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Autore: Isidar Mithrim    15/03/2015    7 recensioni
Ovvero come accadde che James Potter fece una cosa che Severus Piton non gli avrebbe mai perdonato… Salvargli la vita.
Ovviamente, il fatto che sia stato Sirius Black a metterla a repentaglio potrebbe non essere un dettaglio così insignificante.
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, James Potter, Remus Lupin, Severus Piton, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Old Generation Ordinary Tales'
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Quando James rientrò nel dormitorio – dopo aver ignorato le domande curiose di Violet – trovò solo Peter ad accoglierlo e fu insieme rattristato e sollevato dalla cosa.
“Ha preso Mappa e Mantello e se n’è andato…” gli spiegò il più basso dei Malandrini con voce desolata.
“Meglio così” commentò acido James. Poi si rese conto che prendersela con lui non avesse alcun senso e, armatosi di pazienza, gli raccontò cosa era successo in prossimità della Stamberga Strillante e gli riportò la conversazione con Silente.
Peter ascoltò attento, alternando sospiri ammirati e spaventati.
“È rimasto col naso incollato alla Mappa tutto il tempo, sai. Si è preoccupato moltissimo, quando sembrava che non volessi più uscire dal passaggio segreto” commentò infine.
“Non abbastanza da venirmi a cercare, a quanto pare” ribatté James con amarezza, infilandosi sotto le coperte e imprecando con veemenza quando sbatté la ferita fasciata contro l’angolo del comodino, mentre posava gli occhiali.
Ci mise quelle che gli parvero ore, ad addormentarsi, e il suo sonno fu agitato da sogni inquieti in cui Sirius mordeva Piton, mentre Remus finiva ad Azkaban per omicidio.

**

La mattina dopo James si svegliò molto più presto di quanto avrebbe voluto, e il peso degli eventi della notte prima gli precipitò addosso come un macigno.
Trasse un profondo respiro prima di gettare uno sguardo amaro al letto insolitamente vuoto di Sirius, quindi si alzò e si avvicinò a Peter, cominciando a scuoterlo. Assicurarsi che si trovasse già in infermeria all’arrivo di Remus gli parve l’unico gesto in grado di vincere la sensazione d’impotenza che gli annodava lo stomaco.
“Svegliati, Peter!”
Il ragazzo grugnì in risposta.
“Alzati, su, devi andare a salutare Lunastorta prima delle lezioni! Ti metterò da parte qualcosa da mangiare, dai!”
La prospettiva di dover saltare la colazione sembrò svegliare Peter più degli scossoni di James.
“Ma non andiamo mai a trovarlo prima delle lezioni!” bofonchiò infastidito.
“Be’, oggi invece sì” ribatté James in tono perentorio.
Finalmente Peter si tirò fuori dalle coperte.
“Ok, va bene, mi alzo” si arrese.
 “Grazie” sorrise sinceramente James in uno dei suoi rari sprazzi di gentilezza. 
Peter annuì silenzioso e si trascinò in bagno.
Nel giro di dieci minuti aveva l’uniforme addosso e la borsa con i libri su una spalla.
“Ci vediamo a Trasfigurazione” salutò con uno sbadiglio. “E prendimi dei toast!”
“Certo” lo rassicurò James, passandosi le dita tra i capelli.
Poi si infilò sotto la doccia, cercando di non dar voce alla morsa di malinconia che lo stava invadendo. Per la prima volta da quando era a Hogwarts sarebbe sceso da solo a fare colazione.
Aveva la sensazione che la cosa non sarebbe passata inosservata.

Si sentì stranamente a disagio entrando in Sala Grande e andandosi a sedere al solito posto. Mentre mangiava solitario, ogni tanto alzava lo sguardo con la speranza di veder comparire Sirius, invece tutto quello che riuscì a cogliere furono le occhiate perplesse e incuriosite che gli altri studenti gli lanciavano.
“Buongiorno, James! Non capita frequentemente di trovarti a magiare da solo, devo ammettere.”
“Buongiorno anche a te, Nick.”
“Suvvia, cos’è questo tono abbattuto, mio caro ragazzo! E dire – aggiunse Nick-Quasi-Senza-Testa sussurrando – che mi sarei aspettato di trovarti entusiasta, dopo quello che ho sentito in giro…”
James lo guardò sorpreso.
“Cosa hai sentito in giro?”
“Oh, be’, si vocifera che tu abbia salvato una vita, questa notte” rivelò Nick, senza nascondere una nota d’orgoglio.
“Dove l’hai sentito?”
“Sai, i ritratti mormorano…” gli disse con fare complice.
James capì che quella dannata pettegola di Violet doveva aver disturbato gli abitanti di tutti i dipinti del castello pur di scoprire cosa fosse successo.
Per una volta nient’affatto contento di sentirsi gli sguardi di tutti puntati sulla schiena, James si apprestò a uscire dalla Sala, dopo essersi scambiato una lunga occhiata colma d’odio con Piton.
Dover rientrare per prendere i toast per Peter, che aveva ovviamente dimenticato, fu quasi imbarazzante.

