Ma
che mi era saltato in mente? Me lo stavo continuando a ripetere, da
quando ero uscita da casa mia per andare da Santana. Sembravo una
perfetta idiota e me lo stavo continuando a ripetere, da almeno un
paio d'ore. Ebbene si era più di due ore che girovagavo
davanti al
suo cancello di casa. Sebastian mi aveva detto che lui Quinn e Puck
sarebbero usciti e che quindi la ragazza sarebbe rimasta a casa da
sola. Mi ero vestita di tutto punto, certo non troppo esagerato, e
avevo un mazzo di gigli in mano, i fiori che piacevano di
più alla
latina secondo i consigli di Quinn. Anche se non l'avevo vista molto
sicura della faccenda.
“Non
me la sento di cantare davanti a tutti” dissi io imbarazzata.
Eravamo a casa di Sebastian con Puck e Quinn.
“Capisco
la tensione, allora lo farai in privato” parlò il
ragazzo gay.
“Si.
Ti lasciamo casa libera, e ti presenti li, vestita di tutto punto con
un bel mazzo di fiori in mano, come nei più belli film
d'amore”
“Quinn
non essere troppo sdolcinata” intervenne Puck
“Ma
è così che uno conquista l'altra
persona” affermò lei convinta.
“Ma
da quando ti piacciono queste cose?” chiese lui esterrefatto
“DA
quando Rachel le fa vedere le peggio cose sdolcinate”
intervenni io
sospirando, e capendo che Quinn era nella mia stessa situazione con
Rach. Era orribile vedere tutti quei musical, e film d'amore
banalissimi.
“Comunque”
riprese la parola Seb “ direi che non è una
cattiva idea” tutti
noi lo guardammo increduli.
“Ti
lasciamo casa, vai li, bussi ti presenti con un mazzo di... di cosa
Q?”
“Beh..
ecco.. Direi di.. forse.. Gigli?!”
“Ecco.
Con un mazzo di gigli e poi sta a te. Parlare chiaritevi e tutto
quello che vuoi ma non ricordare mai quello che è
stato”
E
ora eccomi qui. Davanti alla porta di casa., con il braccio alzato
pronto a bussare. Stavo per farlo quando la porta si aprì di
colpo
ritrovandomi davanti una Santana che mi guardava con un sopracciglio
alzato. Mi soffermai a guardarla. Era sempre più bella,
anche
vestita solo con un paio di short e una maglia larga.
“Sa..Santana”
balbettai io sorpresa. Non ero ancora pronta, non sapevo che dire.
“Sai
dopo due ore che sei li fuori a girare come una ladra, desti sospetti
Brittany” mi disse lei. Certo come avevo fatto a pensare che
non mi
avrebbe notato nessuno, in particolare lei. Ero proprio una stupida.
Abbassai
gli occhi imbarazzata ma poi sentii prendermi la mano.
“Vieni
entra” io la guardai allibita. Il suo tono era estremamente
dolce,
e il suo sguardo era quello vivo che io conoscevo. Contenta la segui
dentro la casa e le diedi il mazzo di fiori
“Quinn
deve essersi confusa tra i miei e i suoi fiori preferiti”
disse
prendendo il mazzo e ponendolo in un vaso con dell'acqua.
Io
arrossii imbarazzata
“Scusa
io non sapevo..” ma poi sentii la sua risata, e mi
tranquillizzai
subito. Era cosi bella, così coinvolgente, e così
sensuale.
“Mi
piacciono lo stesso, e poi apprezzo il gesto” mi sorrise
“ e poi
stasera sei bellissima” . Io arrossii di nuovo nell'arco di
pochi
secondi.
Certo
non mi sarei mai aspettata un comportamento simile. O forse si. Stava
solo facendo la brava padrona di casa, che si dimostrava gentile con
i suoi ospiti. Dovevo smetterla di illudermi così
facilmente. Dovevo
anche smetterla di parlare da sola nella mia testa, perché
la
ritrovai a fissarmi in modo strano.
“Stai
pensando?” mi chiese poi lei continuando a fissarmi. Io
nervosa
iniziai a toccarmi le mani, e a sudare freddo.
