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Broken Heart
Continuava a piangere, non era proprio riuscita a far smettere di cadere quei cristalli salati.
Sentiva troppo dolore al cuore che si era spezzato come mai prima.
Continuava a chiudere gli occhi sperando che fosse un illusione; ma,
quando li riapriva, constatava che quella era la realtà e non
una semplice fantasia.
Qualche ora prima...
Aveva aperto pian piano gli occhi, si sentiva strana come se qualcosa dentro di lei fosse cambiata.
Girò il capo verso destra, seduto sulla poltrona color rosa vi era Donatello che dormiva beatamente.
Aveva sorriso osservando Michelangelo sull'altra poltrona che si agitava in preda dei sogni.
Raphael era seduto sul davanzale della finestra che ammirava il
risvegliarsi della città mentre si rigirava uno dei suoi Sai
nelle mani.
"Come ti senti?" Chiese premurosamente Leonardo che era in piedi accanto a lei.
"Molto meglio Leonardo, grazie; anche se...Non so come spiegarlo... Ma
sento che c'è qualcosa di diverso" rispose mentre si alzava dal
letto aiutata dal leder.
"Vieni April ti preparo un tè caldo" fece per prenderla in
braccio ma lei lo allontanò; osservò le lenzuola e
istintivamente portò le mani sul grembo: il suo bimbo non c'era
più...
"E' uno scherzo vero? Volevate farmi uno scherzo. è così vero?" Disse istericamente tra un singhiozzo e l'altro.
"April tesoro calmati ti prego..."
"Come posso calmarmi Leonardo? Il mio bimbo non c'è più,
non c'è più lo capisci...ti rendi conto?" Gridava tirando
dei pugni sul piastrone dell'amico; pugni che non dolevano fisicamente
ma che laceravano l'anima del leder.
Dal canto suo Leonardo l'aveva stretta forte a se lasciandole sfogare
tutto il dolore; certo che si rendeva conto che il piccolo non c'era
più, certo lo capiva.
*
Raphael osservava l'alba seduto sul davanzale della finestra: appena si
intravide quell'angolo sferico sbucare dietro l'orizzonte, dopo tante
ore di buio, la luce fece quasi male agli occhi, riusciva a cogliere
profumi mischiati di rugiada estiva e fresco calore mattutino; colori
ancora opachi come il violetto, che man mano che il sole lentamente si
svegliava, sfumava nel giallo splendente, più luminoso del
triste violetto dipinto dalla lucente stella che sorgeva spuntando
quando ancora la mente percepiva il bisogno di socchiudere gli occhi
per la troppa seppur meravigliosa luce.
Infine un esplosione di colori caldi: rosa, arancione... Una punta di
azzurro apparve improvvisamente segnando la fine del risveglio del sole
stanco.
Nel mentre osservava la città risvegliarsi, anche April si era
alzata scoprendo l'amara verità, suo fratello l'aveva
abbracciata cercando di alleviare quel dolore troppo grande da
sopportare.
Aveva rinfoderto il suo Sai e si era avvicinato a loro: April
continuava a piangere gridando tra un singhiozzo e l'altro non
c'è più, mentre Leonardo cercava di consolarla.
"Leo lui non c'è più, il mio bimbo se ne è andato
per sempre" continuava a gridare come un disco senza fine.
"April..." Non sapeva cosa dire per confortarla, era sempre stato un
tipo di poche parole, ma voleva farle capire che lui le era vicino.
"Ti prego April non piangere" aveva sussurato con un filo di voce
prendendo la ragazza, che intanto il fratello aveva lasciato, e
stringendola forte tra le braccia muscolose.
"Stai tranquilla ci siamo noi qui con te, non ti lasceremo sola"
cercava di alleviare un po' il dolore; faceva troppo male vederla
ridotta in quelle condizioni.
"Grazie Raph" aveva semplicemente sussurato lei con il volto rigato dalle molte lacrime.
*
Donatello e Michelangelo si erano svegliati di soprassalto nell'esatto
momento in cui April aveva scoperto di aver perso il piccolo.
Si erano guardati negli occhi per poi voltarsi e osservare prima Leo e poi Raph stringere forte tra le braccia la ragazza.
Un grosso nodo si era formato nella gola di Donatello, sapeva che tutto
quel misfatto era colpa sua e non riusciva a darsi pace...
Se solo fosse stato un medico e non soltanto un nerd, avrebbe potuto
salvare la vita di quella piccola creatura; sapeva che quella volta
aveva miseramente fallito.
Michelangelo aveva letteralmente strappato April dalle braccia di Raphael che aveva digrinato i denti contrariato.
L'abbracciava calorosamente mentre lacrime silenziose cadevano dai suoi
occhi, voleva veramente tanto bene al suo nipotino anche se non l'aveva
ancora visto.
