Finita!
Con
questo breve epilogo, riesco a mettere la parola fine a questa
storia.
Grazie
a
tutti quelli che mi hanno seguita e sostenuta e grazie per ogni
singola recensione!
Spero
che
il finale vi piaccia!
Ricominciare,
a Parigi
Un raggio di sole impertinente
svegliò Aramis e Athos
dal sonno profondo in cui erano piombati dopo quella notte d'amore e
passione! Le assi della stalla erano sconnesse e la luce del giorno
filtrava ovunque!
Aramis si tirò su di scatto,
dando una pacca alla
spalla di Athos che, nudo, le dormiva placidamente accanto.
"Dannazione! Ci siamo addormentati quì! Ed è
già mattina
fatta e potrebbero piombare quì i bambini o d'Artagnan,
preoccupati
per non averci visti rientrare! Alzati e vestiti!!!".
Athos sobbalzò, quasi
spaventato. "Hei...".
Aramis lo guardò storto, poi
sorrise dolcemente però.
"Starei qua ore con te, giuro! Ma se non ci vedono in casa,
penseranno che ci siamo picchiati fino ad ammazzarci, stanotte!
Soprattutto, considerando in che stato ci ha lasciati d'Artagnan
stanotte!".
"Ok, facciamo così! Esco prima
io, vado in casa e
parlo con lui. Gli dirò che ci siamo chiariti e che sei
uscita
presto per andare a sistemare delle cose al villaggio!".
Aramis, che si stava rivestendo, assunse
un'aria
scettica. "Credi che d'Artagnan ci crederà? Se ne sei
convinto...". Poi il suo viso si addolcì improvvisamente,
ripensando ai momenti con lui, in quella notte appena passata. Il suo
odore, il calore del suo corpo, la passione... Si avvicinò e
lo
baciò. "Beh, provaci comunque!".
Athos sorrise. "Ahah, vediamo! A dire il
vero, ho
un pò di cose di cui scusarmi con lui e con sua figlia!
Quindi devo
parlarci comunque!".
"Ok, vai!" - mormorò Aramis,
catturata
dall'immagine dell'uomo che si rivestiva. Bello, muscoloso, elegante,
con un fisico asciutto e sodo. Era bello come un dio, Athos! Lo
guardò uscire e poi scosse la testa. Beh, era meglio
togliersi
quella faccia da ebete che, si sentiva, aveva in viso. E magari
iniziare a fare qualcosa di più produttivo che starsene
sognante in
una stalla, mezza nuda. In fondo lei e Athos, avevano deciso,
avrebbero avuto infiniti altri momenti per rivivere quella notte,
come avevano deciso poche ore prima.
Athos si avviò in casa. Il
temporale della sera prima
era cessato e ovunque splendeva uno splendido e tiepido sole. L'aria
era frizzante e pulita, così come il suo animo di nuovo
fattosi
leggero. Era felice... Aveva odiato quel viaggio e invece gli aveva
cambiato la vita!
Aprì la porta e trovò
il guascone già vestito, coi
bambini che mangiavano la colazione seduti al tavolo. "Buongiorno!"
- esclamò fissando l'amico in viso.
D'artagnan lo guardò
incuriosito. "Buongiorno a
te!".
Athos sospirò. D'artagnan non
sembrava arrabbiato e
aveva usato con lui il suo solito tono amichevole e tranquillo. Il
suo amico non era in grado di tenere rancore troppo a lungo ed aveva
un carattere infinitamente migliore del suo. "Ecco... Sono
uscito a controllare se il temporale ha allagato l'aia e...".
D'artagnan ridacchiò. "Si certo!
E tu e Aramis
avete controllato tutto dal fienile?".
Oh...
Athos arrossì, di botto. Lo
sapeva, non avrebbe mai
potuto fregarlo! "Ecco...".
D'artagnan gli pose una mano sulla spalla.