“N..no..”
balbettai poco convinta. Lei mi fissò più
intensamente cercando di
farmi ammettere che non era vero “Ok si” dissi alla
fine
sconfitta da quel nero che continuava a scrutarmi in profondo. Non so
ma sembrava così tranquilla, così pacata. Non
capivo cosa le era
successo ma ero felice, perché si era accesa dentro di me
una nuova
speranza.
“E..”
sentii poi chiedermi
“Pensavo
che sono contenta di essere qui” arrossii ancora
“Cioè.. che tu
mi abbia.. fatto entrare e..” continuai imbarazzatissima.
“Tranquilla,
mi sembrava il minimo visto il tempo che sei stata fuori al freddo,
così nuda” mi indicò, e si ero davvero
tanto scoperta, ma il
freddo non lo sentivo da quanto ero agitata.
Io
le sorrisi, e lei lo fece di rimando. Un sorriso sincero e
bellissimo. Lei era stupenda, e me ne accorgevo sempre di
più, ogni
secondo di più.
“Vieni,
rimani pure a cena se vuoi. Tanto immagino che gli altri non
torneranno per un bel po'” si diresse verso la cucina e io la
seguii
“Ma
non voglio recare disturbo” provai io timidamente
“Non
disturbi. Anzi mi fa piacere un po' di compagnia. Ma poi questo era
il piano giusto?” io la guardai sbalordita. Immobile e
abbassai la
testa colpevole.
“Ehi”
sentii la sua mano appoggiarsi al mio mento, e mi tirò su la
testa
costringendomi a guardarla. “non è un rimprovero.
Sono contenta
che tu sia andata dai miei amici per me”
“Non
sei arrabbiata?” chiesi io per volere una conferma
“No.
Non potrei” un brivido mi percorse la schiena. Era
così vicina a
me, così dannatamente vicina. Sentivo il suo odore,
così buono. E
quelle labbra erano a pochi centimetri da me, le desideravo
così
tanto. “non è un gesto da tutti, ma..”
si allontanò leggermente
“Ma?”
chiesi io, una volta che si era allontanata definitivamente,
lasciandomi li in balia di lei.
“Ma
loro non hanno poi così grandi idee, e soprattutto non sono
persone
difficili da scoprire” rise.
“Ah”
sussurrai io. Non avevo capito il suo discorso. Non stavo capendo
nulla. Mi sembrava di essere in una lezione di storia, o peggio di
spagnolo.
****
Era
li davanti a me. Bella più che mai. Le ero andata troppo
vicina, e i
miei sensi erano così alterati che stavano per farmi perdere
completamente il controllo. Fortunatamente ero riuscita ad
allontanarmi da lei. Sapevo che doveva venire, avevo notato subito
nell'atteggiamento dei miei amici che qualcosa non andava, erano
troppo strani, e troppo poco convincenti.
Non
pensavo però di cadere nella sua trappola così
facilmente. Dovevo
essere proprio persa. Mi aveva rapito del tutto, e non riuscivo in
quel momento a non essere tenera con lei.
Vidi
che mi guardava confusa.
“Dai
vieni accomodati” dissi indicandole la sedia li accanto a
lei. La
vidi sedersi tutta imbarazzata. Io mi girai e presi dal formo il mio
famoso pollo arrosto. In realtà non ero famosa per la cucina
ma lei
non lo sapeva.
“Et
Voilà” dissi poggiando la pentola sulla tavola.
La
vidi strabuzzare gli occhi.
“Sembra
così invitante” disse euforica al massimo
Io
mi sedetti di fronte a lei, e con calma iniziai a servire le due
porzioni.
“Mmm
è ottimo!” commentò dopo il primo
boccone. Era così contenta,
sembra una bambina con la cioccolata. Era così bella.
“Sai
devo confessarti che non sono stata io a preparare questo
piatto”
Lei
mi guardò stupita, e confusa.
“Ho
chiesto a Sebastian la gentilezza di cucinare per me, visto che sono
del tutto negata” dissi imbarazzata. Lei tempo due secondi
che
scoppiò a ridere, contagiando anche me nella risata.
La
cena passò velocemente, con qualche battuta veloce, racconti
di
Quinn e Rachel, e le canzoni per la prossima competizione.
