Derek
-Come fate a conoscermi?-, chiede mentre l' aiuto a rialzarsi.
-Tel' abbiamo detto, ci hanno mandato apposta per te-, risponde Liam al
posto mio.
Lei lo guarda, -Si ma come fate a sapere che sono proprio io?-, insiste.
Mi volto e lei si ferma prima di venirmi addosso, -Sei Kimberly
Prentis?-, le chiedo sbuffando e lei sgrana gli occhi.
-Nessuno sa il mio cognome, ho sempre usato quello di mia madre... C-
Come fai a saperlo?-
-Senti, ti prometto che ti spiegheremo tutto appena saremo
più tranquilli, ok, Kimberly?-, le dico e ricomincio a
camminare.
-Kim-.
Mi rigiro, -Cosa?-.
Lei sbatte gli occhi, -Kim... Chiamatemi solo Kim, odio quando dicono
il mio nome completo-, mi spiega, guardo Liam che sorride e alzo le
spalle, -Ok. Kim-, anche a me piace di più ma non ho
intenzione di dirglielo.
Scendiamo le scale e arriviamo al primo piano.
-E come avete fatto a trovarmi ora?-.
Sbuffo.
Avrei voglia di dirle: Il mio amico telepatico ha ascoltato le menti
dei tuoi rapitori e li abbiamo seguiti fino a qui.
-Derek...-, Liam mi ammonisce, deve avermi sentito.
"Ok, allora rispondi tu
a tutte le sue domande"
-Abbiamo seguito il furgone-, dice alla fine.
Mi viene quasi da ridere, non sono abituato a tenere nascosto quello
che sono, insomma sono cresciuto in un posto dove veniamo addestrati
tutti i giorni ad usare i nostri poteri.
-Avete una macchina?-, chiede Kim dopo un po'.
Stavolta non mi trattengo, -No, abbiamo usato il teletrasporto-, non
esiste il teletrasporto, almeno per quanto ne so io, ma mi diverto
davvero a prenderla ingiro, fa una faccia buffissima con gli occhi
socchiusi e la bocca semi-aperta. Mi guarda male e io scrollo le spalle
e mi volto.
-Derek!-, di nuovo Liam mi ammonisce , tra poco gli tiro un pugno in
faccia, ha deciso improvvisamente di trasformarsi nella voce della mia
coscienza e stà diventando davvero insopportabile. E poi da
quando gli importa così tanto di quello che una stupida
ragazzina può pensare di me?
Io non rispondo e cala il silenzio finchè non
usciamo dall' appartamento.
Poi si scatena il caos.
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Kim
Appena mettiamo piede fuori dalla casa succedono molte cose tutte
insieme.
Qualcuno sbuca fuori da dietro il muro e dà una gomitata in
testa a Derek talmente forte che lui cade a terra e non si rialza.
Nello stesso momento un uomo scaraventa Liam dall' altra parte e inizia
a tempestarlo di pugni, mi sfugge un urlo e cerco di scappare ma un'
altro uomo mi prende in braccio di forza e mi immobilizza le braccia.
Gli dò dei calci alle ginocchia e per un momento riesco a
sfuggirli, mi metto a correre ma il secondo dopo una donna bionda, la
stessa che ho urtato in strada, mi si para davanti con una
pistola tra le mani.
Mi immobilizzo all' istante mentre lei mela punta contro.
Il cuore ha preso a battere all' impazzata.
Trattengo il fiato e lei mi guarda con un sorrisetto sulle labbra.
-In ginocchio-, dice e la sua voce è gelida, deglutisco e mi
affretto ad obbedire.
Non so se faccia più paura lei o la pistola.
-Portateli qui-, ordina poi agli altri uomini e loro trascinano accanto
a me il corpo inerte di Derek, lo guardo con il cuore in gola, ha gli
occhi chiusi ed è immobile, spero con tutta me stessa che
sia solo svenuto.
Servono due uomini per portare Liam fino a noi, lo costringono a stare
in gincchio e uno gli immobilizza le braccia, quando è
accanto a me smette di dimenarsi e riesco a vedergli il sangue uscire a
fiotti dal naso, guarda Derek e vedo la preoccupazione sul suo volto.
Non so cosa pensare, ho solo paura.
-Loro due potete anche ucciderli, non ci servono. Lei viene con noi-,
sibila alla fine rivolta a me.
Mi sento tremare di paura e non riesco più a respirare.
L' uomo dietro a Liam estrae la pistola e gliela punta alla nuca, un
urlo di terrore mi si blocca in gola ma non ho neanche il tempo di
provare panico che Derek si alza, e alla velocità della luce
immobilizza la donna con un braccio attorno alla sua gola, mentre la
mano libera le tiene la pistola puntata alla tempia.
Nello stesso momento, Liam si è voltato e ha fatto saltare
via la pistola dalle mani dell' uomo, ed ora gliela tiene puntata
contro al cuore.
