Stessa Storia, Stesso Posto, Stesso Bar... ehm, Stessa Accademia di Walpurgisnacht (/viewuser.php?uid=146936)
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“Bene
signori, ora che tutti avete preso posto possiamo…”
“Impiccarla!”
“...iniziare
il processo. Maizono-san, te lo chiedo per l’ultima volta:
FA’. SILENZIO.”
Sayaka
sbuffò e si zittì per l’ennesima volta,
mentre Ishimaru per l’ennesima volta cercava di riacquistare
il controllo di se stesso.
Dopo
un’accesa discussione decisero di fare il processo in
palestra: l’imputata Kyouko Kirigiri era seduta su una sedia
posta sul palco, mentre il resto della classe era seduto a semicerchio
sotto al palco; Ishimaru, da bravo Super Prefetto e mediatore
improvvisato, era rimasto in piedi e si era posto vicino a Kirigiri.
“Dunque,
dicevo” riprese, lanciando uno sguardo a Sayaka nel caso
decidesse di nuovo di minacciare Kyouko “siamo qui per
discutere del presunto omicidio di Leon Kuwata e…”
“Presunto?
Abbiamo anche dei dubbi?”
“...Oogami,
saresti così gentile da occupartene?”
Sakura non se lo fece
ripetere e si sedette accanto a Maizono, intimandole il silenzio con la
sua sola presenza - o tappandole la bocca con una mano, nel peggiore
dei casi; Sayaka sembrò recepire, apparentemente.
“Grazie”
sospirò Ishimaru, poi continuò:
“Insomma, siamo qui per discutere il PRESUNTO OMICIDIO di
Leon Kuwata” sottolineò “e discutere la
possibilità che la qui presente Kyouko Kirigiri sia o no il
mastermind. Detto ciò, diamo inizio al dibattito.”
“Che cosa
c’è da discutere? È
colpfjjgh!” Sayaka non finì la frase,
perché Sakura la placcò al volo:
“Perdonami Maizono, ma se continui a lanciare accuse senza
riflettere non andremo da nessuna parte. E visto che ero presente al
ritrovamento del cadavere, se non vi dispiace comincerò
io.”
Nessuno ebbe da
ridire, esclusa una debole e soffocata protesta di Sayaka,
così proseguì: “Ho incontrato Togami e
Kirigiri in giro per i corridoi e mi sono unita a loro in questa
passeggiata tra le aule… ed è in quel frangente
che abbiamo trovato il corpo di Kuwata nell’aula
d’arte. Era riverso in una pozza di vomito in una posa
strana, come avesse avuto delle convulsioni, e il colorito era
cianotico.”
“Arma del
delitto?” chiese Ishimaru.
“Nessuna”
rispose Sakura, “e non abbiamo nemmeno notato
ferite… anzi, di sangue non c’era proprio
traccia.”
“E quindi
come… come sarebbe morto?” balbettò Aoi.
“Beh…”
sospirò Sakura, scambiando un’occhiata incerta con
Togami “secondo Kirigiri potrebbe trattarsi di soffocamento,
ma non ne era sicura…”
“Secondo
Kirigiri?” intervenne Mondo. “Cioè, lei
è sospettata di essere il mastermind e le avete lasciato
maneggiare il cadavere di Kuwata?”
“Non
l’ha toccato, ha solo espresso il suo parere da
detective” fu la risposta glaciale di Togami.
“Sarà anche indiziata, ma è libera di
dire la sua. E fino a prova contraria è quella che tra noi
si intende di più di casi di omicidio.”
“Certo,
perché è lei la colpevole”
borbottò Sayaka, e le discussioni ricominciarono.
“P-per
favore, adesso basta!”
Makoto si decise a
prendere parola, e si affrettò a continuare prima che
riprendessero a urlare: “Non abbiamo alcuna prova per dire
che sia Kirigiri l’assassina… anzi, da quello che
Oogami ci ha raccontato e che abbiamo visto noi stessi, non abbiamo
prove di nessun tipo!”
