Angolo
autrice
Ed
eccoci
alla fine. L’intenzione iniziale era quella di scrivere un
bel discorso
commovente, ma sono… Mmh… Negata, già.
Ogni storia che scrivo per me, chi
scrive penso possa capire, ha la sua importanza, perché ogni
volta che mi calo
nei panni di un personaggio metto un po’ di me nelle sue
parole, nei suoi
gesti, ed per questo che amo tanto scrivere, perché
è come vivere cento vite, è
parlare di me senza mai fare il mio nome *e anche
perché mi piace avere il
pooootere, ma dettagli*. Questa raccolta è stata
una storia importante quanto
le altre, conclusasi prima del previsto ma nella quale ho messo molto
impegno,
e sebbene scrivere sia, appunto, un mio piacere personale, sarebbe
stupido
negare che il supporto dato dai lettori abbia grande importanza. Vorrei
quindi
ringraziare infinitamente tutti coloro che hanno
preferito/ricordato/seguito/recensito/semplicemente
letto questa raccolta e in particolare chi ha recensito lo scorso
capitolo,
ovvero ka93, Silver
Saiyan e virginbell.
Mi dispiace di essere arrivata alla fine e ho la folle paura di aver
scritto
una gran scemenza come conclusione, visto che di solito i finali sono
il mio
tallone d’Achille. L’ho riletto fino alla nausea,
ma con tutta probabilità
qualcosa mi è comunque sfuggito, dunque non esitate a
farmelo notare :) Niente,
ringrazio ancora tutti quanti, spero che l’epilogo non deluda
nessuno :)
Disclaimer »
Dragon Ball © Akira
Toriyama.
_________________________________________
30. Pace
« Allora,
tesoro, domani è il tuo
compleanno, cosa vuoi fare? » domandò Chichi,
sorridendo con affetto al proprio
figlio mentre si muoveva con maestria nella cucina.
« Niente di
che, vorrei solo far venire
qui Junior, Crilin e agli altri… » disse Gohan e a
tradire un certo disappunto
in sua madre fu solo una veloce smorfia.
Il bambino
esitò, sapeva che la sua
prossima richiesta, per lui molto importante, non sarebbe stata ben
accolta, ma
doveva assolutamente tentare: « Mamma… »
cominciò, incerto. « Sai, domani è
anche il compleanno di… Ehm… Un’altra
persona… Potrebbe festeggiare con noi? »
« Dipende da
chi è l’altra persona. »
replicò Chichi, lungi dal farsi intortare.
«
Ehm… Uhm… Vegeta.
» sussurrò il bambino, pianissimo.
« Cosa?!
» sbottò la donna, con
tutt’altro tono di voce.
Quello era il primo
compleanno di Gohan
dallo scontro con Cell e per tutto quel tempo il principe lo aveva
allenato tre
ore ogni giorno, nonostante le proteste di sua madre, che alla fine
però lo
aveva accettato, dopo la promessa del bambino di continuare comunque a
impegnarsi nello studio.
Ma chiederle di
festeggiare con
quell’assassino… Era troppo.
« Non se ne
parla nemmeno. » disse, in
tono fermo.
« Per favore,
mamma! » esclamò il
bambino, supplichevole. « Nessuno a parte me lo sa,
è una cosa che abbiamo
deciso nella Stanza dello Spirito e del Tempo e gli ho detto che
avremmo
festeggiato insieme! Non è così cattivo come
sembra, e poi nemmeno Junior ti
piaceva all’inizio! »
Chichi sbuffò.
Con il tempo, soprattutto
dopo la morte
di Goku, aveva cominciato ad apprezzare il Namecciano, che si
comportava come
un padre responsabile con il suo bambino e che ogni tanto si presentava
davanti
alla porta di casa sua con qualche vincita di un torneo in un luogo a
caso del
mondo, per aiutarla ora che era rimasta sola.
Il fatto che avesse
rivalutato
quell’alieno, però, non significava che avrebbe
fatto lo stesso con l’uomo che
aveva ridotto suo figlio e suo marito in fin di vita e che aveva
costretto il
suo bambino ad affrontare Cell dopo averlo aiutato a raggiungere la sua
forma
più potente.
