The
Show Must Go On
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spaces, what are we living for?
Abandoned places, I
guess we know
the score
On and on
Does anybody know
what we are looking for?
Another hero, another
mindless crime
Behind the curtain,
in the pantomime
Hold the line
Does anybody want to
take it anymore?
The show must go on
The show must go on
Inside my heart is
breaking
My make-up may be
flaking
But my smile still
stays on
Spazi
desolati, per
cosa viviamo?
Luoghi abbandonati, forse noi conosciamo già
la partitura
Avanti e ancora avanti
C'è qualcuno che sappia cosa stiamo cercando?
Un
altro eroe, un altro
crimine inutile
Dietro il sipario, nella pantomima
Resistere
C'è qualcuno che ce la fa ancora?
Lo
spettacolo deve
continuare
Lo spettacolo deve continuare
Mi si spezza il cuore
Il trucco si sta sciogliendo
Ma io continuo a sorridere
-
Maggiore Mustang, ottimo lavoro, come sempre d'altronde.
-
Grazie Generale.
Il
Maggiore Mustang rivolse un sorriso al suo superiore,
nonostante si fosse accorto da molto tempo delle occhiate disgustate
che gli
rivolgevano gli altri militari. Disgustate, ed impaurite, ed ammirate,
e molto
altro ancora. Lui, l'arma umana, non se ne curava. Fece un cenno a Maes,
che
significava di non seguirlo,
che andava tutto bene, che non aveva bisogno di nulla, e se ne
andò da solo. A
volte un gesto vale molto più di mille parole. Anche se
sapevano entrambi che
quello non era che l'ultimo degli innumerevoli finti gesti che il
Maggiore faceva in
quei
lunghi mesi.
Roy
Mustang si ritrovò in uno di quei vicoli della parte di
città già espugnata, totalmente deserto. Si
incamminò sotto la calura del sole
implacabile mentre sentiva il dolore alla testa aumentare gradatamente,
per
colpa della troppa luce che lo costringeva a socchiudere gli occhi. Ad
un
tratto sentì un rumore all'interno di una casa e si
fermò, il cuore in gola. Si
avvicinò piano, facendo attenzione a non farsi sentire, e
spiò da un pertugio
aperto sul lato di un muro. Quello che vide lo fece impietrire.
L’ennesimo,
l’ennesimo soldato, che penzolava da una trave, morto.
L’ennesimo
suicidio.
Distolse
lo sguardo sconvolto, passandosi una mano sugli
occhi e appoggiandosi con la schiena contro il muro bollente della
casa. Fu in
quel momento che decise di non riuscire più ad andare
avanti, di lasciarsi andare
lì, di abbandonarsi completamente al destino. La maschera
che lo ricopriva era
caduta, era rimasta indietro, con quel soldato. Ora rimanevano solo Roy
Mustang
e il suo animo straziato. Quale che fosse il vincitore, neanche a lui
era dato
saperlo.
Whatever
happens, I'll leave it all to chance
Another heartache,
another failed romance
On and on
Does anybody know
what we are living for?
I guess I'm learning
I must be warmer now
I'll soon be turning
round the corner now
Outside the dawn is
breaking
But inside, in the
dark, I'm aching to be free
The show must go on
The show must go on,
yeah
Oooh inside my heart
is breaking
My make-up may be
flaking
But my smile still
stays on
Yeah oh oh oh
Qualunque
cosa succeda,
lascerò tutto al caso
Ancora dolore, un'altra storia finita
Avanti e ancora avanti
Qualcuno sa per cosa viviamo?
Credo di iniziare a capire
Dovrei essere più cordiale
Presto girerò l'angolo
Fuori inizia ad albeggiare
Ma dentro, nell'oscurità, desidero ardentemente essere libero
Lo spettacolo deve continuare
Lo spettacolo deve continuare, yeah
Oooh mi si spezza il cuore
Il trucco si sta sciogliendo
Ma io continuo a sorridere
Yeah oh oh oh
-
Maggiore…
D’improvviso
si affacciarono nella sua testa una miriade di
voci. Alcune che lo elogiavano, altre che lo dannavano per sempre.
