Capitolo 34
La
sua
moto sfrecciava contro vento. Attorno a lui si udiva solo il rombo del
suo motore. Guardava avanti, ma non vedeva nulla di fronte a
sè,
solo un cielo azzurro e terribilmente infinito. Stava correndo
sull'asfalto, ma anche dentro sentiva un grande via vai di pensieri e
preoccupazioni. Si fermò solo una volta giunto in cima alla
salita. Spense il suo gioiellino, scese e si tolse il casco, agitando
un po' la meravigliosa chioma albina. Prese un respiro profondo e si
appoggiò con le braccia alla ringhiera d'acciaio. Il
paesaggio
da quella posizione risultava ancora più suggestivo, ogni
casa
pareva un minuscolo puntino nero. Un leggerissimo venticello
cominciò a soffiare verso est, scompiagliandogli i capelli.
Chiuse gli occhi, e cercò di assaporare quel momento. Pareva
quasi che la corrente parlasse, o meglio cantasse... una melodia
dolcissima, che lui prese a fischiettare. Ogni cosa attorno a lui gli
parlava di un passato remoto e distante, come se avesse vissuto
un'altra vita prima di venire adottato da Doji. Ma come poteva essere
una cosa del genere? Non vi era alcuna risposta per questa domanda.
Strinse il respiro tra i denti, forse rimuginare non era l'idea
migliore dato il suo stato psicofisico. D'un tratto, proprio davanti a
sè, comparve una donna. Fluttuava, ed era avvolta da un'aura
di
purezza. Aveva i capelli color dell'ebano e indossava un ferma capelli
di chiara manifattura orientale. Vesitva un kimono fucsia a fiori
bianchi, che metteva perfettamente in risalto la sua bellezza. I
lineamenti del viso erano fini e gentili, gli occhi grandi e acuti e il
sorriso di una dea incorniciato da due labbra sottili e rosee. La sua
pelle lattea evidenziava una discendenza principesca, più o
meno
del periodo Sengoku. Ryuga continuava a sbattere le palpebre nel vano
tentativo di rinsavire, ma la donna non spariva, anzi, essa
allungò una mano nella sua direzione, poggiandola sulla sua
guancia:"Figlio mio, non perdere la speranza, continua a cercare... Io
sono con te, proteggi Julie, difendila dal male" Lentamente la donna si
dissolveva:"Aspetta! Ti prego aiutami!" Gridò l'albino
tentando
inutilmente di trattenerla. Di quell'angelo ormai rimaneva solo il
ricordo. Il blader respirava affannosamente, e teneva ancora lo sguardo
fisso nel punto dove prima c'era quella che diceva di essere sua madre.
Forse era troppo lontana la verità, perchè lui
potesse
comprenderla... ma il maestro Roku certamente sapeva. Lui sapeva tutto,
ogni cosa, fin da quando gli aveva dato quella lettera...
Flashback
Ryuga reggeva la busta
scarlatta con
mani tremanti. La fissava, ma non aveva il coraggio di aprirla. Roku lo
guardava sorridente, nell'attesa di un suo gesto qualsiasi. Finalmente,
dopo minuti di attesa, il blader trovò il coraggio di
leggerne
il contenuto. Molto lentamente e degluttendo più volte ne
trasse
la lettera. Si umettò le labbra e la aprì. Rimase
di
stucco. Era scritta in una lingua incomprensibile. Strani arabeschi si
intrecciavano e si confondevano, rendendo impossibile la traduzione.
Ryuga aggrottò la fronte e voltò la testa verso
il suo
maestro, che non aveva mai smesso di sorridere. Si squadrarono per
chissà quanto, Roku non apriva bocca. Lentamente, il
vecchietto
si avvicinò e spostò le braccia del suo allievo
finchè non arrivò a fargli toccare il petto con
la
lettera:"Il tuo cuore sa, la tua mente non vuole sapere"
Fine Flashback
Quella frase, quella dannata frase:"MA CHE
DIAVOLO VUOL
DIRE!" Urlò con tutte le forze che aveva in corpo. Lui
voleva
sapere, lo voleva maledizione! O forse in un angolo remoto di
sè
stesso aveva paura di conoscere la verità...? Paura,
timore...
cose che non conosceva... o meglio che non avrebbe dovuto conoscere! Ma
perchè sentiva che tutto ciò che sapeva era
dannatamente
e irribimediabilmente sbagliato?! Forse, le risposte sarebbero arrivate
presto.
