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Autore: iloveryuga 2000    19/11/2014    5 recensioni
Una maschera di vetro le persone indossano e il loro vero volto nascondono.Credete alla teoria dei mondi paralleli?Neanche lei ci credeva.M dovette ricredersi.Perché quando un sentimento e verace e puro,va oltre il tempo e lo spazio.[Questo è il link del trailer:https://www.youtube.com/watch?v=C4fHF3laN94&feature=youtu.be] Questo è il link di un altro trailer che ho fatto: http://youtu.be/PlEsrQIjHWw
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Ryuga, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 34 Image and
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La sua moto sfrecciava contro vento. Attorno a lui si udiva solo il rombo del suo motore. Guardava avanti, ma non vedeva nulla di fronte a sè, solo un cielo azzurro e terribilmente infinito. Stava correndo sull'asfalto, ma anche dentro sentiva un grande via vai di pensieri e preoccupazioni. Si fermò solo una volta giunto in cima alla salita. Spense il suo gioiellino, scese e si tolse il casco, agitando un po' la meravigliosa chioma albina. Prese un respiro profondo e si appoggiò con le braccia alla ringhiera d'acciaio. Il paesaggio da quella posizione risultava ancora più suggestivo, ogni casa pareva un minuscolo puntino nero. Un leggerissimo venticello cominciò a soffiare verso est, scompiagliandogli i capelli. Chiuse gli occhi, e cercò di assaporare quel momento. Pareva quasi che la corrente parlasse, o meglio cantasse... una melodia dolcissima, che lui prese a fischiettare. Ogni cosa attorno a lui gli parlava di un passato remoto e distante, come se avesse vissuto un'altra vita prima di venire adottato da Doji. Ma come poteva essere una cosa del genere? Non vi era alcuna risposta per questa domanda. Strinse il respiro tra i denti, forse rimuginare non era l'idea migliore dato il suo stato psicofisico. D'un tratto, proprio davanti a sè, comparve una donna. Fluttuava, ed era avvolta da un'aura di purezza. Aveva i capelli color dell'ebano e indossava un ferma capelli di chiara manifattura orientale. Vesitva un kimono fucsia a fiori bianchi, che metteva perfettamente in risalto la sua bellezza. I lineamenti del viso erano fini e gentili, gli occhi grandi e acuti e il sorriso di una dea incorniciato da due labbra sottili e rosee. La sua pelle lattea evidenziava una discendenza principesca, più o meno del periodo Sengoku. Ryuga continuava a sbattere le palpebre nel vano tentativo di rinsavire, ma la donna non spariva, anzi, essa allungò una mano nella sua direzione, poggiandola sulla sua guancia:"Figlio mio, non perdere la speranza, continua a cercare... Io sono con te, proteggi Julie, difendila dal male" Lentamente la donna si dissolveva:"Aspetta! Ti prego aiutami!" Gridò l'albino tentando inutilmente di trattenerla. Di quell'angelo ormai rimaneva solo il ricordo. Il blader respirava affannosamente, e teneva ancora lo sguardo fisso nel punto dove prima c'era quella che diceva di essere sua madre. Forse era troppo lontana la verità, perchè lui potesse comprenderla... ma il maestro Roku certamente sapeva. Lui sapeva tutto, ogni cosa, fin da quando gli aveva dato quella lettera...
Flashback
Ryuga reggeva la busta scarlatta con mani tremanti. La fissava, ma non aveva il coraggio di aprirla. Roku lo guardava sorridente, nell'attesa di un suo gesto qualsiasi. Finalmente, dopo minuti di attesa, il blader trovò il coraggio di leggerne il contenuto. Molto lentamente e degluttendo più volte ne trasse la lettera. Si umettò le labbra e la aprì. Rimase di stucco. Era scritta in una lingua incomprensibile. Strani arabeschi si intrecciavano e si confondevano, rendendo impossibile la traduzione. Ryuga aggrottò la fronte e voltò la testa verso il suo maestro, che non aveva mai smesso di sorridere. Si squadrarono per chissà quanto, Roku non apriva bocca. Lentamente, il vecchietto si avvicinò e spostò le braccia del suo allievo finchè non arrivò a fargli toccare il petto con la lettera:"Il tuo cuore sa, la tua mente non vuole sapere"
Fine Flashback
Quella frase, quella dannata frase:"MA CHE DIAVOLO VUOL DIRE!" Urlò con tutte le forze che aveva in corpo. Lui voleva sapere, lo voleva maledizione! O forse in un angolo remoto di sè stesso aveva paura di conoscere la verità...? Paura, timore... cose che non conosceva... o meglio che non avrebbe dovuto conoscere! Ma perchè sentiva che tutto ciò che sapeva era dannatamente e irribimediabilmente sbagliato?! Forse, le risposte sarebbero arrivate presto.
