infastidito.
E aggiunse sottovoce "Non
siete
amici.
Non
da
parte
sua."
"Ma,
sei
geloso
per
caso?
Beh,
non
ne hai motivo.
A
me
non
interessa
in
quel
senso."
"Una
ragazza
così
carina
non
dovrebbe
dare
confidenza
ai
ragazzi.",
sbuffò
spazientito.
"Mi
trovi
carina?"
Questa
volta mi ha beccato, è
impossibile negare.
"…
Molto."
Pochi
minuti dopo essere usciti dalla stanza, una zampa
affusolata
si infilava nello
spiraglio
della
finestra,
spingeva
leggermente l'anta per poi sgusciare all'interno con tutto il corpo.
Si guardò attorno. La luce era spenta, ma lui riusciva a
vedere
chiaramente nella stanza. Saltò sulla moquette e si
stiracchiò,
approfittandone per rifinirsi le unghie. Innervosito
dall'ennesimo movimento, depose il suo dono nelle
scarpe del giovane
essere umano.
La
cena trascorse in fretta, e Sara si stupì ancora di
più
dell'abilità in cucina del ragazzo quando le
presentò uno sformato
al cioccolato.
"Sai
che sei davvero bravo?"
"Grazie.
E non sono bravo solo in questo.", disse con un sorriso
ammiccante.
Senza
farsi prendere dall'imbarazzo, contrattaccò.
"Stai
forse cercando di sedurmi, MVP?"
Lui
resse il gioco "Avrei speranze?".
"Chissà."
Il
suono
di
un
messaggio
interruppe
la
conversazione.
Hisashi
prese
il
cellulare
dalla
tasca,
lo
guardò
un
istante,
poi
lo
rimise
nei
pantaloni
con
la
bocca
distorta
in
una
smorfia
spazientita.
“Se
devi
rispondere
fai
pure.”
“No,
non
è
nulla
di
importante.
Dell'altro
dolce?”
“Si,
grazie.”
Neppure
si accorsero di essere fissati da due sfavillanti occhi felini, fino
a che il gatto non decise che si era stufato di aspettare, e
saltò
direttamente sul tavolo palesando la sua presenza. Quasi
contemporaneamente, da sotto la porta della camera del ragazzo
sgusciò una lucertola, attraversando a grande
velocità la stanza e
scomparendo poi altrettanto rapidamente alla vista.
“Penso
che quell'animale mi abbia portato qualcosa.”,
commentò perplesso.
“Che
carino!!!!”,
commentò lei felice.
“E'
una
lucertola!
Ha
portato
una
lucertola viva
in
casa!”
Era più sconvolto dalla reazione entusiasta di lei che dal
fatto in
se che il gatto gli avesse portato un animale vivo in casa.
“Si,
è
un
ringraziamento!”
“Non
aveva la coda, sono sicuro
di
aver
già
visto
una
scena
del
genere
nel
Padrino.”
“Ma
no,
è
un
gatto.
Dai,
prova
ad
accarezzarlo?”
Mitsui
allungò
una
mano
verso di lui,
e
il
gatto
inarcò
la
schiena
per
ricercare
il
tocco
del
giocatore.
Poi
lo
fissò,
e
capì
dal suo sguardo perplesso che
il
messaggio
era
stato
recepito.
Si
spostarono
in
salotto,
andando
a
sedersi
sul
divano
a
due posti
che
ne
occupava
gran
parte
dello
spazio.
Il poco spazio avrebbe fatto in modo che stesero vicini. Impaurita
all'inizio
da
quella
possibile
vicinanza,
Sara
ci
si
rassegnò.
Ranmaru
decise
di
andarsi
ad
accoccolare
sulle
ginocchia
della
ragazza,
guardando
lui
con
un'espressione
sorniona.
Quando
Sara
cominciò
ad
accarezzarlo
sotto
la
gola,
si
mise
voluttuosamente
a
fare
le
fusa.
Hisashi
nel
frattempo
aveva
acceso
il
televisore,
e
i
titoli
iniziali
cominciavano
a
scorrere
sul
teleschermo.
