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Autore: Walpurgisnacht    27/12/2014    1 recensioni
Do do do don.
Immaginatevi: una scuola per supergeni, bulloni alle finestre, mitra per impedirti di uscire.
La solita lagna, in questo setting. O no? O sì e vi stiamo prendendo in giro?
Genere: Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Byakuya Togami, Kyouko Kirigiri, Makoto Naegi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Mondo Oowada, Dominatore dell'Universo'
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“Bene signori, ora che tutti avete preso posto possiamo…”
“Impiccarla!”
“...iniziare il processo. Maizono-san, te lo chiedo per l’ultima volta: FA’. SILENZIO.”
Sayaka sbuffò e si zittì per l’ennesima volta, mentre Ishimaru per l’ennesima volta cercava di riacquistare il controllo di se stesso.
Dopo un’accesa discussione decisero di fare il processo in palestra: l’imputata Kyouko Kirigiri era seduta su una sedia posta sul palco, mentre il resto della classe era seduto a semicerchio sotto al palco; Ishimaru, da bravo Super Prefetto e mediatore improvvisato, era rimasto in piedi e si era posto vicino a Kirigiri.
“Dunque, dicevo” riprese, lanciando uno sguardo a Sayaka nel caso decidesse di nuovo di minacciare Kyouko “siamo qui per discutere del presunto omicidio di Leon Kuwata e…”
“Presunto? Abbiamo anche dei dubbi?”
“...Oogami, saresti così gentile da occupartene?”
Sakura non se lo fece ripetere e si sedette accanto a Maizono, intimandole il silenzio con la sua sola presenza - o tappandole la bocca con una mano, nel peggiore dei casi; Sayaka sembrò recepire, apparentemente.
“Grazie” sospirò Ishimaru, poi continuò: “Insomma, siamo qui per discutere il PRESUNTO OMICIDIO di Leon Kuwata” sottolineò “e discutere la possibilità che la qui presente Kyouko Kirigiri sia o no il mastermind. Detto ciò, diamo inizio al dibattito.”
“Che cosa c’è da discutere? È colpfjjgh!” Sayaka non finì la frase, perché Sakura la placcò al volo: “Perdonami Maizono, ma se continui a lanciare accuse senza riflettere non andremo da nessuna parte. E visto che ero presente al ritrovamento del cadavere, se non vi dispiace comincerò io.”
Nessuno ebbe da ridire, esclusa una debole e soffocata protesta di Sayaka, così proseguì: “Ho incontrato Togami e Kirigiri in giro per i corridoi e mi sono unita a loro in questa passeggiata tra le aule… ed è in quel frangente che abbiamo trovato il corpo di Kuwata nell’aula d’arte. Era riverso in una pozza di vomito in una posa strana, come avesse avuto delle convulsioni, e il colorito era cianotico.”
“Arma del delitto?” chiese Ishimaru.
“Nessuna” rispose Sakura, “e non abbiamo nemmeno notato ferite… anzi, di sangue non c’era proprio traccia.”
“E quindi come… come sarebbe morto?” balbettò Aoi.
“Beh…” sospirò Sakura, scambiando un’occhiata incerta con Togami “secondo Kirigiri potrebbe trattarsi di soffocamento, ma non ne era sicura…”
“Secondo Kirigiri?” intervenne Mondo. “Cioè, lei è sospettata di essere il mastermind e le avete lasciato maneggiare il cadavere di Kuwata?”
“Non l’ha toccato, ha solo espresso il suo parere da detective” fu la risposta glaciale di Togami. “Sarà anche indiziata, ma è libera di dire la sua. E fino a prova contraria è quella che tra noi si intende di più di casi di omicidio.”
“Certo, perché è lei la colpevole” borbottò Sayaka, e le discussioni ricominciarono.
“P-per favore, adesso basta!”
Makoto si decise a prendere parola, e si affrettò a continuare prima che riprendessero a urlare: “Non abbiamo alcuna prova per dire che sia Kirigiri l’assassina… anzi, da quello che Oogami ci ha raccontato e che abbiamo visto noi stessi, non abbiamo prove di nessun tipo!”