E non solo per lui.

La sua mente era così in subbuglio che a stento riusciva a parlare. Ancora non si era ripresa del tutto dallo shock del giorno prima. Sorpassò lo specchio gigante appeso alla parete, ma tornò quasi subito indietro, soffermandosi a fissare la sua immagine riflessa. Prima vedeva una donna insignificante, ma almeno sapeva di QUALE donna insignificante si stava parlando... ora invece non sapeva cosa vedere. O meglio CHI vedere. Ciò che il vetro le rispediva non era più Julie Casterville. Per un attimo al suo posto comparve di nuovo quella donna, Akiza. La ragazza si tirò indietro ansimando e coprendosi la bocca per non urlare. Aveva assoluto bisogno di distrarsi. Prese a correre più che poteva e non rallentò finchè non arrivò davanti al portone della biblioteca. Lo aprì ed entrò senza indugi, scivolando poi lungo la parete fino a terra. Cercò di regolarizzare il respiro, chiudendo gli occhi e inspirando profondamente. Dopo un paio di minuti si tirò su e si spazzolò la gonna nera con le mani, si ravvivò i capelli e si scroccò le dita. L'odore penetrante di carta stampata le pervase i polmoni, facendola sorridere debolmente. Corse verso uno dei molteplici scaffali, producendo un eco sordo con il tacchetto dei suoi mocassini. Salì sulla scala a pioli e scorrendo con il dito le lettere dell'alfabeto appiccicate sugli scaffali, riuscì a trovare quattro libri che sicuramente l'avrebbero interessata parecchio. Li prese uno ad uno e scese con molta attenzione. Poggiò i tomi sul tavolo e si battè i palmi delle mani per pulirli dalla polvere. Si sedette e aprì il primo, appoggiando la testa sul pugno chiuso come faceva di solito. Mentre leggeva si accorse di qualcosa di anomalo. Accanto a lei, stava il libro di Gwen, che lei non aveva più aperto nè toccato dalla sua ultima gita a New York. Aggrottò la fronte, come ci era finito lì? Lei sicuramente non ce l'aveva portato. Si avvicinò lentamente, protendendo una mano in avanti. Lo sfiorò con i polpastrelli e subito questo brillò di un'intensissima luce dorata, aprendosi con un tonfo. La ragazza aveva ritratto bruscamente l'arto quando si era sprigionato il bagliore, ed ora respirava affannosamente a causa dello spavento. Degluttì e si fece forza. Il libro non era più fatto di pagine, bensì al posto della carta vi era uno scomparto. Al suo interno stavano impilate delle carte marroni con disegnato un vortice nero in mezzo. Julie assottigliò gli occhi blu, non aveva mai visto nulla di simile. Non sembravano comuni carte da gioco. Prese la prima carta e la girò:"Avian Eroe Elementale" Lesse ad alta voce, scandendo bene le parole. Mosse qualche passo avanti a lei:"Avian Eroe Elementale... chissà che significa" Rimuginò. Non si era accorta però, che mentre lei rifletteva sull'etimologia, attorno a lei  un vento abbastanza forte faceva tremare le lampade ad olio poste sul tavolone adibito alla lettura. Se ne rese conto troppo tardi. Qualche istante dopo la carta si illuminò e la bruna fu costretta a coprirsi gli occhi con il braccio. Da essa si materiallizzò un mostro alato, con fattezze umane ma corpo di uccello. Lei fissava quell'apparizione con occhi spalancati. Avian sbattè un paio di