E non solo per
lui.
La sua mente era così
in subbuglio che a stento riusciva a parlare. Ancora non si era ripresa
del tutto dallo shock del giorno prima. Sorpassò lo specchio
gigante appeso alla parete, ma tornò quasi subito indietro,
soffermandosi a fissare la sua immagine riflessa. Prima vedeva una
donna insignificante, ma almeno sapeva di QUALE donna insignificante si
stava parlando... ora invece non sapeva cosa vedere. O meglio CHI
vedere. Ciò che il vetro le rispediva non era più
Julie
Casterville. Per un attimo al suo posto comparve di nuovo quella donna,
Akiza. La ragazza si tirò indietro ansimando e coprendosi la
bocca per non urlare. Aveva assoluto bisogno di distrarsi. Prese a
correre più che poteva e non rallentò
finchè non
arrivò davanti al portone della biblioteca. Lo
aprì ed
entrò senza indugi, scivolando poi lungo la parete fino a
terra.
Cercò di regolarizzare il respiro, chiudendo gli occhi e
inspirando profondamente. Dopo un paio di minuti si tirò su
e si
spazzolò la gonna nera con le mani, si ravvivò i
capelli
e si scroccò le dita. L'odore penetrante di carta stampata
le
pervase i polmoni, facendola sorridere debolmente. Corse verso uno dei
molteplici scaffali, producendo un eco sordo con il tacchetto dei suoi
mocassini. Salì sulla scala a pioli e scorrendo con il dito
le
lettere dell'alfabeto appiccicate sugli scaffali, riuscì a
trovare quattro libri che sicuramente l'avrebbero interessata
parecchio. Li prese uno ad uno e scese con molta attenzione.
Poggiò i tomi sul tavolo e si battè i palmi delle
mani
per pulirli dalla polvere. Si sedette e aprì il primo,
appoggiando la testa sul pugno chiuso come faceva di solito. Mentre
leggeva si accorse di qualcosa di anomalo. Accanto a lei, stava il
libro di Gwen, che lei non aveva più aperto nè
toccato
dalla sua ultima gita a New York. Aggrottò la fronte, come
ci
era finito lì? Lei sicuramente non ce l'aveva portato. Si
avvicinò lentamente, protendendo una mano in avanti. Lo
sfiorò con i polpastrelli e subito questo brillò
di
un'intensissima luce dorata, aprendosi con un tonfo. La ragazza aveva
ritratto bruscamente l'arto quando si era sprigionato il bagliore, ed
ora respirava affannosamente a causa dello spavento.
Degluttì e
si fece forza. Il libro non era più fatto di pagine,
bensì al posto della carta vi era uno scomparto. Al suo
interno
stavano impilate delle carte marroni con disegnato un vortice nero in
mezzo. Julie assottigliò gli occhi blu, non aveva mai visto
nulla di simile. Non sembravano comuni carte da gioco. Prese la prima
carta e la girò:"Avian Eroe Elementale" Lesse ad alta voce,
scandendo bene le parole. Mosse qualche passo avanti a lei:"Avian Eroe
Elementale... chissà che significa" Rimuginò. Non
si era
accorta però, che mentre lei rifletteva sull'etimologia,
attorno
a lei un vento abbastanza forte faceva tremare le lampade ad
olio
poste sul tavolone adibito alla lettura. Se ne rese conto troppo tardi.
Qualche istante dopo la carta si illuminò e la bruna fu
costretta a coprirsi gli occhi con il braccio. Da essa si materiallizzò
un mostro alato, con fattezze umane ma corpo di uccello. Lei fissava
quell'apparizione con occhi spalancati. Avian sbattè un paio
di
volte le sue imponenti ali piumate, ed in un solo momento, lo zefiro
che prima le scompigliava i capelli, si trasformò in una
bora
selfaggia, che trascinò con sè tutte le carte del
libro,
portandole via chissà dove nel mondo. Quando il vento si
placò, Avian tornò nella carta, che smise di
lampeggiare.