Quando
andò
a
sedersi
mollemente
dal
lato
opposto
del
divano,
con
le
gambe
a
sfiorare
accidentalmente
quelle
della
ragazza,
Ranmaru
andò ad
occupare
esattamente
lo
spazio
trai
due,
costringendolo
a
spostarsi
verso
il
bordo.
Maledetto
gattaccio,
pensò,
non
sapendo
che
i
sentimenti
erano
corrisposti.
Non
mi
piace
come
la
guardi.
Lei
mi
sfama
e
mi
fa
i
grattini,
è
mia.
Trovatene
un'altra
che
ti
faccia
le
coccole.
Assorta
nella visione del film, poco alla volta Sara si stese più
comodamente sul divano. Ma non diede molta attenzione alle immagini
che le scorrevano davanti, perché quella sera non riusciva
assolutamente a distogliere gli occhi da quelli del ragazzo. E
più
volte il suo sguardo fu ricambiato. Perché spesso
anche lui la scrutava, quasi fosse più interessato a
guardare lei
piuttosto che a seguire la trama. Cercando di avviare un minimo di
conversazione, gli disse.
"Ah,
quasi
dimenticavo,
arrivando
ho
visto
una
luce
accesa
di
sotto."
"Non
è
niente,
sarà
il
vicino
che
sta
lavorando."
Poi,
distraendola,
"Questa
parte
te
la
ricordi?"
Il
modo
in
cui
cambiò
repentinamente
discorso,
attirando
la
sua
attenzione
su
una
scena
che
non
aveva
alcuna
importanza
le
sembrò
strano,
ma
presto
perse
completamente
interesse
all'argomento,
tornando
a
guardare
il
film.
Di
lì
a
poco
Ranmaru
si
stufò
dei
due,
e
decise
che
fosse
più
proficuo
per
la
serata
andare
a
caccia.
Tanto
non
sarebbe
successo
nulla
in
sua
assenza.
Il
ragazzo
quasi
non
si
accorse
della
fuga
dell'animale,
ormai
abituatosi
al
suo
pelo
ispido
contro
la
caviglia.
Lo
dovrò
spazzolare
alla
prima
occasione,
maledetto
gattaccio.
“Sai
stavo
pensando...
che
è
stata proprio
una
bella
giornata.”
“Serata.”
Lo
corresse
lei,
continuando
a
guardare
lo
schermo.
“Quello
che
è.”
“Si,
certo.”
Poi,
cambiando
tono
di
voce
in
una
imitazione
“Sire, ecco
il
vostro
coltello.”
“Spada.”
rispose
prontamente
il
ragazzo,
divertito
e
un
po'
sorpreso.
“Quello
che
è*.”
I
due
non poterono fare a meno di guardarsi negli occhi, mentre scoppiavano
a ridere.
Non
era
la
prima
volta
che
si
facevano
battute,
anche
se
le
era
parso
per
tutta
la
sera
che
le
volesse
dire
qualcosa
di
serio
ogni
volta
che
finiva
per
fare
qualche
battuta.
Le piaceva quella sintonia. E poco male se ciò che lei
sperava di
sentirsi dire
non
arrivava.
Riportando l'attenzione al televisore, si
accorse
dei
titoli
di
coda
che
cominciavano
a
scorrere.
Mi
sono
persa
il
finale.
Beh,
pazienza.
Sospirò delusa, sapendo che la
serata
era
ormai finita.
E
che
sarebbe
tornata
a
casa
senza
aver
capito
se
ciò
che
provava
per
il
ragazzo
fosse
ricambiato.
E
questo
le
diede
una
stretta
al
cuore.
Non
voglio
non
sapere.
Adesso glielo
chiedo.
Ma
subito
tornò
sui
suoi
passi.
No,
non
voglio
sentirmi
umiliata
da un rifiuto.
Se
solo
ci
fosse
un
modo
per
avere
con
un
gesto
una
risposta...
Non
sapendo
se facesse bene a comportarsi così, si
stiracchiò,
subito
imitata
dal
ragazzo.
E
intensificando
i
segnali
di
una
stanchezza
che
davvero
sentiva
in
corpo,
finì
con
l'appoggiare
la
guancia
sulla
sua
spalla,
aspettando
un
gesto
romatico,
come
una
mano
ad
accarezzarle
i
capelli.