**

Quando entrò nell’aula della Professoressa McGranitt, sussultò nel vedere Sirius seduto come sempre all’ultimo banco. Il loro banco.
James mise subito a zittire la parte di sé sollevata nel vederlo e gli passò accanto, sforzandosi di ignorarlo il più spudoratamente possibile.
Lily Evans non fu l’unica a guardarlo con tanto d’occhi, quando andò a prendere il posto di Remus invece di sedersi accanto al suo migliore amico.
“Che succede, il vostro ego è diventato tanto ingombrante da impedirvi di condividere lo stesso banco?” commentò sarcastica.
“Taci, Evans” risposero contemporaneamente Sirius e James, che si girò di scatto gettando all’amico uno sguardo fugace, prima di tornare a fissare il suo nuovo tavolo.
“Problemi in Paradiso, vedo” continuò lei sardonica. “Non ho idea di che scherzo gli abbiate fatto, ma azzardatevi a prendervela ancora con Severus Piton e ne pagherete le conseguenze” aggiunse poi, con un tono duro che non ammetteva repliche.
“Sto tremando dalla paura, Evans” disse Sirius con voce annoiata. “E comunque è colpa sua se continua a ficcare il naso in cose che non lo riguardano.”
James avvertì in maniera quasi fisica lo sforzo che Sirius dovette fare per evitare di aggiungere se l’è meritato.
“Sirius!” squittì poi un sorpreso Peter, entrando trafelato nell’aula e sovrastando la risposta piccata di Lily.
Un istante dopo sembrò ricordarsi di dover essere arrabbiato con lui, quindi si ricompose e andò a sedersi vicino a James, che lo accolse ansioso.
“Allora, hai visto Lunastorta? Come sta?” gli sussurrò.
“Dormiva” rispose lui in un bisbiglio. “Madama Chips gli ha dato una pozione per farlo stare tranquillo, dice che si riprenderà più in fretta, così.”
James deglutì.
“Era… Era ridotto così male?”
“Non saprei dirti bene, era sotto le coperte. Ho solo visto che aveva gli occhi un po’ gonfi” gli spiegò Peter mormorando. Poi sorrise e aggiunse “Madama Chips ha detto che entro domani uscirà sano come un pesce.”
James tirò un sospiro di sollievo.
Recuperò i toast malamente incartati nella borsa e glieli porse.
Peter aveva appena dato il primo avido morso, quando la McGranitt entrò nell’aula.
“Minus, metti via quel cibo, non si mangia durante le mie lezioni” commentò severa appena ebbe raggiunto la cattedra e si fu girata verso gli studenti.
Da come lo fissò, James capì che neanche a lei era sfuggita l’insolita disposizione dei posti. D’altronde, Silente doveva averla messa al corrente di ogni dettaglio, ma James le fu grato, perché non fece alcun commento sull’accaduto.

Quando la campanella suonò, Sirius fu il primo a uscire dall’aula, ed evidentemente si premunì di non utilizzare le solite scorciatoie, perché James e Peter non lo videro da nessuna parte, mentre si recavano a Storia della Magia. Sirius arrivò un po’ affannato qualche minuto dopo di loro e si sedette al solito banco, ancora una volta solo.
A James nessuna spiegazione di Ruf era mai parsa tanto noiosa.

**

La scena si ripeté al termine di ogni lezione, e dopo l’ultima ora della mattina Sirius sembrò dileguarsi nel nulla.
James e Peter andarono a pranzo – “Ho già saltato la colazione, tornerò da Remus solo a pancia piena!” – quindi James accompagnò l’amico fino alla porta dell’infermeria. Mentre Peter entrava, provò a sbirciare all’interno, ma attorno al letto di Remus erano tirate le solite, pesanti tende, così non gli restò altra scelta che trascinarsi fino al suo dormitorio per cercare di recuperare un po’ del sonno perso.
Prima di addormentarsi, non riuscì a trattenersi dallo sperare che Sirius fosse riuscito a mettere tra i denti qualcosa, mentre cercava di evitarli con tanto impegno. Nonostante una parte di sé fosse ancora imbestialita dal suo comportamento, non poteva fare a meno di essere preoccupato per lui e di sentire la sua mancanza.