« Non se ne
parla. » ribadì, severa. «
Va bene per Junior e se proprio vuoi anche gli altri teppisti, ma
quello non
mette piede in casa mia. »
« Per favore,
mamma, è davvero
importante per me! » la supplicò Gohan, e Chichi,
voltandosi verso di lui con
l’intenzione di confermare la propria posizione e mandarlo a
studiare, rimase
colpita dagli occhi lucidi del bambino e in essi lesse una frase
sottintesa: Papà non
c’è, lascia che ci sia almeno lui,
fammi contento, ti prego.
Sospirò,
annuendo.
« Va bene.
» disse, sconfitta « Può
venire. E farò una torta anche per lui. »
« Grazie mille,
mamma, sei la migliore!
» esclamò Gohan, stampandole un bacio sulla
guancia.
* * *
Il giorno dopo, Gohan si
presentò
all’alba davanti alla porta della Capsule Corporation, come
al solito, attendendo
che Vegeta lo raggiungesse per l’allenamento senza suonare il
campanello, così
da non svegliare Bulma e il piccolo Trunks.
« Buongiorno.
» esclamò allegramente il
bambino, non appena gli si parò davanti la figura austera
del principe. « Lo
sai che giorno è oggi? »
« Dovrei?
» sbuffò Vegeta, indifferente,
avviandosi verso la Gravity Room per non vedere l’espressione
delusa del suo
allievo. Sapeva benissimo che giorno fosse, ma sarebbe morto di nuovo
piuttosto
che ammetterlo.
« Uff, non te
lo ricordi? » sbuffò
Gohan, deluso, seguendolo.
« No.
»
« È
il mio compleanno. E anche il tuo. »
gli spiegò Gohan, chiudendosi la porta della stanza degli
allenamenti alle
spalle.
« Ah, quella
sciocchezza terrestre. »
borbottò il principe, senza dimostrare il minimo interesse.
« Oggi a casa
mia c’è la festa. » lo
informò il bambino, guardandolo armeggiare con il pannello
che regolava la
gravità.
« E
perché dovrebbe importarmi della tua
festa? »
« La nostra
festa. » puntualizzò Gohan, sorridendo quando il
principe si voltò di scatto.
« E questo cosa
vorrebbe dire? »
« Avevo detto
che avremmo festeggiato
insieme, no? Ci saranno due torte, la mamma mi ha dato il permesso di
farti
venire e– »
« Non ci penso
nemmeno. » lo bloccò
subito Vegeta, infastidito. « Io non sono un insulso
terrestre, perché mai
dovrei ridurmi a tanto? »
Gohan non rispose,
abbassando
tristemente lo sguardo. Si era aspettato qualche rispostaccia del
genere, però
in fondo aveva nutrito il barlume di speranza che il principe avrebbe
accettato.
Senza più una
parola, tranne i consigli
e le sgridate di Vegeta quando commetteva qualche errore o
imprecisione, si
erano allenati per le successive tre ore, finché Gohan non
aveva salutato e,
con aria abbattuta, aveva lasciato la Gravity Room sotto lo sguardo
attento del
principe.
* * *
« Ho preparato
le torte, sono uscite
benissimo! » esclamò Chichi, non appena Gohan mise
piede in casa.
Il bambino le sorrise.
Avrebbe voluto
dirle che Vegeta non sarebbe venuto, ma non voleva dare voce a quella
verità. A
dispetto della propria preparazione mentale agli eventuali insulti, una
parte
di lui ci aveva sperato davvero, aveva davvero creduto che sarebbe
venuto.
Chichi, comunque, lo
conosceva troppo
bene per farsi ingannare da quel mesto e amaro sorriso, così
domandò: « Che è
successo, tesoro? »
Mentre sua madre si
avvicinava per
stringerlo in un abbraccio, Gohan mormorò: «
Vegeta non vuole venire… Mi
dispiace di averti fatto preparare una torta in
più… »
Chichi masticò
tra i denti qualche
insulto indirizzato a quello stupido scimmione che faceva soffrire il
suo
bambino, poi disse dolcemente: « Non preoccuparti, la
mettiamo in frigo e la
mangiamo un po’ per volta, ok? »
Se
ci fosse Goku, se la mangerebbe tutta da solo.
Scacciò via
quel pensiero,
ricomponendosi e mandando Gohan nella sua camera, a fare un paio di
compiti
prima dell’arrivo degli ospiti nel pomeriggio.
* * *
« Maledizione.
» borbottò Vegeta,
disattivando la gravità con una mano e asciugandosi il
sangue che colava dal
labbro spaccato con l’altra.