Si era affezionato molto e sapere che non l'avrebbe mai conosciuto era
una cosa impensabile per lui; per questo capiva il dolore che provava
April: dopo tutto quello era il suo bambino.
*
Tutti l'avevano abbracciata e consolata, tutti tranne il suo adorato nerd: Donnie.
Aveva sorriso a Michelangelo e staccandosi dal suo abbraccio si diresse verso Donatello.
Dal canto suo il genio dalla fascia viola guardava il pavimento
incapace di sostenere lo sguardo della sua amica, sapeva di aver
sbagliato e non riusciva a perdonarselo.
"Donnie..." Un lieve sussurro era bastato per farli alzare lo sguardo e perdersi in due profonde pozze verdi.
"April...Io...Mi dispiace è soltanto colpa mia, dovevo stare
più attento..." Ma non aveva finito di parlare perchè due
braccia lo cinsero forte.
L'aveva perdonato, nonostante tutto il suo dolore aveva trovato il
coraggio per perdonarlo; quello era uno dei tanti motivi del
perchè amasse April nonostante tutto.
Aveva ricambiato anche lui l'abbraccio lasciando cadere qualche lacrima
dai suoi occhi, non poteva essere più felice di così,
niente era più importante per lui che il perdono della sua amata
amica.
I momenti belli sono sempre rari, e quelle poche volte che accadano
sono talmente brevi da non lasciar realizzare neanche ciò che
sta accandendo intorno a te; ed era proprio ciò che stava
succedendo in quel momento.
Un dolore al basso addome aveva colpito April facendola cadere a terra, qualcosa non andava ma non capiva cosa.
Piegata ancora in due dal dolore aveva cominciato a tossire vomitando
sul pavimento successivamente, ma la cosa che fece preoccupare tutti,
fu il sangue che usciva dalla bocca.
"Donnie cosa sta succedendo?" Aveva chiesto allarmato Leonardo avvicinandosi all'amica e poggiandole una mano sulla spalla.
"Non lo so Leonardo, devo portarla in ospedale li hanno le attrezzature
adatte a visitarla" era nel panico più totale, ma forse una
piccola speranza si era riaccesa in lui.
"Ti vorrei chiedere solo una cosa genio, come diavolo possiamo portarla
in ospedale? Ti ricordo che siamo tartarughe e non essere umani" aveva
sbraitato Raphael per non far vedere che anche lui era entrato nel
panico più totale.
"Che cosa credi? Che non lo sappia?" Aveva risposto a tono Donatello,
poteva anche sbagliare qualche volta, ma stupido non era di certo.
Era tutti talmente impegnati a discutere che non si era accorti del povero Michelangelo che aveva cominciato a tremare.
Indietraggiava piano piano mentre la vista si faceva leggermente
offuscata e il respiro affannato, senza rendersene conto le gambe
cedettero lasciandolo cadere a terra privo di sensi; aveva visto del
sangue ne era sicuro, sangue che usciva dalla bocca di April.
"Adesso piantatela tutte e due, possiamo chiamare...Mikey" aveva gridato Leonardo guardando il suo fratellino cadere a terra.
"Certo che risolviamo la questione Leo, ti ricordo che anche Mikey
è..." ma non aveva finito perchè lo sguardo spaventato
del leader e del nerd l'avevano fatto girare per osservare Michelangelo
a terra privo di sensi.
"Leo stai con April, mettile una coperta per non farle prendere troppo
freddo, tu Raph chiama Angel sarà lei ad accompagnarla in
ospedale, mentre io controllo Mikey" avevano tutti annuito agli ordini
dettati da Donatello dirigendosi ognuno a svolgere il proprio compito.
*
Aveva riaperto pian piano gli occhi, era ancora tutto un po' sfocato ma
era riusciuti ad individuare la figura di suo fratello Donatello
accanto a lui; poco distante vi era Leonardo che stringeva tra le
braccia April avvolta da una coperta.
"Ti senti meglio fratellino?" Aveva chiesto premurosamente il genio accompagnando le sue parole ad un sorriso.
"Adesso si, ho visto April star male ed ho cominciato ad avere paura e
poi non ricordo più niente" aveva concluso un po' dispiaciuto
dall'accaduto.
"Stai tranquillo, penso che tu abbia avuto un piccolo attacco di panico, non è nulla di grave e..."
"Ragazzi Angel sta arrivando, ed intanto ha chiamato un ambulanza
spiegandole un po' la situazione" Aveva interrotto Raphael facendo
irruzione nella stanza.
Angel stava arrivando dovevano solo attendere pazientemente, cosa
alquanto difficile visto la situazione delicata; ma loro erano ninja e
la pazienza l'avevano nel sangue, anche se più delle volte era
messa alla prova proprio come in quel momento.