“Però il messaggio di Monokuma non c’è stato…” intervenne Fukawa, “significa che il mastermind non ha potuto far partire l’annuncio perché era tra di noi. E visto che Kirigiri è sorvegliata da due giorni…”
Tutti annuirono, convinti della solidità di quest’affermazione, ma Makoto non cedette: “Vero. Però se fosse lei il mastermind… non sarebbe stupido farsi trovare in presenza del cadavere? Ok, è stato casuale e in compagnia di altre persone… ma se davvero fosse lei avrebbe evitato di andare proprio nell’aula in cui aveva nascosto il corpo, non vi pare?”
“Oogami e Togami, come siete arrivati in quella stanza?” li interrogò Ishimaru.
“In che senso? Non credo di seguirti” chiese lei.
“Intendo, che tipo di percorso avete compiuto?”.
“Continuo a non capire dove vuoi arrivare, ma se ci tieni… data la particolare situazione di Kirigiri, era lei a dettare il ritmo della passeggiata. Abbiamo girato pressapoco come trottole impazzite, senza uno straccio di meta. Quindi, per rispondere alla tua domanda, mi sento di poter dire che è stato totalmente casuale. Per quanto concerne il prima dovete chiedere a Togami”.
“Kerumph” fece l’interpellato, aspettandosi di dover essere il prossimo a parlare “Stessa cosa anche prima dell’arrivo di Oogami. Kirigiri ha girato in tondo, è salita dal primo piano al secondo al terzo e poi di nuovo al secondo senza soluzione di continuità alcuna. Ho interpretato questo suo muoversi a casaccio come un modo per rimediare alla carenza di giri notturni che da qualche giorno non si può più permettere”.
Ishimaru, che per qualche miracolo strano si era autonominato moderatore riuscendo ad averne l’autorità, pontificò: “Uhm. Apparentemente non è stato voluto, quindi”.
“Cosa le può aver impedito di trascinare ‘sti due su e giù per l’accademia solo per sviare i sospetti?” si alzò potente la voce di Mondo, che chiaramente aveva tutto l’interesse a far sì che i giurati si pronunciassero a sfavore dell’imputata.
“In effetti nulla, no”.
“Io non ne sono troppo sicuro…”.
“Ma finiamola! È evidente che cercava di guadagnare tempo per chissà quale diavolo di motivo!”.
Una massa di opinioni contrastanti andò formandosi, venendo però presto sbrogliata da Byakuya che si impose in pieno Togami Style™ e disse: “Vorrei far presente una cosa che ritengo piuttosto importante: la scelta della vittima. Perché una Kirigiri mastermind avrebbe ucciso Kuwata?”.
L’assemblea osservò un istante di silenzio per compiangere il perduto intelletto del biondo erede.
“Togami, ti sei rincretinito o cosa? È chiaro che ha voluto zittire una delle voci più potenti che le remavano contro” affermò Hagakure, riuscendo persino a suonare scandalizzato dall’ovvietà di quanto appena detto.
“Innanzitutto osa ancora dire che mi sono rincretinito e non potrai più usare i rasta per i tuoi giochetti erotici. In secondo luogo spero che ora vediate dove volevo realmente andare a parare. Se persino questo ritardato lo capisce… credete davvero che una persona astuta come Kirigiri si sarebbe prestata a una simile scemenza? Inoltre, a quel punto tanto valeva ammazzare direttamente Oowada, visto che Kuwata gli fungeva solo da secondo. Volete sapere la mia? Se io fossi il mastermind e mi trovassi nella sua stessa identica situazione, il cadavere di cui staremmo discutendo in questo momento sarebbe quello di Naegi”.
“Eh? Perché proprio io?” pigolò Makoto, non esattamente contento di sentirsi citare in tale frangente.
“Semplice: sei il suo più accorato difensore. Ora, visto che il mastermind non è il tipo da farsi scrupoli di sorta, quale modo migliore di scagionarsi? Ammazzi il tuo seguace più fedele proprio per far intendere che non sei tu. E io da Kirigiri non mi aspetto niente di meno, non di certo una mossa tanto puerile”.
