Quando
James rientrò nel dormitorio – dopo aver ignorato le domande curiose di
Violet – trovò solo Peter ad accoglierlo e fu insieme rattristato e
sollevato dalla cosa.
“Ha preso Mappa e Mantello e se
n’è andato…” gli spiegò il più
basso dei Malandrini con voce desolata.
“Meglio così” commentò acido
James. Poi si rese conto che
prendersela con lui non avesse alcun senso e, armatosi di pazienza, gli
raccontò cosa era successo in prossimità della Stamberga Strillante e
gli riportò la conversazione con Silente.
Peter ascoltò attento, alternando
sospiri ammirati e spaventati.
“È rimasto col naso incollato
alla Mappa tutto il tempo, sai. Si è
preoccupato moltissimo, quando sembrava che non volessi più uscire dal
passaggio segreto” commentò infine.
“Non abbastanza da venirmi a
cercare, a quanto pare” ribatté James
con amarezza, infilandosi sotto le coperte e imprecando con veemenza
quando sbatté la ferita fasciata contro l’angolo del comodino, mentre
posava gli occhiali.
Ci mise quelle che gli parvero
ore, ad addormentarsi, e il suo
sonno fu agitato da sogni inquieti in cui Sirius mordeva Piton, mentre
Remus finiva ad Azkaban per omicidio.
**
La mattina dopo James si svegliò
molto più presto di quanto
avrebbe voluto, e il peso degli eventi della notte prima gli precipitò
addosso come un macigno.
Trasse un profondo respiro prima
di gettare uno sguardo amaro al
letto insolitamente vuoto di Sirius, quindi si alzò e si avvicinò a
Peter, cominciando a scuoterlo. Assicurarsi che si trovasse già in
infermeria all’arrivo di Remus gli parve l’unico gesto in grado di
vincere la sensazione d’impotenza che gli annodava lo stomaco.
“Svegliati, Peter!”
Il ragazzo grugnì in risposta.
“Alzati, su, devi andare a
salutare Lunastorta prima delle
lezioni! Ti metterò da parte qualcosa da mangiare, dai!”
La prospettiva di dover saltare
la colazione sembrò svegliare
Peter più degli scossoni di James.
“Ma non andiamo mai a trovarlo
prima delle lezioni!” bofonchiò
infastidito.
“Be’, oggi invece sì” ribatté
James in tono perentorio.
Finalmente Peter si tirò fuori
dalle coperte.
“Ok, va bene, mi alzo” si arrese.
“Grazie” sorrise
sinceramente James in uno dei suoi rari
sprazzi di gentilezza.
Peter annuì silenzioso e si
trascinò in bagno.
Nel giro di dieci minuti aveva
l’uniforme addosso e la borsa con i
libri su una spalla.
“Ci vediamo a Trasfigurazione”
salutò con uno sbadiglio. “E
prendimi dei toast!”
“Certo” lo rassicurò James,
passandosi le dita tra i capelli.
Poi si infilò sotto la doccia,
cercando di non dar voce alla morsa
di malinconia che lo stava invadendo. Per la prima volta da quando era
a Hogwarts sarebbe sceso da solo a fare colazione.
Aveva la sensazione che la cosa
non sarebbe passata inosservata.
Si sentì stranamente a disagio
entrando in Sala Grande e andandosi
a sedere al solito posto. Mentre mangiava solitario, ogni tanto alzava
lo sguardo con la speranza di veder comparire Sirius, invece tutto
quello che riuscì a cogliere furono le occhiate perplesse e incuriosite
che gli altri studenti gli lanciavano.
“Buongiorno, James! Non capita
frequentemente di trovarti a
magiare da solo, devo ammettere.”
“Buongiorno anche a te, Nick.”
“Suvvia, cos’è questo tono
abbattuto, mio caro ragazzo! E dire –
aggiunse Nick-Quasi-Senza-Testa sussurrando – che mi sarei aspettato di
trovarti entusiasta, dopo quello che ho sentito in giro…”
James lo guardò sorpreso.
“Cosa hai sentito in giro?”
“Oh, be’, si vocifera che tu
abbia salvato una vita, questa notte”
rivelò Nick, senza nascondere una nota d’orgoglio.
“Dove l’hai sentito?”
“Sai, i ritratti mormorano…” gli
disse con fare complice.
James capì che quella dannata
pettegola di Violet doveva aver
disturbato gli abitanti di tutti i dipinti del castello pur di scoprire
cosa fosse successo.
Per una volta nient’affatto
contento di sentirsi gli sguardi di
tutti puntati sulla schiena, James si apprestò a uscire dalla Sala,
dopo essersi scambiato una lunga occhiata colma d’odio con Piton.