Dopo che Gohan se
n’era andato, aveva
continuato imperterrito ad allenarsi, ma ben presto si era accorto che
la sua
concentrazione fosse andata a farsi un giro, tanto che continuava a
essere colpito
dai robot realizzati dal padre di Bulma.
La mente continuava a
riproporgli
l’espressione delusa del bambino e le parole che gli aveva
rivolto nella Stanza
dello Spirito e del Tempo: « Facciamo
finta che anche il tuo compleanno sia oggi! Così la prossima
volta lo
festeggiamo insieme! Buon compleanno, Vegeta! »
Uscì dalla
stanza, dirigendosi dritto
verso camera sua, ignorando la signora Brief che tentava di rimpinzarlo
di
pasticcini come al solito. Chiuse la porta a chiave e si
buttò sul letto, senza
nemmeno medicarsi il labbro o infilarsi dei vestiti puliti.
Perché mai
quel moccioso si era
aspettato che andasse a festeggiare con lui e, soprattutto, i suoi
amici
idioti? Non si sarebbe mai messo in ridicolo davanti a quei patetici
guerrieri
solo per far felice un mezzosangue. Mai.
« Però
ora vivi sulla Terra! Quindi hai bisogno di un compleanno!
»
Non esisteva che andasse
lì e si
fingesse amico di tutta quella gente che lo disprezzava – non
che lui fosse da
meno, ben inteso. Forse l’unico che potesse tollerale era il
Namecciano, per la
sua tendenza a tenere la bocca chiusa e il fatto che avesse smesso da
tempo di
fissarlo male per la sua decisione di continuare ad allenare Gohan.
« Facciamo
finta che anche il tuo compleanno sia oggi! Così la prossima
volta lo
festeggiamo insieme! Buon compleanno, Vegeta! »
Con un ringhio si
frustrazione, scattò a
sedere e lo sguardo cadde su un pacchetto a terra, mezzo infilato sotto
il
comodino. Lo sollevò, mentre il volto si piegava in una
smorfia: il giorno
prima, Bulma lo aveva obbligato ad andare a fare spese con lei e
Trunks,
minacciando di distruggere la Gravity Room pezzo per pezzo e proibire a
suo
padre di ricostruirla. A un certo punto era sparita in un negozio di
vestiti e
lo sguardo del principe era caduto su una libreria. Ricordandosi di
quello stupido
compleanno, era entrato dentro senza quasi pensarci, e aveva finito per
comprare un tomo di astronomia, quello di cui Gohan gli aveva parlato e
che sua
madre non poteva comprargli perché estraneo al suo programma
di studi e dunque
una spesa in più. Aveva usato una delle carte di credito di
Bulma, che lei gli
aveva dato in custodia, e la commessa aveva chiesto:
“È un regalo?” Lui aveva
annuito, ritrovandosi poi con un pacchetto azzurro che aveva fatto
abilmente
sparire tra gli innumerevoli sacchetti che doveva portare per Bulma.
E ora eccolo
lì, a contemplare il
risultato di un istante di follia, lo stomaco stretto da quello che si
rifiutava categoricamente di riconoscere come senso di colpa.
Non
m’interessa nulla di quel marmocchio, non andrò a
quella stupida festa. Pensò,
gettando il libro a terra.
* * *
Gohan sospirò,
allontanando leggermente
la sedia dalla scrivania e puntando lo sguardo al soffitto, le braccia
dietro
la testa.
Non aveva voglia di
studiare, quel
giorno.
Da una parte per
l’eccitazione della
festa con i suoi amici, dall’altra per la delusione data
dall’assenza di
Vegeta. Ma davvero, cosa si era aspettato? Che il principe saltellasse
di gioia
dicendo: “Oh, sì, che bello, non vedevo
l’ora!”?
Ma se nemmeno si era
ricordato che fosse
il suo, il loro, compleanno!
Perché doveva
essere sempre così chiuso
e scostante? Gli sarebbe piaciuto averlo lì con i suoi
amici, magari sarebbe
stata l’occasione buona perché gli altri si
accorgessero di quanto fosse
diverso da come appariva e cominciassero a legare un po’.
Con l’ennesimo
sospiro, si avvicinò alla
finestra aperta, per controllare se sua madre avesse già
cominciato a sistemare
i tavoli in giardino, però non appena si fu avvicinato al
davanzale si ritrovò
davanti al volto corrucciato di Vegeta.