Makoto lanciò uno sguardo verso Kyouko, vedendola al solito impassibile. Ma dopo aver scambiato due velocissime chiacchiere con Togami durante il tragitto sapeva che il suo equilibrio psicologico, in condizioni normali in grado di sopportare l’impatto con una nave spaccaghiaccio, era a dir poco precario.
Come al solito è brava a non far trasparire nulla, ma io credo che questa uscita di Togami-san l’abbia almeno un pochino tranquillizzata.
“Qua non siamo tutti genialoidi come te e quella sporca assassina, sai. Ci scuserai se non siamo in grado di escogitare piani tanto complessi” ribatté Mondo.
“Al contrario, gorilla analfabeta. Al contrario. Il mastermind, il cui QI sopravanza il vostro di parecchie decine, è dovuto scendere al livello di questi babbuini perché in questo momento pare abbia bisogno della loro approvazione. Anzi, non capisco perché non l’abbia strangolata personalmente se, come sembra, la odia così tanto…”.
“Per me Togami ha ragione, Kirigiri non è stupida”.
“Ma va là! Ha solo fatto fuori chi le dava fastidio!”.
“Impicchiamola!”.
“E piantala, Maizono. Hai anche rotto le palle”.
Di nuovo confusione.
La situazione è delicata. Non disperata, perché come non ci sono elementi a favore di Kirigiri-san non ce ne sono a suo carico. Ma comunque delicata, e probabilmente basta mettere un piede nel posto sbagliato per cominciare ad affondare nelle sabbie mobili.
Makoto si asciugò la fronte. Stava sudando copiosamente.
Neanche nel processo per la morte di Celes, in cui erano arrivati a tanto così dall’essere tutti sommariamente giustiziati, si era trovato in un simile tourbillon emotivo.
“Posso avanzare una richiesta?” si trovò a dire inconsciamente.
“Prego Naegi, parla pure” rispose Ishimaru.
“Ecco, secondo te sarebbe eccessivo se… se Kirigiri-san potesse difendersi?”.
La sua domanda scatenò l’equivalente di sei bombe H.
“Quella puttana deve solo finire sul patibolo!”. “Ma stiamo scherzando o cosa?”. “Fuori discussione”.
“Ishimaru-san, io credo che le sia dovuto. Se davvero vogliamo avere un processo degno di questo nome, e non le crudeli imitazioni imposteci da Monokuma… ne ha pieno diritto” insistette Makoto.
Tutti gli occhi si puntarono sul prefetto.
Dopo pochi secondi giunse la sua sentenza: “Penso tu abbia ragione, Naegi. E prima di lasciarla parlare: NESSUNA. DISCUSSIONE. Sono stato sufficientemente esplicito?”.
Non ci fu un’anima intrepida che ebbe il coraggio di contraddirlo.

“Prego Kirigiri, a te la parola.”
Kyouko inspirò, incerta su cosa dire: non che avesse timore di affrontare i suoi accusatori, ma la infastidiva l’idea di provare a difendersi e al contempo cercare di sovrastare la voce di Sayaka; una rapida occhiata verso la ragazza le confermò che la Super Idol sembrava avere tutte le intenzioni di metterle i bastoni tra le ruote.
Non importa, si disse. Un’occasione così non la spreco di certo.
Si alzò cautamente e avanzò di un paio di passi, poi parlò: “Vi ringrazio intanto di avermi concesso almeno il diritto di difendermi. Detto ciò, ricollegandomi al discorso di Togami… come lui ha detto, uccidere il mio più accanito sostenitore per allontanare da me i sospetti sarebbe la mossa migliore” disse, lanciando uno sguardo di fuoco a Mondo; non osò dire nulla, la situazione era troppo delicata, ma l’espressione del biker le confermò che aveva recepito il messaggio - e non l’aveva gradito.
“Certo, capisco che sia logico pensare che volessi solo sbarazzarmi di qualcuno che mi accusava a gran voce… ma non è così, e vi basterà rifletterci su per giungere anche voi a questa conclusione.” disse, facendo un attimo di pausa e osservando le reazioni dei presenti. Decise quindi di premere un po’ sull’accelleratore: “Inoltre, come Naegi ha detto non ci sono prove di nessun tipo: né a mio favore, né a mio sfavore… niente di niente. Sappiamo solo che Leon è morto soffocato.”
