Safe & Sound

di _candyeater03
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Just close your eyes



 
Il mio nome è Glimmer”, ero riuscita appena a sussurrare ad un destinatario inesistente, mentre il veleno degli aghi inseguitori cominciava a prendere possesso di me.

Già, perché io ero Glimmer, e non Lux.

Lux era l’euforica rappresentante del Distretto 1 negli Hunger Games. La biondina sensuale con gli occhi verdi profondi come pozzi. Quella che faceva la carina con Cato solo per fare ingelosire Marvel, e che Clove odiava con tutto il cuore.
Lux era solo una maschera di me stessa.

Glimmer, invece, era la bambina timida che non riusciva negli allenamenti. Era quella che aveva paura di una coccinella in volo, quella che alla mensa delle scuole elementari mangiava la mela seduta in una nicchia polverosa, per non sentirsi in dovere di aprirsi con gli altri bambini.

Sì, Glimmer ero io. Lo sono stata per tutto il tempo, solo che probabilmente l’avevo dimenticato.
Perché non è vero che gli Hunger Games cambiano le persone, almeno non permanentemente. Si tende semplicemente a mostrarsi “diversi”, meno vulnerabili, una strategia che potrebbe trasformarsi in un gioco pericoloso.
Perché
 non è bello rinchiudersi a vita in una maschera ideata per spaventare.

Disgustata, mi ero toccata il volto.
Un tempo dai lineamenti morbidi, bello e sensuale, si era gonfiato e deformato irrimediabilmente a causa delle punture di aghi inseguitori. Sopra e sotto gli occhi, come in tutto il resto del viso, si erano formati dei buboni grossi come prugne, che non mi permettevano di riconoscere distintamente le forme delle maestose sequoie, che fino al giorno prima avevo guardato dal basso verso l’alto quasi con devozione.
Una lacrima solitaria era scesa sul mio volto, presto seguita dalle altre. Non avevo più bisogno di rinchiudere i sentimenti dentro di me.
Diciamo che, al momento, la mia massima aspirazione non era quella di una morte stoica.

Ero appena riuscita a distinguere la forma di un ragazzo che stava arrivando verso di me. Era troppo alto e maschile per essere Clove o Lilith, la ragazza del Distretto 4, e troppo poco robusto per essere Cato. Era Marvel.
Il mio cuore aveva sussultato di gioia, e i miei occhi verdi si erano spalancati di colpo. Mi aveva accarezzato cautamente il viso.

“Sì, tu sei Glimmer, e Glimmer è la ragazza che amo”, prima che me ne accorgessi, e forse che se ne accorgesse anche lui, aveva cominciato a piangere. Lo sguardo penetrante dei miei occhi verdi aveva parlato al posto mio.

E allora avevamo iniziato a ridere. Ridere senza un motivo preciso, forse solo perché ridere era meglio di piangere.
Era una risata molto poco credibile, data la quantità di lacrime versate e gli sguardi tristi che ci scambiavamo appena percettibilmente. Non ce ne curavamo molto, al momento.

Quando avevo iniziato a smettere di pensare con sufficiente lucidità, mi ero preparata ad affrontare gli ultimi secondi di vita.
Poi, quanto poteva essere difficile morire? Solo chiudere gli occhi e lasciarsi affondare dalle braccia della morte, all'apparenza così calde e accoglienti.

Quando non ero più riuscita a vedere Marvel e le sequoie, avevo capito che era il momento.
Solo chiudere gli occhi, quegli occhi verdi che da quel momento sarebbero stati destinati a restare chiusi per sempre.






NdA:
Ecco il secondo capitolo 0.0
Ringrazio di cuore e dedico il capitolo a la ladra di libri che ha inserito la storia tra le seguite c:
Il prossimo capitolo è quello di Cato, e non perderò l'occasione di shippare un po' di sana Clato (muahahah! Ora mi diverto :3)
Vabbuò, al prossimo capitolo!

Candy<4
 




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