Dover rientrare per prendere i
toast per Peter, che aveva ovviamente
dimenticato, fu quasi imbarazzante.
**
Quando entrò nell’aula della
Professoressa McGranitt, sussultò nel
vedere Sirius seduto come sempre all’ultimo banco. Il loro banco.
James mise subito a zittire la
parte di sé sollevata nel vederlo e
gli passò accanto, sforzandosi di ignorarlo il più spudoratamente
possibile.
Lily Evans non fu l’unica a
guardarlo con tanto d’occhi, quando
andò a prendere il posto di Remus invece di sedersi accanto al suo
migliore amico.
“Che succede, il vostro ego è
diventato tanto ingombrante da
impedirvi di condividere lo stesso banco?” commentò sarcastica.
“Taci, Evans” risposero
contemporaneamente Sirius e James, che si
girò di scatto gettando all’amico uno sguardo fugace, prima di tornare
a fissare il suo nuovo tavolo.
“Problemi in Paradiso, vedo”
continuò lei sardonica. “Non ho idea
di che scherzo gli abbiate fatto, ma azzardatevi a prendervela ancora
con Severus Piton e ne pagherete le conseguenze” aggiunse poi, con un
tono duro che non ammetteva repliche.
“Sto tremando dalla paura, Evans”
disse Sirius con voce annoiata.
“E comunque è colpa sua se continua a ficcare il naso in cose che non
lo riguardano.”
James avvertì in maniera quasi
fisica lo sforzo che Sirius dovette
fare per evitare di aggiungere se
l’è meritato.
“Sirius!” squittì poi un sorpreso
Peter, entrando trafelato
nell’aula e sovrastando la risposta piccata di Lily.
Un istante dopo sembrò ricordarsi
di dover essere arrabbiato con
lui, quindi si ricompose e andò a sedersi vicino a James, che lo
accolse ansioso.
“Allora, hai visto Lunastorta?
Come sta?” gli sussurrò.
“Dormiva” rispose lui in un
bisbiglio. “Madama Chips gli ha dato
una pozione per farlo stare tranquillo, dice che si riprenderà più in
fretta, così.”
James deglutì.
“Era… Era ridotto così male?”
“Non saprei dirti bene, era sotto
le coperte. Ho solo visto che
aveva gli occhi un po’ gonfi” gli spiegò Peter mormorando. Poi sorrise
e aggiunse “Madama Chips ha detto che entro domani uscirà sano come un
pesce.”
James tirò un sospiro di sollievo.
Recuperò i toast malamente
incartati nella borsa e glieli porse.
Peter aveva appena dato il primo
avido morso, quando la McGranitt
entrò nell’aula.
“Minus, metti via quel cibo, non
si mangia durante le mie lezioni”
commentò severa appena ebbe raggiunto la cattedra e si fu girata verso
gli studenti.
Da come lo fissò, James capì che
neanche a lei era sfuggita
l’insolita disposizione dei posti. D’altronde, Silente doveva averla
messa al corrente di ogni dettaglio, ma James le fu grato, perché non
fece alcun commento sull’accaduto.
Quando la campanella suonò,
Sirius fu il primo a uscire
dall’aula, ed evidentemente si premunì di non utilizzare le solite
scorciatoie, perché James e Peter non lo videro da nessuna parte,
mentre si recavano a Storia della Magia. Sirius arrivò un po’ affannato
qualche minuto dopo di loro e si sedette al solito banco, ancora una
volta solo.
A James nessuna spiegazione di
Ruf era mai parsa tanto noiosa.
**
La scena si ripeté al termine di
ogni lezione, e dopo l’ultima ora
della mattina Sirius sembrò dileguarsi nel nulla.
James e Peter andarono a pranzo –
“Ho già saltato la colazione,
tornerò da Remus solo a pancia piena!” – quindi James accompagnò
l’amico fino alla porta dell’infermeria. Mentre Peter entrava, provò a
sbirciare all’interno, ma attorno al letto di Remus erano tirate le
solite, pesanti tende, così non gli restò altra scelta che trascinarsi
fino al suo dormitorio per cercare di recuperare un po’ del sonno perso.
Prima di addormentarsi, non
riuscì a trattenersi dallo sperare che
Sirius fosse riuscito a mettere tra i denti qualcosa, mentre cercava di
evitarli con tanto impegno. Nonostante una parte di sé fosse ancora
imbestialita dal suo comportamento, non poteva fare a meno di essere
preoccupato per lui e di sentire la sua mancanza.
**
Fu svegliato da un tocco gentile
quando era ormai calato il buio.