"Tranquillo,
non devi spiegarmi niente. Semplicemente, ero affacciato alla
finestra e ti ho visto uscire. E siccome nemmeno Aramis è
rientrata
stanotte... ho tratto la conlusione più logica. Se siete
felici,
sono contento per voi. Tutto quì!". In realtà lo
sapeva, non
ci era voluto molto a capirlo perchè da sempre aveva
sospettato che
quei due sarebbero finiti insieme prima o poi.
Athos rimase senza parole. Il modo di fare
di d'Artagnan
era semplice, limpido, amichevole. Si sentì in colpa per il
modo in
cui si era comportato con lui i giorni precedenti perchè
davvero, il
guascone non li meritava. "Mi spiace, davvero! Per tutto!"
- ammise infine, corrucciato.
D'artagnan sospirò. "Beh,
l'amore a volte rende
stupidi. Felici e stupidi, sì!".
Athos gli sorrise. Il tono di d'Artagnan
era sereno, era
palese che per lui la lite fra loro era ormai cosa risolta. "Grazie!"
- disse semplicemente.
Poi si avvicinò ai bambini.
C'era ancora una faccenda
da sistemare! Si inginocchiò vicino a Julie che lo guardava
silenziosa. "Ciao! Facciamo la pace?" - gli disse, in tono
gentile.
Julie lo fissò, poi
guardò Demian e Luis. Infine
annuì. Beh, lei voleva bene allo zio Athos, anche se era un
orso!
"Si... Però, devi fare il bravo!" - disse, seria.
D'artagnan scoppiò a ridere.
"Ahah, da che
pulpito! Ricorda che presto saremo a Parigi e che dovrai rivedere la
mamma! Con lei non vi andrà bene come con me!".
Julie e Demian fissarono il padre,
deglutendo. In
effetti, in fatto di punizioni, l'uomo di casa era la loro mamma
Constance!
Julie, con fare civettuolo,
saltò fra le braccia di
Athos. "Zio Athos, io ti perdono, ma tu in cambio mi difendi
dalla mamma, capito?!".
Athos scoppiò a ridere. Julie
era una bambina limpida e
vivace, come il padre. E con un'intelligenza e una civetteria molto
rare per una bambina di quell'età. Avrebbe fatto penare i
suoi
genitori, da grande... "Beh, vedrò quello che posso fare!".
"Tornerai a Parigi, quindi?" - chiese
d'Artagnan all'amico.
"Torneremo!". La voce di Aramis irruppe
nella
stanza.
D'artagnan e Athos si voltarono.
"Entrambi?" - chiese il guascone, quasi
timoroso di essere felice.
Athos si avvicinò alla donna.
"Si, entrambi. Io
e... René! Una donna che ama cavalcare e sa usare la spada
meglio di
molti uomini! Abbiamo deciso stanotte. Per ora torneremo a Parigi,
insieme! E poi vedremo come evolveranno le cose!".
D'artagnan sorrise. "Beh, mi sembra
un'ottima idea!
A parte Porthos e Constance a cui dovremo spiegare tutto, per gli
altri non sarà un problema. La maggior parte dei
moschettieri che
han conosciuto Aramis non è più in servizio e per
quelli nuovi...
sarai solo una donna stra-maledettamente in gamba!".
"Si, più o meno il piano
è quello!" -
commentò Athos.
"Bello!". Julie corse da Aramis, felice.
"Se
vieni con noi, mi devi insegnare a usare la spada! Voglio essere come
te!".
Aramis annuì. "D'accordo!".
Cominciava una
vita nuova... Molto di Aramis sarebbe rimasto in lei, in
René. Una
donna, come aveva detto Athos, che sa cavalcare e usare bene la spada
come un uomo. Aramis non sarebbe mai morta davvero ma avrebbe
semplicemente arricchito l'animo di René. Aramis l'aveva
resa
migliore e avrebbe sempre vissuto in lei...
D'artagnan sospirò, davanti alla
riposta affermativa di
René alla figlia. Cominciavano i guai... Ma era felice lo
stesso.
Mai ci avrebbe creduto ma ora lo sentiva come se fosse una cosa
possibile. Il loro motto...
"Uno per tutti, tutti per uno"
Già, presto sarebbe stato
nuovamente realtà.
|