Gli altri due uomini fanno per estrarre le loro pistole.
-Fermi! O le faccio saltare il cervello-, dice Derek in tono glaciale e
i due scagnozzi si bloccano e guardano la loro capa.
-Kim, vieni qui-, non melo faccio ripetere due volte, mi alzo e corro
dietro di lui.
-Mettetele a terra. Lentamente-.
Gli uomini prendono le armi e le appoggiano sull' asfalto.
Derek spinge la donna contro ai due che si sporgono per afferrarla e le
pistole finiscono una tra le sue mani e una tra quelle di Liam.
Sgrano gli occhi. Ma come diavolo...?
-Corri!-, Derek mi spinge e le gambe partono ancor prima di darmi il
tempo di assimilare tutto quello che è successo.
Corriamo senza voltarci indietro.
-Dove diavolo è la macchina?!-, urla Derek mentre dietro di
noi riesco a sentire le urla di quella donna.
-Eccola!-, esclama Liam mentre arriviamo ad una macchina sportiva nera
opaca di cui ignoro il modello, (e non è che in questo
momento mene freghi più di tanto, ad essere sincera).
Derek salta al posto di guida e Liam si getta su quelli posteriori,
mentre faccio il giro della macchina, Derek spalanca la portiera del
passeggero ed io mi ci fiondo dentro alla velocità della
luce.
-Vai! Vai! Vai!-, grida Liam.
Il motore romba mentre Derek dà gas e dopo pochi secondi
siamo in strada, finalmente al sicuro.
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Derek
-Chi diavolo erano quelle persone?!-
-Perchè cavolo di motivo c' era lei
sulle nostre tracce?!-
Kim e Liam urlano contemporaneamente e continuano a fare domande a
raffica.
Dopo un minuto di agonia sbatto le mani sul volante, -La volete
smettere, una buona volta?!-, grido e finalmente nell' abitacolo cala
il silenzio.
Mi passo una mano sulla fronte e sento qualcosa di vischioso sulla
tempia, guardo le dita e noto che sono sporche di sangue. Maledizione,
quel bastardo mi ha colpito più forte di quel che credevo.
Vedo accanto a me gli occhi verdi e sgranati di Kim, il suo viso
è pallido e la sua espressione è spaventata, si
tiene il labbro inferiore stretto tra i denti, e la cosa mi
innervosisce un po'.
-Tranquilla, sto bene-, dico tornando a guardare la strada.
Stò bene davvero, la ferita è guarita quasi
subito dopo il colpo, e non sono stato fuori uso per più di
trenta secondi.
Ma ovviamente non posso spiegarlo a lei.
-Dannazione a te, Grey. Per un attimo ho avuto paura che ti avessero
steso per davvero-, sbuffa Liam, sporgendosi tra i due sedili.
-Lo sai, non riusciranno mai a mettermi K.O con un colpo solo. Ci penso
io a pararti il culo-.
Lui sorride e mi da un pugno sulla spalla.
-Adesso non esagerare...-
-Ehi, non è che qualcuno mi spiega chi erano quelle
persone?-, noto che io e Kim abbiamo una cosa in comune: entrambi
odiamo essere tenuti all' oscuro di qualcosa.
Guardo Liam dallo specchietto retrovisore e vedo che fa per aprire
bocca e risponderle.
-Liam, no-, gli dico, stavolta è il mio turno di fare la
coscienza sulla sua spalla.
Il mio amico mi guarda stringendo le labbra e io scuoto la
testa.
Ci hanno mandati per proteggerla, non per darle spiegazioni.
Lui sbuffa e si affloscia sui sedili.
Kim mi guarda a bocca aperta.
-Quelle persone mi hanno rapito! E tu non vuoi neanche dirmi chi erano?
O perchè l' hanno fatto?-
-Esatto-, le rispondo guardando la strada.
-Non posso crederci! Allora, dimmi almeno chi è che vi ha
mandato da me-.
-Non posso dirti neanche questo-, o meglio potrei ma non ho intenzione
di spiegarle tutti i meccanismi che girano attorno all' istituto, o a
suo padre.
La sento mentre respira profondamente, probabilmente sta cercando di
stare calma.
Dopo un minuto ancora non parla così le dò una
sbirciata, si è sporta in avanti sul sedile e stà
guardando la strada e i palazzi davanti a noi, ha l' espressione
concentrata.
-Dove stiamo andando?-, chiede alla fine.
Ed ecco la domanda da un milione di dollari.
Cosa cavolo le dico adesso?
Liam finge di non aver sentito e guarda fuori dal finestrino.
-In un posto dove starai al sicuro...-
-Casa mia è dall' altra parte della città-,
praticamente non ha nemmeno aspettato che finissi la frase, la sua voce
è bassa e sembra calma ma riesco comunque a scorgere una
nota di tensione.