Eppure, lui
rimaneva un unico uomo; in quel momento di visione allucinata e
vaneggiante
non riusciva a capire perché lui, un unico essere, un solo
uomo, riuscisse a
toccare contemporaneamente l’invidia e
l’ammirazione di
alcuni, l’odio e il rancore di
tanti altri. La risposta era semplice, era quella che si ripeteva tutte
le
notti: quelli che non sono d’accordo con te non sono
d’accordo con lo Stato.
Sono una minaccia. Vanno eliminati. La medesima risposta di tanti altri
suoi
sottoposti, di tanti generali arroganti, vanesi ed orgogliosi delle
loro divise
mai
sporche di sangue, sudore e sabbia, sempre immacolate.
“Ragiona
con la tua testa, Roy. Non importa che azione
compi, la cosa di fondamentale importanza è che tu non ti
lasci condizionare da
altri”.
Il
vecchio insegnamento del suo maestro riecheggiava ancora
nelle sue orecchie. Si domandò di sfuggita se, aprendo gli
occhi, avrebbe visto
brillare il mirino di sua figlia. Elogiata come Roy, maledetta quanto
lui.
E
no, non riusciva proprio a riaprire gli occhi per cercare
un’altra assassina. Rimase così per ore ed ore, in
stato di semi-incoscienza,
immobile, muovendosi solo per portare alle labbra secche un
po’ di quell’acqua
bollente che stagnava nella sua borraccia. Fu solo la voce stridula di
un
uccello a riportarlo in minima parte alla realtà, uno di
quei demoniaci
avvoltoi che si avventano sulle carogne ancora calde. Stava diventando
un
morto, in una città di morti. Respirò
profondamente per qualche minuto, e si
rovesciò il resto dell’acqua che aveva con
sé sulla testa, cercando un minimo
di refrigerio. Con le tempie raffreddate, constatò stupito
che era stato un
miracolo se non era morto sotto quel sole implacabile. Se non si era
impiccato
anche lui.
Si
rialzò faticosamente in piedi, sorreggendosi contro il
muro per i primi metri, mentre la pressione si andava rialzando piano
piano.
Doveva fuggire da lì, da quel campo di rovine e condanne.
Davanti a sé
troneggiava, poco distante, una grande rupe, posizionata proprio dietro
l’accampamento.
Come
condotto per mano, si diresse, claudicando come un
folle più che uno zoppo, verso quella roccia rossa e dopo
molto tempo, quando
finalmente la raggiunse, decise di provare l’impossibile:
Roy
Mustang avrebbe scalato quella rupe. Senza accorgersi che l'occhio di
falco ancora non lo abbandonava.
My soul is painted like the
wings of butterflies
Fairy tales of
yesterday will grow but never die
I can fly, my friends
The show must go on,
yeah
The show must go on
I'll face it with a
grin
I'm never giving in
On with the show
I'll top the bill
I'll overkill
I have to find the
will to carry on
On with the
On with the show
La
mia anima è colorata
come la ali delle farfalle
Le fiabe di ieri crescono ma non moriranno mai
Posso volare, amici miei
Lo spettacolo deve continuare, yeah
Lo spettacolo deve continuare
Lo affronterò con un largo sorriso
Non mi arrenderò mai
Avanti con lo spettacolo
Sarò l'attrazione principale
Sarò uno schianto
Devo trovare la volontà di andare avanti
Avanti con
Avanti con lo spettacolo
Si
arrampicò faticosamente fino a raggiungere la
sommità
della rupe. Stranamente, ogni graffio, ogni ferita, ogni singolo
granello di
sabbia che lo frustava senza pietà, che si infilava nella
fessura dei suoi
abiti e rimaneva lì, grattando contro la sua pelle sudata,
lo faceva sentire
meglio. Il vento forte che spirava da est gli bruciava gli occhi,
facendoli
lacrimare, e le ferite sulle mani si andavano via via sporcando sempre
di più
con lo scuro terriccio che ricopriva da secoli quella pietra nuda e
ancora
vergine. Eppure ne era felice. Contro ogni logica, si sentiva bene.
Quel dolore
lo riportava alla realtà, gli ricordava di essere vivo.