“Quindi l’hai strangolato!” urlò Hagakure, puntandole il dito contro; il resto della classe si limitò a sollevare gli occhi al cielo, era un soggetto senza speranza.
“No, come ho già detto non ci sono prove, compresi segni di strangolamento” rispose Kyouko, pacata “l’avete potuto constatare voi stessi. Gli indizi che abbiamo al momento sono il vomito, il colorito cianotico e la strana posizione degli arti.”
“Quando l’abbiamo trovato hai detto che si trattava di soffocamento, ma non sei scesa nei dettagli” chiese Sakura, e Kyouko annuì: “Non che abbia avuto modo di farlo, non avendo potuto toccare il cadavere… comunque sì, alle volte il soffocamento può essere causato dal vomito. Tuttavia…” si zittì, portando la mano al mento con fare pensieroso.
“Cosa? Guarda che non abbiamo tutta la giornata” ringhiò Sayaka, ma Ishimaru bloccò la sua rabbia sul nascere: “Maizono, ti ho già ripresa più volte. Kirigiri, saresti così gentile da rendere partecipi anche noi?”
“Stavo ragionando sul soffocamento” rispose lei, “e sulla strana posizione degli arti. Sembrava quasi avesse avuto le convulsioni prima di morire… ma il soffocamento da vomito non causa convulsioni.”
“E allora come le spieghi?” incalzò il Super Prefetto, e Kyouko si rese conto di trovarsi ancora una volta in difficoltà: le cause potevano essere tante e lei non aveva nessun indizio ad indicarle la strada giusta.
“Non… non saprei” balbettò, “le cause sono molteplici e…”
“Oh andiamo!” si lagnò Hagakure, “Ti decidi a dichiararti colpevole, che ho fame?”
Mentre tutti lanciavano epiteti al Super Indovino e al suo pessimo tempismo, Kyouko sgranò gli occhi.
Forse per una volta hai detto una cosa intelligente, Hagakure.
“Kuwata aveva mangiato qualcosa?”
Tutti si voltarono verso la detective, perplessi.
“Prego?” chiese Ishimaru, esternando i dubbi di tutti.
“Ho detto: Kuwata aveva mangiato qualcosa ieri, durante il turno di notte alla mia porta?”
“Personalmente non saprei” rispose il prefetto “ma perché questa domanda?”
“Nessuno lo sa?” incalzò lei, ricevendo solo risposte negative. Si voltò verso Mondo, notando il sorrisetto smargiasso.
Tu sai, ma non parlerai. E va bene, fa lo stesso.
“Esistono alcuni veleni che causano convulsioni, tra gli altri sintomi” riprese Kyouko, “come ad esempio il pesce palla. Per questo ho chiesto se avesse mangiato qualcosa: l’avvelenamento da fugu spiegherebbe il soffocamento, il vomito e le convulsioni.”
“Scusa se mi permetto, Kirigiri” intervenne Sakura “ma credo che chiunque qui conosca gli effetti del pesce palla, se tagliato male… non credo sarebbe stato così stupido da tagliarlo da solo.”
“Io non sapevo nemmeno avessimo del fugu…” commentò Hagakure, inutilmente.
“Penso anche io che non l’avrebbe mai ingerito volutamente” confermò Kyouko, “infatti credo l’abbia mangiato senza saperlo.”
“Staresti suggerendo… un avvelenamento?”.
“Se questa mia teoria è giusta sì, Leon Kuwata è stato avvelenato. Purtroppo, non potendo studiare più da vicino il cadavere, non lo posso dire con certezza”.
“Per forza che lo sai, sei stata tu!”.
“Ma ti pare che sarebbe così poco specifica se davvero fosse lei?”.
“Taci, cretina!”.
“Vuoi un pugno per caso?”.
Oh maledizione, voi bertucce riuscite a stare un po’ tranquille per più di trenta secondi consecutivi? Se mi facessi infettare dalla vostra sindrome io, che sono sotto accusa di omicidio e di essere il mastermind, starei prendendo a testate il muro.