« Ah!
» urlò, colto di sorpresa.
«
Vegeta… » mormorò dopo qualche
istante, ripresosi. « Mi hai fatto prendere un infarto.
»
Fece qualche passo
indietro, per
permettere al principe di entrare in camera attraverso la finestra, poi
notò
gli abiti da allenamento e il labbro spaccato. Aveva appena finito di
allenarsi, probabilmente. Ma che ci faceva lì? Possibile che
avesse cambiato
idea? Suo malgrado, quella speranza cominciò a farsi strada
dentro di lui.
«
Come… Come mai sei qui? » domandò,
quasi timoroso della risposta.
« Non farti
strane idee. » mise subito
le mani avanti Vegeta. « Non voglio partecipare a quella
stupida festa. Ma non
mi piace sprecare il mio tempo. »
Detto questo, gli porse
un pacchetto che
fino ad allora aveva tenuto nascosto dietro la schiena e che il bambino
non
aveva notato, troppo concentrato ad autoimporsi di non farsi illusioni
su
quella visita.
«
Per… Per me? » domandò Gohan,
incredulo, alzando lo sguardo sul Saiyan, che roteò gli
occhi con
esasperazione.
« E per chi,
scusa? »
Il bambino gli
regalò il più luminoso
sorriso che gli uscì e cominciò a scartare il
pacchetto, lanciando occhiate
furtive al principe, che guardava un punto a caso del muro con le gote
leggermente imporporate e le braccia rigorosamente incrociate.
Quando trovò
il libro di cui una volta
gli aveva parlato, si trattenne a stento dalla tentazione di urlare di
gioia e
saltargli al collo.
« Grazie mille.
» gli disse
semplicemente, con un enorme sorriso.
Non appena il principe,
borbottando
qualcosa, fece per andarsene, esclamò: « Aspetta!
– Vegeta si fermò, voltandosi
verso di lui – Anche io ho qualcosa per te! »
Il principe lo
fissò, inespressivo,
mentre frugava in un cassetto fino a estrarre un oggetto rettangolare
impacchettato con cura e porgerglielo.
« Spero che ti
piaccia. »
Vegeta lo
afferrò, cominciando a
squadrarlo con sospetto, poi, evitando accuratamente di alzare lo
sguardo sul
bambino e cercando di imporre alle proprie guance di non assumere
tonalità
sconvenienti, cominciò a scartare il proprio regalo.
Trovò una
foto, risalente a qualche
settimana dopo lo scontro con Cell, probabilmente, in cui Gohan si
trovava
sulla sua schiena, le braccia attorno alle sue spalle e le gambe
sorrette dalle
braccia del principe. Avevano esagerato con un allenamento, a giudicare
dalle
ferite di entrambi. Se non ricordava male, il moccioso si era slogato
una
caviglia in quell’occasione e per quello lo stava
trasportando. In quello
scatto, il bambino rideva dicendo qualcosa e il principe, credendo di
non
essere visto da nessuno, accennava un mezzo sorriso.
La foto si trovava
infilata in una
cornice semplice, di legno, e vi era la dedica in pennarello nero:
“Al Principe dei Saiyan, buon
compleanno,
Gohan”.
Vegeta rimase zitto per
qualche istante,
poi borbottò: « Sentimentale come al
solito… » Il bambino lo interpretò come
un
grazie.
In quel momento, la porta
si spalancò e
Chichi fece il suo ingresso, assottigliando lo sguardo non appena
riconobbe il
Saiyan.
« Sei venuto
alla fine. » constatò.
Vegeta non rispose e
Gohan intervenne: «
Stavo pensando che potremmo festeggiare prima con Vegeta e poi con gli
altri,
che ne dite? – Si volse verso il Saiyan –
Così non dovrai partecipare a una
vera e propria festa, ma avrai il tuo compleanno. »
Il Saiyan avrebbe voluto
rifiutare, per
dimostrare al bambino e a se stesso di non essere cambiato, ma si
ritrovò a
emettere un grugnito vagamente somigliante a un “Come
vuoi”.
E, quando vide il
sorrisone di Gohan che
lo invitava a lasciare il suo regalo sul letto per riprenderlo dopo,
non riuscì
a pentirsene.