Toccò
con una mano una minuscola traccia di vegetazione e
con un ultimo sforzo si issò sullo spiazzo orizzontale.
Respirò profondamente e
si guardò in giro. Aveva lasciato la città
Ishbaliana e l'accampamento dietro
di sé, e ora non vedeva niente che non fosse il deserto. Con
un impulso
illogico, pensò improvvisamente e per la prima volta che
quel posto fosse
bello, in fondo.
Vedeva
sabbia rossa ovunque, ma era unicamente perché quello
era il suo colore naturale. La sua mente non la vedeva tinta
di rosso, rosso sangue, quel rosso era il suo colore naturale. Questa
consapevolezza lo
sconvolse.
Era
come se fosse uscito dalla cecità dopo tanto, troppo
tempo. Lassù l'aria era fresca, e dopo poco tempo
l'escursione termica sarebbe
arrivata a minacciare quel breve attimo di requiem. Chiuse gli occhi,
continuando però a vedere il paesaggio intorno a
sé oltre le palpebre serrate.
Come in risposta ad una domanda non ancora formulata, il vento
soffiò più forte
e lo fece barcollare. Quasi come un amico che lo avesse svegliato,
iniziò a
giocare con lui, ad accarezzarlo con il suo guanto invisibile; lui
sorrise e se
fosse stato ancora un bambino, sicuramente avrebbe tirato fuori la
lingua,
sfidandolo. Ma non ce ne fu bisogno, perché una nuova
sferzata di ossigeno gli
riempì prepotentemente i polmoni negandogli una possibile
realizzazione di quel
piano infantile, e lui se li lasciò colmare, per liberare
infine l'urlo che
teneva imprigionato in gola da mesi e che riecheggiò
più e più volte contro i
muri sottili e fragili della sua testa. Urlò,
urlò ed urlò ancora. Urlò,
ferendosi la gola e facendo accelerare sensibilmente il suo ritmo
cardiaco.
Ignorò la massa pulsante e dolorante che gli batteva nel
petto ed urlò, urlò,
urlò. Fin quando ebbe fiato in corpo, non smise di urlare.
Allargò le braccia e
gettò il capo indietro ridendo forte. Il vento smise di
spirare e lui si voltò
indietro, affrontando finalmente ciò che lo sovrastava ed
opprimeva con un
sorriso amaro. Diede un ultimo sguardo riconoscente al deserto, quel
deserto
che aveva tanto odiato e che ora lo aveva salvato, e si accinse ad
intraprendere la discesa. Lo spettacolo continuava. Lo spettacolo deve sempre,
sempre continuare, anche se il copione non
è quello che desideri.
The show must go
on
Lo spettacolo deve
continuare
Note
Finali:
Questa
canzone stupenda si intitola “The Show Must Go On”,
dei Queen. Un ringraziamento speciale a Lilly che mi ha praticamente
costretta
ad ascoltarla in corriera * Linda si volta incredula verso Lely * Ok,
ok, lo
ammetto, sono stata io che l'ho costretta a darmi il suo I-Pod. Grazie
mille
Lilly ^^
Bon,
non so cosa pensare di questa song-fic, sarò sincera.
L'ho scritta in un momento improvviso di ispirazione durante le 13 ore
e mezza
di pullman che mi sono sorbita per arrivare in Francia XD E il resto
l’ho
finito stasera… Ci ho messo mesi, in effetti ^^”
Non capisco perché, questa
fanfic mi sfugge, non sono mai riuscita a completarla prima, e ora che
l’ho
fatto… Non mi piace, mi sembra vuota, senza contare che
l’ho scritta in un
momento di quasi trance (e non scherzo). Roy tocca il fondo, Roy ne
risale. Non
so cosa significhi per me, forse lo scoprirò, forse no.
Forse non ha
importanza… Bon, chiudo qui, sono abbastanza allucinata di
mio.
Un grande
ringraziamento a: Shatzy, elyxyz,
valy88, Sisya e Kabubi, che hanno recensito il precedente
capitolo (sono passati secoli, lo so. E se non fosse stato per la
cuggy, ne
sarebbero passati altrettanti XD).
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