volte le sue imponenti ali piumate, ed in un solo momento, lo zefiro che prima le scompigliava i capelli, si trasformò in una bora selfaggia, che trascinò con sè tutte le carte del libro, portandole via chissà dove nel mondo. Quando il vento si placò, Avian tornò nella carta, che smise di lampeggiare. Julie cadde a terra in ginocchio, spaventata e sconvolta. Il libro cadde a terra con un tonfo, vuoto e privo di qualsiasi utilità. O meglio, così pareva ad una prima fugace occhiata. La bruna si avvicinò gattonando e prese in mano quella che in realtà era una scatola; la lasciò cadere quasi subito, perchè da essa fuoriuscì un essere. Non si dinstinse la razza finchè non spuntò tutto il corpo. Era uno splendido gatto, identico a Luna, ma con il pelo bianco come il latte. Il micio miagolò due volte, e così come Luna, i suoi versi si trasformarono in parole comprensibili all'orecchio umano:"Buongiorno, salve, ciao!" La faccia della ragazza era da incorniciare, i suoi occhi erano ridotti a due puntini e una goccia in perfetto stile manga faceva capolino sul lato sinistro della fronte:"E tu chi sei?!"
"Ti ringrazio per avermi svegliato, sei stata molto gentile!" Julie ebbe un sussulto nervoso:"Non c'è di che..." Il gatto bianco si alzò sulle due zampe, e incrociò quelle anteriori,chiudendo gli occhi con fare superiore:"Ahhh finalmente libero, finalmente fuori da quel libro muffoso! Temevo proprio di doverci rimanere chiuso per sempre..." Non fece in tempo a finire la frase che venne brutalmente afferrato dalla ragazza, che lo tirò e lo sprimacciò come un cuscino:"Tu cosa sei, parla! Sei un mutante, un alieno, voli?" L'animaletto si liberò dalla presa e con un agile balzo atterrò sul libro:"Stai più attenta, mi hai fatto male! Io non sono mica un giocattolo! Mi chiamo Artemis, e sono il guardiano del sigillo del libro!" Si indignò quello, guardando altrove:"Chi sei? Artemis?" Balzò agilmente giù dal suo piedistallo, e l'oggetto prese a fluttuare:"Esatto, sono il custode di tutte le carte del libro, devo evitare che vadano perdute, altrimenti faranno guai!" Sorrise indicando... lo scomparto ormai vuoto. Quando si accorse della mancanza delle carte, fece un salto alto un metro, e la sua faccia simulò quella dell'Urlo di Munch:"Dove sono le mie carte!" Gli occhi si riempirono di lacrime, e la sua voce sembrava quella di una donnicciuola in preda ad una crisi isterica:"Oh no! Le mie carte sono sparite!" Strillò in preda allo sconforto. Julie prese in mano Avian, lo guardò più volte e poi glielo porse:"Cerchi questa?" Artemis si voltò lentamente, e quando riconobbe la carta la prese subito tra le zampette, sospirando sollevato:"Ah sì sì grazie! Questa è una delle mie carte, bene dammi anche le altre" La bruna sorrise innocente:"Mi è capitata in mano solamente questa qui" Il gatto annuì più volte:"Certo"
"E si è alzato subito un forte vento"
"Sì certo" Julie si portò una mano dietro la nuca, trasformando l'espressione del suo viso in una risata tirata:"E ha fatto volare le altre!"
"Sono volate!" I due si misero a ridere in coro. Poi però Artemis realizzò ciò che la ragazza gli aveva appena confessato e per poco non ebbe un mancamento:"Cosa hai detto?!"