* * *
Fu una giornata splendida
quanto
bizzarra: Chichi si fece aiutare a sistemare i tavoli fuori per quando
sarebbero arrivati gli altri, mentre loro tre mangiarono dentro,
gustandosi la
torta preparata per il principe, con tanto di scritta: “Buon
compleanno, Vegeta”
sopra.
Ovviamente, con due
stomaci Saiyan
riuscirono a finirla tutta e dopo decisero di guardare un film, tanto
nessuno
sarebbe arrivato prima delle quattro.
Accendendo la televisione
si trovarono
davanti “Titanic”, dunque Chichi, che lo aveva
già visto più volte, preparò i
fazzoletti. Tuttavia, la cosa si rivelò esilarante: Vegeta
riusciva a smontare
qualsiasi scena con appena un paio di parole, dunque ben presto Gohan e
Chichi
si ritrovarono più coinvolti dai suoi commenti che dal film
stesso e le lacrime
furono causate solo dalle troppe risate.
Verso le tre e mezza, a
film ormai
concluso, Chichi si alzò per sistemare il cibo sui tavoli
fuori e Vegeta e
Gohan rimasero da soli sul divano.
« Grazie per
essere venuto. » disse a un
certo punto il bambino, per rompere il silenzio.
Il principe tacque
qualche istante prima
di borbottare: « Io non avrei saputo che farmene di quello
stupido libro. »
Gohan
ridacchiò, ormai avvezzo alle
varie scuse del Saiyan, quando questi si alzò.
« Me ne vado.
» annunciò.
Il bambino
annuì e lo precedette fino
alla sua stanza, dove si trovavano i regali.
« Tieni.
» disse, porgendogli la foto.
Vegeta la prese in mano e
parve esitare
qualche istante, indeciso se andarsene senza salutare o fare qualcosa,
poi, sotto
lo sguardo interrogativo di Gohan, gli posò una mano sulla
testa,
scompigliandogli goffamente i capelli.
Il bambino rimase senza
parole per
qualche istante, poi gli disse: « L’anno prossimo
lo rifacciamo, vero? »
Vegeta ritrasse di scatto
la mano e si
precipitò fuori, non prima di aver biascicato un
“Vedremo” che mal celava il
suo assenso.
* * *
[SHONEN-AI
WARNING]
[Se
non vi piace il genere, potete fermarvi qui e prendere la parte sopra
come finale]
Sdraiato su un fianco,
Gohan fissava
l’orologio con sguardo attento, ascoltando il rumore del
respiro regolare di
Vegeta alle sue spalle.
23.58 diceva la sveglia
elettronica,
mancavano solo due minuti a mezzanotte.
Attese pazientemente,
sorridendo tra sé
e sé, e quando scattarono le 00.00 si mise velocemente
seduto, saltando addosso
al principe addormentato accanto a lui e ignaro di tutto.
« Buon
compleanno! » urlò Gohan, dopo
avergli depositato un bacio sulle labbra.
Vegeta, automaticamente,
rotolò su un
fianco ribaltando le posizioni e caricando un attacco energetico con la
mano
destra, mentre la sinistra stringeva leggermente la gola del suo
assalitore.
Assalitore che, per nulla
intimorito,
scoppiò a ridere.
Intanto, Vegeta aveva
messo a fuoco il
ragazzo e, dopo aver battuto le palpebre un paio di volte, gli si tolse
di
dosso, sedendosi nella sua metà di letto e stropicciandosi
gli occhi.
« Ma si
può sapere che ti salta in
quella zucca vuota che ti ritrovi?! » sbottò.
Gohan gli sorrise
allegramente.
« Oggi
è il nostro compleanno. »
« E
c’era bisogno di ricordarmelo a
mezzanotte precisa? » borbottò il principe,
stendendosi nuovamente e chiudendo
gli occhi come per sottolineare quanto fosse intenzionato a dormire. Chiunque altro sarebbe stato polverizzato
dopo un gesto del genere. Pensò, seccato. Sto diventando troppo sentimentale.
La causa del suo essere
diventato
“troppo sentimentale” e della brusca interruzione
del suo sonno decise di
accoccolarsi contro il suo petto, sollevandogli un braccio e
portandoselo attorno
alle spalle nella riproduzione di un abbraccio, chiudendo poi gli occhi.
« Buonanotte.
» disse Gohan,
stringendolo con un sorriso beato sulle labbra.
Vegeta sospirò
debolmente, serrando la
presa attorno alle sue spalle.
«
Buonanotte… » borbottò « E
buon
compleanno. »
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