“Però
il messaggio di Monokuma non c’è
stato…” intervenne Fukawa, “significa
che il mastermind non ha potuto far partire l’annuncio
perché era tra di noi. E visto che Kirigiri è
sorvegliata da due giorni…”
Tutti annuirono,
convinti della solidità di quest’affermazione, ma
Makoto non cedette: “Vero. Però se fosse lei il
mastermind… non sarebbe stupido farsi trovare in presenza
del cadavere? Ok, è stato casuale e in compagnia di altre
persone… ma se davvero fosse lei avrebbe evitato di andare
proprio nell’aula in cui aveva nascosto il corpo, non vi
pare?”
“Oogami e
Togami, come siete arrivati in quella stanza?” li
interrogò Ishimaru.
“In che
senso? Non credo di seguirti” chiese lei.
“Intendo,
che tipo di percorso avete compiuto?”.
“Continuo a
non capire dove vuoi arrivare, ma se ci tieni… data la
particolare situazione di Kirigiri, era lei a dettare il ritmo della
passeggiata. Abbiamo girato pressapoco come trottole impazzite, senza
uno straccio di meta. Quindi, per rispondere alla tua domanda, mi sento
di poter dire che è stato totalmente casuale. Per quanto
concerne il prima dovete chiedere a Togami”.
“Kerumph”
fece l’interpellato, aspettandosi di dover essere il prossimo
a parlare “Stessa cosa anche prima dell’arrivo di
Oogami. Kirigiri ha girato in tondo, è salita dal primo
piano al secondo al terzo e poi di nuovo al secondo senza soluzione di
continuità alcuna. Ho interpretato questo suo muoversi a
casaccio come un modo per rimediare alla carenza di giri notturni che
da qualche giorno non si può più
permettere”.
Ishimaru, che per
qualche miracolo strano si era autonominato moderatore riuscendo ad
averne l’autorità, pontificò:
“Uhm. Apparentemente non è stato voluto,
quindi”.
“Cosa le
può aver impedito di trascinare ‘sti due su e
giù per l’accademia solo per sviare i
sospetti?” si alzò potente la voce di Mondo, che
chiaramente aveva tutto l’interesse a far sì che i
giurati si pronunciassero a sfavore dell’imputata.
“In effetti
nulla, no”.
“Io non ne
sono troppo sicuro…”.
“Ma
finiamola! È evidente che cercava di guadagnare tempo per
chissà quale diavolo di motivo!”.
Una massa di opinioni
contrastanti andò formandosi, venendo però presto
sbrogliata da Byakuya che si impose in pieno Togami Style™ e
disse: “Vorrei far presente una cosa che ritengo piuttosto
importante: la scelta della vittima. Perché una Kirigiri
mastermind avrebbe ucciso Kuwata?”.
L’assemblea
osservò un istante di silenzio per compiangere il perduto
intelletto del biondo erede.
“Togami, ti
sei rincretinito o cosa? È chiaro che ha voluto zittire una
delle voci più potenti che le remavano contro”
affermò Hagakure, riuscendo persino a suonare scandalizzato
dall’ovvietà di quanto appena detto.
“Innanzitutto
osa ancora dire che mi sono rincretinito e non potrai più
usare i rasta per i tuoi giochetti erotici. In secondo luogo spero che
ora vediate dove volevo realmente andare a parare. Se persino questo
ritardato lo capisce… credete davvero che una persona astuta
come Kirigiri si sarebbe prestata a una simile scemenza? Inoltre, a
quel punto tanto valeva ammazzare direttamente Oowada, visto che Kuwata
gli fungeva solo da secondo. Volete sapere la mia? Se io fossi il
mastermind e mi trovassi nella sua stessa identica situazione, il
cadavere di cui staremmo discutendo in questo momento sarebbe quello di
Naegi”.
“Eh?
Perché proprio io?” pigolò Makoto, non
esattamente contento di sentirsi citare in tale frangente.
“Semplice:
sei il suo più accorato difensore. Ora, visto che il
mastermind non è il tipo da farsi scrupoli di sorta, quale
modo migliore di scagionarsi? Ammazzi il tuo seguace più
fedele proprio per far intendere che non sei tu. E io da Kirigiri non mi
aspetto niente di meno, non di certo una mossa tanto puerile”.
Makoto
lanciò uno sguardo verso Kyouko, vedendola al solito
impassibile. Ma dopo aver scambiato due velocissime chiacchiere con
Togami durante il tragitto sapeva che il suo equilibrio psicologico, in
condizioni normali in grado di sopportare l’impatto con una
nave spaccaghiaccio, era a dir poco precario.