**

Fu svegliato da un tocco gentile quando era ormai calato il buio.
Ci mise un po’ a uscire dalle spire del sonno e a mettere a fuoco il volto stanco ma sorridente di Remus.
Dopo essersi pulito con la mano il rivolo di bava che gli colava dalla bocca, si mise a sedere e cercò a tastoni gli occhiali sul comodino.
“Dubito che li troverai là, visto che ce li hai ancora addosso” sorrise bonariamente Remus.
“Oh, già” constatò James, sistemandoseli bene sul naso. “Come stai, Lunastorta?” aggiunse poi.
“Mai stato meglio” rispose Remus con troppo entusiasmo.
“Non mi propinare cavolate” ribatté James.
“Mmm… Mai stato peggio?” commentò canzonatorio.
“Molto simpatico, davvero, Messer Lunastorta!”
Remus sospirò.
“Diciamo che ho avuto risvegli più traumatici, ma questo non è certo stato tra i più piacevoli. Mi sono già quasi completamente ripreso, però.”
“Quasi?”
“Ho dovuto insistere per un’ora con Madama Chips prima che si decidesse a lasciarmi andare, ma non avevo nessuna voglia di passare un’altra notte in infermeria.”
“Bene. E…” - James deglutì - “Silente ti ha raccontato cosa è successo?”
Remus annuì, serio.
“Non avrei mai voluto ferirti, lo sai, vero?” chiese James gravemente.
“Be’, ora che me l’hai detto si spiegano molte cose!” commentò Remus, fingendosi sorpreso. “E io che ero convinto che l’avessi fatto per studiare la mia anatomia interna!”
“Sei proprio un idiota, Lunastorta! Non c’è proprio niente da ridere.”
“Veramente l’idiota sei tu, James, se pensi che possa essermela presa con te anche solo per un istante” disse Remus, tornando serio. “Non oso nemmeno pensare a cosa sarebbe potuto succedere, se tu non fossi intervenuto.”
 “Eh, lo so, tocca sempre a me salvare la situazione” concordò James scherzoso, passandosi una mano tra i capelli.
“Non avresti dovuto prenderti la colpa insieme a Sirius. Non questa volta” lo redarguì Remus, ancora serio.
James esitò, prima di rispondere.
 “È che… Sono stato molto duro con lui.”
Il Lupo Mannaro annuì.
“Peter mi ha raccontato tutto. E sono convinto che le tue parole possano fargli solo che bene. Questa volta ha davvero passato il limite.”
“Gli ho detto che non l’avrei mai perdonato.”
“Sappiamo tutti e tre che lo farai, e ancora prima che lui si degni di scusarsi. Anzi, sono certo che in fondo tu lo abbia già perdonato” disse saggiamente il licantropo.
“E tu? Lo perdonerai?”
“Non prima che abbia penato un poco” commentò Remus. “In effetti, credo proprio che mi divertirò a farlo sentire in colpa ancora per qualche giorno, se capisci cosa intendo” concluse sornione.
James si illuminò.
“Sei un genio del male, Lunastorta! Vado subito a sgraffignare un po’ di pus di Bubotubero!”
Solo quando si alzò in piedi realizzò che quel maledetto cane di Black si era portato via non solo la Mappa, ma anche il suo Mantello.

**

Ora che c’era anche Remus a fargli compagnia, le giornate successive passarono assai più velocemente e fuori dalle aule James sentì molto meno la mancanza del suo migliore amico. Si era anche imposto di non preoccuparsi per il fatto che Sirius non si facesse mai vedere per i pasti o nella Torre di Grifondoro, perché aveva realizzato che con Mappa e Mantello l’amico aveva facile accesso non solo all’intera Hogwarts – cucine comprese – ma anche al villaggio di Hogsmeade.

