contest
Cream puff &
Chocolate bar
5.
Every couple argues
«Sei sempre così irascibile!».
«E tu uno scansafatiche!».
«Testarda e impulsiva!».
«Infantile e irresponsabile!».
«Egocentrica!».
«Ciccione!».
Choji sgranò gli occhi e Karui si coprì la bocca
con una mano, ma ormai era troppo tardi.
Shikamaru e Ino l’avevano avvertita che, al sentirsi chiamare
in quel modo, Choji scatenava un inferno e infatti quella parola non le
era mai sfuggita dalle labbra prima di allora: quello era il loro primo
vero litigio.
Allungò una mano verso Choji, ma lui
indietreggiò, senza smettere
di guardarla con aria sconvolta.
«Mi dispiace, non volevo dirlo».
«Ma l’hai detto», concluse il ragazzo,
abbassando lo sguardo.
A giudicare dalle parole di Shikamaru e Ino, Choji avrebbe dovuto
infuriarsi, urlarle contro e magari minacciare di lasciarla.
Invece
l’Akimichi infilò le mani nelle tasche dei
pantaloni e, senza dire più nulla, si voltò,
deciso ad allontanarsi.
Karui fece un passo in avanti e lo abbracciò da dietro,
avvolgendogli le braccia intorno alla vita per poi poggiare una guancia
sulla sua schiena.
Chiuse gli occhi. «Scusa, davvero, non so cosa mi sia
preso... Mi è sfuggito».
Avvertì un brivido scorrere lungo la colonna vertebrale del
ragazzo.
«Karui... per
favore. Ho bisogno di stare da solo».
Allentò la presa permettendogli di andare via e non fece
nient’altro per fermarlo.
«Ti ho portato uno spuntino».
Karui reggeva un cesto così grande che la sua figura minuta
quasi svaniva dietro di esso.
Choji contrasse le labbra in una smorfia. «Non ho
fame».
«Oh, andiamo,
come puoi non aver fame?! Sei a digiuno da stamattina!».
Karui infilò una mano nel cesto e ne astrasse una pagnotta
calda e profumata.
Gliela porse, ma Choji la rifiutò con un gesto secco della
mano. «Ho detto che non mi va».
Karui sospirò, affranta, rimettendo la pagnotta nel cesto.
Rimasero in silenzio per diversi minuti, poi fu Choji a riprendere il
discorso.
«Mi hai fatto sentire sbagliato, capisci? Come se
non fossi abbastanza
per te».
Karui potè quasi sentire il dolore di Choji sulla propria
pelle.
«Ma no, tu sei perfetto così come sei, te
l’ho sempre detto! È che quando si è
arrabbiati si dicono cose che non si pensano realmente».
«Io ho avuto da ridire su... che so, sulla tua taglia di
reggiseno?».
A Karui per poco non cadde il cesto dalle mani. Abbassò lo
sguardo, colpevole. «No».
«È perché ti amo»,
spiegò lui, quella insolita freddezza che già cominciava a
vacillare.
A Karui vennero gli occhi lucidi. «Oh, Cho, ti amo
anche io», sussurrò, lasciando il cesto per terra
e sedendosi sulle gambe del ragazzo. Gli cinse il collo con le braccia
poggiando la testa sulla sua spalla. Sembrava una bambina piccola e
indifesa al suo confronto.
«Sono stata una stupida! Perdonami, non accadrà
mai più. Te lo prometto».
Choji avvertì i capelli della ragazza sfiorargli il mento e
finalmente sorrise, accarezzandole il viso.
«Proprio non riesco a rimanere arrabbiato con te».
Karui sollevò la testa e lo baciò.
«Ammetti che non puoi resistermi».
Choji ridacchiò, ma allo scemare della sua risata si sostituì il
brontolio del suo stomaco.
«Dammi quel cestino perché sto letteralmente
morendo di fame!».
Karui avvertì il cuore improvvisamente più leggero.
«Questo è il mio uomo!».
Note
dell'autrice:
Pubblico
in netto ritardo,
ma da oggi sono ufficialmente in vacanza e avrò
più tempo da dedicare a questa raccolta (aspettatevi una
qualche flashfic
a sfondo natalizio) e anche ad altri progetti che ho in
mente per questo fandom.
Per quanto riguarda questo capitolo, ho pensato che una ragazza
impulsiva come Karui
deve essersi lasciata sfuggire almeno una volta la parola "ciccione" riferita
a Choji... bisogna tener presente che qui è fortemente
arrabbiata e che è la prima volta che litiga con Choji per
cose serie (lascio a voi l'immaginazione). Spero vivamente che non vi
sia parsa OOC, gradirei
un commentino a tal proposito.
Ringrazio
tutti coloro che seguono/recensiscono la raccolta e credono, come me,
che questa sia una
delle coppie più vere che Kishimoto abbia
formato. Il vero amore va al di là dell'aspetto fisico, al
di là del colore della pelle e al di là delle
distanze. E' un messaggio che mi ha colpito fin da subito e che spero
di riuscire a trasmettere con questa raccolta. Al prossimo capitolo!
Soly Dea
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