Capitolo 18
Vuoto. Nulla. Questo era tutto ciò che sentivo. E probabilmente tutto ciò che ero, ormai.
Ero in un letto d'ospedale a guardare, senza davvero vederlo, un punto indefinito del muro di fronte a me.
Avevo perso un pezzo importante della mia vita. Mio figlio.
Strinsi gli occhi a quel pensiero per trattenere, per quel che potevo, le lacrime.
Nick era accanto a me, ma io non riuscivo a fare nulla. Nemmeno girarmi
a fissarlo per infuriarmi con lui, per stringerlo a me, per cercare
conforto in lui. Niente. Il mio corpo e il mio cervello erano vuoti,
impotenti.
Quella creatura per me era sconosciuta fisicamente, ma era già padrona del mio cuore...
Nick in quel momento si riscosse e si accorse che ero sveglia. Mi prese
la mano nella sua. Quella mano, sempre così calda e accogliente,
era fedda come il marmo. Lentamente mi girai a fissarlo. Quei suoi
magnifici occhi verdi erano ugualmente privi di emozione, ma in qualche
modo riuscì a scorgervi quel qualcosa che mi aveva sempre
tranquillizato quando lui era accanto a me. Quel qualcosa che mi faceva
sentire sicura, protetta, a casa.
Le lacrime che avevo trattenuto fino a quel momento cominciarono a scorrere sulle mie guance.
Nick mi strinse a sé con dolcezza, probabilmente per paura di
farmi male. Dopotutto avevo avuto un incidente, ma paradossalmente il
mio dolore fisico era assente.
Completamente assorbito da quello emotivo.
-Lo so, amore mio, è una cosa orribile- cominciò Nick- ed
io...io...mi sento così responsabile di tutto!- continuò.
A quelle parole mi irrigidì. Responsabile? Lui?
Mi staccai dal suo abbraccio e lo guardai in faccia, mettendo il mio viso a pochi centimetri dal suo.
- Non dirlo nemmeno, Nick. Qui nessuno di noi ha colpa, solo il
destino. Ciò che è accaduto nessuno poteva prevederlo
e..- lui mi interruppe posando le sue dolci labbra sulle mie.
Finalmente. All'improvviso realizzai quanto mi era mancato un contatto con Nick. Un suo semplice bacio, persino!
Lo ricambiai con tutto l'amore che portavo dentro...con delicatezza
incontrai la mia lingua con la sua ed esplorai la sua bocca.
Continuammo a lungo, finché il nostro respiro ce lo permise e
finché le nostre dolorose sensazioni non si placarono almeno un
po'.
Nick posò il capo sul mio grembo e disse- Io ti amo, Gabriella.
Stavo venendo da te per dirtelo. Per dirti che volevo te e nostro
figlio nella mia vita. Per dirti che ero stato un grandissimo stronzo a
trattarvi in quel modo e a lasciarvi andare via, ma poi, quando ti ho
vista lì, priva di sensi su quella barella, ho capito che al mio
sbaglio non potevo più rimediare e che probabilmente ti avevo
persa per sempre. Te e il piccolo...- disse e i suoi occhi divennero lucidi- Spero che tu possa perdonarmi-.
Io passai le mie dita fra i suoi
capelli, sapendo che quel gesto lo rilassava.- Nick, il dolore che
provo dentro è orribile. Non lo augurerei a nessuno,
perché perdere un figlio è un qualcosa di atroce; non so
nemmeno dove sto trovando la forza di parlare in questo momento
perché dentro non sento nulla. Ma ti posso assicurare che non
voglio assolutamente lasciarti. Non lo sopporterei....ti prego
risparmiami almeno questo!- esordì con una voce bassa e piena di
patimento. Altre lacrime si affacciarono ai miei occhi ed io fui
incapace di trattenerle.
Nick alzò il capo e delicatamente prese la mia mano, intrecciando le mie dita con le sue.
-Anch'io ti amo e insieme supereremo anche questo momento- mi disse.
Io risposi con una specie di assenso e poi lo abbracciai.
E fu proprio così che il
dottore ci trovò. Era un uomo sulla cinquantina, credo. Portava
il solito camice bianco e si presentò come il Dott.re Browning.
-Allora, miss gabriella. Ho appena
finito di guardare i suoi esami e sono felice di informarla che, a
parte qualche mal di testa ricorrente e qualche graffio, lei
starà bene. E' stata molto fortunata- esordì. Ero stata
fortunata!?! Evidentemente io quell'uomo avevamo due punti di vista
molto differenti!. -Deve avere qualche angelo custode a proteggerla-
continuò. A stento mi tratteni dal ribattere o sbuffare.
-Allora vorrei procedere con un'altra
ecografia, giusto per restare tranquilli- disse e si avvicinò ad
un macchinario lì vicino. A cosa serviva un'altra ecografia?
-Mi scusi dottore, ma perché
dovrebbe fare un'altra ecografia?- chiese Nick, anticipando ancora una
volta i miei pensieri.