Julie cadde a terra in ginocchio, spaventata e sconvolta. Il libro
cadde a terra con un tonfo, vuoto e privo di qualsiasi
utilità.
O meglio, così pareva ad una prima fugace occhiata. La bruna
si
avvicinò gattonando e prese in mano quella che in
realtà
era una scatola; la lasciò cadere quasi subito,
perchè da
essa fuoriuscì un essere. Non si dinstinse la razza
finchè non spuntò tutto il corpo. Era uno
splendido
gatto, identico a Luna, ma con il pelo bianco come il latte. Il micio
miagolò due volte, e così come Luna, i suoi versi
si
trasformarono in parole comprensibili all'orecchio umano:"Buongiorno,
salve, ciao!" La faccia della ragazza era da incorniciare, i suoi occhi
erano ridotti a due puntini e una goccia in perfetto stile manga faceva
capolino sul lato sinistro della fronte:"E tu chi sei?!"
"Ti ringrazio per avermi svegliato, sei stata molto gentile!" Julie
ebbe un sussulto nervoso:"Non c'è di che..." Il gatto bianco
si
alzò sulle due zampe, e incrociò quelle
anteriori,chiudendo gli occhi con fare superiore:"Ahhh finalmente
libero, finalmente fuori da quel libro muffoso! Temevo proprio di
doverci rimanere chiuso per sempre..." Non fece in tempo a finire la
frase che venne brutalmente afferrato dalla ragazza, che lo
tirò
e lo sprimacciò come un cuscino:"Tu cosa sei, parla! Sei un
mutante, un alieno, voli?" L'animaletto si liberò dalla
presa e
con un agile balzo atterrò sul libro:"Stai più
attenta,
mi hai fatto male! Io non sono mica un giocattolo! Mi chiamo Artemis, e
sono il guardiano del sigillo del libro!" Si indignò quello,
guardando altrove:"Chi sei? Artemis?" Balzò agilmente
giù
dal suo piedistallo, e l'oggetto prese a fluttuare:"Esatto, sono il
custode di tutte le carte del libro, devo evitare che vadano perdute,
altrimenti faranno guai!" Sorrise indicando... lo scomparto ormai
vuoto. Quando si accorse della mancanza delle carte, fece un salto alto
un metro, e la sua faccia simulò quella dell'Urlo di
Munch:"Dove
sono le mie carte!" Gli occhi si riempirono di lacrime, e la sua voce
sembrava quella di una donnicciuola in preda ad una crisi isterica:"Oh
no! Le mie carte sono sparite!" Strillò in preda allo
sconforto.
Julie prese in mano Avian, lo guardò più volte e
poi
glielo porse:"Cerchi questa?" Artemis si voltò lentamente, e
quando riconobbe la carta la prese subito tra le zampette, sospirando
sollevato:"Ah sì sì grazie! Questa è
una delle mie
carte, bene dammi anche le altre" La bruna sorrise innocente:"Mi
è capitata in mano solamente questa qui" Il gatto
annuì
più volte:"Certo"
"E si è alzato subito un forte vento"
"Sì certo" Julie si portò una mano dietro la
nuca,
trasformando l'espressione del suo viso in una risata tirata:"E ha
fatto volare le altre!"
"Sono volate!" I due si misero a ridere in coro. Poi però
Artemis realizzò ciò che la ragazza gli aveva
appena
confessato e per poco non ebbe un mancamento:"Cosa hai detto?!"
"Beh io... "Non finì la frase, che il libro si
illuminò
di nuovo. Entrambi erano stupiti, non se l'aspettavano. Qualche secondo
dopo, venne proiettata nel vuoto un'immagine olografica, che non si
distinse subito chiaramente, ma sfarfallò un paio di volte
prima
di assestarsi. A Sailor Moon si mozzò il respiro: era
proprio
l'uomo che compariva sempre nelle sue visioni. Si chiamava... Yusei!