Kyouko scelse di ignorare i più scalmanati dei suoi compagni, dedicando invece la propria attenzione a quelli che riuscivano a mantenere la testa sulle spalle. Quindi praticamente i soli Naegi, Togami, Oowada e Oogami. Ishimaru si era clamorosamente guadagnato l’accesso all’esclusivo club, ma si era anche assunto il compito di tenere al minimo il berciare e ciò assorbiva tutte le sue energie.
“Stiamo girando in tondo” sbuffò Makoto, un poco frustrato dall’evolversi del dibattito “Per ogni cosa a vantaggio di uno dei due schieramenti, subentra immancabilmente qualcosa che lo controbilancia e ci riporta al punto di partenza. Proviamo a riepilogare quel che sappiamo”.
“Onestamente non capisco la tua perplessità, Naegi. Dovrebbe essere facile inchiodare la nostra cara mastermind con tutto quello che abbiamo in mano…” sentenziò Mondo con estrema nonchalance.
“Se parli di prove, Oowada, non ce n’è una e dico una a sancire senza appello la colpevolezza di Kirigiri” si intromise Togami “Il mastermind è fra di noi: ebbene, questo non significa che sia lei. Alla signorina piaceva girovagare in segreto per l’accademia finché ne era in grado: non nego che possa dare da pensare, ma non è automatico che lo facesse per andare a manovrare Monokuma. Non è scattato l’annuncio al ritrovamento di Kuwata e lei era sorvegliata: pure questo può apparire sospetto, è vero, ma cosa ci dice che non possa essere una trappola del reale mastermind per metterla ancora più alle strette?”.
“Quindi vuoi farmi capire che tutta la montagna di pesanti indizi che le penzola dalle spalle non ti convince a sufficienza?”.
“Direi di no. Se partiamo dal presupposto che il mastermind, chiunque esso o essa sia, possegga una notevole intelligenza -e ti dirò, tutto questo teatro degli omicidi non fa che confermarmelo- non possiamo escludere che gli ultimi avvenimenti costituiscano una gigantesca tagliola atta a segare le gambe del suo principale ostacolo. Perché, devo essere sincero, se il mastermind è lei non capisco per quale motivo sia arrivata ad arrampicarsi sugli specchi pur di risolvere l’omicidio di Celes. Mi sfugge proprio”.
“Mi trovo totalmente d’accordo con Togami-san. Capisco i dubbi nei suoi confronti, ma un conto è essere dubbiosi e un conto è tuffarsi a testa bassa contro di lei come fa un toro durante una corrida” venne a suo rinforzo Makoto.
“Io… ammetto che il suo atteggiamento mi ha messo una pulce nell’orecchio, ma quanto dicono Togami e Naegi è indiscutibilmente valido. Non voglio condannare una persona se non abbiamo la matematica certezza di aver trovato chi cerchiamo” fu la chiusa di Sakura.
Non… non credevo che avrei avuto tanto supporto. Cioè, da Naegi me lo potevo anche aspettare… ma Oogami e soprattutto Togami mi hanno… sì, mi hanno stupita.
“Se voleste smetterla di urlare” si affannò il povero Ishimaru, che era pure stato costretto a scendere in mezzo alla bolgia “potremmo… smettetela! O porca miseria, la volete smettere o no?! Siamo in un’aula di tribunale, per quanto improvvisata, o in un pollaio? E PIANTATELA, CAZZO!”.
Sentire il Super Prefetto ricorrere al turpiloquio fu troppo per quasi tutti, che si azzittirono senza un ulteriore fiato.
“Grazie, vi ringrazio dal profondo del cuore per avermi fatto dire una parolaccia. Grazie sul serio. Va bene” proseguì tornando al suo posto a fianco di Kyouko “mentre io cercavo di tenere a bada gli animali idrofobi, voi membri sani della classe avete fatto qualche passo in avanti?”.
“Non direi” disse Mondo, aria sconsolata e ciuffo abbassato come la coda di un cane triste “questi testoni si rifiutano di collegare i puntini”.
