La serata era stata piacevole, come sempre in compagnia di Ray.
Cena e passeggiata nel parco, una tranquilla e divertente alternativa
allo stare a casa a rimuginare sul suo complesso e incomprensibile
rapporto con Oliver.
Oliver. Perché i suoi pensieri rivolgevano sempre a lui?
Avrebbe dovuto pensare all'uomo accanto a lei che riusciva a farla
sorridere e con il quale poteva discorrere ore di matematica, fisica e
informatica. Quell'uomo era bello, intelligente e decisamente sapeva
tenerle testa.
Allora perché non era lui a invadere i suoi pensieri?
Perché non poteva andare avanti, come le aveva detto lui
quella maledetta sera, e cercare di farsi una vita?
Ma Felicity sapeva la risposta e questa era la cosa che più
la terrorizzava. Lei amava ancora Oliver Queen non avrebbe mai smesso
di amarlo! Qualsiasi cosa lui le avrebbe detto o fatto per farla
allontanare, non sarebbe mai riuscita a smettere di amarlo. Mai.
Ci stava provando però. Stava usando Ray per darsi una
possibilità ma, per quanto si sforzasse, non stava
funzionando.
In quel momento si accorse che l'uomo le stava parlando e attendeva una
sua risposta.
-Scusa, Ray, ero distratta. Cosa dicevi?-cercò di riprendere
il controllo dei suoi pensieri.
-Ti ho chiesto se volevi un gelato.-le sorrise in quel modo tutto suo
che, era certa, avrebbe fatto breccia nei cuori di qualsiasi donna, ma
che su di lei non aveva alcun effetto.
-Si, certo.-rispose al suo sorriso tentando di sembrare convincente.
Un gruppo di giovani scelse quell'istante per uscire dal percorso del
parco e piombargli addosso correndo e ridendo. Uno di loro aveva in
mano uno dei bicchieri del BellyBurger che, inevitabilmente,
finì sul vestito nuovo di Felicity, imbrattandolo di
frappè alla fragola insieme ai capelli, che aveva scelto di
lasciare sciolti quella sera.
Felicity spalancò gli occhi sorpresa per quel inconveniente
mentre Ray le prendeva la mano e la faceva allontanare verso l'uscita
del parco.
-Credo sia meglio che mi riporti a casa.-sperava davvero che il suo
tono celasse la sua gioia a tale possibilità.
-Il mio appartamento è più vicino. Potrai darti
una pulita, poi ti riaccompagnerò personalmente.-Il suo di
tono non ammetteva repliche, in questo gli ricordava...basta!
-Non credo sia il caso, Ray.
-Siamo a piedi, ricordi? Non vorrai andartene in giro per SC conciata
così?-la canzono' sorridendo.
Evitò ogni protesta e si lasciò trascinare verso
il suo appartamento.
Appena saliti all'ultimo piano dell'attico, Ray le indicò il
bagno.
-Vado a cercare qualcosa da farti mettere...-la osservò
attentamente con sguardo lusinghiero-...magari una delle mie tute ti
andrà.-e sparì lasciandola sola nel grande salone.
Felicity allora entrò nel sofisticato e lussuoso bagno, si
guardò allo specchio e scoprì che,
effettivamente, il suo stato era peggiore di quanto avesse immaginato.
La bevanda era colata sull'abito ma le era finita anche sui capelli e
sulle spalle. Che disastro.
Chiuse la porta e si spogliò. Trovò delle
salviette e tentò di darsi una pulita quando
sentì dei rumori oltre la soglia. Infilò un
asciugamano per coprirsi e sgattaiolò curiosa verso la fonte
di tale frastuono e la scena che le si parò davanti aveva
dell'assurdo.
Ray era nel salotto, in posizione di difesa, davanti ad un Arrow pronto
a colpire. Che diavolo ci faceva Oliver li'?
Senza esitare, o riflettere, si portò nello spazio tra i due
cercando di dividerli.
-Che sta succedendo?-chiese ad entrambi, passando con lo sguardo
dall'uno all'altro.
Entrambi la guardarono decisi a parlare ma, quando notarono il suo
abbigliamento, ammutolirono.
Felicity si rese conto soltanto in quel momento di essere praticamente
mezza nuda e arrossì, fissando Oliver, che sembrava
piuttosto arrabbiato.
Ray fu il primo a riprendersi.- Esci da casa mia! Ora!
-Me ne andrò quando sarò sicuro che lei stia bene.
-Credi che quel frappè possa ucciderla? O sono io che potrei
farle del male, secondo te?-lo provocò.