Ecco qual era il suo nome. Julie provò a toccare
l'ologramma, ma
esso si mosse appena:"Julie, se se venuta in possesso di questo libro,
vuol dire che stai compiendo la tua missione egregiamente" Disse, con
la sua voce calda e profonda:"Avevo esplicitamente detto di non
consegnarti nulla fino al tuo diciannovesimo compleanno, confido che
questo sia stato fatto. Questo libro è stato creato da me,
Yusei, per un fine ben preciso: racchiudere tutte le carte
più
potenti e pericolose, cosicchè non potessero più
causare
danni se finissero nelle mani sbagliate. So che le hai fatte scappare"
A queste parole, la ragazza ebbe un sussulto. Come faceva
quell'immagine proiettata a conoscere ogni cosa? Se era un ologramma
significava che il video era stato girato molto tempo addietro. Allora
com'era possibile che lui fosse al corrente dell'esatto svolgimento dei
fatti? Senza curarsi delle sue espressioni preoccupate, Yusei
continuò:"So che è stato un incidente, ma so
anche che se
sei riuscita ad evocare Avian, vuol dire che hai ripreso dei poteri
dalla regina Akiza. E me ne compiaccio, essi ti saranno indispensabili
ai fini della tua missione. Ora devi recuperare tutte e cinquantadue le
carte, nessuna esclusa. Sta attenta, perchè Ryuga non ti
aiuterà in questa situazione. Non ti fidare ciecamente del
suo
appoggio, fai affidamento sulle tue forze. Confido in te, bambina
mia..." E così come era apparso, svanì. Sia
Artemis che
Sailor Moon erano sconvolti. Ci fu una lunghissima ed estenuante pausa
di silenzio, nel quale il gatto riflettè con attenzione. Se
re
Yusei aveva ritenuto che quella ragazza fosse in grado di recuperare le
carte di Selene, allora forse valeva la pena conferirle i poteri adatti
per farlo. Dopo averci rimuginato su per minuti, finalmente si
decise:"Julie, ho intenzione di dare ascolto al sovrano"
Sentenziò con voce ferma. La ragazza ci mise un po' per
capire
quello che le aveva appena detto, appena si riprese, agitò
freneticamente le mani davanti a sè:" Ma no! Sono certo che
ha
sbagliato persona... io non sono adatta!"
"Oh avanti, non fare la modesta! Se sei riuscita ad evocare Avian,
significa che hai un buon potere magico! Oltretutto poi sei anche in
dovere di catturare le carte, visto che sei stata tu a farle fuggire"
La bruna annuì, dopo un breve attimo di esitazione, e si
tirò su in piedi:"D'accordo, sono pronta" Affermò
granitica. Artemis balzò sul tavolo, seguito a ruota dal
libro,
che fluttuò fino alla superificie. I due si squadrarono per
un
po', poi Artemis cominciò a recitare una formula:"Chiave del
sigillo" Appena pronunciate queste parole, dal lucchetto che chiudeva
il libro fuoriuscì un piccolo agglomerato di luce, che
andò a posizionarsi al centro del cerchio dorato formatosi
sotto
i piedi di Julie:"Questa ragazza promette solennemente di compiere la
missione, il suo nome è Julie! Chiave del sigillo, concedile
i
poteri magici!" Indicò la piccola lucciola, che
mutò in
uno scettro, il quale si allungò sempre di più, e
aumentò esponenzialmente la luce che sprigionava,
costringendo
Julie a coprirsi gli occhi con il braccio:"Conferimento dei poteri!
Julie prendi lo scettro!" Con molta fatica, la ragazza
riuscì a
prendere in mano lo scettro rosa:"Perfetto! Io ti nomino:
cattura-carte!" E il tutto svanì in un secondo, a parte la
strana bacchetta che Sailor Moon recava in mano:" Quello è
il
Jewel Stick, ti sarà indispensabile per catturare le carte"
Rientrò sbattendo la porta. Era fradicio dalla testa ai
piedi.
Improvvisamente si era messo a piovere, nonostante avessero previsto
bel tempo per tutta la settimana. Appena disse il consueto:"Sono a
casa" Julie gli venne incontro abbracciandolo come se non lo vedesse da
secoli:"Ciao Ryuga, mi sei mancato! Dove sei stato oggi?" Chiese lei
dolcemente, strusciando la testa contro il suo petto muscoloso:"Ciao
piccola, scusa se ti ho fatto preoccupare... ero solo andato a farmi un
giro" Rispose, accarezzandole la nuca.
