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Autore: princess_serenity_92    15/12/2014    1 recensioni
Shredder è stato sconfitto e la pace regna sovrana da alcuni anni.
Ma qualcosa nascosta nell'ombra sconvolgerà le vite tranquille di quattro tartarughe e due ragazzi.
Sarà una nuova minaccia?
E cosa avrà a che fare Casey con tutto ciò?
Genere: Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: April O'Neil, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Broken Heart







Continuava a piangere, non era proprio riuscita a far smettere di cadere quei cristalli salati.
Sentiva troppo dolore al cuore che si era spezzato come mai prima.
Continuava a chiudere gli occhi sperando che fosse un illusione; ma, quando li riapriva, constatava che quella era la realtà e non una semplice fantasia.


Qualche ora prima...


Aveva aperto pian piano gli occhi, si sentiva strana come se qualcosa dentro di lei fosse cambiata.
Girò il capo verso destra, seduto sulla poltrona color rosa vi era Donatello che dormiva beatamente.
Aveva sorriso osservando Michelangelo sull'altra poltrona che si agitava in preda dei sogni.
Raphael era seduto sul davanzale della finestra che ammirava il risvegliarsi della città mentre si rigirava uno dei suoi Sai nelle mani.
"Come ti senti?" Chiese premurosamente Leonardo che era in piedi accanto a lei.
"Molto meglio Leonardo, grazie; anche se...Non so come spiegarlo... Ma sento che c'è qualcosa di diverso" rispose mentre si alzava dal letto aiutata dal leder.
"Vieni April ti preparo un tè caldo" fece per prenderla in braccio ma lei lo allontanò; osservò le lenzuola e istintivamente portò le mani sul grembo: il suo bimbo non c'era più...
"E' uno scherzo vero? Volevate farmi uno scherzo. è così vero?" Disse istericamente tra un singhiozzo e l'altro.
"April tesoro calmati ti prego..."
"Come posso calmarmi Leonardo? Il mio bimbo non c'è più, non c'è più lo capisci...ti rendi conto?" Gridava tirando dei pugni sul piastrone dell'amico; pugni che non dolevano fisicamente ma che laceravano l'anima del leder.
Dal canto suo Leonardo l'aveva stretta forte a se lasciandole sfogare tutto il dolore; certo che si rendeva conto che il piccolo non c'era più, certo lo capiva.

                                                                         *


Raphael osservava l'alba seduto sul davanzale della finestra: appena si intravide quell'angolo sferico sbucare dietro l'orizzonte, dopo tante ore di buio, la luce fece quasi male agli occhi, riusciva a cogliere profumi mischiati di rugiada estiva e fresco calore mattutino; colori ancora opachi come il violetto, che man mano che il sole lentamente si svegliava, sfumava nel giallo splendente, più luminoso del triste violetto dipinto dalla lucente stella che sorgeva spuntando quando ancora la mente percepiva il bisogno di socchiudere gli occhi per la troppa seppur meravigliosa luce.
Infine un esplosione di colori caldi: rosa, arancione... Una punta di azzurro apparve improvvisamente segnando la fine del risveglio del sole stanco.
Nel mentre osservava la città risvegliarsi, anche April si era alzata scoprendo l'amara verità, suo fratello l'aveva abbracciata cercando di alleviare quel dolore troppo grande da sopportare.
Aveva rinfoderto il suo Sai e si era avvicinato a loro: April continuava a piangere gridando tra un singhiozzo e l'altro non c'è più, mentre Leonardo cercava di consolarla.
"Leo lui non c'è più, il mio bimbo se ne è andato per sempre" continuava a gridare come un disco senza fine.
"April..." Non sapeva cosa dire per confortarla, era sempre stato un tipo di poche parole, ma voleva farle capire che lui le era vicino.
"Ti prego April non piangere" aveva sussurato con un filo di voce prendendo la ragazza, che intanto il fratello aveva lasciato, e stringendola forte tra le braccia muscolose.
"Stai tranquilla ci siamo noi qui con te, non ti lasceremo sola" cercava di alleviare un po' il dolore; faceva troppo male vederla ridotta in quelle condizioni.
"Grazie Raph" aveva semplicemente sussurato lei con il volto rigato dalle molte lacrime.

                                                                             *


Donatello e Michelangelo si erano svegliati di soprassalto nell'esatto momento in cui April aveva scoperto di aver perso il piccolo.
Si erano guardati negli occhi per poi voltarsi e osservare prima Leo e poi Raph stringere forte tra le braccia la ragazza.
Un grosso nodo si era formato nella gola di Donatello, sapeva che tutto quel misfatto era colpa sua e non riusciva a darsi pace...
Se solo fosse stato un medico e non soltanto un nerd, avrebbe potuto salvare la vita di quella piccola creatura; sapeva che quella volta aveva miseramente fallito.

