Quasi
geloso
Odiava
gli orologi. A dire il vero, non aveva mai avuto nulla contro quegli
oggetti, senza contare che prendersela con degli esseri inanimati era
anche alquanto idiota. Eppure, osservando quelle lancette che di
avanzare sembravano non avere la minima voglia, non poteva fare a meno
di considerare l'eventualità di afferrare quel disco rotondo
agganciato alla parete e lanciarlo fuori dalla finestra, come se fosse
stato un freesbey.
Quando si fermava
a pensare che la causa del tutto era un piccolo tappetto pelato,
istintivamente serrava i pungi emettendo ringhi sommessi. Sembrava
quasi un cane.
La
verità era che gli dava fastidio, un fastidio enorme: il suo
atteggiamento, agli occhi di qualunque altro poteva sembrare ridicolo,
ma lui non poteva fare a meno di sentirsi irritato al pensiero che la
sorella fosse uscita con quel nano e che, come se il danno non fosse
stato di per sè grave, sarebbe rientrata tardi.
Da un lato era
felice che si fosse presa una cotta per quel Crilin. Sempre meglio una
persona innocua come lui che qualche montato di testa che sarebbe
potuto costituire un problema.
Dall'altro,
però, odiava il fatto che qualcun'altro spartisse del tempo
con sua sorella. Non per qualche motivo in particolare, ma solo
perchè era la sua gemella e, in un certo qual senso, la
sentiva una parte di sé. Perchè, se prima lui
costituiva l'unico punto di riferimento per lei (o meglio dire, credeva
di esserlo) adesso spartiva gli onori con un rammollito.
E per di
più senza naso!
Afferrò
distrattamente una rivista poggiata sul tavolino e prese a sfogliarla
per passare il tempo. Letto qualche inutile articolo sugli effetti
deleteri della cellulite sulle settantenni, si decise ad alzare lo
sguardo per puntarlo nuovamente verso il suo nemico.
Due
minuti....erano trascorsi solo due minuti!
Contenendo, per
modo di dire, gli antipodi di una crisi isterica in piena regola,
gettò la rivista sul bracciolo del divano con violenza, si
alzò e prese ad armeggiare con le bottiglie in frigo alla
ricerca di un succo di frutta.
Da un certo punto
di vista si considerava ridicolo....proprio così! Quando 18
era uscita per raggiungere il suo fidanzatino, lui aveva fatto
spallucce, l'aveva motteggiata un pochino divertito e poi, quando lei
si era attardata sulla soglia della porta chiedendogli se ci fossero
stati problemi per un suo eventuale rientro notturno, lui, con aria di
scherno, le aveva risposto che la sua vita non sarebbe minimamente cambiata
per lei.
Perchè
in fondo, a lui cosa gliene poteva importare di quel che la sorellina
decideva di fare?
Non aveva mai
avuto interesse per ciò. Insomma, da piccolo era sempre
preso a giocare con le sue macchinine e non si curava dei bacetti che
gli altri ragazzini cercavano di darle sulle sue gote rosa. Se aveva
dato dei pugni a suddetti soggetti era solo perchè gli
andava....per nessun altro motivo.
Sospirò
sconsolato estraendo la boccetta color pesca.
Cominciava a
pensare che se quell'orologio non si fosse deciso a collaborare,
sarebbe saltato in moto (per la quale nutriva un morboso attaccamento)
e avrebbe dato una bella lezione al piccoletto.
La consapevolezza
che la sorella non avrebbe risposto bene (nella migliore delle ipotesi
con un sonoro pugno stampato in fronte) era del tutto marginale al
ricordo delle ore passate in palestra, così come lo era il
fatto che anche la sorella le avesse trascorse in allenamenti.
L'ultima volta
che era tornata da uno dei suoi appuntamenti, aveva un bel sorriso
stampato in faccia, cosa alquanto inusuale in lei. Si sentiva
quasi.....geloso. Scosse la testa vigorosamente per scacciare il
pensiero.
Preso dalla
stanchezza, probabilmente dovuta a quel momentaneo stato di calma dopo
tutta la rabbia, arrancò su per le scale della dimora fino
ad infilarsi nella prima stanza che gli era capitata sotto gli occhi.