Ci mise un po’ a uscire dalle
spire del sonno e a mettere a fuoco
il volto stanco ma sorridente di Remus.
Dopo essersi pulito con la mano
il rivolo di bava che gli colava
dalla bocca, si mise a sedere e cercò a tastoni gli occhiali sul
comodino.
“Dubito che li troverai là, visto
che ce li hai ancora addosso”
sorrise bonariamente Remus.
“Oh, già” constatò James,
sistemandoseli bene sul naso. “Come
stai, Lunastorta?” aggiunse poi.
“Mai stato meglio” rispose Remus
con troppo entusiasmo.
“Non mi propinare cavolate”
ribatté James.
“Mmm… Mai stato peggio?” commentò
canzonatorio.
“Molto simpatico, davvero, Messer
Lunastorta!”
Remus sospirò.
“Diciamo che ho avuto risvegli
più traumatici, ma questo non è
certo stato tra i più piacevoli. Mi sono già quasi completamente
ripreso, però.”
“Quasi?”
“Ho dovuto insistere per un’ora
con Madama Chips prima che si
decidesse a lasciarmi andare, ma non avevo nessuna voglia di passare
un’altra notte in infermeria.”
“Bene. E…” - James deglutì -
“Silente ti ha raccontato cosa è
successo?”
Remus annuì, serio.
“Non avrei mai voluto ferirti, lo
sai, vero?” chiese James
gravemente.
“Be’, ora che me l’hai detto si
spiegano molte cose!” commentò
Remus, fingendosi sorpreso. “E io che ero convinto che l’avessi fatto
per studiare la mia anatomia interna!”
“Sei proprio un idiota,
Lunastorta! Non c’è proprio niente da
ridere.”
“Veramente l’idiota sei tu,
James, se pensi che possa essermela
presa con te anche solo per un istante” disse Remus, tornando serio.
“Non oso nemmeno pensare a cosa sarebbe potuto succedere, se tu non
fossi intervenuto.”
“Eh, lo so, tocca sempre a
me salvare la situazione”
concordò James scherzoso, passandosi una mano tra i capelli.
“Non avresti dovuto prenderti la
colpa insieme a Sirius. Non
questa volta” lo redarguì Remus, ancora serio.
James esitò, prima di rispondere.
“È che… Sono stato molto
duro con lui.”
Il Lupo Mannaro annuì.
“Peter mi ha raccontato tutto. E
sono convinto che le tue parole
possano fargli solo che bene. Questa volta ha davvero passato il
limite.”
“Gli ho detto che non l’avrei mai
perdonato.”
“Sappiamo tutti e tre che lo
farai, e ancora prima che lui si
degni di scusarsi. Anzi, sono certo che in fondo tu lo abbia già
perdonato” disse saggiamente il licantropo.
“E tu? Lo perdonerai?”
“Non prima che abbia penato un
poco” commentò Remus. “In effetti,
credo proprio che mi divertirò a farlo sentire in colpa ancora per
qualche giorno, se capisci cosa intendo” concluse sornione.
James si illuminò.
“Sei un genio del male,
Lunastorta! Vado subito a sgraffignare un
po’ di pus di Bubotubero!”
Solo quando si alzò in piedi
realizzò che quel maledetto cane di
Black si era portato via non solo la Mappa, ma anche il suo Mantello.
**
Ora che c’era anche Remus a
fargli compagnia, le giornate
successive passarono assai più velocemente e fuori dalle aule James
sentì molto meno la mancanza del suo migliore amico. Si era anche
imposto di non preoccuparsi per il fatto che Sirius non si facesse mai
vedere per i pasti o nella Torre di Grifondoro, perché aveva realizzato
che con Mappa e Mantello l’amico aveva facile accesso non solo
all’intera Hogwarts – cucine comprese – ma anche al villaggio di
Hogsmeade.
Durante le lezioni, invece, era
sempre più difficile riuscire a
mantenere il distacco, soprattutto perché, con il ritorno di Remus,
erano di nuovo costretti a condividere il banco.
Ignorare l’espressione di duro
orgoglio scolpita sul volto di
Sirius, ma soprattutto mettere a tacere la voglia di prenderlo per le
spalle e scuoterlo animatamente, non furono imprese da poco.
Ogni volta che la tentazione di
rivolgergli la parola si
impadroniva di lui, però, James si sforzava di tenere bene a mente il
fatto che Sirius non si fosse ancora degnato di scusarsi non tanto con
lui, ma nemmeno con Remus, a cui non aveva minimamente rivolto la
parola da quando era uscito dall’infermeria.