-Non ti riporteremo a casa-, dico e stringo il volante aspettandomi che
si metta ad urlare.
Invece non urla, dice solo: -C' è mia madre a casa-, ma
sottolinea ogni singola parola.
Io non rispondo e continuo a guardare la strada.
-Devo tornare a casa, mia madre potrebbe essere in pericolo-, insiste
con lo stesso tono grave di prima.
-Magari la troveranno! Potrebbero farle del male!-
-Loro cercano te, e se tu tornassi a casa adesso la metteresti
veramente in pericolo. Fidati, piccola, più le stai lontana
e più sarà al sicuro-.
Emette uno strano verso, come un gemito di frustrazione o qualcosa del
genere e si abbandona contro al sedile.
La guardo di nuovo, ha le braccia strette attorno al corpo e guarda un
punto fisso fuori dal finestrino.
Dal riflesso vedo i suoi occhi lucidi e si morde ancora le labbra.
Distolgo nuovamente lo sguardo.
Ho già detto che odio vedere le ragazze piangere, vero?
Ma per il momento ho altro a cui pensare, non posso farmi distrarre da
Kim.
E' Jill di cui mi sto preoccupando, forse dopotutto sarebbe stato
meglio ucciderla davvero.
Lo so, non è una cosa molto carina da dire.
Ma fidatevi se vi dico che se conosceste Jill, probabilmente anche voi
la pensereste come me.
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Kim
-Dove mi state portando?-, chiedo ancora. Non ho intenzione di
arrendermi tanto facilmente.
Vedo gli occhi castani di Liam riflettersi nello specchio retrovisore e
guardare il riflesso di Derek, quest' ultimo scuote la testa e la sua
espressione è severa.
La mia domanda non ottiene risposta.
-Perchè non volete rispondermi?! Che diavolo volete voi da
me?-
-Quando la finisci di fare domande?-, sbotta Derek.
Alzo la voce anch' io, -Quando otterrò una risposta!-,
incrocio le braccia sul petto e lo guardo con odio.
Lui distoglie gli occhi grigi dalla strada e mi fissa quasi con la mia
stessa espressione.
-Derek, stai calmo, è normale che voglia sapere che
succede-, per fortuna Liam sembra avere un po' di cervello in
più rispetto a lui, e sono grata che stia dalla mia parte.
-Beh, le ho già spiegato che se vuole delle risposte
dovrà aspettare che siamo arrivati!, dice e poi si rivolge
nuovamente a me: -E visto che il viaggio è molto lungo ti
suggerisco di metterti comoda, principessa, ne avremmo per un bel po'-
Non posso crederci. Prima mi salvano da un rapimento e poi mi rapiscono
loro stessi!
E se ho sbagliato a fidarmi di loro?
E se fossero loro i "cattivi" della situazione?
O, peggio ancora, se i veri cattivi dovessero trovare mia madre? Prego
tutte le divinità conosciute affinchè questo non
accada e, nel frattempo mi auguro che Andrew sia in grado di
proteggerla. Beh, lui è un poliziotto quindi
saprà proteggerla per forza, vero?
Dio, non posso crederci, stò realmente
considerando l' idea di andarmene chissà dove con due
perfetti sconosciuti!
Cosa potrebbe pensare mia madre quando si accorgerà che sono
sparita? Mi cercherà? Chiederà a Andrew di
ritrovarmi?
Sicuramente si dispererà, lei è sempre stata un
po' iperprotettiva.
E poi? Cosa dovrebbe succedere?
Troppe domande mi stanno intasando il cervello, l' effetto della botta
si fa sentire ancora e mi prendo la testa tra le mani, mi viene da
vomitare.
Perchè sta succedendo tutto questo? Perchè delle
persone ( persone armate e pericolose!) mi cercano? Io non sono
nessuno! E se avessero sbagliato? Sì, senz' altro hanno
sbagliato persona.
Ma Derek ha chiesto del mio cognome... Quello che nessuno conosce a
parte me e mia madre.
-Tutto bene?-, riapro gli occhi e mi tiro sù, non mi sono
resa conto di essermi piegata in due con la testa tra le mani, guardo
Liam che si è sporto tra i sedili e mi tiene una mano sulla
spalla con fare rassicurante.
Annuisco ma non sorrido e non dico niente, lui mi guarda e i suoi occhi
castani si addolciscono.
-Tranquilla, presto capirai tutto, non devi preoccuparti per tua madre,
lei starà bene. E ti puoi fidare di noi, faremmo tutto
quello che è necessario per proteggerti, ok?-
Sento di avere la bocca semi-aperta, è come se mi avesse
letto nel pensiero, lui fa un mezzo sorriso di incoraggiamento.
-O-Ok-, balbetto alla fine e mi rassegno a quello che dovrà
accadere.
Sarà il destino a decidere tutto.
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