“Perché non c’è nessun puntino da collegare, Oowada-san. Solo congetture e mezze linee sghembe, non abbastanza per appiccicare sulla giacca di Kirigiri-san una targhetta con su scritto Ciao, io sono il mastermind. Ti rendi conto o no che significherebbe appiopparle la responsabilità delle sei persone morte finora, delle notti insonni, dei pianti disperati, di tutto quanto? Tu te la senti davvero di farlo su basi così poco solide?”.
“A me non sembrano per nulla deboli” ribatté il motociclista, “anzi al momento direi che l’ago della bilancia pende molto a suo sfavore. E non sono l’unico a pensarla in questo modo.”
Diversi cenni d’assenso arrivarono dal resto della classe che finalmente aveva deciso di calmarsi, con somma gioia di Ishimaru.
“Io direi che le prove contro di lei ci sono, e pure tante” intervenne Sayaka, momentaneamente libera dal controllo di Ishimaru e Sakura, “quindi non capisco cosa aspettiamo a metterle un cappio attorno al collo!”
“Maizono, ora basta. Capisco che tu sia sconvolta dalla perdita di Kuwata, ma lasciarti accecare dall’odio in questo modo non porterà a nulla” proruppe Sakura, ormai stanca e provata sia dalla situazione alla Kibougamine sia dagli attacchi isterici di Sayaka.
“Oogami ha ragione, Maizono-san” si intromise Makoto, nella speranza di calmare la ragazza “troveremo il vero colpevole, ma non devi lasciarti andare alla disperazione.”
La Super Idol non rispose, ma si limitò a sedersi sulla sua sedia e rimanere in silenzio, continuando a fissare Kyouko con sguardi poco amichevoli.
Proprio pensi sia stata io, eh? A questo punto scommetto mi faresti fuori anche se ci fossero prove della mia innocenza, solo per principio.
Scacciò dalla mente quel pensiero così poco “da Kirigiri”, e prese parola: “Se possiamo continuare… direi che sarebbe utile ricostruire i movimenti di ieri sera di Kuwata, e appurare se ha effettivamente mangiato qualcosa che possa averne causato la morte.”
“Di sicuro a cena ha mangiato! Ce lo siamo proprio litigata, quell’ultima okonomiyaki!” fu il vitale contributo di Hagakure, a cui Aoi rispose: “Ma su quella decisamente non c’era fugu…”
Venne fatto un elenco di piatti e spuntini, e all’apparenza nulla conteneva pesce palla o altro che potesse causare avvelenamento, aumentando lo sconforto tra i presenti.
“Ora che ci penso… ha fatto uno spuntino notturno.”
Tutti i presenti si voltarono verso Mondo, che sorrideva.
“E ce lo dici solo adesso, Oowada?”
“Potevi svegliarti prima!”
“Scusate, mi era del tutto passato di mente” rispose, pacato. “Ieri notte sono andato in cucina perché avevo un leggero languorino, e visto che Kuwata doveva star sveglio a sorvegliare Kirigiri ho pensato di portargli un paio dei miei onigiri.”
“E cosa c’era in quegli onigiri, te lo ricordi?” lo incalzò Ishimaru.
Mondo sorrise: “Fugu.”
A quell’affermazione i presenti sbiancarono.
Non posso crederci.
“Quindi finalmente lo stai ammettendo, Oowada.”
“Sì, ormai mi sono stancato di questa sceneggiata.”
“A-aspetta un secondo! Perché hai avvelenato Kuwata?!” urlò ingenuamente Ishimaru.
Mondo, di nuovo, sorrise: “Perché Kirigiri e Togami avevano ragione: uccidere il tuo più accanito sostenitore è un ottimo modo per sviare da te i sospetti.”
Detto questo, tirò fuori da sotto la giacca una pistola.
“Adesso basta.”
E iniziò a sparare a caso sui presenti. Fu immensamente contento quando un colpo prese in fronte Sayaka.
“Ooh, la punizione che ti meritavi per aver scassato i coglioni tutto ‘sto tempo col tuo boyfriend sfigato”.
   
 
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