Come
al solito è brava a non far trasparire nulla, ma io credo
che questa uscita di Togami-san l’abbia almeno un pochino
tranquillizzata.
“Qua non
siamo tutti genialoidi come te e quella sporca assassina, sai. Ci
scuserai se non siamo in grado di escogitare piani tanto
complessi” ribatté Mondo.
“Al
contrario, gorilla analfabeta. Al contrario. Il mastermind, il cui QI
sopravanza il vostro di parecchie decine, è dovuto scendere
al livello di questi babbuini perché in questo momento pare
abbia bisogno della loro approvazione. Anzi, non capisco
perché non l’abbia strangolata personalmente se,
come sembra, la odia così tanto…”.
“Per me
Togami ha ragione, Kirigiri non è stupida”.
“Ma va
là! Ha solo fatto fuori chi le dava fastidio!”.
“Impicchiamola!”.
“E piantala,
Maizono. Hai anche rotto le palle”.
Di nuovo confusione.
La
situazione è delicata. Non disperata, perché come
non ci sono elementi a favore di Kirigiri-san non ce ne sono a suo
carico. Ma comunque delicata, e probabilmente basta mettere un piede
nel posto sbagliato per cominciare ad affondare nelle sabbie mobili.
Makoto si
asciugò la fronte. Stava sudando copiosamente.
Neanche nel processo
per la morte di Celes, in cui erano arrivati a tanto così
dall’essere tutti sommariamente giustiziati, si era trovato
in un simile tourbillon emotivo.
“Posso
avanzare una richiesta?” si trovò a dire
inconsciamente.
“Prego
Naegi, parla pure” rispose Ishimaru.
“Ecco,
secondo te sarebbe eccessivo se… se Kirigiri-san potesse
difendersi?”.
La sua domanda
scatenò l’equivalente di sei bombe H.
“Quella
puttana deve solo finire sul patibolo!”. “Ma stiamo
scherzando o cosa?”. “Fuori discussione”.
“Ishimaru-san,
io credo che le sia dovuto. Se davvero vogliamo avere un processo degno
di questo nome, e non le crudeli imitazioni imposteci da
Monokuma… ne ha pieno diritto” insistette Makoto.
Tutti gli occhi si
puntarono sul prefetto.
Dopo pochi secondi
giunse la sua sentenza: “Penso tu abbia ragione, Naegi. E
prima di lasciarla parlare: NESSUNA. DISCUSSIONE. Sono stato
sufficientemente esplicito?”.
Non ci fu
un’anima intrepida che ebbe il coraggio di contraddirlo.
“Prego
Kirigiri, a te la parola.”
Kyouko
inspirò, incerta su cosa dire: non che avesse timore di
affrontare i suoi accusatori, ma la infastidiva l’idea di
provare a difendersi e al contempo cercare di sovrastare la voce di
Sayaka; una rapida occhiata verso la ragazza le confermò che
la Super Idol sembrava avere tutte le intenzioni di metterle i bastoni
tra le ruote.
Non importa, si
disse. Un’occasione
così non la spreco di certo.
Si alzò
cautamente e avanzò di un paio di passi, poi
parlò: “Vi ringrazio intanto di avermi concesso
almeno il diritto di difendermi. Detto ciò, ricollegandomi
al discorso di Togami… come lui ha detto, uccidere il mio
più accanito sostenitore per allontanare da me i sospetti
sarebbe la mossa migliore” disse, lanciando uno sguardo di
fuoco a Mondo; non osò dire nulla, la situazione era troppo
delicata, ma l’espressione del biker le confermò
che aveva recepito il messaggio - e non l’aveva gradito.
“Certo,
capisco che sia logico pensare che volessi solo sbarazzarmi di qualcuno
che mi accusava a gran voce… ma non è
così, e vi basterà rifletterci su per giungere
anche voi a questa conclusione.” disse, facendo un attimo di
pausa e osservando le reazioni dei presenti. Decise quindi di premere
un po’ sull’accelleratore: “Inoltre, come
Naegi ha detto non ci sono prove di nessun tipo: né a mio
favore, né a mio sfavore… niente di niente.