Si spostarono in salotto. Julie aveva acceso il fuoco, e gli aveva
portato abiti puliti e delle coperte per riscaldarsi, sedendosi poi
davanti a lui come al solito. Rimasero in silenzio. La bruna sapeva di
dovergli confessare tutto, ma non trovava le parole. Nonostante fossero
ore che ci rimuginava, non aveva ancora trovato una formula per non
creare confusione. Si picchiettò i polpastrelli dei pollici
per
un po', tenendo la testa e lo sguardo basso. Ogni tanto buttava qualche
fugace occhiata a Ryuga, per capire se il suo ragazzo era dello stato
d'animo giusto per affrontare la notizia. Ma era impossibile stabilirlo
data la sua impassibilità. Ad un certo punto, presa dallo
sconforto, battè entrambe le mani sui braccioli della
poltrona,
facendogli voltare lo sguardo:"Devo dirti una cosa!" Esclamò
lei, destanto il suo stupore più acuto:"Avanti, ti ascolto"
La
bruna prese un respiro profondo, ed inizò la sua narrazione.
Descrisse tutto nei minimi dettagli, menzionando anche quelli superflui
per allungare il discorso e pensare a ciò che avrebbe dovuto
dire dopo. Dopo estenuanti minuti di relazione fatta tutta d'un fiato,
Julie concluse con un mezzo sorriso che malcelava un'eccitazione
bambinesca. Ryuga aveva l'espressione di uno a cui era appena morto il
gatto. Torvo e statuario, fissava la sua ragazza, tenendo le mani
intrecciate sotto al mento. Rimasero immobili per un tempo che alla
ragazza parve infinito, finchè il blader non si decise ad
aprire
bocca:"E così, ora hai un altro fantastico potere, dico
bene?"
Domandò, con una punta di sarcasmo nella voce, che Julie
però, non colse:"Sì è così!
Non è
fantastico?" L'albino alzò un sopracciglio con fare
superiore:"Oh sì, lo è eccome, considerando che
io non ho
nulla invece" Sailor Moon stortò la testa:"Cosa vorresti
dire?"
"Come se tu non lo sapessi... da quando sei arrivata tu, guarda caso
sono piombati anche i guai. Tu sei bella, sei intelligente, sei la
migliore, hai tutti i poteri!" Mentre scandiva queste parole con
un'accidia ostentata, aveva preso a girare attorno alla poltrona di
Julie, gesticolando anche in modo esagerato:"Ma cosa sei in
realtà? Una stupida ragazzina, che senza di me non saprebbe
nemmeno tirare un pugno come si deve!" Sbraitò ancora. Julie
tremò impercettibilmente, e il suo cuore
acellerò:"Ryuga... perchè fai
così...?"
Domandò con voce rotta dal pianto
imminente:"Perchè?!
Perchè da quando ci sei tu, io non ho che grane maledizione!
Sembra quasi che la gente ascolti più te che me! Sono io il
capo
dannazione, IO non tu!" Le si era avvicinato così tanto da
farle
ombra con la sua possanza. Anche se può sembrare che la sua
reazione fosse dovuta ai nuovi poteri di Julie, in realtà
lui
era assai turbato per la questione del suo passato. Erano quelle le
grane a cui si riferiva. Prima che la bruna arrivasse a sconvolgere il
suo mondo, lui viveva tranquillo, e avrebbe continuato così,
se
N non fosse evaso per colpa di quella che doveva essere la sua ragazza.
In quel momento vedeva tutto nero a causa dei mille dubbi che lo
assalivano. Non era mai stato così turbato in vita sua.
Improvvisamente, dopo diciannove anni di buio, scoprire di avere dei
genitori che erano morti chissà dove e chissà
quando.
Continuare ad avere visioni su un passato inesistente, che non aveva
alcun senso! Erano cose che lo facevano letteralmente impazzire. E la
notizia di poco prima era stata la goccia che fa traboccare il
vaso:"Ma... ma..." Ormai la bruna non riusciva più a
trattenere
le lacrime, ma la mente di Ryuga era talmente annebbiata da non vedere
nemmeno quanto lei stesse soffrendo. Con un gesto stizzito,
girò
i tacchi e se ne andò sbattendo la porta, lasciandola in
preda
ad un pianto isterico e convulso, che tutto presagiva,
fuorchè
una duratura alleanza.