Durante le lezioni, invece, era sempre più difficile riuscire a mantenere il distacco, soprattutto perché, con il ritorno di Remus, erano di nuovo costretti a condividere il banco.
Ignorare l’espressione di duro orgoglio scolpita sul volto di Sirius, ma soprattutto mettere a tacere la voglia di prenderlo per le spalle e scuoterlo animatamente, non furono imprese da poco.
Ogni volta che la tentazione di rivolgergli la parola si impadroniva di lui, però, James si sforzava di tenere bene a mente il fatto che Sirius non si fosse ancora degnato di scusarsi non tanto con lui, ma nemmeno con Remus, a cui non aveva minimamente rivolto la parola da quando era uscito dall’infermeria.
Erano tutti e tre certi che fosse davvero costernato per aver tradito la loro fiducia,  ma erano anche convinti del fatto che questa volta spettasse a Sirius l’arduo compito di mettere da parte l’orgoglio per dichiararsi dispiaciuto.
“Non gli dirai di averlo perdonato fino a quando non ti avrà implorato in ginocchio, James!” gli ricordava spesso Remus, quando il Cacciatore sembrava restio a testare la resistenza di Sirius con scherzi spesso più umilianti o maligni che esilaranti.
James fu comunque obbligato ad ammettere che l’amico stava incassando le loro malefatte con notevole stoicismo.
Non si lamentò quando dovette ricorrere alle premure di Madama Chips perché una maniglia gli aveva azzannato la mano, mentre cercava di entrare di soppiatto nel dormitorio per recuperare un po’ di vestiti.
Non fece un fiato quando fu costretto a sopportare per tutta l’ora di Cura delle Creature Magiche il terribile prurito provocato dai suddetti vestiti, che Peter gli aveva consegnato segretamente in un gesto di gentilezza inattesa.
Non batté ciglio quando la sua pozione esplose nei sotterranei, né quando la mano già ferita si ritrovò immersa nel pus di Bubotubero mentre estraeva un libro dalla borsa.
Quella silenziosa resistenza la diceva lunga su quanto Sirius fosse dispiaciuto e alla fine fu Remus stesso a suggerire – con grande sollievo di James – di optare per scherzi più innocui.

James rimase sbalordito quando quella stessa sera, sette giorni dopo il fatidico scherzo, Sirius apparve all’improvviso nel loro dormitorio.
Non si era aspettato che cambiare la tipologia di scherzo potesse risultare una mossa tanto vincente, ma la cosa più sorprendente dell’intera faccenda rimase comunque la presenza di un’enorme pila di libri tra le braccia dell’amico.
“L’ho capito!” annunciò Sirius trionfante con una vocina ridicola.
Gli altri Malandrini furono scossi dalle risate. A quanto pareva, Sirius aveva gradito le loro caramelle all’elio, ma evidentemente non aveva ancora aperto bocca da quando le aveva trangugiate.
Un attimo dopo, anche Sirius stava ridendo, e la sua risata modificata – simile a un latrato – era talmente esilarante che furono tutti presi da un’altra ondata di riso.
Ci vollero parecchi minuti prima che riuscissero a calmarsi, perché ogni volta che Sirius li pregava di smettere per ascoltarlo erano di nuovo contagiati dalle risate.
Quando finalmente l’effetto della caramella terminò, avevano tutti gli addominali dolenti e un sorriso stampato sulle labbra.
“Allora, stiamo per scoprire che hai passato gli ultimi giorni chiuso in biblioteca?” domandò Remus a Sirius.
“In biblioteca e da Madama Rosmerta per il poco tempo rimanente” rispose lui.
James fischiò.
“Idiota, mi ha semplicemente fatto stare in una delle stanze degli ospiti.”
“Sì, dicono tutti così…” disse Peter malizioso.
“Non si può fare un discorso serio nemmeno per tre secondi, con voi!” esclamò Sirius stizzito.
“Bene, sentiamo cosa hai di serio da dirci, allora. Cos’è che avresti capito improvvisamente?” domandò James.
Sirius guardò Remus con aria colpevole.
“Mi… mi dispiace che tu abbia sofferto a causa mia, Lunastorta. E ho pensato a cosa potessi fare per rimediare, e l’unica cosa sensata che mi è venuta in mente è stata mantenere la promessa che ti abbiamo fatto tre anni fa. Una promessa che stavamo trascurando da troppo tempo.”
Guardò gli altri Malandrini con solennità.
“Ho scoperto come diventare Animagi” annunciò. “E sono convinto che entro la prossima Luna Piena potremo finalmente fare compagnia a Lunastorta.”

*******



Ciao!