“Grazie
per la cena” mi disse sedendosi sul divano non troppo vicino
a me.
Io la guardai, e incrociai il suo sguardo al mio. Il mio cuore perse
un battito. Erano davvero gli occhi più belli che avessi mai
visto.
Dovevo
controllarmi però. Non potevo cadere così presto
nella sua
trappola. O al diamine, invece si.
Allungai
la mia mano e afferrai la sua. Lei mi guardò sorpresa e poi
mi
sorrise.
“Perchè
sei qui Brittany?”
Silenzio,
non percepivo nessun rumore. Solo i nostri respiri. La guardai ma lei
aveva il volto rivolto verso il basso. Delicatamente le scossi la
mano e la costrinsi a guardarmi.
“Puoi
rispondermi...ehi..” dissi dolcemente. Non riuscivo a
rimanere
distaccata da lei, era come se avesse una calamita su di me.
La
vidi alzare il suo sguardo verso di me, e sorridere imbarazzata.
“Ecco..
vedi.. io..” la vidi sbuffare. Era così tenera
quando era
impacciata ed imbarazzata.
Non
so come, ne perché, ma mi avvicinai a lei e posai le mie
labbra
sulle sue. Fu un contatto veloce, mi ritirai subito non appena
realizzai quello che stavo facendo.
Lei
mi guardò stupita, sicuramente non si sarebbe aspettato
nulla di
tutto ciò. Io cercai di sorriderle, ma non penso che ci
riuscii.
“Britta..”
iniziai ma la mia bocca fu tappata dalla sua. Sapevo che dovevamo
parlare, che così non si risolveva nulla, e niente, ma il
mio
cervello non rispondeva, l'istinto ebbe la meglio e risposi al bacio.
I
baci si facevano sempre più caldi, le nostre lingue
danzavano in
perfetta armonia, e i nostri cuori lo stesso. Poco dopo ci ritrovammo
sdraiate sul mio letto, mezze nude.
*******
Dovevo
essere impazzita. Si lo ero decisamente. Come mi era saltato in mente
di avventarmi su di lei in quel modo?!
Ma
lei ha risposto
pensai dentro di
me. Si ma perché? Era quello che mi stavo continuando a
chiedere in
questo momento.
Perchè
lei lo voleva quanto te o
forse
no?! Vendetta?! Beh probabile. La vedevo li davanti a me immobile. Ci
eravamo fermate prima che fosse troppo tardi per tornare indietro. Ci
eravamo sedute una di fronte all'altra rivestendoci, e ora regnava il
silenzio da un po'. Forse troppo per i miei gusti, e quei silenzi a
me non piacevano per niente.
******
Che
mi è preso?! Stupida stupida stupida.
Mi continuavo a ripetere dentro di me. Però
è stato tutto
così bello, lei è stupenda e.. sstop!
Non posso pensare certe cose.
Fortunatamente
ero riuscita a fermare il tutto. C'era troppa foga, troppa rabbia. E
non volevo che succedesse così perché tengo
troppo a lei.
Finalmente. Mi venne
da sorridere
“Ehi..”
sentii la sua voce e mi girai verso di lei. Non ero ancora riuscita a
guardarla in faccia. Non sapevo perché insomma, io non ero
abituata
ad una cosa del genere, non mi sarei mai fatta troppi problemi, ma
con lei, beh con lei è tutto così diverso.
“Senti
mi dispiace per tut..”
“No
non devi disp..” la interruppi a mia volta
“Lasciami
parlare” lei annuì e io continuai “ vedi
mi dispiace averti
tagliato fuori così. Quello che è successo , beh
me la sono presa
troppo. So che non lo volevi, perché ho visto il terrore e
la
sorpresa nei tuoi occhi quando ti ha baciata. Però poi ho
visto
anche una sorta di indecisione, una vecchia fiamma. E a quel punto
non ci ho visto più. Mi sono ferita” alzai lo
sguardo. Lei mi
fissava in silenzio. Potevo notare gli occhi leggermente lucidi come
dovevano esserlo anche i miei “mi sono ferita
perché te mi piaci
sul serio Brittany. Mi piaci come non mi è mai successo
prima. E non
so controllare tutto ciò ma è una cosa
bellissima. Tu sei
bellissima”
A
quel punto ne io ne lei riuscimmo a trattenere una lacrima, che
scivolò lungo le nostre guance.