*
Ogni minuto che passava li sembrava un eternità, era lontano da
tutto e da tutti, l'unica compagnia era la pioggia estiva che batteva
insistente su quella specie di bosco...
Non poteva dire con esatezza se erano passati giorni o ore: perchè dentro quella cella il tempo non scorreva mai.
La sua April era un pensiero fisso nella mente, le mancava da morire, come avrebbe fatto una vita senza di lei?
"Caro amore mio, com'è lungo un giorno senza di te e la pioggia
d'estate sta piangendo insieme a me. Io vorrei volare dove tu sei per
spiegarti che niente è più importante di te...Nel
silenzio dei miei pensieri ascolto sempre la tua voce, e mi sento
trasportare in un mondo che non ho più con te...
Questo tempo che mi rimane mi sfugge sempre più... Guardo il
mondo e mi accorgo che non son solo ma ho tanta malinconia in questo
mondo fatto di vuoto senza te.
E t'amo ancora come non ho amato mai, amato mai."
Più ci ripensava, e più capiva che una vita senza di lei non sarebbe mai stata possibile...
Erano così felici, ma la loro felicità non poteva mai
durare: una volta ci si metteva Stockman, un altra Hun, poi Shredder e
per non parlare di tutti i nemici sparsi nello spazio.
Quello che chiedeva era di vivere in pace con la sua donna, una cosa alquanto difficile, visto che lei non c'era più...
Una volta aveva letto in libro che sul punto di morte ci si sente col cuor leggero!
Shakespeare lo chiamava lampo che precede la morte; sperava tanto che
la sua April non avesse sofferto e fosse morta con il cuore leggero.
Aveva chiuso gli occhi lasciandosi cullare dai ricordi...
..."Ah, cara Giulietta, perchè
sei ancora tanto bella? debbo credere forse che la morte immateriale
provi il sentimento d'amore, e che quel mostro abbortio di magrezza ti
tenga qui al buio per far di te la tua amante? Per tema che questo
possa accadere, voglio restarmene qui con te e non mai più
partirmi da questo palazzo della tetra notte. Qui, qui resterò,
con i vermi che faran la parte dei serventi. Oh, io prenderò qui
il mio riposo eterno, e scuoterò il giogo delle stelle funeste
da questa carne stanca del mondo... occhi miei, guardate per l'ultima
volta! Braccia, serratevi pur nel vostro ultimo amplesso! E voi, o
labbra, che siete la porta del respiro, siggilate con un leggittimo
bacio il contratto senza termine con la morte divoratrice!"...
Romeo aveva avuto la possibilità di guardarla un ultima volta, di abbracciarla e di baciarla...
Lui invece, l'ultima volta che l'aveva abbracciata era stato durante il
film di Romeo e Giulietta, l'aveva stretta forte, l'aveva guardata
negli occhi asciugandole e lacrime e alla fine l'aveva baciata...
Il suo rimpianto più grande era stato non poter dire ti amo un ultima volta alla sua amata.
*
Angel era arrivata e con lei l'ambulanza che aveva portato d'urgenza April all'ospedale.
Erano più di tre ore che aspettavano sul tetto dell'ospedale senza aver nessuna notizia, l'attesa era davvero snervante.
La porta che dava sul tetto si aprì rivelando la figura alta e
snella di una ragazza sui diciotto anni; Angel aveva raggiunto i
ragazzi speravano solo che portasse buone notizie...
Angel li guardò ad uno ad uno prima di prendere fiato e
cominciare a parlare, doveva trovare il coraggio per dire la
verità, coraggio che in quel momento le mancava.
Angolo Autrice...
Buonasera a tutti, dopo un tempo interminabile sono tornata.
Spero di non avervi delusa con
questo agiornamento, l'ho dovuto rileggere e correggere mille volte ma
alla fine ho deciso di lasciarlo così.
Approfittando del fatto che il mio
martirio fa il turno serale e i gemellini sono a letto, ho deciso di
dare un ultimo sguardo e di pubblicare.
I prossimi aggiornamenti saranno
abbastanza lenti, con i gemellini da guardare e con questa gravidanza
che sto più male che bene, ili tempo è veramente poco.
Solo ieri sono svenuta quattro
volte, per non parlare delle teribili nausee che ho; pensavo che con la
seconda gravidanza sarei stata meglio, ma a quanto pare è peggio
della prima...
Scusatemi mi dilungo sempre in
chiacchere inutili, ringrazio chi ha recensito, e scusate se non ho
risposto alle vostre bellissime parole, ma mi hanno fatto molto piacere
leggerle.
Allora alla prossima, una buona serata.
Dimenticavo di dire che il testo in corsivo è preso dal libro di Shakespeare "Romeo e Giulietta".
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