Sappiamo solo che Leon è morto soffocato.”
“Quindi
l’hai strangolato!” urlò Hagakure,
puntandole il dito contro; il resto della classe si limitò a
sollevare gli occhi al cielo, era un soggetto senza speranza.
“No, come ho
già detto non ci sono prove, compresi segni di
strangolamento” rispose Kyouko, pacata
“l’avete potuto constatare voi stessi. Gli indizi
che abbiamo al momento sono il vomito, il colorito cianotico e la
strana posizione degli arti.”
“Quando
l’abbiamo trovato hai detto che si trattava di soffocamento,
ma non sei scesa nei dettagli” chiese Sakura, e Kyouko
annuì: “Non che abbia avuto modo di farlo, non
avendo potuto toccare il cadavere… comunque sì,
alle volte il soffocamento può essere causato dal vomito.
Tuttavia…” si zittì, portando la mano
al mento con fare pensieroso.
“Cosa?
Guarda che non abbiamo tutta la giornata” ringhiò
Sayaka, ma Ishimaru bloccò la sua rabbia sul nascere:
“Maizono, ti ho già ripresa più volte.
Kirigiri, saresti così gentile da rendere partecipi anche
noi?”
“Stavo
ragionando sul soffocamento” rispose lei, “e sulla
strana posizione degli arti. Sembrava quasi avesse avuto le convulsioni
prima di morire… ma il soffocamento da vomito non causa
convulsioni.”
“E allora
come le spieghi?” incalzò il Super Prefetto, e
Kyouko si rese conto di trovarsi ancora una volta in
difficoltà: le cause potevano essere tante e lei non aveva
nessun indizio ad indicarle la strada giusta.
“Non…
non saprei” balbettò, “le cause sono
molteplici e…”
“Oh
andiamo!” si lagnò Hagakure, “Ti decidi
a dichiararti colpevole, che ho fame?”
Mentre tutti
lanciavano epiteti al Super Indovino e al suo pessimo tempismo, Kyouko
sgranò gli occhi.
Forse
per una volta hai detto una cosa intelligente, Hagakure.
“Kuwata
aveva mangiato qualcosa?”
Tutti si voltarono
verso la detective, perplessi.
“Prego?”
chiese Ishimaru, esternando i dubbi di tutti.
“Ho detto:
Kuwata aveva mangiato qualcosa ieri, durante il turno di notte alla mia
porta?”
“Personalmente
non saprei” rispose il prefetto “ma
perché questa domanda?”
“Nessuno lo
sa?” incalzò lei, ricevendo solo risposte
negative. Si voltò verso Mondo, notando il sorrisetto
smargiasso.
Tu
sai, ma non parlerai. E va bene, fa lo stesso.
“Esistono
alcuni veleni che causano convulsioni, tra gli altri sintomi”
riprese Kyouko, “come ad esempio il pesce palla. Per questo
ho chiesto se avesse mangiato qualcosa: l’avvelenamento da
fugu spiegherebbe il soffocamento, il vomito e le
convulsioni.”
“Scusa se mi
permetto, Kirigiri” intervenne Sakura “ma credo che
chiunque qui conosca gli effetti del pesce palla, se tagliato
male… non credo sarebbe stato così stupido da
tagliarlo da solo.”
“Io non
sapevo nemmeno avessimo del fugu…”
commentò Hagakure, inutilmente.
“Penso anche
io che non l’avrebbe mai ingerito volutamente”
confermò Kyouko, “infatti credo l’abbia
mangiato senza saperlo.”
“Staresti
suggerendo… un avvelenamento?”.
“Se questa
mia teoria è giusta sì, Leon Kuwata è
stato avvelenato. Purtroppo, non potendo studiare più da
vicino il cadavere, non lo posso dire con certezza”.
“Per forza
che lo sai, sei stata tu!”.
“Ma ti pare
che sarebbe così poco specifica se davvero fosse
lei?”.
“Taci,
cretina!”.
“Vuoi un
pugno per caso?”.
Oh
maledizione, voi bertucce riuscite a stare un po’ tranquille
per più di trenta secondi consecutivi? Se mi facessi
infettare dalla vostra sindrome io, che sono sotto accusa di omicidio e
di essere il mastermind, starei prendendo a testate il muro.
