NOTE
DELL’AUTRICE: salve a tutti! Ciò che sto per
narrare è la storia di Dark Souls vista dal punto di vista
dei personaggi
secondari e dei boss; la breve raccolta di capitoli segue un ordine
più o meno
cronologico e il contenuto si basa principalmente su tre elementi: i
fatti
oggettivi riscontrabili nel gioco, teorie più o meno
confutate e, soprattutto,
la mia fantasia. Detto questo, buona lettura!
CAPITOLO
1: OSCAR
Infine,
il mio destino si compie: non quello scritto dalle leggende, ma quello
che ho
scelto io, vigliaccamente. Si, perché davanti a quella
fortezza così imponente,
così maestosa, il mio spirito si è
frantumato… me ne vergogno così tanto…
e
alla fine, morirò lo stesso. Sono l’ennesimo
fallimento di questo mondo,
l’ennesimo non morto che viene scelto per salvare questa
bella terra,
l’ennesimo essere vuoto che sto per diventare.
Mi rimane poco, non manca molto
al momento in cui perderò il senno e, insieme a lui, anche
me stesso.
Nella
mia
famiglia si tramanda da generazioni la leggenda del non morto prescelto
che,
una volta lasciato il Rifugio dei Non Morti, pellegrinerà
nella terra dei
grandi Lord per suonare le due campane del Risveglio e rivelare il
destino che
lo attende. Quando diventai un non morto, ero orgoglioso e fiero di
intraprendere tale viaggio, io volevo davvero salvare il mondo!
Affrontai i
temibili gargoyles e per un pelo riuscì a sfuggire alla
terribile Quelaag,
suonai le due campane e poi… poi incontrai un essere, un
serpente totalmente
nero, al Santuario del Legame del Fuoco, disse di chiamarsi
Frampt.
Mi
disse
che ero il non morto prescelto, che tanti prima di me erano giunti, ma
nessuno
era degno della missione: dovevo succedere a Lord Gwyn e ravvivare la
fiamma
primordiale e per farlo dovevo andare ad Anor Londo, oltre la Fortezza
di Sen.
Mi
aspettava grande gloria! Non solo sarei diventato Lord, ma avrei anche
avuto
il merito di aver salvato l’era del Fuoco! La fiamma si sta
ormai spegnendo: se
dovesse accadere, il mondo intero cadrebbe
nell’oscurità più totale, dovevo
assolutamente adempiere al mio destino, onorare la leggenda,
ma… i cancelli di
ferro si erano sollevati, potevo entrare.
Quella
costruzione occupava l’intero
fianco della montagna: guardie bestiali, metà uomini e
metà serpenti, si nascondevano
in ogni antro buio pronti ad uccidermi, trappole ovunque, corridoi
stretti su
profondissimi dirupi…e quel golem. Enorme, gigantesco,
vestito della sua
armatura di ferro, mai e poi mai avrebbe mai fatto passare qualcuno.
Rimasi
pietrificato da tanta difficoltà, dalla paura di una morte
quasi certa:
potrebbe sembrare un pararosso in effetti, un non morto che ha paura di
morire…
marchiati dal segno maledetto oscuro, possiamo morire e resuscitare, in
un
ciclo eterno, fino alla fine dei tempi.
Ma il mio terrore è ben altro… la
maggior parte dei non morti, una volta persa la loro
umanità, perde il senno,
impazzisce completamente, soffrendo per
l’eternità. E ciò mi agghiaccia, mi
pietrifica, mi fa perdere la ragione ancor prima di morire…
così mi arresi.
Con
la vergogna nel cuore, sono tornato al Rifugio, in cerca di un altro
non morto
che potesse svolgere la missione al posto mio: aspettai giorni e
giorni, ma
quei chierici vestiti di bianco non facevano altro che portare esseri
ormai
vuoti e completamente folli. Il tempo passava, e la fiamma primordiale
si
dissipava sempre di più, per colpa mia che non ho abbastanza
coraggio.
Padre,
madre, sono un tale disonore per voi, per gli dei, per
tutti… Lord Gwyn ha dato
sé stesso per salvarci tutti, e io sto annientando il suo
sacrificio, sono una
tale disgrazia.
Oh
eccolo! Eccolo finalmente! È il non morto arrivato ieri! Era
vuoto, come tutti, ma fu quasi un miracolo quando lo vidi: era lucido!
Non
aveva perso il senno! Oh si, era il candidato perfetto per la missione:
recuperai la chiave della sua cella e gliela lanciai dalla botola sul
soffitto,
ma quei maledetti chierici mi videro e combattemmo furiosamente:
avevano magie
molto potenti, ma per fortuna avevo il mio fidato scudo cimiero che mi
proteggeva; ho combattuto davvero con tutte le mie forze ma erano
troppi, mi
massacrarono… e ora, in fin di vita, attendo qui il mio
trapasso.
E’
davvero
ciò che mi merito per la mia codardia, voglio espiare il mio
peccato verso gli
dei: ho qui delle fiaschette di Estus, ma non le userò per
curarmi, il non
morto che ho liberato avrà bisogno di tutto
l’aiuto possibile in questo
viaggio, le darò a lui.
Eccolo,
mi ha visto, sta venendo qui.
Il
dolore fisico
sta svanendo a poco a poco, sento freddo, tanto freddo…
presto, presto,
dobbiamo fare in fretta…vieni qui, amico mio,
avvicinati… dona speranza a
questo mondo… ascoltami attentamente.
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