Entrò
in camera, lasciandosi cadere pigramente sul letto. Affondò
la testa
nel morbido guanciale, emettendo un mugolio disperato.
Perchè ogni
volta si trovava a litigare con l'unica persona con la quale sarebbe
sempre dovuta andare d'accordo? Luna e Artemis zomparono sopra la
scrivania, osservandola agitando le code. Si chiedevano entrambi cosa
la facesse soffrire. Lei si alzò leggermente, con gli occhi
semichiusi,
e prese il libro dal quale erano volate via le carte. Sulla copertina
ora risplendeva un nuovo titolo:" Il deck delle stelle" lesse ad alta
voce, girandosi verso i due felini:"Come mai si chiama
così?" Domandò
perplessa. Artemis le saltò accanto:"E' una lunga storia"
Miagolò,
strofinandosi il muso con la zampa sinistra:"Voglio conoscerla!" A
questo punto prese la parola Luna:"Devi sapere mia cara, che l'ultimo
sovrano del regno della Luna era un uomo molto saggio. Si chiamava
Yusei, ed era amato da tutti i suoi sudditi. Era anche un abilissimo
duellante a Duel Monster. Un giorno, mentre combatteva, si rese conto
che vi erano cinquantadue carte troppo potenti per essere utilizzate
con saggezza. Le recuperò tutte, e assegnò ad
ogni carta una
costellazione, legandole ad esse con un potente incantesimo. Per questo
si chiama il deck delle stelle. Nessun umano è in grado di
utilizzare
il potere di questo deck senza caderne sotto l'effetto malevolo. SI
dice inoltre che chi riuscirà a catturare tutte le carte
otterrà il
potere supremo" La bruna rimase un attimo con lo sguardo puntato sopra
alla copertina. Questo Yusei doveva essere un re davvero saggio e
doveva amare veramente i suoi sudditi, allora perchè
lasciare ad
un'imbranata come lei quel libro così prezioso? Oltretutto
sapeva
benissimo che lei avrebbe fatto scappare tutte le carte con la sua
stupidità, quindi era tutto calcolato. Una ragione valida
doveva pur
esserci, solo che lei non la vedeva proprio. Un verso a dir poco
inquietante la distrasse dal suo soliloquio:"Cosa è stato?"
Chiese,
voltando la testa da una parte e dall'altra:"Veniva da fuori miao"
Trillò la gatta nera, e subito Julie si precipitò
ad aprire la finestra
per vedere cosa stesse succedendo. Lo spettacolo che le si
parò davanti
la lasciò senza parole: un'enorme aquila reale stava
sorvolando la
città. Aveva dimensioni mastodontiche, pari a quelle di un
serpente
marino:"Julie! Quella è la carta del volo! Presto, dobbiamo
catturarla!" Esclamò Artemis guardando il cielo. Julie
annuì, e si legò
la collana con il miniscettro al collo. Non sarebbe stata un'impresa
facile.
Si chiedeva incessantemente cosa gli mancasse. Julie
continuava a ricevere poteri nuovi e diventava sempre più
forte, lui
invece era fermo al solito livello, se non addirittura regredito. Mai
nessuno che rispondesse alle sue domande, più chiedeva e
meno sapeva.
Nessuno lo reputava pronto. E invece Julie si prendeva tutta la gloria.
Un'ingiustizia bella e buona. Doveva a tutti i costi dimostare al mondo
e a sè stesso di poter essere il numero uno. I mortali non
dovevano
permettersi di scavalcarlo, era da sempre il primo e aveva intenzione
di mantenere il trono. L'Imperatore Drago non può lasciarsi
battere da
un'insulsa ragazzina, ne andava del suo onore. Questi erano pressapoco
i pensieri di Ryuga in quel momento. Continuava a fare la spola da un
capo all'altro della stanza, grattandosi freneticamente la testa. Stava
meditando uno dei suoi piani geniali, quando un grido acuto interruppe
lo stridere degli ingranaggi celebrali. Corse alla finestra, e quando
la aprì vide una mostruosa aquila gigante solcare i cieli
della città.