Kyouko scelse di
ignorare i più scalmanati dei suoi compagni, dedicando
invece la propria attenzione a quelli che riuscivano a mantenere la
testa sulle spalle. Quindi praticamente i soli Naegi, Togami, Oowada e
Oogami. Ishimaru si era clamorosamente guadagnato l’accesso
all’esclusivo club, ma si era anche assunto il compito di
tenere al minimo il berciare e ciò assorbiva tutte le sue
energie.
“Stiamo
girando in tondo” sbuffò Makoto, un poco frustrato
dall’evolversi del dibattito “Per ogni cosa a
vantaggio di uno dei due schieramenti, subentra immancabilmente
qualcosa che lo controbilancia e ci riporta al punto di partenza.
Proviamo a riepilogare quel che sappiamo”.
“Onestamente
non capisco la tua perplessità, Naegi. Dovrebbe essere
facile inchiodare la nostra cara mastermind con tutto quello che
abbiamo in mano…” sentenziò Mondo con
estrema nonchalance.
“Se parli di
prove, Oowada, non ce n’è una e dico una a sancire
senza appello la colpevolezza di Kirigiri” si intromise
Togami “Il mastermind è fra di noi: ebbene, questo
non significa che sia lei. Alla signorina piaceva girovagare in segreto
per l’accademia finché ne era in grado: non nego
che possa dare da pensare, ma non è automatico che lo
facesse per andare a manovrare Monokuma. Non è scattato
l’annuncio al ritrovamento di Kuwata e lei era sorvegliata:
pure questo può apparire sospetto, è vero, ma
cosa ci dice che non possa essere una trappola del reale mastermind per
metterla ancora più alle strette?”.
“Quindi vuoi
farmi capire che tutta la montagna di pesanti indizi che le penzola
dalle spalle non ti convince a sufficienza?”.
“Direi di
no. Se partiamo dal presupposto che il mastermind, chiunque esso o essa
sia, possegga una notevole intelligenza -e ti
dirò, tutto questo teatro degli omicidi non fa che
confermarmelo- non possiamo escludere che gli ultimi
avvenimenti costituiscano una gigantesca tagliola atta a segare le
gambe del suo principale ostacolo. Perché, devo essere
sincero, se il mastermind è lei non capisco per quale motivo
sia arrivata ad arrampicarsi sugli specchi pur di risolvere
l’omicidio di Celes. Mi sfugge proprio”.
“Mi trovo
totalmente d’accordo con Togami-san. Capisco i dubbi nei suoi
confronti, ma un conto è essere dubbiosi e un conto
è tuffarsi a testa bassa contro di lei come fa un toro
durante una corrida” venne a suo rinforzo Makoto.
“Io…
ammetto che il suo atteggiamento mi ha messo una pulce
nell’orecchio, ma quanto dicono Togami e Naegi è
indiscutibilmente valido. Non voglio condannare una persona se non
abbiamo la matematica certezza di aver trovato chi cerchiamo”
fu la chiusa di Sakura.
Non…
non credevo che avrei avuto tanto supporto. Cioè, da Naegi
me lo potevo anche aspettare… ma Oogami e soprattutto Togami
mi hanno… sì, mi hanno stupita.
“Se voleste
smetterla di urlare” si affannò il povero
Ishimaru, che era pure stato costretto a scendere in mezzo alla bolgia
“potremmo… smettetela! O porca miseria, la volete
smettere o no?! Siamo in un’aula di tribunale, per quanto
improvvisata, o in un pollaio? E PIANTATELA, CAZZO!”.
Sentire il Super
Prefetto ricorrere al turpiloquio fu troppo per quasi tutti, che si
azzittirono senza un ulteriore fiato.
“Grazie, vi
ringrazio dal profondo del cuore per avermi fatto dire una parolaccia.
Grazie sul serio. Va bene” proseguì tornando al
suo posto a fianco di Kyouko “mentre io cercavo di tenere a
bada gli animali idrofobi, voi membri sani della classe avete fatto
qualche passo in avanti?”.
“Non
direi” disse Mondo, aria sconsolata e ciuffo abbassato come
la coda di un cane triste “questi testoni si rifiutano di
collegare i puntini”.
