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Autore: Najara    30/11/2008    6 recensioni
Base SGC, mensa, Jack, Sam e un terzo incomodo... ovviamente non può mancare la gelatina!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’importanza di una gelatina

L’importanza di una gelatina

 

Jack percorse l’ultimo tratto di corridoio che conduceva alla mensa sorridendo. Già pregustava la colazione, non di per sé… certo, lui amava fare colazione, ma quello che lo faceva sorridere era la persona con cui l’avrebbe fatta. Ormai lui e Sam avevano infatti preso l’abitudine di fare colazione insieme, certo non se l’erano mai detti, era più che altro un tacito accordo, senza darsi appuntamento arrivavano in mensa sempre alla stessa ora così che sedersi insieme era più che naturale.

Arrivò sulla porta e si guardò intorno, cercandola, eccola lì, era seduta, sorrideva. Sul volto di Jack passò un’ombra, chi si era permesso di sedersi al suo posto? La sedia di fronte a lei era la sua! Non lo vedeva, perché era di spalle, ma non era in uniforme, quindi si trattava di un civile… e la faceva sorridere! Probabilmente era uno di quei scienziati che le ronzavano sempre intorno! Si avvicinò al loro tavolo, lei lo vide e si alzò, improvvisamente imbarazzata. “Generale! Salve…” “Carter” La salutò con un sorriso, poi voltò la testa verso l’uomo che era rimasto seduto. Sam, notando il suo sguardo si affrettò a presentarlo “Generale lui è PetePete lui è il generale O’Neill” “Salve, è un piacere conoscerla!” Pete gli fece uno dei suoi sorrisi, incerto su come comportarsi. Jack lo squadrò, allora era questo il famoso Pete… “Piacere di conoscerla, credo che ci siamo già visti… se non mi sbaglio è stato quando si è messo sulla strada di un Goau’d!” Sam li guardava, si stava tormentando le mani ed era ancora in piedi. Pete, a quel commento, fece una smorfia “Già! Non è stata una mossa molto furba!” “No, infatti” Jack gli sorrise per smorzare le sue parole, non voleva far arrabbiare Sam… ma Pete non sembrò prendersela perché gli fece di nuovo quel suo stupido sorriso. No, non doveva prenderla così, in fondo se piaceva a Sam… “Signore se vuole sedersi con noi…” Sam gli fece un piccolo cenno indicando la sedia accanto alla sua. “Ma volentieri!” Si sedette, non era così che si era immaginato la sua colazione, ma andava bene lo stesso. “Allora… visita di piacere?” “Sì! Sono venuto a trovare Sam che mi deve presentare suo padre…” Jack rivolse un’occhiata a Sam. Presentargli Jacob?! Allora la cosa era seria! Sam gli fece un piccolo sorriso, sembrava sempre più imbarazzata “Allora è per questo che il generale Carter sta per arrivare?” Calcò su generale a beneficio di Pete “Sì signore” “Bene, temevo volesse proporci un’altra delle loro missioni suicide! Perfetto, comunque dovevo proprio fare un po’ di domande a Selmak!” Sam lo guardò accigliata, ma Jack si voltò verso PeteSelmak è proprio simpatico! Sam gli ha detto di che cosa si tratta, vero?” Fece un cenno serpentesco con le mani. Ad un cenno affermativo di Pete continuò “Faccia solo attenzione a non farlo arrabbiare… l’ultima volta… beh, non è andata bene!” Pete gli fece un incerto sorriso e Sam intervenne “Signore! Sta scherzando Pete!” Jack fece il suo sorriso più innocente “ Ma certo!” Pete non sembrava però convinto. “Allora… se non vi dispiace vado a servirmi, torno subito!” Si alzò e trionfante andò a prendere un vassoio. Arrivato ai dolci vide che era rimasta una sola gelatina blu, ma un militare stava per prenderla “Sergente!” L’uomo si voltò scattando sull’attenti “Sì signore?” “Riposo, riposo… volevo solo dirle che ha una scarpa slacciata” Così dicendo gli fece un sorriso e mentre il sergente abbassava  gli occhi lui prese l’ultima gelatina e si congratulò con se stesso per la perfetta riuscita del suo piano, avrebbe dovuto usarla con i Goau’d anche se non sapeva se avrebbe funzionato, non si ricordava se anche loro usavano le scarpe con i lacci… l’avrebbe chiesto a Teal’c. Fu raggiunto da Pete che gli sorrise “Sam voleva del dolce…” poi guardò verso il banco dei dolci e prese una fetta di torta di mele. Jack sorrise, Sam non amava molto le torte, quella alle mele poi proprio non le piaceva! Si diressero insieme al tavolo, si sedettero e Pete porse la fetta di torta a Sam che lo ringraziò con un sorriso, ma Jack poté facilmente notare sul suo volto quella particolare espressione che assumeva quando trovava un errore nei suoi calcoli o il suo reattore non si comportava come voleva lei. Si mise a chiacchierare con Sam di varie cose, le raccontò dell’ultima teoria di Daniel, qualcosa riguardo la possibile presenza di vita senziente nel campione di sabbia che l’Sg3 aveva portato da un pianeta e dell’incontro di pugilato nel quale… e non stava esagerando, aveva distrutto Teal’c, Pete intervenne poche volte. Sam non aveva praticamente toccato la torta, rise all’ultima battuta di Jack che finì in quel momento di mangiare, poi come se fosse la cosa più normale del mondo prese la fetta di torta che era rimasta nel suo piatto e le passò la gelatina blu, gli fece un sorriso ed aggiunse “Era l’ultima!” Sam gli sorrise. Eccolo! Quello era il sorriso di Sam! Sì beò del suo successo, finì la torta e si alzò “Il dovere mi chiama! Pete è stato un piacere conoscerti! Carter” “Signore” Pete fece un cenno con la mano per salutarlo e lui se ne andò, il sorriso sulle labbra.

Sam lo guardò andare via poi riportò lo sguardo su Pete che gli fece un sorriso “Molto simpatico il generale!” “Sì… mio padre dovrebbe arrivare a momenti, andiamo…” Si alzarono, Pete gli era accanto, ma Sam ora sapeva che l’uomo che desiderava avere al suo fianco era appena uscito dalla stanza, portando con sé il suo cuore, era stata cieca, ma vederli insieme le aveva aperto gli occhi: non avrebbe mai raggiunto con Pete la sintonia che aveva con lui, non dipendeva solo dal tempo passato insieme, Pete non l’avrebbe mai capita come la capiva lui e lei non l’avrebbe mai capito come invece capiva lui. Il dolce era solo una goccia, lui la conosceva fin nel profondo e lei… lei lo amava! L’unico uomo che voleva era Jack O’Neill e ora lo sapeva.  

  
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