Inizialmente il dottore ci parve
sorpreso, ma poi gradulamente la sua espressione si sostituì ad
una più comprensiva e...felice?
-Non ditemi che..?- cominciò e
sorrise avvicinandosi a noi. -Avete creduto che quel sangue
significasse che miss Gabriella avesse perduto il bambino? Be', sono
felice di informarvi che non è così, altrimenti
perché sarei così allegro! Erano delle normali perdite,
soprattutto nei primi mesi. Certo il trauma che ha subìto non le
ha certo fatto bene, ma nemmeno ha apportato gravi danni- concluse.
Il mio cuore scoppiava di gioia.
Allora il mio bambino non era morto! Era ancora dentro di me! Avrei
voluto sfogare tutta la mia felicità, in qualsiasi modo,
ma mi limitai a guardare Nick, che a sua volta aveva un'espressione
incredula e felicissima, e a stringerlo forte a me.
5 anni dopo...
-Liam lascia in pace quella povera piccola di Charlotte!- urlai nel
tentativo di persuadere mio figlio a non tirare i capelli della bimba
accanto a lui. Era la figlia di Rossella e Antonio, nata due anni dopo Liam.
Così come mio figlio, era la gioia dei suoi genitori e
probabilmente aveva preso una specie di forte affezione per Liam: gli
stava smpre dietro, pretendendo di fare ciò che faceva lui. Chissà se anche in futuro...
Io e Rossella li guardavamo ridendo, erano così dolci, nonostante i loro continui battibecchi.
-Niente da fare, è proprio come suo padre- esordì
Nick all'improvviso uscendo in giardino e sedendosi sul dondolo accanto
a me. Passò il suo braccio attorno alle mie spalle e mi sitrinse.
-Sì, è un despota!- dissi, e risi girandomi verso di lui e dandogli una leggera gomitata.
-No, ha un fascino innato a cui ogni donna non sa resistere-
contrabbaté lui sfoggiando il suo solito sorriso da super
modello della Calvin Klain che ancora mi faceva sciogliere.
Io alzai un sopracciglio, manifestando tutto il mio scetticismo e, come
mi aspettavo, Nick non esitò ad avvicinarsi di più a me
per farmi cambiare idea.
Posò le sue morbide labbra sul collo, ben sapendo che era uno
dei miei punti deboli, e nel frattempo mi sussurrò- Vedremo se
dopo sarai della stessa opinione-.
-Voi due! smettetela di
scambiarvi effusioni in presenza di bambini!- sbottò Rossella
uscendo dalla cucina con un vassoio di limonata. Antonio, che si stava
occupando del barbecue insieme e Leo, incoraggiò l'amico con
un'occhiata ammiccante che poi rivolse alla moglie. A dispetto delle
sue
parole e ignara delle occhiate di apprezzamento che le stava lanciando
il marito, Rossella aveva un sorriso che illuminava il suo viso e si
avvicinò a Ludo, che era intenta a prendere un po' di sole.
Presto anche lei e Leonardo si sarebbero sposati.
-Nessuno può impedirmi di baciare o coccolare mia moglie!-
rispose Nick, invece, stringendomi a lui. Sì, perché
anche noi ci eravamo sposati, subito dopo essere tornati in Italia,
dove vivevamo in una villetta
antica in campagna, poco lontano da Firenze.
Era stato un giorno da favola, ancor meglio di come io l'avevo sempre
sognato sin da bambina. Ma il momento in cui avevamo pronunciato il
"sì, lo voglio" era stato il più emozionante,
perché il nostro matrimonio era il coronamento di tutta la
nostra storia, di tutti i nostri momenti belli e di tutti i nostri
momenti brutti, che avevamo superato grazie a quel sentimento
meravigliso che ci scaldava corpo, mente e anima!
Ora il nostro bambino correva felice e spensierato davanti ai nostri
occhi e noi non potevamo che essere felici che il destino lo avesse
salvato. Lo avremmo per sempre amato, amato di quell'amore
indescrivibile, ingannevole e stupendo che dà all'uomo
più forza di quanto si possa immaginare.
Quello stesso amore che stava neglisguardi, nei gesti e nelle parole
che io e Nick ci scambiavamo e che per sempre avremmo dato l'uno
all'altra. Per sempre...
Author's Corner
Eccoci giunti alla fine dela storia. Nick e Gabriella sono stati i
primi personaggi che hanno dato vita alla mia prima storia, quindi
anche se figuralmente non posso che ringraziare loro, ma soprattutto
voi, che avete sopportato tutti i miei ritardi, i miei errori e i miei
capitoli poco "suggestivi" ù_ù
Davvero, grazie di tutto. Ci leggiamo alla prossima storia che presto
pubblicherò e che si chiamerà "Love's War". Avrà
unambientazione storica diversa, o meglio saremo nel primo Medioevo,
più precisamente in Inghilterra.
Ad ogni modo recensite, fatemi sapere i vostri pareri sul capitolo e se volete sull'intera storia.
Besitos
Rubessia ;)))