Isabella non credeva alle sue orecchie. Andrea un'assassina?
Plausibile, lo era. Probabile, non molto.
Ma in effetti calcolando tutti gli avenimeti accaduti, la cosa
tornava...
Pensierosa, si affacciò alla finestra e vede un sanguigno
spicchio di sole affacciarsi al nuovo giorno. Dal lato esattamente
opposto vide una pallida falce di luna calante.
Anche se passi una notte a guardare il cielo con una preghiera nel
cuore, le probabilità di vedere una stella cadentesono
pochissime. Perciò l'usanza di esprimere un desiderio quando
se ne vede una, la dice lunga su quanto siano scarse le
possibilità che possa essere esaudito.
Eppure, guardando la volta celeste che da un lato si schiariva per
l'effetto della luce e dall'altro proseguiva il suo viaggio eterno
sotto forma di velluto blu, per un un attimo una scintilla
catturò la sua attenzione. Una brevissima scia di luce e poi
quella visione unica scomparve.
Chiuse gli occhi, congiungendo le mani al petto ed espresse il suo
desiderio. Christian la guardava pensoso, massaggiandosi una mascella.
- Che effetto fa essere braccati? - gli chiese d'un tratto.
- Fa l'effetto di una fregatura. Prima pensi di essere onnipotente
perchè qualcuno più in alto di te s'interessa
alla tua misera esistenza. Poi ti trovi catapultato in un'esistenza che
non ti appartiene più. E c'è bisogno di soldi,
tanti soldi. La polizia è marcia. Questo mondo è
marcio.
L'uomo si alzò in piedi e le si avvicinò.
- Per questo - le disse - è necessario che gente come noi
compia la missione che ci è stata assegnata.
- E sarebbe?
- Vivere o morire. E qui si sta giocando una partita a scacchi contro
la pazzia. Il risultato è: o vince lei, o impazziamo noi.
Questo è il destino di chi s'impiccia troppo nelle faccende
degli Dei.
Una lucina, piccola come un led, si accese nella mente di Isabella.
Tuttavia, guardandolo negli occhi verdi, quel dubbio si
dissipò.
- Giappone? - disse lei con aria di sfida - Cina? Tibet? Australia?
Stati Uniti? Dove si va, insomma?
- Per ora, - rispose lui, colpito - Italia.
L'investigatrice era delusa.
- Italia? Nella tana della cacciatrice?
- Sì, in due piccoli monolocali a Trastevere. Domani
studieremo un piano.
Un piano? Sembrava di stare in un film di spionaggio!
- Questa non è una partita a scacchi. C'è in
gioco la mia vita! - disse arrabbiata.
- Anche la mia vita è appesa ad un filo, non pensare di
essere l'unica in pericolo.
- Chi ha tempo non aspetti tempo, non bisogna lasciarsi sfuggire
l'occasione!
Agguantò la borsa e cominciò a frugare
nervosamente alla ricerca del portafoglio. Quando lo trovò,
lo aprì di scatto e tirò fuori un assegno
ripiegato con cura.
- Guarda! - gli disse - Denaro! Vero, palpabile ed invitante! Chi
darebbe cartamoneta sonante ad una donna che sta per morire?
Lui la squadrò con aria delusa. - Appunto per questo te la
darebbe...
Lei gli mise le chiavi della Smart di servizio in mano e lo
guardò con rabbia, confusa e delusa.
- Vattene. Comunque vada, io andrò per la mia strada!
E lo condusse alla porta.
- Fai una sciocchezza.
- Non m'importa. Addio.
Dopo un'ultima reticenza l'uomo acconsentì ad andarsene.
L'uomo battè un po' sulla porta, ma poi desistette e si
avviò verso il box seminterrato dove Isabella teneva la
Smart rossa che usava in mancanza della bella Lancia nera,
un'eredità di qualche anno prima, che custodiva in un
deposito sulla via Portuense.
Stava alzando la cornetta per chiamare Andrea Rocca, per dirle di
lasciar perdere, di morire, di andarsene, o chissà
cos'altro, quando un'immensa scossa fece tremare tutto il palazzo,
seguita dal suono di un'esplosione e dal molto fumo che aveva iniziato
a circondare il palazzo.
No... no...
pensò, gettandosi a terra.
Urlò per la tristezza e la paura, i pugni stretti che
graffiavano il pavimento.
Dalle nocche uscì del sangue, che macchiò la
camicia da notte, ormai scompigliata.
Qualche minuto dopo, quando già si udivano in lontananza le
sirene del carro dei pompieri, la donna tirò su col naso e
si asciugò qualche lacrima che le era scesa sul viso.
Alzò lo sguardo, guardandosi intorno.
Si mise in ginocchio, un nuovo sentimento si fece strada in lei: la
forza della disperazione.
Si alzò in piedi, e si avviò nello stanzino, da
cui prese alcuni sacchetti celesti scuro.
Sistemò per casa qualche piccolissima telecamera ad
infrarossi, che per il suo mestiere, seppur inusuali, trovava
estremamente utili.
In camera da letto e nello studio lasciò un paio di
registratori vocali e due microfotocamere ad intermittenza per tutto il
perimetro della stanza.
Poi, prima di uscire definitivamente dall'appartamento,
digitò il codice d'inserimeto per l'antifurto. D'altronde
era un'investigatrice molto scrupolosa e fiduciosa delle proprie
capacità. Se volevano la sua pelle, avrebbero dovuto
sudarsela e pagarla cara.
Con le sopracciglia aggrottate, il cappotto scuro avvolto intorno alle
spalle, uscì dal palazzo, e come previsto nessuno
badò a lei nel generale trambusto.
Erano le sei di mattina.
Prese il cellulare, copiò su un'agendina tascabile un paio
di numeri telefonici, giusto quelli che non riusciva a tenere a
memoria, e poi lo guardò per qualche secondo, prima di
scaraventarlo con forza contro un muro lì vicino.
Si avviò alla banca di quartiere per riscuotere l'assegno di
Andrea Rocca e prelevare quanti più contanti possibili prima
di sparire dalla circolazione.
I giornali del mattino recitavano la solita cantilena: Giovane romana muore per
esplosione d'auto. E siamo ad otto...
Nemmeno lo scrupolo di
controllare il dna... pensò ...ma in fondo non dovrebbe
essere rimasto nulla di me. O di Christian.
E così Isabella De Santis era ufficialmente morta.
Eppure qualche ora dopo, con circa un milione e ventimila Euro in
tasca, i risparmi di una vita racchiusi in una ventiquattrore cromata,
la donna, viva ed intellettualmente stabile, munita dei sui effetti
personali più stretti, cosmetici ed un paio di parrucche
(utilissime per il suo lavoro), salì su un treno e scomparve
dalla città.
Grazie per aver letto anche questo capitolo, divertitevi a trovare le numerose citazioni che vi ho infilato "di straforo"...XD se vi va commentate, tanto ci ho fatto l'abitudine a non essere letta! uffi... ç_ç
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