Cercò di fare mente locale: Julie gli aveva pocanzi parlato
delle
carte. Non c'era altra spiegazione: doveva essere una di loro. Una
lampadina si accese nella sua testa, doveva catturarla per primo. Non
importava come, se ci fosse riuscito avrebbe finalmente provato la sua
indiscussa superiorità. Con una nuova motivazione si
precipitò fuori a
rotta di collo. Niente avrebbe potuto fermarlo.
Per arrivare più
in fretta, Julie aveva indossato i suoi roller-blade blu elettrico, e
aveva pattinato velocemente fino all'attuale posizione della carta.
Giunsero sul posto, e la bruna fu costretta a fermarsi di colpo a causa
di un'intensa folata di vento generata dalle ali dell'aquila.
Tentò di
coprirsi col braccio, rischiando anche di cadere:"Julie tocca a te!"
Gridò Artemis:"Sì ma cosa devo fare?!"
Ribattè lei con ansia:"Sei tu la
cattura carte! Usa la chiave!" In quel momento Julie si
ricordò del suo
scettro. Si concentrò a fondo e slacciò il
ciondolo dal collo. In quel
momento il Jewel Stick rimase sospeso in una bolla di luce sopra la sua
mano:"Sprigiona i tuoi poteri magici! Chiave del sigillo, rivela la tua
vera potenza e aiutami a sconfiggere il male! Scettro, a me!" Lo
scettro divenne a grandezza naturale, e la bruna lo prese al volo,
facendolo roteare qualche volta a mo' di majorette. La carta era
particolarmente aggressiva e come la vide cercò subito di
prenderla,
volandole dietro. La ragazza scappò il più in
fretta che poteva, ma era
estremamente difficile tenere testa ad un bestione del genere. Qualcuno
osservava la scena dall'alto:"E' il momento di agire" Si disse,
ghignando. Ryuga credeva di sapere molto bene come sconfiggere ogni
nemico ed era fermamente certo di non fare mai cilecca. Ma, come si
suol dire, c'è sempre una prima volta. Senza pensarci due
volte,
trasformato ormai in Turbine Rosso, si gettò dal tetto,
atterrando
proprio sul dorso dell'animale. I suoi occhi brillarono dietro la
maschera: tutto stava andando esattamente come aveva previsto.
Immediatamente l'aquila se ne accorse e cominciò a dimenarsi
furiosamente, arrestando il suo inseguimento. Anche Julie si
bloccò per
vedere cosa stesse accadendo. Quando vide il costume rosso cremisi
perse ottocento battiti:"Ryuga no!" Gridò con tutta la forza
che aveva.
L'albino non riusciva minimamente a comprendere il livello di
stupidità
del suo gesto! Non aveva alcuno strumento per poter catturare la carta,
come sperava di cavarsela?! Lui però continuò
imperterrito come si era
programmato e recitò la formula per il suo
attacco:"Preparati al
peggio! Freccia infuocata azione!" Detto fatto. Scagliò il
dardo. Ma
qualcosa andò storto. Invece che conficcarsi nella testa del
mostro,
esso rimbalzò indietro, finendo in orbita. Ryuga
inorridì:"Come è
possibile?!" Biascicò, un occhio che ballava a causa del
panico.
L'uccello si infuriò più che mai e prese il volo.
Il blader che non se
l'aspettava, riuscì ad aggrapparsi alle piume per un soffio,
ma la
carta del vento volava in verticale, rendendo la sopravvivenza
praticamente impossibile. Julie tremava, doveva fare qualcosa.
Cercò di
ricordare tutti gli insegnamenti di Ryuga, sopratutto riguardo al
selfcontrol. Doveva salvarlo, ed era l'unica in quel momento a
potercela fare. Mossa da questa motivazione, meditò un piano
che
avrebbe potuto funzionare solo se avesse preso il tempo giusto. Aveva
il dovere di provarci. Tirò indietro la gamba, mettendosi in
posizione
di partenza e in un secondo scattò, pattinando in avanti.