"Beh io... "Non finì la frase, che il libro si illuminò di nuovo. Entrambi erano stupiti, non se l'aspettavano. Qualche secondo dopo, venne proiettata nel vuoto un'immagine olografica, che non si distinse subito chiaramente, ma sfarfallò un paio di volte prima di assestarsi. A Sailor Moon si mozzò il respiro: era proprio l'uomo che compariva sempre nelle sue visioni. Si chiamava... Yusei! Ecco qual era il suo nome. Julie provò a toccare l'ologramma, ma esso si mosse appena:"Julie, se se venuta in possesso di questo libro, vuol dire che stai compiendo la tua missione egregiamente" Disse, con la sua voce calda e profonda:"Avevo esplicitamente detto di non consegnarti nulla fino al tuo diciannovesimo compleanno, confido che questo sia stato fatto. Questo libro è stato creato da me, Yusei, per un fine ben preciso: racchiudere tutte le carte più potenti e pericolose, cosicchè non potessero più causare danni se finissero nelle mani sbagliate. So che le hai fatte scappare" A queste parole, la ragazza ebbe un sussulto. Come faceva quell'immagine proiettata a conoscere ogni cosa? Se era un ologramma significava che il video era stato girato molto tempo addietro. Allora com'era possibile che lui fosse al corrente dell'esatto svolgimento dei fatti? Senza curarsi delle sue espressioni preoccupate, Yusei continuò:"So che è stato un incidente, ma so anche che se sei riuscita ad evocare Avian, vuol dire che hai ripreso dei poteri dalla regina Akiza. E me ne compiaccio, essi ti saranno indispensabili ai fini della tua missione. Ora devi recuperare tutte e cinquantadue le carte, nessuna esclusa. Sta attenta, perchè Ryuga non ti aiuterà in questa situazione. Non ti fidare ciecamente del suo appoggio, fai affidamento sulle tue forze. Confido in te, bambina mia..." E così come era apparso, svanì. Sia Artemis che Sailor Moon erano sconvolti. Ci fu una lunghissima ed estenuante pausa di silenzio, nel quale il gatto riflettè con attenzione. Se re Yusei aveva ritenuto che quella ragazza fosse in grado di recuperare le carte di Selene, allora forse valeva la pena conferirle i poteri adatti per farlo. Dopo averci rimuginato su per minuti, finalmente si decise:"Julie, ho intenzione di dare ascolto al sovrano" Sentenziò con voce ferma. La ragazza ci mise un po' per capire quello che le aveva appena detto, appena si riprese, agitò freneticamente le mani davanti a sè:" Ma no! Sono certo che ha sbagliato persona... io non sono adatta!"
"Oh avanti, non fare la modesta! Se sei riuscita ad evocare Avian, significa che hai un buon potere magico! Oltretutto poi sei anche in dovere di catturare le carte, visto che sei stata tu a farle fuggire" La bruna annuì, dopo un breve attimo di esitazione, e si tirò su in piedi:"D'accordo, sono pronta" Affermò granitica. Artemis balzò sul tavolo, seguito a ruota dal libro, che fluttuò fino alla superificie. I due si squadrarono per un po', poi Artemis cominciò a recitare una formula:"Chiave del sigillo" Appena pronunciate queste parole, dal lucchetto che chiudeva il libro fuoriuscì un piccolo agglomerato di luce, che andò a posizionarsi al centro del cerchio dorato formatosi sotto i piedi di Julie:"Questa ragazza promette solennemente di compiere la missione, il suo nome è Julie! Chiave del sigillo, concedile i poteri magici!" Indicò la piccola lucciola, che mutò in uno scettro, il quale si allungò sempre di più, e aumentò esponenzialmente la luce che sprigionava, costringendo Julie a coprirsi gli occhi con il braccio:"Conferimento dei poteri! Julie prendi lo scettro!" Con molta fatica, la ragazza riuscì a prendere in mano lo scettro rosa:"Perfetto! Io ti nomino: cattura-carte!" E il tutto svanì in un secondo, a parte la strana bacchetta che Sailor Moon recava in mano:" Quello è il Jewel Stick, ti sarà indispensabile per catturare le carte"

Rientrò sbattendo la porta. Era fradicio dalla testa ai piedi. Improvvisamente si era messo a piovere, nonostante avessero previsto bel tempo per tutta la settimana. Appena disse il consueto:"Sono a casa" Julie gli venne incontro abbracciandolo come se non lo vedesse da secoli:"Ciao Ryuga, mi sei mancato! Dove sei stato oggi?" Chiese lei dolcemente, strusciando la testa contro il suo petto muscoloso:"Ciao piccola, scusa se ti ho fatto preoccupare... ero solo andato a farmi un giro" Rispose, accarezzandole la nuca.