“San..
“ mi si butto al collo e mi strinse forte. E io feci lo
stesso con
lei. Il suo profumo era così buono, così unico.
“Anche
tu mi piaci tanto, e mi dispiace se sono stata così confusa,
ma non
ho visto subito la realtà dei fatti. Ho cercato di
nasconderlo
perché beh.. penso che sia perché tu sei
così perfetta,
importante, intelligente, e io sono solo una ragazzina con degli
strani pensieri” mi confessò poi al mio orecchio.
Io la allontanai
quel tanto che bastava per guardarla negli occhi.
“Non
devi dire questo. Non è così, tu sei fantastica,
allegra, spiritosa
con un grande talento. E vivi in un mondo bellissimo, vedi solo il
buono negli altri”
La
vidi sorridere. La baciai piano soffice a fior di labbra.
“Grazie
San” mi disse poi
“DI
cosa?” chiesi confusa
“Di
avermi dato questa opportunità, per le cose belle che hai
detto e
per l'ottima cena” rise alla fine e io con lei.
“Beh
per quella quando vuoi. Il mio schiavo personale rifornirà
di tutte
le cibarie che desideri”
Ridemmo
un altro po'.
Poi
vista l'ora era meglio che Brittany tornasse a casa a dormire. Domani
ci saremmo viste a scuola.
“Allora..beh..”
iniziò imbarazzata lei davanti alla porta d'ingresso.
“Sabato
sera!” dissi io semplicemente capendo quale fosse la sua
domanda
“mi porterai a cena, o dove tu voglia, e inizieremo ad uscire
se ti
dimostrerai all'altezza”
“Va
bene.. allora.. allora sarà tutto perfetto te lo
prometto..”
“Ehi
tranquilla. Puoi portarmi dove vuoi davvero, tanto accetterei sempre
di uscire con te” le dissi lasciandole un bacio sulla guancia
e
augurandole la buona notte. La vidi montare in macchina e partire. Mi
venne da sorridere pensando a lei. Era vero, ero proprio cotta.
Dopo
tutti quei pensieri su Britt mi ero dimenticata il vero motivo per
cui ero a Lima. E mi ero scordata anche che era rituale ormai da anni
fare una coreografia per l'intramezzi delle partite di football. Era
un buon allenamento per le Regionali, che si sarebbero svolte dopo
Natale quindi tra meno di un mese.
Ero
sudata da fare schifo, puzzavo. Io e Quinn seguite da Holly stavamo
facendo vedere dei passi per la coreografia di quest'anno, quando
Puck ha proposto genialmente di far partecipare anche noi a quella in
onore dei vecchi tempi. Quinn era stata felicissima, io un po' meno.
Non ero più abituata a tutto quello sforzo, il mio corpo
nemmeno.
Ero piena di dolori e mancava ancora un ora alla fine delle prove.
L'unica cosa positiva è che potevo stare a stretto contatto
con
Britt, e mostrare a tutti il mio talento che fortunatamente era
ancora quello di un tempo.
Stavo
davvero male. Quinn invece era in gran forma, non si era scomposta
nemmeno un poco. Dovevo essere io e la mia passione per il fumo ad
avermi ridotto così. Sbuffai.
“PAUSA!”
urlò poi la voce di Holly che stava davanti a noi.
Io
la ringraziai mentalmente. Andai immediatamente a sedere su una delle
prime poltroncine dell'auditorium.
Poco
dopo arrivò Quinn e si sedette accanto a me e mi porse una
bottiglietta d'acqua che io afferrai e ingurgitai velocemente.
“Mi
chiedo come fai ad essere così” le dissi io mentre
riprendevo
fiato.
Lei
rise
“Sai
se invece che passare tutto il giorno in ufficio o sul divano avessi
continuato a fare qualcosa adesso non staresti in questo stato
pietoso” mi osservò da capo a piedi. Potevo
immaginare benissimo
le mie condizioni, ma evitai di farlo.
“Ehi
bellezze 5 minuti e si riprende” ci disse Puck venendoci
incontro
per poi girarsi e tornare sul palco.