Michelangelo aveva letteralmente strappato April dalle braccia di Raphael che aveva digrinato i denti contrariato.
L'abbracciava calorosamente mentre lacrime silenziose cadevano dai suoi occhi, voleva veramente tanto bene al suo nipotino anche se non l'aveva ancora visto.
Si era affezionato molto e sapere che non l'avrebbe mai conosciuto era una cosa impensabile per lui; per questo capiva il dolore che provava April: dopo tutto quello era il suo bambino.

                                                                    *


Tutti l'avevano abbracciata e consolata, tutti tranne il suo adorato nerd: Donnie.
Aveva sorriso a Michelangelo e staccandosi dal suo abbraccio si diresse verso Donatello.
Dal canto suo il genio dalla fascia viola guardava il pavimento incapace di sostenere lo sguardo della sua amica, sapeva di aver sbagliato e non riusciva a perdonarselo.
"Donnie..." Un lieve sussurro era bastato per farli alzare lo sguardo e perdersi in due profonde pozze verdi.
"April...Io...Mi dispiace è soltanto colpa mia, dovevo stare più attento..." Ma non aveva finito di parlare perchè due braccia lo cinsero forte.

L'aveva perdonato, nonostante tutto il suo dolore aveva trovato il coraggio per perdonarlo; quello era uno dei tanti motivi del perchè amasse April nonostante tutto.
Aveva ricambiato anche lui l'abbraccio lasciando cadere qualche lacrima dai suoi occhi, non poteva essere più felice di così, niente era più importante per lui che il perdono della sua amata amica.

I momenti belli sono sempre rari, e quelle poche volte che accadano sono talmente brevi da non lasciar realizzare neanche ciò che sta accandendo intorno a te; ed era proprio ciò che stava succedendo in quel momento.
Un dolore al basso addome aveva colpito April facendola cadere a terra, qualcosa non andava ma non capiva cosa.
Piegata ancora in due dal dolore aveva cominciato a tossire vomitando sul pavimento successivamente, ma la cosa che fece preoccupare tutti, fu il sangue che usciva dalla bocca.

"Donnie cosa sta succedendo?" Aveva chiesto allarmato Leonardo avvicinandosi all'amica e poggiandole una mano sulla spalla.
"Non lo so Leonardo, devo portarla in ospedale li hanno le attrezzature adatte a visitarla" era nel panico più totale, ma forse una piccola speranza si era riaccesa in lui.
"Ti vorrei chiedere solo una cosa genio, come diavolo possiamo portarla in ospedale? Ti ricordo che siamo tartarughe e non essere umani" aveva sbraitato Raphael per non far vedere che anche lui era entrato nel panico più totale.
"Che cosa credi? Che non lo sappia?" Aveva risposto a tono Donatello, poteva anche sbagliare qualche volta, ma stupido non era di certo.

Era tutti talmente impegnati a discutere che non si era accorti del povero Michelangelo che aveva cominciato a tremare.
Indietraggiava piano piano mentre la vista si faceva leggermente offuscata e il respiro affannato, senza rendersene conto le gambe cedettero lasciandolo cadere a terra privo di sensi; aveva visto del sangue ne era sicuro, sangue che usciva dalla bocca di April.

"Adesso piantatela tutte e due, possiamo chiamare...Mikey" aveva gridato Leonardo guardando il suo fratellino cadere a terra.
"Certo che risolviamo la questione Leo, ti ricordo che anche Mikey è..." ma non aveva finito perchè lo sguardo spaventato del leader e del nerd l'avevano fatto girare per osservare Michelangelo a terra privo di sensi.
"Leo stai con April, mettile una coperta per non farle prendere troppo freddo, tu Raph chiama Angel sarà lei ad accompagnarla in ospedale, mentre io controllo Mikey" avevano tutti annuito agli ordini dettati da Donatello dirigendosi ognuno a svolgere il proprio compito.

                                                                    *


Aveva riaperto pian piano gli occhi, era ancora tutto un po' sfocato ma era riusciuti ad individuare la figura di suo fratello Donatello accanto a lui; poco distante vi era Leonardo che stringeva tra le braccia April avvolta da una coperta.
"Ti senti meglio fratellino?" Aveva chiesto premurosamente il genio accompagnando le sue parole ad un sorriso.
"Adesso si, ho visto April star male ed ho cominciato ad avere paura e poi non ricordo più niente" aveva concluso un po' dispiaciuto dall'accaduto.
"Stai tranquillo, penso che tu abbia avuto un piccolo attacco di panico, non è nulla di grave e..."
"Ragazzi Angel sta arrivando, ed intanto ha chiamato un ambulanza spiegandole un po' la situazione" Aveva interrotto Raphael facendo irruzione nella stanza.
Angel stava arrivando dovevano solo attendere pazientemente, cosa alquanto difficile visto la situazione delicata; ma loro erano ninja e la pazienza l'avevano nel sangue, anche se più delle volte era messa alla prova proprio come in quel momento.