Si spostarono in salotto. Julie aveva acceso il fuoco, e gli aveva portato abiti puliti e delle coperte per riscaldarsi, sedendosi poi davanti a lui come al solito. Rimasero in silenzio. La bruna sapeva di dovergli confessare tutto, ma non trovava le parole. Nonostante fossero ore che ci rimuginava, non aveva ancora trovato una formula per non creare confusione. Si picchiettò i polpastrelli dei pollici per un po', tenendo la testa e lo sguardo basso. Ogni tanto buttava qualche fugace occhiata a Ryuga, per capire se il suo ragazzo era dello stato d'animo giusto per affrontare la notizia. Ma era impossibile stabilirlo data la sua impassibilità. Ad un certo punto, presa dallo sconforto, battè entrambe le mani sui braccioli della poltrona, facendogli voltare lo sguardo:"Devo dirti una cosa!" Esclamò lei, destanto il suo stupore più acuto:"Avanti, ti ascolto" La bruna prese un respiro profondo, ed inizò la sua narrazione. Descrisse tutto nei minimi dettagli, menzionando anche quelli superflui per allungare il discorso e pensare a ciò che avrebbe dovuto dire dopo. Dopo estenuanti minuti di relazione fatta tutta d'un fiato, Julie concluse con un mezzo sorriso che malcelava un'eccitazione bambinesca. Ryuga aveva l'espressione di uno a cui era appena morto il gatto. Torvo e statuario, fissava la sua ragazza, tenendo le mani intrecciate sotto al mento. Rimasero immobili per un tempo che alla ragazza parve infinito, finchè il blader non si decise ad aprire bocca:"E così, ora hai un altro fantastico potere, dico bene?" Domandò, con una punta di sarcasmo nella voce, che Julie però, non colse:"Sì è così! Non è fantastico?" L'albino alzò un sopracciglio con fare superiore:"Oh sì, lo è eccome, considerando che io non ho nulla invece" Sailor Moon stortò la testa:"Cosa vorresti dire?"
"Come se tu non lo sapessi... da quando sei arrivata tu, guarda caso sono piombati anche i guai. Tu sei bella, sei intelligente, sei la migliore, hai tutti i poteri!" Mentre scandiva queste parole con un'accidia ostentata, aveva preso a girare attorno alla poltrona di Julie, gesticolando anche in modo esagerato:"Ma cosa sei in realtà? Una stupida ragazzina, che senza di me non saprebbe nemmeno tirare un pugno come si deve!" Sbraitò ancora. Julie tremò impercettibilmente, e il suo cuore acellerò:"Ryuga... perchè fai così...?" Domandò con voce rotta dal pianto imminente:"Perchè?! Perchè da quando ci sei tu, io non ho che grane maledizione! Sembra quasi che la gente ascolti più te che me! Sono io il capo dannazione, IO non tu!" Le si era avvicinato così tanto da farle ombra con la sua possanza. Anche se può sembrare che la sua reazione fosse dovuta ai nuovi poteri di Julie, in realtà lui era assai turbato per la questione del suo passato. Erano quelle le grane a cui si riferiva. Prima che la bruna arrivasse a sconvolgere il suo mondo, lui viveva tranquillo, e avrebbe continuato così, se N non fosse evaso per colpa di quella che doveva essere la sua ragazza. In quel momento vedeva tutto nero a causa dei mille dubbi che lo assalivano. Non era mai stato così turbato in vita sua. Improvvisamente, dopo diciannove anni di buio, scoprire di avere dei genitori che erano morti chissà dove e chissà quando. Continuare ad avere visioni su un passato inesistente, che non aveva alcun senso! Erano cose che lo facevano letteralmente impazzire. E la notizia di poco prima era stata la goccia che fa traboccare il vaso:"Ma... ma..." Ormai la bruna non riusciva più a trattenere le lacrime, ma la mente di Ryuga era talmente annebbiata da non vedere nemmeno quanto lei stesse soffrendo. Con un gesto stizzito, girò i tacchi e se ne andò sbattendo la porta, lasciandola in preda ad un pianto isterico e convulso, che tutto presagiva, fuorchè una duratura alleanza.