“Perfino
Puck è più in forma di me” sbuffai io
contrariata.
Quinn
mi guardò storta. Avevo capito che la colpa era mia. Dovevo
rimettermi in moto avevo deciso.
“Andiamo
si riparte” mi disse poi la bionda accanto a me.
Io
mandai gli occhi al cielo. Solo 55 minuti, ce la posso fare.
Mi
riposizionai al mio posto sul palco, la musica ripartì, e io
con
loro.
******-
Non
l'avevo mai vista ballare dal vivo. Kitty mi aveva fatto vedere
qualche video di Quinn e le cheerios che vinsero le nazionali e
potevo dire che erano veramente brave. Ma vederle dal vivo era tutta
un'altra questione.
Era
ipnotica, con quel suo fisico perfetto. Si muoveva benissimo,
rendendola estremamente sexy. Arrossii per i pensieri poco casti che
mi stavano venendo su di lei in quel momento.
Fortunatamente
la lezione finì.
Ero
rientrata a casa dopo quella giornata esasperante, mi ero fiondata
sotto la doccia e ora ero stravaccata sul letto. Mi addormentai.
Quando
riaprii gli occhi vidi due occhi che mi fissavano.
“Finalmente!
Pensavo di doverti tirare un secchio di acqua addosso. È
più di
mezz'ora che sono qui, che ti scuoto e altro ma nulla. Poi invece
è
arrivata lei e puff ti sei svegliata come per magia e..”
“Rachel
sta zitta!” dissi io scocciata. Insomma mi ero appena
svegliata e
davanti a me avevo trovato i due bellissimi occhi di Santana che mi
stavano guardando, non avevo proprio voglia che la parlantina della
mia amica interrompesse quel momento.
“Ciao”
mi sussurrò dolcemente lei con un sorriso
“Ciao”
risposi io imbarazzata ma felicissima di vederla.
Mi
ero messa a sedere sul letto, il mio sguardo non si era staccato un
secondo da quello della latina
“Quando
avete finito voi due magari..” disse scocciata Rachel.
Sentivo il
suo sguardo su di me.
Io
mi girai verso di lei scocciata. Aveva qualcosa di diverso, ma non
capivo perfettamente cosa fosse. Non ci feci molta attenzione.
“Ragazze
siete pronte?” un'altra voce arrivò in camera mia.
Era una
congiura, invece che andarsene ne arrivavano sempre di più.
“Ehi
Quinn” disse la latina guardando verso l'entrata della
stanza.
Quinn? Che ci faceva a casa mia. In realtà perché
Santana e Rachel
erano qui?!
“Stiamo
arrivando, appena la dormigliona qui si alza e si prepara” le
disse
poi mi diede un bacio sulle labbra e mi sussurrò che mi
aspettava
giù.
“Forza
te”
Mi
ero dimenticata di Rachel. Mi buttò a forza giù
dal letto, e mi
fiondò in bagno.
“Anche
il giorno della tua festa di fidanzamento devi arrivare in ritardo. E
la festa si tiene pure in casa tua”
Io
sospirai, era veramente insopportabile
“Aspetta
che?!” dissi io collegando bene quello che aveva detta. Festa
di
fidanzamento?! Che stava blaterando. Sicuramente era tutto un grande
scherzo che aveva organizzato quella simpatica della mia amica per
vendicarsi di qualcosa.
Mi
guardai intorno. Non era proprio tutto come lo ricordavo. Anzi quasi
per niente. Uscii da li e notai che anche camera mia era diversa. Era
più grande, non era assolutamente camera mia. Stavo
iniziando a
preoccuparmi seriamente.
“Che
ci fai ancora così?” guardai Rachel. Ecco cosa
aveva di diverso,
sembra più vecchia di come me la ricordavo io.
“Rach
ti prego mi spieghi che sta succedendo?”
“Oh
Bribri ti dimentichi proprio di tutto!” sospirò
lei “forza vieni
mettiti questo, poi ti sistemo un pochino e scendiamo che gli ospiti
sono giù tutti qui” Rachel mi diede un vestito
bellissimo, e dopo
che lo indossai mi fece sedere davanti a lei che si era accomodata
sul bordo del letto.
