CAPITOLO 23 – CIÒ IN
CUI CREDEVO
– Come sta Videl? – domandò Gohan,
ansioso, a Bulma.
La donna gli sorrise, con l’intenzione di tranquillizzarlo.
– Si è svegliata e il suo polso non è
messo molto male. È in camera sua a cambiarsi.
Il ragazzo esibì un sorriso tirato, non potendo fare a meno
di sentirsi in colpa. Trunks, lì accanto, stava sistemando
alcuni libri. Era uscito indenne dall’accaduto, se non per un
taglio non profondo al braccio, ora rigorosamente coperto da un cerotto.
Bulma si diresse nel proprio studio. – Chiamatemi se avete
bisogno.
Gohan sospirò, poi prese a sfogliare svogliatamente un
libro. Alzò la testa qualche attimo dopo, sentendo
l’aura di Videl avvicinarsi.
E infatti ecco la ragazza entrare, seria.
“Quant’è bella!”
pensò il saiyan, con un tuffo al cuore.
– Gohan – disse lei, – ti devo parlare.
Vieni a fare due passi.
Lui non disse nulla di fronte al tono serio della ragazza, ma si
limitò a seguirla. Trunks non disse nulla.
I due uscirono. Videl condusse Gohan in un sentiero che sboccava sulla
strada principale. I rumori dei loro passi riecheggiavano stranamente
forte, quasi tutto il resto tacesse per timore di disturbarli.
Gohan alzò lo sguardo, osservando il sole che filtrava tra
le foglie degli alberi che circondavano il piccolo viale.
Di nuovo, non disse nulla, ma seguì Videl. In silenzio.
Dopo qualche attimo, che il sentiero sbucava in una radura, la ragazza
finalmente si fermò.
Teneva gli occhi bassi, come a prepararsi ad affrontare qualcosa.
Infine li alzò su Gohan.
– E così, hai scelto Trunks –
constatò, con voce piatta.
Lui non replicò. Non voleva propinarle patetiche scuse,
tanto più che lo sguardo della giovane le avrebbe
smascherate in un batter d’occhio.
– Io... – riprese Videl, esitante. – Io
non voglio sembrare egoista, con quello che sto per dire, ma...
– Si morse un labbro, poi sussurrò con voce
tremante: – Per te, sono al primo posto? –
Sbatté le palpebre a ripetizione, come a scacciare delle
lacrime.
– Non voglio pretendere... Io non pretendo di essere davanti
a tutti, da sola, ma... Anche se assieme a qualcun’altro, ci
sono? Sono al primo posto?
Gohan abbassò la testa, riflettendo. Gli sembrava di essere
stato svuotato. Fece vagare lo sguardo attorno, alle piante cariche di
fogliame, al cielo azzurro, poi lo posò su Videl.
La ragazza lo fissava mordendosi un labbro. Sembrava avesse paura della
sua risposta, ma che la volesse ugualmente e che continuasse
tacitamente a sperare.
Lui avrebbe voluto moltissimo darle quella risposta che
l’avrebbe fatta sorridere.
Avrebbe voluto dire più di ogni altra cosa al mondo che lei
era, sì, al primo posto.
Avrebbe voluto ma non poteva.
Perché non era vero.
Sentiva che se i cyborg avessero attaccato una città e Videl
e Trunks fossero stati in pericolo, lui avrebbe dato la precedenza alla
salvezza del bambino.
– Videl – iniziò, bloccandosi subito
dopo. Perché era così difficile?
Lei lo guardò.
– Non sei al primo posto. C’è Trunks. So
che sembra ridicolo detto così, ma gli voglio troppo bene.
È come un fratellino per me… come un figlio. E
siamo soli, io e lui. Siamo il ricordo di una stirpe, ed è
difficile.
Tentò di deglutire, aveva la gola arida.
Videl lo guardò a lungo, gli occhi lucidi.
“È così bella”
pensò il ragazzo, con un nodo alla gola. “Mi
mancherà da morire”.