Erano tutti e tre certi che fosse
davvero costernato per aver
tradito la loro fiducia, ma erano anche convinti del fatto che
questa volta spettasse a Sirius l’arduo compito di mettere da parte
l’orgoglio per dichiararsi dispiaciuto.
“Non gli dirai di averlo
perdonato fino a quando non ti avrà
implorato in ginocchio, James!” gli ricordava spesso Remus, quando il
Cacciatore sembrava restio a testare la resistenza di Sirius con
scherzi spesso più umilianti o maligni che esilaranti.
James fu comunque obbligato ad
ammettere che l’amico stava
incassando le loro malefatte con notevole stoicismo.
Non si lamentò quando dovette
ricorrere alle premure di Madama
Chips perché una maniglia gli aveva azzannato la mano, mentre cercava
di entrare di soppiatto nel dormitorio per recuperare un po’ di vestiti.
Non fece un fiato quando fu
costretto a sopportare per tutta l’ora
di Cura delle Creature Magiche il terribile prurito provocato dai
suddetti vestiti, che Peter gli aveva consegnato segretamente
in un
gesto di gentilezza inattesa.
Non batté ciglio quando la sua
pozione esplose nei sotterranei, né
quando la mano già ferita si ritrovò immersa nel pus di Bubotubero
mentre estraeva un libro dalla borsa.
Quella silenziosa resistenza la
diceva lunga su quanto Sirius
fosse dispiaciuto e alla fine fu Remus stesso a suggerire – con grande
sollievo di James – di optare per scherzi più innocui.
James rimase sbalordito quando
quella stessa sera, sette giorni
dopo il fatidico scherzo, Sirius apparve all’improvviso nel loro
dormitorio.
Non si era aspettato che cambiare
la tipologia di scherzo potesse
risultare una mossa tanto vincente, ma la cosa più sorprendente
dell’intera faccenda rimase comunque la presenza di un’enorme pila di
libri tra le braccia dell’amico.
“L’ho capito!” annunciò Sirius
trionfante con una vocina ridicola.
Gli altri Malandrini furono
scossi dalle risate. A quanto pareva,
Sirius aveva gradito le loro caramelle all’elio, ma evidentemente
non aveva ancora aperto bocca da quando le aveva trangugiate.
Un attimo dopo, anche Sirius
stava ridendo, e la sua risata
modificata – simile a un latrato – era talmente esilarante che furono
tutti presi da un’altra ondata di riso.
Ci vollero parecchi minuti prima
che riuscissero a calmarsi,
perché ogni volta che Sirius li pregava di smettere per ascoltarlo
erano di nuovo contagiati dalle risate.
Quando finalmente l’effetto della
caramella terminò, avevano tutti
gli addominali dolenti e un sorriso stampato sulle labbra.
“Allora, stiamo per scoprire che
hai passato gli ultimi giorni
chiuso in biblioteca?” domandò Remus a Sirius.
“In biblioteca e da Madama
Rosmerta per il poco tempo rimanente”
rispose lui.
James fischiò.
“Idiota, mi ha semplicemente
fatto stare in una delle stanze degli
ospiti.”
“Sì, dicono tutti così…” disse
Peter malizioso.
“Non si può fare un discorso
serio nemmeno per tre secondi, con
voi!” esclamò Sirius stizzito.
“Bene, sentiamo cosa hai di serio
da dirci, allora. Cos’è che
avresti capito improvvisamente?” domandò James.
Sirius guardò Remus con aria
colpevole.
“Mi… mi dispiace che tu abbia
sofferto a causa mia, Lunastorta. E
ho pensato a cosa potessi fare per rimediare, e l’unica cosa sensata
che mi è venuta in mente è stata mantenere la promessa che ti abbiamo
fatto tre anni fa. Una promessa che stavamo trascurando da troppo
tempo.”
Guardò gli altri Malandrini con
solennità.
“Ho scoperto come diventare
Animagi” annunciò. “E sono convinto
che entro la prossima Luna Piena potremo finalmente fare compagnia a
Lunastorta.”
*******
Ciao!
Innanzitutto ringrazio ancora
chi ha recensito, e ne approfitto per estendere la gratitudine a chi ha
inserito la breve storia tra le seguite/ricordate. Sarò felicissima di
rispondervi qualora aveste dubbi, perplessità, o commenti di qualsiasi
tipo ☺
La storia si è conclusa,
anche se mi sarebbe piaciuto scrivere anche della
trasformazione, ma ho già scritto un pezzo su una notte da Animagi
(ambientata quando era ormai routine) e sinceramente avrei difficoltà a
riscriverlo senza farne una brutta copia… Non che sia chissà che cosa,
comunque xD Qualora vi interessasse, si intitola Profumo
di libertà. Fa parte della stessa serie, insieme ad altri racconti sui Malandrini.