Si distese sulle coperte, allargando a più non posso le
braccia e chiudendo lentamente gli occhi.
****
Alcune ore dopo,
fu svegliato dal piccolo tonfo di una porta che si chiudeva con
cautela. Sbattè più volte le palpebre per mettere
a fuoco la vista, fino a scorgere confusamente la penombra di una
stanza all'interno della quale riconobbe una figura femminile aggirarsi
con circospezione.
"ti sembra questa
l'ora di tornare? E' tardi!"
Quella si
girò di scatto sorpresa, per poi abbandonare
quell'espressione basita per una più maliziosa: l'angolo
destro della bocca appena rialzato in un sorriso beffardo.
"tardi, dici? Ti
informo, mio caro, che sono solo le sette di sera.... Ti sei annoiato
parecchio senza di me, eh?"
"Non dire
scemenze!"
"Mmm" lo
interruppe "allora dovrei pensare che il fatto che tu abbia passato
tutta la giornata a dormire in camera mia sia stato solo un caso."
ci furono alcuni
secondi di nervoso silenzio da parte del ragazzo.
"Ero solo stanco,
sono tornato a casa tardi ieri. Mi sono appoggiato nel primo posto che
mi è capitato" disse sommessamente.
Lei non ci fece
quasi caso e riprese a piegare i vestiti riponendoli nell'armadio. La
calma e la tranquillità dei suoi gesti tradivano una
serenità che il fratello raramente le vedeva. Per quanto la
sorellina si fosse sempre dimostrata legata a lui, da qualche mese a
quella parte aveva l'impressione che il loro rapporto si fosse
sgretolato sotto l'influenza maligna di un tappo malefico (e va bene,
forse stava esagerando...).
"divertita?"
"Uhm....sì,
molto. Anche se...."
"se?"
"beh, non mi
sarebbe dispiaciuto se anche tu fossi venuto a vedere il film con noi"
confessò infastidita per quello slancio di affetto che non
le si addiceva.
"magari, se
stasera non devi uscire con qualche brunetta possiamo farci una
passeggiata"
"Non dire
sciocchezze! Ho altro di meglio da fare che uscire con te." disse con
sicurezza e impertinenza.
Il silenzio
durò per qualche altro minuto: la ragazza fissava la
finestra davanti a sè, come ad aspettar qualcosa.
"E' meglio se ti
copri di più.....in moto fa freddo" concluse il gemello
uscendo dalla porta. Notò un altro di quei sorrisetti
beffardi poco prima di cambiare stanza, eppure non ne era affatto
infastidito ma, al contrario, quasi compiaciuto. Fu quasi come se tutte
le preoccupazioni che lo avevano avvolto quel pomeriggio fossero d'un
tratto scomparse, come se l'intesa condivisa con la gemella fosse
sempre la stessa. Si ritrovò persino a pensare che il
fidanzatino smidollato potesse rivelarsi simpatico. In fondo, quando
vide la sorella salire sulla moto sorridente, pensò che
qualche pugno glielo poteva anche risparmiare, dopotutto.
Ehm-ehm…..prima
che mi linciate per aver avuto il coraggio di pubblicare
questo….coso…. vorrei dedicarlo al mio spirito
affine, ovvero Juu_nana, per il suo compleanno^^ Auguroni Madda!! Mi
dispiace se non è un granché come storia, ma
purtroppo è il massimo che sono riuscita a fare^^”
Basta solo pensare che questa storia, prima di diventare
così com’è, è cambiata per
trama, personaggi ed anime almeno tre volte….e questo dice
tutto -.-“ In ogni caso, vorrei ringraziare
tantissimo (la santa) ele-chan per avermi pazientemente aiutato a dare
una forma decente a questa storia e per avermi sostenuto durante le mie
molteplici crisi isteriche-depressive derivanti dal tutto
(nonché per avermi costrett….ehm, convinto a
finire questa storia entro oggi^^”). Bene, a questo punto ho
detto davvero tutto e, oltre che rimettermi ad un atto di clemenza da
parte dei lettori (ergo: limitatevi al lancio di pomodori e lasciate
stare le pietre, please^^”), non mi resta che salutarvi e
ringraziare chi leggerà^^ Bacioni a tutti!!!
0*Umpa_lumpa*0
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