Non
accadde
nulla
e
lei
sentendosi
una
stupida
si
rialzò
velocemente,
arrabbiata
con
se
stessa
e
con
il
ragazzo
che
non
capiva
dei
segnali
ovvi.
Rigida,
si
scostò
maggiormente,
man
mano
che
il
nervosismo
saliva.
"Cosa
c'è
ora?",
chiese Hisashi,
che
poco
aveva
capito
del
gesto
della
ragazza.
Perchè
appoggiare
la
testa
volutamente
sulla
sua
spalla
e
poi
arrabbiarsi
come
se
fosse
stato
lui
ad
attrarla.
Non
aveva
proprio
fatto
nulla,
lui.
"Niente."
rispose
non
riuscendo
a
contenere
la
stizza.
"Dai,
non
fare così."
Le
sue
parole
ebbero
l’effetto
contrario.
Vedendo
che
la
ragazza
non
reagiva,
lasciò
vagare
lo
sguardo
per
la
stanza,
spazientito.
Ecco
cosa
succede
ad
essere
onesto
con
una
ragazza.
Avrei
fatto
meglio
ad
imparare
ad
essere
uno
stronzo.
Mi
sarei
risparmiato
tanti
dolori,
e
me
li
risparmierei
tuttora.
Ma
alla
fine
non
lo
sono.
E
non
voglio
che
la
serata
finisca
male.
Allora
senza
pensarci
le
sfiorò
la
mano,
e
la lasciò
vicina
alla
sua.
Come
se
un
nodo
si
fosse
sciolto,
Sara
prima
guardò
la
propria
mano,
poi
riluttante
sfiorò
quella
del
ragazzo
a
sua
volta,
sorridendo.
Hisashi
non
si
aspettava
questa
reazione,
e
ne
uscì
fortificato.
Si
avvicinò
di
più,
pregando
che
Ranmaru
non
avesse
la
geniale
idea
di
tornare
proprio
in
quel
momento.
Mangiandosi
le
parole,
le
chiese.
"....Come
reagiresti
se
un
ragazzo....
se
ti
chiedessi...
non
io,
si
intende."
Ma
non
aveva
bisogno
di
dire
esplicitamente
quello
che
sentiva,
perchè
si
ritrovò
a
fissare
due
occhi
che
lo
fissavano
con
la
stessa
intensità,
e
con
lo
stesso
desiderio.
Lei
gli
strinse
la
mano.
"Si."
"Si?"
"Se
fossi
tu
a
chiedermelo."
Felice,
le
accarezzò
la
guancia.
"Vuoi
essere
la
mia
ragazza?"
"Si."
Hisashi
le
cinse
le
braccia
attorno
al
corpo,
e
lievemente
la
attirò
più
vicina
a
sè.
“Scusami.
E'
che
non
posso
starti
lontano.”
Sara
alzo la testa.
Lui non allentò la presa, anzi la intensificò
attorno a lei, e
abbassò il viso verso il suo.
E
la baciò. Un bacio a fior di labbra, appena accennato.
Lo
guardò a lungo negli occhi. “Dovresti
chiuderli”
“Anche
tu”.
Lei arrossì intensamente, non sapendo come trattenere la
gioia che
la pervadeva.
“Non
arrossire,
mi
rendi
le
cose
più
difficili”
Lei
arrossì
ancora
di
più.
“Ci rinuncio.”
Gli
occhi
di
lui
splendevano
al
buio,
seri,
in
attesa
che
lei
lo
respingesse.
Invece
lei gli
si
avvicinò,
e
gli
sfiorò
le
labbra
con
le
sue,
timida.
Sorridendo felice la trasse sulle sue gambe, e ricominciò
a
baciarla
molto
più
intensamente.
La
seconda
volta
andò
meglio…
*Robin
Hood – Un eroe in Calzamaglia
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Ringrazio
tutte le lettrici che hanno avuto la pazienza di seguirmi fino ad
ora, e ancora leggono questa fanfiction nonostante la lentezza nella
pubblicazione. D'ora in avanti la situazione si normalizzerà
e
tornerò a pubblicare con cadenza mensile, pena ripercussioni
da
parte del mio editor e fidanzato (come se non ce ne fossero
già).
Alla
prossima.
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