Quello di cui invece prima o
poi scriverò è il momento in cui gli altri Malandrini rivelarono a
Remus di aver scoperto il suo segreto ;) → Edit: eccola! Di una
Stamberga, due baristi e un problema peloso
Edit: ispirata dalla recensione di fori rapace al primo capitolo, ho
scritto una flash
sulla conversazione tra Silente e Severus, che spiega (scherzosamente)
come il Preside lo convinse a tacere
Comunque, come anticipato,
tutte le volte che tento di scrivere un Missing Moment come si deve non
posso non lasciarvi papiri di note… Che siete liberi di non leggere,
qualora dovessero annoiarvi! Ma che ci volete fare, quando scrivo
questo tipo di cose mi vengono in mente mille domande ☺
Anche questa volta alla fine
troverete i tratti della saga su cui mi sono basata.
In primis vi lascio la
seconda perplessità:
Ho faticato ad
immaginare/giustificare perché Sirius non sia andato a dare una mano a
James. Troppo tardi ho capito la soluzione più ovvia: probabilmente non
ha mai saputo che James avesse scoperto la cosa… Ma ormai il danno era
fatto xD
Poi… Per qualche strano
motivo sono sempre stata convinta che questo scherzo fosse avvenuto al
quinto anno, ma ricontrollando bene ho notato che non è specificato da
nessuna parte (oppure mi è sfuggito^^’). Comunque, dovrebbe essere
avvenuto entro la fine di quell’anno, perché quando Harry guarda i
pensieri di Severus nel pensatoio, la frase di Lily sullo scherzo (che
trovate nell’ultima citazione) precede il ricordo dei GUFO.
Essendo invece specificato
che i Malandrini abbiano studiato tre anni per diventare Animagi,
riuscendoci al quinto anno, ho pensato di rispettare la mia
ingiustificata convinzione per poter legare le due cose insieme. Mi
piace pensare che ancora non lo fossero, all’epoca dello scherzo,
altrimenti non si sarebbero messi da soli i bastoni tra le ruote
invitando Piton… Semmai trovo più probabile che possa essere accaduto
prima del quinto anno, piuttosto che dopo.
Non è invece chiaro – nemmeno
con le info di Pottermore - se la Mappa sia nata prima o insieme/dopo
alla trasformazione. Il fatto che ci siano i loro nomi da Animagi mi
farebbe pensare dopo, ma volevo usarla :P Magari hanno aggiunto i nomi
in un secondo momento, dai… ;)
Ho anche immaginato che i
Malandrini, dopo aver scoperto di Remus, confidarono la cosa a Silente
e gli chiesero il permesso di visitarlo – con discrezione – il giorno
dopo la trasformazione. Sempre che avesse bisogno dell’infermeria! Ma
almeno 24h penso si assentasse, no?
Ho immaginato che la mattina
dopo Severus abbia raccontato a Lily, senza entrare nei dettagli, dello
scherzo dei Malandrini, e che solo più tardi sia arrivata anche a lei
la versione secondo cui James in realtà avesse rischiato la vita per
salvarlo.
Credo anche che Silente non
abbia detto nulla di ufficiale sull’accaduto, ma allo stesso tempo
penso che non abbia fatto nulla per evitare la diffusione della verità,
anzi ;)
Grazie di essere arrivati
fino a qua! E Grazie alla mia beta Horrr Vacui per i suoi consigli ☺
Isidar^^
Ps vi segnalo una stupenda
raccolta di fanart sul tema di questo scherzo, trovata ieri per caso
*.* http://caladan-dd.livejournal.com/16428.html
«Gli ci vollero quasi tre
anni per capire come fare. Tuo padre e Sirius erano gli studenti più
brillanti della scuola, e per fortuna, perché la trasformazione in
Animagus può finire molto male: ecco perché il Ministero tiene sotto
stretta sorveglianza chi cerca di compierla. Peter ebbe bisogno di
tutto l'aiuto di James e Sirius per farcela. Alla fine, il quinto anno
di scuola, ci riuscirono.»
[Harry Potter e il
Prigioniero di Azkaban]
«Ma non usano Magia
Oscura». Lily abbassò la voce. «E tu sei un ingrato. Ho sentito cos'è
successo l'altra notte. Ti sei infilato in quel tunnel vicino al
Platano Picchiatore e James Potter ti ha salvato da quello che c'è là
sotto, qualunque cosa sia...»
[Harry Potter e i
Doni della Morte]
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