“Sarai
una sposa bellissima”
“Sposa?”
domandai io preoccupata “sono troppo giovane per
sposarmi” la mia
amica rise di gusto
“Sei
solo terrorizzata. Ma è normale, lo ero pure io quando mi
sono
sposata con Finn e ora tu e..”
“Come
con Finn?” chiesi io sconvolta “e Quinn?”
“Quinn?!
Chi è?” chiese lei sbalordita.
“Come
chi è? Era qui poco fa, con Santana” dissi io
convinta.
“Ah
capisco, devono essere dei tuoi nuovi amici” mi disse lei
prendendomi per pazza. Poi mi venne un dubbio
“Con
chi mi sto per sposare?” chiesi di getto
“Ammettilo
che ieri non hai preso le pasticche” mi disse saccente
Rachel. Che
pasticche?!
“Con
Deni”
O
no! No! No! No! No! Iniziai a sudare tantissimo e ad urlare.
“Brit..Brittany”
mi alzai di botto e vidi Rachel davanti a me con una faccia mista tra
preoccupata e confusa.
“Rachel..sei
tu?” chiesi io preoccupata. Lei mi guardò storto,
però notai che
era lo stesso viso di sempre. Mi guardai intorno e anche la camera
era la mia.
Dovevo
sembrarle una pazza
“Certo
che sono io!” disse sbattendo il piede per terra.
Io
la guardai sollevata. Meno male. Doveva essere stato solo un sogno,
un bruttissimo sogno.
“Insomma
sono venuta qua per farmi raccontare della tua serata con
Santana”
si mise accanto a me nel letto, e mi guardava insistente.
Io
arrossii imbarazzata. Presi fiato e inizia a raccontare per filo e
per segno quello che era successo. Lei mi guardava sempre
più con
una faccia basita.
Alla
fine del racconto commentò
“Io
non la capisco proprio! Prima ti esclude poi ti bacia
così” prese
tempo per pensare “che senso ha? Eppure Quinn mi aveva detto
che
era un tipino difficile, che perdonava raramente, eppure”
“Rach
stai divagando troppo.” dissi io.
“No
invece. E se si stesse solo prendendo gioco di te?” mi chiese
poi
“No.
Sembrava cosi sincera, così indifesa, così pura e
estremamente
bella e..” iniziai io sognante
“Okok
basta! Ora sei te che stai divagando”
“Vedremo
come andrà il vostro appuntamento”
continuò poi la mia amica.
Pochi
secondo dopo sentimmo la porta aprirsi e con nostro stupore apparve
Aschley con un sorriso beffardo.
“Rachel
resti a cena?” chiese mia sorella.
“Se
per voi non..”
“No
niente disturbo” si sentì la voce di mia madre da
in fondo alle
scale.
“Allora
si grazie”
Mia
sorella annuì felice e poi se ne andò sempre con
quell'espressione
di chi la sapeva lunga.
Io
mi sdraiai felice sul letto. Restammo a parlare della scuola, del
Glee, di tutte le canzoni che avrebbe voluto fare lei, e anche di
Quinn. Era così bello vederla felice. Ancora non avevano
detto
niente a nessuno. A parte me, San e gli altri due ragazzi. Mi sa che
Rachel si sentiva un po' a disagio per questo fatto, ma adesso non
avevo le forse per affrontare questo discorso. Ero troppo stanca, e
avevo troppa fame. Meno male che pochi minuti dopo mia madre ci
chiamò per la cena. Io come un razzo mi alzai e mi fiondai
in cucina
sedendomi al mio solito posto.
Iniziai
subito ad abbuffarmi come un maiale. Sembrava che non mangiassi da un
mese. I miei mi guardarono allucinati.
“Spero
che quando mangi con Santana tu non faccia così”
Io
mi fermai di colpo. Guardai mia sorella che mi fissava sempre con
quel suo ghigno divertito.
“Che
c'entra Santana?” chiese poi mia madre dopo aver ingoiato il
boccone, rivolgendosi a mia sorella incuriosita.
Mia
sorella attirò l'attenzione su di se da parte dei miei.
“Beh
a quanto pare è la nuova ragazza di Britt e andrà
ad un
appuntamento con lei”
“Io
ti strangolo brutta spiona..” stavo per alzarmi quando sentii
mia
madre che mi stava abbracciando.