Entrò in camera, lasciandosi cadere pigramente sul letto. Affondò la testa nel morbido guanciale, emettendo un mugolio disperato. Perchè ogni volta si trovava a litigare con l'unica persona con la quale sarebbe sempre dovuta andare d'accordo? Luna e Artemis zomparono sopra la scrivania, osservandola agitando le code. Si chiedevano entrambi cosa la facesse soffrire. Lei si alzò leggermente, con gli occhi semichiusi, e prese il libro dal quale erano volate via le carte. Sulla copertina ora risplendeva un nuovo titolo:" Il deck delle stelle" lesse ad alta voce, girandosi verso i due felini:"Come mai si chiama così?" Domandò perplessa. Artemis le saltò accanto:"E' una lunga storia" Miagolò, strofinandosi il muso con la zampa sinistra:"Voglio conoscerla!" A questo punto prese la parola Luna:"Devi sapere mia cara, che l'ultimo sovrano del regno della Luna era un uomo molto saggio. Si chiamava Yusei, ed era amato da tutti i suoi sudditi. Era anche un abilissimo duellante a Duel Monster. Un giorno, mentre combatteva, si rese conto che vi erano cinquantadue carte troppo potenti per essere utilizzate con saggezza. Le recuperò tutte, e assegnò ad ogni carta una costellazione, legandole ad esse con un potente incantesimo. Per questo si chiama il deck delle stelle. Nessun umano è in grado di utilizzare il potere di questo deck senza caderne sotto l'effetto malevolo. SI dice inoltre che chi riuscirà a catturare tutte le carte otterrà il potere supremo" La bruna rimase un attimo con lo sguardo puntato sopra alla copertina. Questo Yusei doveva essere un re davvero saggio e doveva amare veramente i suoi sudditi, allora perchè lasciare ad un'imbranata come lei quel libro così prezioso? Oltretutto sapeva benissimo che lei avrebbe fatto scappare tutte le carte con la sua stupidità, quindi era tutto calcolato. Una ragione valida doveva pur esserci, solo che lei non la vedeva proprio. Un verso a dir poco inquietante la distrasse dal suo soliloquio:"Cosa è stato?" Chiese, voltando la testa da una parte e dall'altra:"Veniva da fuori miao" Trillò la gatta nera, e subito Julie si precipitò ad aprire la finestra per vedere cosa stesse succedendo. Lo spettacolo che le si parò davanti la lasciò senza parole: un'enorme aquila reale stava sorvolando la città. Aveva dimensioni mastodontiche, pari a quelle di un serpente marino:"Julie! Quella è la carta del volo! Presto, dobbiamo catturarla!" Esclamò Artemis guardando il cielo. Julie annuì, e si legò la collana con il miniscettro al collo. Non sarebbe stata un'impresa facile.

Si chiedeva incessantemente cosa gli mancasse. Julie continuava a ricevere poteri nuovi e diventava sempre più forte, lui invece era fermo al solito livello, se non addirittura regredito. Mai nessuno che rispondesse alle sue domande, più chiedeva e meno sapeva. Nessuno lo reputava pronto. E invece Julie si prendeva tutta la gloria. Un'ingiustizia bella e buona. Doveva a tutti i costi dimostare al mondo e a sè stesso di poter essere il numero uno. I mortali non dovevano permettersi di scavalcarlo, era da sempre il primo e aveva intenzione di mantenere il trono. L'Imperatore Drago non può lasciarsi battere da un'insulsa ragazzina, ne andava del suo onore. Questi erano pressapoco i pensieri di Ryuga in quel momento. Continuava a fare la spola da un capo all'altro della stanza, grattandosi freneticamente la testa. Stava meditando uno dei suoi piani geniali, quando un grido acuto interruppe lo stridere degli ingranaggi celebrali. Corse alla finestra, e quando la aprì vide una mostruosa aquila gigante solcare i cieli della città. Cercò di fare mente locale: Julie gli aveva pocanzi parlato delle carte. Non c'era altra spiegazione: doveva essere una di loro. Una lampadina si accese nella sua testa, doveva catturarla per primo. Non importava come, se ci fosse riuscito avrebbe finalmente provato la sua indiscussa superiorità. Con una nuova motivazione si precipitò fuori a rotta di collo. Niente avrebbe potuto fermarlo.