“Perché
non c’è nessun puntino da collegare, Oowada-san.
Solo congetture e mezze linee sghembe, non abbastanza per appiccicare
sulla giacca di Kirigiri-san una targhetta con su scritto Ciao, io sono il mastermind.
Ti rendi conto o no che significherebbe appiopparle la
responsabilità delle sei persone morte finora, delle notti
insonni, dei pianti disperati, di tutto quanto? Tu te la senti davvero
di farlo su basi così poco solide?”.
“A me non
sembrano per nulla deboli” ribatté il
motociclista, “anzi al momento direi che l’ago
della bilancia pende molto a suo sfavore. E non sono l’unico
a pensarla in questo modo.”
Diversi cenni
d’assenso arrivarono dal resto della classe che finalmente
aveva deciso di calmarsi, con somma gioia di Ishimaru.
“Io direi
che le prove contro di lei ci sono, e pure tante” intervenne
Sayaka, momentaneamente libera dal controllo di Ishimaru e Sakura,
“quindi non capisco cosa aspettiamo a metterle un cappio
attorno al collo!”
“Maizono,
ora basta. Capisco che tu sia sconvolta dalla perdita di Kuwata, ma
lasciarti accecare dall’odio in questo modo non
porterà a nulla” proruppe Sakura, ormai stanca e
provata sia dalla situazione alla Kibougamine sia dagli attacchi
isterici di Sayaka.
“Oogami ha
ragione, Maizono-san” si intromise Makoto, nella speranza di
calmare la ragazza “troveremo il vero colpevole, ma non devi
lasciarti andare alla disperazione.”
La Super Idol non
rispose, ma si limitò a sedersi sulla sua sedia e rimanere
in silenzio, continuando a fissare Kyouko con sguardi poco amichevoli.
Proprio
pensi sia stata io, eh? A questo punto scommetto mi faresti fuori anche
se ci fossero prove della mia innocenza, solo per principio.
Scacciò
dalla mente quel pensiero così poco “da
Kirigiri”, e prese parola: “Se possiamo
continuare… direi che sarebbe utile ricostruire i movimenti
di ieri sera di Kuwata, e appurare se ha effettivamente mangiato
qualcosa che possa averne causato la morte.”
“Di sicuro a
cena ha mangiato! Ce lo siamo proprio litigata, quell’ultima
okonomiyaki!” fu il vitale contributo di Hagakure, a cui Aoi
rispose: “Ma su quella decisamente non c’era
fugu…”
Venne fatto un elenco
di piatti e spuntini, e all’apparenza nulla conteneva pesce
palla o altro che potesse causare avvelenamento, aumentando lo
sconforto tra i presenti.
“Ora che ci
penso… ha fatto uno spuntino notturno.”
Tutti i presenti si
voltarono verso Mondo, che sorrideva.
“E ce lo
dici solo adesso, Oowada?”
“Potevi
svegliarti prima!”
“Scusate, mi
era del tutto passato di mente” rispose, pacato.
“Ieri notte sono andato in cucina perché avevo un
leggero languorino, e visto che Kuwata doveva star sveglio a
sorvegliare Kirigiri ho pensato di portargli un paio dei miei
onigiri.”
“E cosa
c’era in quegli onigiri, te lo ricordi?” lo
incalzò Ishimaru.
Mondo sorrise:
“Fugu.”
A
quell’affermazione i presenti sbiancarono.
Non
posso crederci.
“Quindi
finalmente lo stai ammettendo, Oowada.”
“Sì,
ormai mi sono stancato di questa sceneggiata.”
“A-aspetta
un secondo! Perché hai avvelenato Kuwata?!”
urlò ingenuamente Ishimaru.
Mondo, di nuovo,
sorrise: “Perché Kirigiri e Togami avevano
ragione: uccidere il tuo più accanito sostenitore
è un ottimo modo per sviare da te i sospetti.”
Detto questo,
tirò fuori da sotto la giacca una pistola.
“Adesso
basta.”
E iniziò a
sparare a caso sui presenti. Fu immensamente contento quando un colpo
prese in fronte Sayaka.
“Ooh, la
punizione che ti meritavi per aver scassato i coglioni tutto
‘sto tempo col tuo boyfriend sfigato”. |
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