Oliver scattò, pronto a colpirlo, ma Felicity gli mise una
mano sul petto.
-Va tutto bene...dovresti andare.-la voce come un sussurro.
-Ti riaccompagno a casa.-insistette lui senza toglierle gli occhi di
dosso.
-Posso farlo io!
-Smettetela.-urlò esasperata.-Ray, ti prego, dammi un minuto
con lui.
-Non capisco cosa voglia Arrow...
-Siamo amici...a volte può essere un po' troppo protettivo.
Sicuramente stava seguendo qualcuno...
Senza dar segno di aver compreso, li lasciò soli.
Felicity allora affrontò l'uomo incrociando le braccia al
petto.
Oliver, involontariamente, la squadrò, mettendo entrambi in
imbarazzo.
-Smettila! Va via, Oliver. Non sono in pericolo.
-Devi tornare a casa per cambiarti.-era irremovibile.
La donna, sospirò profondamente. Non sarebbe mai riuscita a
liberarsi di queste sensazioni, sensazioni che soltanto lui era in
grado di farle provare.
Si arrese perchè non voleva che quella situazione divenisse
ancora più imbarazzante.
Tornò in bagno dove Ray le aveva lasciato una tuta, forse
troppo grande ma decisamente meglio dello stato attuale, e si
cambio'.
Nel salone, l'attendevano i due uomini che si guardavano ancora in
cagnesco.
-Arrow mi accompagnerà a casa.
-Dovrei essere io a farlo.
Felicity si avvicinò a lui e lo baciò sulla
guancia.-Grazie della serata ma...devo andare ora, sai...l'altro lavoro
mi chiama.-gli fece l'occhiolino.
Lui la lasciò andare arrabbiato e confuso ma quello non era
ne il luogo neil momento per discutere con l'uomo mascherato. Un
giorno, forse.
Felicity seguì Oliver in silenzio fino alla sua moto,
parcheggiata poco più in là.
Arrivati, lei salì salutandolo distrattamente. Era troppo
arrabbiata in quel momento, avrebbero parlato l'indomani, ma quando
entrò nell'appartamento, lui era li ad aspettarla. Braccia
conserte, il cappuccio abbassato e lo sguardo serio.
-Togliti immediatamente quei vestiti!
Lei ammutolì e arrossì nuovamente, fissandolo
confusa.
Lui prese un respiro e cercò di calmarsi, cosa piuttosto
difficile visto come si sentiva ad averla vista prima mezza nuda e ora
con indosso gli abiti di un altro. Non poteva ne doveva indossare gli
abiti di un altro, maledizione!
Gi era arrivato il sangue alla testa...doveva calmarsi, davvero.
-Intendo dire che dovresti cambiarti e andare a riposare.-Detto questo
si voltò per andarsene.
-Tutto qui? Questo è tutto quello che hai da dirmi?-era
incredula e davvero arrabbiata.
Sapeva che li aveva seguiti e sapeva il perché e voleva che
lui lo ammettesse.
-Cos'altro vuoi che ti dica?
Lei lo fissò per un lungo istante, poi sospirò
arrendendosi.-Niente. Come sempre, Oliver, tu non hai niente da dire,
tu non ne vuoi parlare ma, ti chiarisco le idee...sei stato tu a
decidere di non darci una possibilità, tu! E quindi non hai
il diritto di seguirmi o...fare quella faccia...
-Quale faccia?
-Sai cosa?-sbottò lei, ormai furente.-Lascia stare. Grazie
del passaggio. Ci vediamo domani.
Gli diede le spalle e si chiuse in bagno lasciandosi cadere contro la
porta, pronta a dar libero sfogo alle lacrime non appena se ne fosse
andato.
Come sarebbe riuscita ad andare avanti così? Come ci
sarebbero riusciti entrambi? Innamorati ma troppo spaventati...
Sperava davvero che un bel bagno e un bel sonno le avrebbero portato
consiglio.
Note dell'autrice: eccomi con un nuovo capitolo, sempre più
incasinato ahahahahh
Nell'ultimo periodo ho avuto mille idee ma metterle insieme e dar loro
un senso è davvero difficile, alla fine ho deciso di
scrivere tutto quello che mi veniva in mente e di lasciare che le cose
si sistemassero da sole, come tante piccole scene, situazioni, in cui
la nostra OTP poteva imbattersi. Spero non risulti solo un guazzabuglio
confuso :) e che vi piaccia condividere con me la mia pazzia per questi
due che mi stanno letteralmente rovinando la vita.
Buono lettura :*
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