Per arrivare più in fretta, Julie aveva indossato i suoi roller-blade blu elettrico, e aveva pattinato velocemente fino all'attuale posizione della carta. Giunsero sul posto, e la bruna fu costretta a fermarsi di colpo a causa di un'intensa folata di vento generata dalle ali dell'aquila. Tentò di coprirsi col braccio, rischiando anche di cadere:"Julie tocca a te!" Gridò Artemis:"Sì ma cosa devo fare?!" Ribattè lei con ansia:"Sei tu la cattura carte! Usa la chiave!" In quel momento Julie si ricordò del suo scettro. Si concentrò a fondo e slacciò il ciondolo dal collo. In quel momento il Jewel Stick rimase sospeso in una bolla di luce sopra la sua mano:"Sprigiona i tuoi poteri magici! Chiave del sigillo, rivela la tua vera potenza e aiutami a sconfiggere il male! Scettro, a me!" Lo scettro divenne a grandezza naturale, e la bruna lo prese al volo, facendolo roteare qualche volta a mo' di majorette. La carta era particolarmente aggressiva e come la vide cercò subito di prenderla, volandole dietro. La ragazza scappò il più in fretta che poteva, ma era estremamente difficile tenere testa ad un bestione del genere. Qualcuno osservava la scena dall'alto:"E' il momento di agire" Si disse, ghignando. Ryuga credeva di sapere molto bene come sconfiggere ogni nemico ed era fermamente certo di non fare mai cilecca. Ma, come si suol dire, c'è sempre una prima volta. Senza pensarci due volte, trasformato ormai in Turbine Rosso, si gettò dal tetto, atterrando proprio sul dorso dell'animale. I suoi occhi brillarono dietro la maschera: tutto stava andando esattamente come aveva previsto. Immediatamente l'aquila se ne accorse e cominciò a dimenarsi furiosamente, arrestando il suo inseguimento. Anche Julie si bloccò per vedere cosa stesse accadendo. Quando vide il costume rosso cremisi perse ottocento battiti:"Ryuga no!" Gridò con tutta la forza che aveva. L'albino non riusciva minimamente a comprendere il livello di stupidità del suo gesto! Non aveva alcuno strumento per poter catturare la carta, come sperava di cavarsela?! Lui però continuò imperterrito come si era programmato e recitò la formula per il suo attacco:"Preparati al peggio! Freccia infuocata azione!" Detto fatto. Scagliò il dardo. Ma qualcosa andò storto. Invece che conficcarsi nella testa del mostro, esso rimbalzò indietro, finendo in orbita. Ryuga inorridì:"Come è possibile?!" Biascicò, un occhio che ballava a causa del panico. L'uccello si infuriò più che mai e prese il volo. Il blader che non se l'aspettava, riuscì ad aggrapparsi alle piume per un soffio, ma la carta del vento volava in verticale, rendendo la sopravvivenza praticamente impossibile. Julie tremava, doveva fare qualcosa. Cercò di ricordare tutti gli insegnamenti di Ryuga, sopratutto riguardo al selfcontrol. Doveva salvarlo, ed era l'unica in quel momento a potercela fare. Mossa da questa motivazione, meditò un piano che avrebbe potuto funzionare solo se avesse preso il tempo giusto. Aveva il dovere di provarci. Tirò indietro la gamba, mettendosi in posizione di partenza e in un secondo scattò, pattinando in avanti. All'ultimo secondo virò finendo a scivolare sul muro. Era partita con la giusta rincorsa, perciò riusciva a salire grazie al principio della spinta di Darwin. Quasi sul ciglio della parete, saltò, arrivando all'altezza del mostro. Ryuga era allo stremo, il suo braccio non reggeva più un simile carico di fatica. La bruna lo notò e strinse i denti, lanciando davanti a sè la carta del vento:"Avian eroe elementale, ti ordino di bloccare la carta del volo con il tuo vento micidiale! Azione!" E la colpì con lo scettro. Da essa fuoriuscì il mostro, che con le sue ali poderose generò dei fasci di vento, i quali avvolsero e legarono l'aquila:"Sparisci bestiaccia! Torna prigioniera della carta!" Julie lanciò addosso alla fiera ormai sconfitta la carta dalla quale proveniva, ed essa fu subito riassorbita. La bruna atterrò in piedi, ma da lontano scorse il corpo di Ryuga che precipitava al suolo:"Usa la carta Julie!" Le suggerì Luna e la bruna obbedì senza pensarci.