All'ultimo
secondo virò finendo a scivolare sul muro. Era partita con
la giusta
rincorsa, perciò riusciva a salire grazie al principio della
spinta di
Darwin. Quasi sul ciglio della parete, saltò, arrivando
all'altezza del
mostro. Ryuga era allo stremo, il suo braccio non reggeva
più un simile
carico di fatica. La bruna lo notò e strinse i denti,
lanciando davanti
a sè la carta del vento:"Avian eroe elementale, ti ordino di
bloccare
la carta del volo con il tuo vento micidiale! Azione!" E la
colpì con
lo scettro. Da essa fuoriuscì il mostro, che con le sue ali
poderose
generò dei fasci di vento, i quali avvolsero e legarono
l'aquila:"Sparisci bestiaccia! Torna prigioniera della carta!" Julie
lanciò addosso alla fiera ormai sconfitta la carta dalla
quale
proveniva, ed essa fu subito riassorbita. La bruna atterrò
in piedi, ma
da lontano scorse il corpo di Ryuga che precipitava al suolo:"Usa la
carta Julie!" Le suggerì Luna e la bruna obbedì
senza pensarci.
Aprì
gli occhi. Stava fluttuando a quattro metri da terra. Una volta messo a
fuoco ciò che lo circonadava, alzò lo sguardo.
Julie, in versione
principessa della luna con l'aggiunta di un fantastico ed enorme paio
d'ali stile angelo, lo teneva per mano. Qualche istante dopo
atterrarono, e la bruna lo appoggiò in piedi, cadendogli
davanti. Ryuga
spostò lo sguardo, mostrandosi indignato e per tutta
risposta la
ragazza lo abbracciò piangendo:"Perchè l'hai
fatto stupido! Potevi
morire! Cosa avrei fatto se ti fosse accaduto qualcosa?!"
Urlò,
strusciandosi sul suo petto. A questa supplica, l'albino non
potè che
arrendersi ad un dolce sorriso. La strinse a sua volta, ma si
staccò
quasi subito:"Julie, ho bisogno di quelle carte" La ragazza sorrise e
dalla tasca trasse il mostro che aveva appena catturato: Aquila Reale
della Valle delle Nebbie. Il blader scosse la testa, spingendogliela
indietro:"No, voglio catturarle da solo! Non so se puoi capirmi ma..."
L'espressione della bruna divenne avvinta. Tirò un pugno che
si fermò
sulla sua bocca, senza colpirlo:"Allora battimi se ne sei capace! Io
sono la cattura carte, voglio vedere se sarai alla mia altezza" Ryuga
ricambiò la faccia di Julie:"Ti batterò, stanne
pur certa" Non sapeva
perchè, ma era convinto fin dall'inizio che lei avrebbe
capito e non lo
avrebbe intralciato. Dopo tutto, che loro due fossero in sintonia
totale era una cosa risaputa ormai da tutti:"Beh allora non mi resta
che consegnare anche a te lo strumento per catturare le carte" Artemis
lanciò con la bocca la collanina che portava sempre al
collo:"Cos'è?"
Domandò l'albino perplesso:"Pronuncia la formula e lo
saprai" La bruna
ridacchiò:"Devi dire chiave del sigillo donami i tuoi
poteri" Lui
obbedì e subito il pendente divenne una katana:"Funziona
come lo
scettro di Julie, ma ti si addice di più" Tutti si fecero
una grassa
risata a questa affermazione.
Una nuova ed emozionante sfida era
cominciata per i nostri eroi, ma molte domande erano ancora senza
risposta. Per esempio, come mai re Yusei voleva che Julie trovasse le
carte? E come faceva a sapere di Ryuga? Ma sopratutto: che segreto
nascondeva questo deck delle stelle? Spettava ai nostri eroi rispondere
a questi quesiti. E potevano riuscirci solo unendo le loro forze e i
loro cuori.
Angolo autrice
Okay sta volta voglio davvero i
pomodori! Vi ho fatto aspettare davvero molto... Scusatemiiiiii! Devo
anche chiedere il sommo perdono alle autrici delle storie che seguo, mi
dispiace se non recensisco ma veramente ho poco tempo ! Ne ho avuto
pochissimo anche per scrivere questo capitolo! Comunque un
ringraziamento speciale va a Ioamolamusica00
per essermi stata col fiato sul collo per l'aggiornamento e a tutti i
lettori che hanno portato il capitolo 1 a superare le mille visite! Di
questo capitolo ho poco da dire, vi dico solo che dal prossimo ci si
avvia a grandi passi verso il finale! Quindi state sul pezzo e non
perdete nulla! Al prossimo capitolo: L'invasione dei supremi! Non
mancate!
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