– Però… – provò ad
aggiungere.
Lei lo interruppe: – No, Gohan, non dire nulla, ti prego, non
dire niente, stai zitto – (alzò la mano ad
asciugarsi gli occhi) – sta' zitto –
ripeté.
Indugiò un momento sugli occhi ebano del ragazzo, poi corse
via, verso la Capsule Corporation.
Gohan si sedette sul prato. Prese un fiore tra le dita, disfacendolo
pian piano, poi lasciò ricadere i petali.
“Ci credevo… ci credevo davvero”.
Chiuse gli occhi.
Dopo un tempo infinitamente lungo trovò la forza di
rialzarsi. Camminando piano, tornò alla Capsule Corporation,
gli occhi bassi.
Gli alzò solo quando giunse all’ingresso
dell’abitazione.
Vide Trunks venirgli incontro, visibilmente agitato.
Allungò una mano a scompigliargli silenziosamente i capelli.
– Gohan – sussurrò il bambino
– Videl è andata via.
“Se n’è andata”.
– Ha preso la paga intera che le spettava per i lavori che ha
fatto per mamma, ha raccolto i suoi vestiti ed è uscita.
“Se n’è andata”. –
Io vado a dormire – mormorò Gohan.
Trunks lo seguì ansiosamente con lo sguardo, poi raggiunse
Bulma in cucina.
La donna dapprima non volle credere che il figlio di Son Goku fosse
andato a letto senza cena, ma poi dovette convincersene.
Il ragazzo fissava ad occhi spalancati la parete. Non riusciva a
prendere sonno, ma non aveva davvero fame.
Poi la porta si aprì, e Trunks fece timidamente il proprio
ingresso. – Gohan? – chiamò, guardando
il proprio maestro.
Lui sollevò la coperta. – Vieni qui – lo
invitò.
Il ragazzino andò a sdraiarsi accanto a lui, e il Son lo
circondò affettuosamente con le braccia. – Sei
triste?
Gohan sorrise appena alla spontaneità di quella domanda.
– Sì – rispose.
– Mi dispiace tanto – disse allora Trunks,
sinceramente.
Nessuno parlò più.
“La ricorderò sempre, e sarà un
bellissimo ricordo, ma in questo mondo non c’è
stato spazio per noi. Chissà… in un universo in
cui i cyborg non esistono… Forse il nostro amore
può durare. Magari lì passiamo tutte le notti
abbracciati. Poi, in quel mondo, potremmo avere un bambino…
o una bambina, chissà. Magari in quel mondo…
In quel mondo.
Non in questo”.
Ok, sono pronta a vedere questa storia
estromessa da tutti i preferiti.
Ma vi prego, non mi linciate! E, attenzione, la storia NON È
ANCORA FINITA. Manca un altro capitolo. Che dite? Ora devo andare a
vaff… a quel paese? Guai a voi, cmq, se ora odiate Trunks.
In tal caso vengo e ve le do di santa ragione
è__é.
Per vivvina: chiedo umilmente perdono. XD già… il
wc XD in effetti l’esame di coscienza l’ha avuto,
ma non ha sistemato le cose. Mi seguirai ancora, vero? (sguardo
speranzoso). Ve’ che puoi anche ordinarmi di andare a fare
una plastica al cervello.
Per nightwish4ever: se vuoi ti presto gli esplosivi
ù_ù dimmi che reggi e continuerai a seguire la
storia anche dopo questo, ti scongiuro!!!!
Per GiuggiaLulla:
…
(mi nascondo dietro il mio cuscino (con il coniglietto e il gattino
*_*) o almeno tento di farlo). Sei pronta a recensire anche questo
capitolo, nonostante la totale catastrofe? Dimmi di sì, ti
prego!!! (mi getto in ginocchio). Guarda che puoi anche scrivermi che
l’ho fatto concludere da schifo.
Infine, a chi vorrà seguirmi ancora, dico: al prossimo
capitolo, eroi, vi adoro *_*!
Baci,
quella pazza psicopatica di Pepesale
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