Aprì gli occhi. Stava fluttuando a quattro metri da terra. Una volta messo a fuoco ciò che lo circonadava, alzò lo sguardo. Julie, in versione principessa della luna con l'aggiunta di un fantastico ed enorme paio d'ali stile angelo, lo teneva per mano. Qualche istante dopo atterrarono, e la bruna lo appoggiò in piedi, cadendogli davanti. Ryuga spostò lo sguardo, mostrandosi indignato e per tutta risposta la ragazza lo abbracciò piangendo:"Perchè l'hai fatto stupido! Potevi morire! Cosa avrei fatto se ti fosse accaduto qualcosa?!" Urlò, strusciandosi sul suo petto. A questa supplica, l'albino non potè che arrendersi ad un dolce sorriso. La strinse a sua volta, ma si staccò quasi subito:"Julie, ho bisogno di quelle carte" La ragazza sorrise e dalla tasca trasse il mostro che aveva appena catturato: Aquila Reale della Valle delle Nebbie. Il blader scosse la testa, spingendogliela indietro:"No, voglio catturarle da solo! Non so se puoi capirmi ma..." L'espressione della bruna divenne avvinta. Tirò un pugno che si fermò sulla sua bocca, senza colpirlo:"Allora battimi se ne sei capace! Io sono la cattura carte, voglio vedere se sarai alla mia altezza" Ryuga ricambiò la faccia di Julie:"Ti batterò, stanne pur certa" Non sapeva perchè, ma era convinto fin dall'inizio che lei avrebbe capito e non lo avrebbe intralciato. Dopo tutto, che loro due fossero in sintonia totale era una cosa risaputa ormai da tutti:"Beh allora non mi resta che consegnare anche a te lo strumento per catturare le carte" Artemis lanciò con la bocca la collanina che portava sempre al collo:"Cos'è?" Domandò l'albino perplesso:"Pronuncia la formula e lo saprai" La bruna ridacchiò:"Devi dire chiave del sigillo donami i tuoi poteri" Lui obbedì e subito il pendente divenne una katana:"Funziona come lo scettro di Julie, ma ti si addice di più" Tutti si fecero una grassa risata a questa affermazione.
Una nuova ed emozionante sfida era cominciata per i nostri eroi, ma molte domande erano ancora senza risposta. Per esempio, come mai re Yusei voleva che Julie trovasse le carte? E come faceva a sapere di Ryuga? Ma sopratutto: che segreto nascondeva questo deck delle stelle? Spettava ai nostri eroi rispondere a questi quesiti. E potevano riuscirci solo unendo le loro forze e i loro cuori.

Angolo autrice
Okay sta volta voglio davvero i pomodori! Vi ho fatto aspettare davvero molto... Scusatemiiiiii! Devo anche chiedere il sommo perdono alle autrici delle storie che seguo, mi dispiace se non recensisco ma veramente ho poco tempo ! Ne ho avuto pochissimo anche per scrivere questo capitolo! Comunque un ringraziamento speciale va a Ioamolamusica00 per essermi stata col fiato sul collo per l'aggiornamento e a tutti i lettori che hanno portato il capitolo 1 a superare le mille visite! Di questo capitolo ho poco da dire, vi dico solo che dal prossimo ci si avvia a grandi passi verso il finale! Quindi state sul pezzo e non perdete nulla! Al prossimo capitolo: L'invasione dei supremi! Non mancate!

   
 
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