                                                         *


Ogni minuto che passava li sembrava un eternità, era lontano da tutto e da tutti, l'unica compagnia era la pioggia estiva che batteva insistente su quella specie di bosco...
Non poteva dire con esatezza se erano passati giorni o ore: perchè dentro quella cella il tempo non scorreva mai.
La sua April era un pensiero fisso nella mente, le mancava da morire, come avrebbe fatto una vita senza di lei?
"Caro amore mio, com'è lungo un giorno senza di te e la pioggia d'estate sta piangendo insieme a me. Io vorrei volare dove tu sei per spiegarti che niente è più importante di te...Nel silenzio dei miei pensieri ascolto sempre la tua voce, e mi sento trasportare in un mondo che non ho più con te...
Questo tempo che mi rimane mi sfugge sempre più... Guardo il mondo e mi accorgo che non son solo ma ho tanta malinconia in questo mondo fatto di vuoto senza te.
E t'amo ancora come non ho amato mai, amato mai."
Più ci ripensava, e più capiva che una vita senza di lei non sarebbe mai stata possibile...
Erano così felici, ma la loro felicità non poteva mai durare: una volta ci si metteva Stockman, un altra Hun, poi Shredder e per non parlare di tutti i nemici sparsi nello spazio.
Quello che chiedeva era di vivere in pace con la sua donna, una cosa alquanto difficile, visto che lei non c'era più...

Una volta aveva letto in libro che sul punto di morte ci si sente col cuor leggero!
Shakespeare lo chiamava lampo che precede la morte; sperava tanto che la sua April non avesse sofferto e fosse morta con il cuore leggero.
Aveva chiuso gli occhi lasciandosi cullare dai ricordi...

..."Ah, cara Giulietta, perchè sei ancora tanto bella? debbo credere forse che la morte immateriale provi il sentimento d'amore, e che quel mostro abbortio di magrezza ti tenga qui al buio per far di te la tua amante? Per tema che questo possa accadere, voglio restarmene qui con te e non mai più partirmi da questo palazzo della tetra notte. Qui, qui resterò, con i vermi che faran la parte dei serventi. Oh, io prenderò qui il mio riposo eterno, e scuoterò il giogo delle stelle funeste da questa carne stanca del mondo... occhi miei, guardate per l'ultima volta! Braccia, serratevi pur nel vostro ultimo amplesso! E voi, o labbra, che siete la porta del respiro, siggilate con un leggittimo bacio il contratto senza termine con la morte divoratrice!"...  

Romeo aveva avuto la possibilità di guardarla un ultima volta, di abbracciarla e di baciarla...
Lui invece, l'ultima volta che l'aveva abbracciata era stato durante il film di Romeo e Giulietta, l'aveva stretta forte, l'aveva guardata negli occhi asciugandole e lacrime e alla fine l'aveva baciata...
Il suo rimpianto più grande era stato non poter dire ti amo un ultima volta alla sua amata.

                                                 *


Angel era arrivata e con lei l'ambulanza che aveva portato d'urgenza April all'ospedale.
Erano più di tre ore che aspettavano sul tetto dell'ospedale senza aver nessuna notizia, l'attesa era davvero snervante.
La porta che dava sul tetto si aprì rivelando la figura alta e snella di una ragazza sui diciotto anni; Angel aveva raggiunto i ragazzi speravano solo che portasse buone notizie...
Angel li guardò ad uno ad uno prima di prendere fiato e cominciare a parlare, doveva trovare il coraggio per dire la verità, coraggio che in quel momento le mancava.











Angolo Autrice...

Buonasera a tutti, dopo un tempo interminabile sono tornata.
Spero di non avervi delusa con questo agiornamento, l'ho dovuto rileggere e correggere mille volte ma alla fine ho deciso di lasciarlo così.
Approfittando del fatto che il mio martirio fa il turno serale e i gemellini sono a letto, ho deciso di dare un ultimo sguardo e di pubblicare.
I prossimi aggiornamenti saranno abbastanza lenti, con i gemellini da guardare e con questa gravidanza che sto più male che bene, ili tempo è veramente poco.
Solo ieri sono svenuta quattro volte, per non parlare delle teribili nausee che ho; pensavo che con la seconda gravidanza sarei stata meglio, ma a quanto pare è peggio della prima...
Scusatemi mi dilungo sempre in chiacchere inutili, ringrazio chi ha recensito, e scusate se non ho risposto alle vostre bellissime parole, ma mi hanno fatto molto piacere leggerle.
Allora alla prossima, una buona serata. Dimenticavo di dire che il testo in corsivo è preso dal libro di Shakespeare "Romeo e Giulietta".
   
 
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