“Oh
tesoro sono così contenta per te! Poi quella Santana
è così una
brava persona”
Guardai
Rachel in cerca di aiuto, ma lei sembrava complice di quello che mi
stava capitando attorno. Sbuffai.
“Ok
mamma ora staccati” dissi staccandomi dal suo abbraccio
“Britt
hai davvero preso un bel pesce lo ripeto” disse mio padre che
fino
a quel momento era stato zitto.
“Beh
dobbiamo al più presto invitarla a cena!” disse
entusiasta mia
madre. Io stavo fulminando mia sorella con lo sguardo, ma non avevo
molto successo, visto che lei continuava ad avere quella stessa
espressione. Chissà che ci ricavava? Forse solo il fatto di
vedere
la mia reazione. Gliela avrei fatta pagare. L'avrei messa in
difficoltà. Era una promessa.
Finita
la cena chiesi a Rachel se volesse dormire qui vista l'ora e lei
accettò di buon grado.
“Grazie
per avermi appoggiato eh” guardai storto Rachel mentre mi
mettevo
il pigiama.
“Ma
sono così carini i tuoi, ti appoggiano sempre” mi
disse lei. Io
sbuffai e mi voltai irritata
“Sono
solo impiccioni”
“Brit..
sono così teneri e simpatici” iniziò la
mia amica
“Rach
no ti prego, lo so me lo hai già fatto miliardi di volte
questo
discorso. Ho capito” mi buttai sul letto. Sapevo che Rachel
amava i
miei, e chi non lo faceva?! Solo che avvolte avrei preferito un po'
più spazio, erano così invadenti, ma non lo
facevano apposta, però
delle volte mi turbava, e creava delle situazioni altamente
imbarazzanti.
“Come
vuoi” mi disse prima di stendersi accanto a me.
Calò il silenzio
tra di noi. Fino a che il suo telefono non vibrò. Lei si
sporse per
prenderlo dal comodino. Lesse il presunto messaggio e le si
formò un
sorriso a 52 denti.
“Quinn?!”
chiesi io curiosa voltandomi verso di lei. Lei annuì mentre
rispondeva al messaggio.
“Perché
non ne parli con nessuno Rach?”
Lei
mi guardò colpevole.
“Io
non conto, e nemmeno Santana. Ma Kurt, Mercedes, sai che loro non ti
giudicherebbero mai. Come potrebbero. Per non parlare dei
tuoi”
“Lo
so” mi disse “ma non me la sento ancora. Ho
comunque paura del
giudizio delle persone, di che ne possano pensare su di me.
Soprattutto qui. È l'ultimo anno, io non sono una cheerios,
verrei
massacrata” mi disse sconsolata. Non aveva tutti i torti. Ho
visto
cosa aveva passato Kurt, e dopo anche Blaine. Io non ero presa di
mira perché ero in cima alla scala sociale, ma per lei
sarebbe stata
la fine.
“Ma
almeno con gli amici più cari. È brutto tenersi
tutto dentro, non
fa bene”
“NO!”
disse un po' troppo a voce alta lei “non me la sento davvero.
E
spero che tu non lo dica a nessuno”
Io
non risposi. Annuii semplicemente e poi mi voltai dall'altro lato.
Non capivo questo suo atteggiamento. Non ci vedevo nulla di male.
Sospirai. Non era il momento di insistere ma non mi sarei arresa. Per
il suo bene.
Chissà
che ne pensava Quinn di tutto ciò. Ci avrei pensato
l'indomani.
Sentivo
il respiro di Rachel farsi sempre più calmo. Si doveva
essere
addormentata. Io mi rigiravo invano. Avevo dormito troppo oggi
pomeriggio e ora non avevo per niente sonno.
Mi
alzai lentamente e mi diressi in cucina. Presi il latte e i cereali e
iniziai a mangiare. Magari così mi sarebbe venuto sonno.
“Non
riesci a dormire?” mi voltai di soprassalto sentendo la voce
provenire dalle mie spalle. Come aveva fato ad entrare?!
Eccolo
qua. Ringrazio come sempre tutti quello che leggono seguono e
quant'altro. Al prossimo capitolo.
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