Innanzitutto ringrazio ancora chi ha recensito, e ne approfitto per estendere la gratitudine a chi ha inserito la breve storia tra le seguite/ricordate. Sarò felicissima di rispondervi qualora aveste dubbi, perplessità, o commenti di qualsiasi tipo ☺

La storia si è conclusa, anche se mi sarebbe piaciuto scrivere anche della trasformazione, ma ho già scritto un pezzo su una notte da Animagi (ambientata quando era ormai routine) e sinceramente avrei difficoltà a riscriverlo senza farne una brutta copia… Non che sia chissà che cosa, comunque xD Qualora vi interessasse, si intitola Profumo di libertà. Fa parte della stessa serie, insieme ad altri racconti  sui  Malandrini.
Quello di cui invece prima o poi scriverò è il momento in cui gli altri Malandrini rivelarono a Remus di aver scoperto il suo segreto ;) → Edit: eccola! Di una Stamberga, due baristi e un problema peloso
Edit: ispirata dalla recensione di fori rapace al primo capitolo, ho scritto una flash sulla conversazione tra Silente e Severus, che spiega (scherzosamente) come il Preside lo convinse a tacere


Comunque, come anticipato, tutte le volte che tento di scrivere un Missing Moment come si deve non posso non lasciarvi papiri di note… Che siete liberi di non leggere, qualora dovessero annoiarvi! Ma che ci volete fare, quando scrivo questo tipo di cose mi vengono in mente mille domande ☺
Anche questa volta alla fine troverete i tratti della saga su cui mi sono basata.

In primis vi lascio la seconda perplessità:
Ho faticato ad immaginare/giustificare perché Sirius non sia andato a dare una mano a James. Troppo tardi ho capito la soluzione più ovvia: probabilmente non ha mai saputo che James avesse scoperto la cosa… Ma ormai il danno era fatto xD

Poi… Per qualche strano motivo sono sempre stata convinta che questo scherzo fosse avvenuto al quinto anno, ma ricontrollando bene ho notato che non è specificato da nessuna parte (oppure mi è sfuggito^^’). Comunque, dovrebbe essere avvenuto entro la fine di quell’anno, perché quando Harry guarda i pensieri di Severus nel pensatoio, la frase di Lily sullo scherzo (che trovate nell’ultima citazione) precede il ricordo dei GUFO.
Essendo invece specificato che i Malandrini abbiano studiato tre anni per diventare Animagi, riuscendoci al quinto anno, ho pensato di rispettare la mia ingiustificata convinzione per poter legare le due cose insieme. Mi piace pensare che ancora non lo fossero, all’epoca dello scherzo, altrimenti non si sarebbero messi da soli i bastoni tra le ruote invitando Piton… Semmai trovo più probabile che possa essere accaduto prima del quinto anno, piuttosto che dopo.
Non è invece chiaro – nemmeno con le info di Pottermore - se la Mappa sia nata prima o insieme/dopo alla trasformazione. Il fatto che ci siano i loro nomi da Animagi mi farebbe pensare dopo, ma volevo usarla :P Magari hanno aggiunto i nomi in un secondo momento, dai… ;)
Ho anche immaginato che i Malandrini, dopo aver scoperto di Remus, confidarono la cosa a Silente e gli chiesero il permesso di visitarlo – con discrezione – il giorno dopo la trasformazione. Sempre che avesse bisogno dell’infermeria! Ma almeno 24h penso si assentasse, no?
Ho immaginato che la mattina dopo Severus abbia raccontato a Lily, senza entrare nei dettagli, dello scherzo dei Malandrini, e che solo più tardi sia arrivata anche a lei la versione secondo cui James in realtà avesse rischiato la vita per salvarlo.
Credo anche che Silente non abbia detto nulla di ufficiale sull’accaduto, ma allo stesso tempo penso che non abbia fatto nulla per evitare la diffusione della verità, anzi ;)

Grazie di essere arrivati fino a qua! E Grazie alla mia beta Horrr Vacui per i suoi consigli ☺
Isidar^^

Ps vi segnalo una stupenda raccolta di fanart sul tema di questo scherzo, trovata ieri per caso *.* http://caladan-dd.livejournal.com/16428.html

«Gli ci vollero quasi tre anni per capire come fare. Tuo padre e Sirius erano gli studenti più brillanti della scuola, e per fortuna, perché la trasformazione in Animagus può finire molto male: ecco perché il Ministero tiene sotto stretta sorveglianza chi cerca di compierla. Peter ebbe bisogno di tutto l'aiuto di James e Sirius per farcela. Alla fine, il quinto anno di scuola, ci riuscirono.»
[Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban]

«Ma non usano Magia Oscura». Lily abbassò la voce. «E tu sei un ingrato. Ho sentito cos'è successo l'altra notte. Ti sei infilato in quel tunnel vicino al Platano Picchiatore e James Potter ti ha salvato da quello che c'è là sotto, qualunque cosa sia...»
[Harry Potter e i Doni della Morte]


   
 
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