L’importanza di una gelatina
Jack percorse l’ultimo tratto di
corridoio che conduceva alla mensa sorridendo. Già pregustava la colazione, non
di per sé… certo, lui amava fare colazione, ma quello che lo faceva sorridere
era la persona con cui l’avrebbe fatta. Ormai lui e Sam avevano infatti preso l’abitudine di fare colazione insieme, certo
non se l’erano mai detti, era più che altro un tacito accordo, senza darsi
appuntamento arrivavano in mensa sempre alla stessa ora così che sedersi
insieme era più che naturale.
Arrivò sulla porta e si guardò
intorno, cercandola, eccola lì, era seduta, sorrideva. Sul volto di Jack passò
un’ombra, chi si era permesso di sedersi al suo posto? La sedia di fronte a lei
era la sua! Non lo vedeva, perché era di spalle, ma non era in uniforme, quindi
si trattava di un civile… e la faceva sorridere! Probabilmente era uno di quei
scienziati che le ronzavano sempre intorno! Si avvicinò al loro tavolo, lei lo
vide e si alzò, improvvisamente imbarazzata. “Generale! Salve…”
“Carter” La salutò con un sorriso, poi voltò la testa verso l’uomo che era
rimasto seduto. Sam, notando il suo sguardo si affrettò a presentarlo “Generale
lui è Pete… Pete lui è il generale
O’Neill” “Salve, è un piacere conoscerla!” Pete gli fece uno dei suoi sorrisi, incerto
su come comportarsi. Jack lo squadrò, allora era questo il famoso Pete… “Piacere di conoscerla, credo che ci siamo già visti…
se non mi sbaglio è stato quando si è messo sulla strada di un Goau’d!” Sam li guardava, si stava tormentando le mani ed
era ancora in piedi. Pete, a quel commento, fece una smorfia “Già! Non è stata una
mossa molto furba!” “No, infatti” Jack gli sorrise per
smorzare le sue parole, non voleva far arrabbiare Sam… ma Pete
non sembrò prendersela perché gli fece di nuovo quel suo stupido sorriso. No,
non doveva prenderla così, in fondo se piaceva a Sam… “Signore se vuole sedersi
con noi…” Sam gli fece un piccolo cenno indicando la sedia accanto alla sua.
“Ma volentieri!” Si sedette, non era così che si era immaginato la sua colazione,
ma andava bene lo stesso. “Allora… visita di piacere?” “Sì! Sono
venuto a trovare Sam che mi deve presentare suo padre…” Jack rivolse
un’occhiata a Sam. Presentargli Jacob?! Allora
la cosa era seria! Sam gli fece un piccolo sorriso, sembrava
sempre più imbarazzata “Allora è per questo che il generale Carter sta per arrivare?” Calcò su generale a beneficio di
Pete “Sì signore” “Bene, temevo volesse proporci
un’altra delle loro missioni suicide! Perfetto, comunque dovevo proprio fare un
po’ di domande a Selmak!” Sam lo guardò accigliata,
ma Jack si voltò verso Pete “Selmak
è proprio simpatico! Sam gli ha detto di che cosa si tratta,
vero?” Fece un cenno serpentesco con le mani. Ad un cenno affermativo di
Pete continuò “Faccia solo
attenzione a non farlo arrabbiare… l’ultima volta… beh, non è andata
bene!” Pete gli fece un incerto sorriso e Sam
intervenne “Signore! Sta scherzando Pete!”
Jack fece il suo sorriso più innocente “ Ma certo!” Pete
non sembrava però convinto. “Allora… se non vi dispiace vado a servirmi,
torno subito!” Si alzò e trionfante andò a prendere un vassoio. Arrivato ai
dolci vide che era rimasta una sola gelatina blu, ma un militare stava per
prenderla “Sergente!” L’uomo si voltò scattando sull’attenti “Sì signore?”
“Riposo, riposo… volevo solo dirle che ha una scarpa slacciata” Così dicendo
gli fece un sorriso e mentre il sergente abbassava gli occhi lui prese l’ultima gelatina
e si congratulò con se stesso per la perfetta riuscita del suo piano, avrebbe
dovuto usarla con i Goau’d anche se non sapeva se
avrebbe funzionato, non si ricordava se anche loro usavano le scarpe con i
lacci… l’avrebbe chiesto a Teal’c. Fu raggiunto da Pete che gli sorrise “Sam voleva del dolce…” poi guardò
verso il banco dei dolci e prese una fetta di torta di mele. Jack sorrise, Sam
non amava molto le torte, quella alle mele poi proprio
non le piaceva! Si diressero insieme al tavolo, si sedettero e Pete porse la fetta di torta a Sam che lo ringraziò con un sorriso, ma Jack poté facilmente notare sul suo volto quella
particolare espressione che assumeva quando trovava un errore nei suoi calcoli
o il suo reattore non si comportava come voleva lei. Si mise a chiacchierare
con Sam di varie cose, le raccontò dell’ultima teoria di Daniel, qualcosa
riguardo la possibile presenza di vita senziente nel
campione di sabbia che l’Sg3 aveva portato da un pianeta e dell’incontro di
pugilato nel quale… e non stava esagerando, aveva distrutto Teal’c,
Pete intervenne poche volte. Sam non aveva praticamente
toccato la torta, rise all’ultima battuta di Jack che finì in quel momento di
mangiare, poi come se fosse la cosa più normale del mondo
prese la fetta di torta che era rimasta nel suo piatto e le passò la
gelatina blu, gli fece un sorriso ed aggiunse “Era l’ultima!” Sam gli sorrise.
Eccolo! Quello era il sorriso di Sam! Sì beò del suo successo,
finì la torta e si alzò “Il dovere mi chiama! Pete
è stato un piacere conoscerti! Carter” “Signore” Pete fece un cenno con la mano per salutarlo e lui se ne
andò, il sorriso sulle labbra.
Sam lo guardò andare via poi
riportò lo sguardo su Pete che gli fece un sorriso
“Molto simpatico il generale!” “Sì… mio padre dovrebbe arrivare a momenti,
andiamo…” Si alzarono, Pete gli era
accanto, ma Sam ora sapeva che l’uomo che desiderava avere al suo fianco era
appena uscito dalla stanza, portando con sé il suo cuore, era stata cieca, ma
vederli insieme le aveva aperto gli occhi: non avrebbe mai raggiunto con Pete la sintonia che aveva con lui, non dipendeva solo dal tempo passato insieme, Pete non l’avrebbe mai capita come la capiva lui e lei non l’avrebbe mai capito come
invece capiva lui. Il dolce era solo
una goccia, lui la conosceva fin nel
profondo e lei… lei lo amava! L’unico uomo che voleva era Jack O’Neill e ora lo sapeva.