N
N.d.A: Questa è la seconda
pubblicazione della mia fanfic già postata su questo sito con il titolo "Sfida
di Mezzanotte". L'editing si è reso necessario a causa della direzione presa
dalla storia stessa nel corso della scrittura, che ha reso inadatti il contenuto
e soprattutto il titolo precedentemente utilizzati.
Spero che apprezzerete la nuova (e
definitiva) veste di questa mia fic.
Buona lettura.
Mistral
Dedicato a tutto
il
“Latte alla
Fragola Fun Club”
Vi voglio un
mondo di bene ragazzi!
Moonlit
Midnight Dream
- 1 -
La notte in
cui (forse) tutto ebbe inizio
Ecco, di nuovo:
sarà la terza volta che mi sveglio stanotte.
Apro gli occhi e
intorno è ancora tutto oppressivamente scuro, esattamente come quando sono
andato a dormire, non più di tre, massimo quattro ore fa. Accanto a me, Link
dorme tranquillo. Beato lui. Se c’è una cosa che ho capito sul suo conto da
quanto mi è stato messo alle costole è che il signor ispettore ha il sonno
pesante: praticamente un Akuma, o anche un Noah, potrebbe attaccarci e lui
continuerebbe a dormire.
Sbuffo e mi tiro
a sedere. Accidenti, ci sono ricascato di nuovo: per quanto mi sforzi di non
pensarci, non riesco a togliermi dalla testa quel che è successo negli ultimi
giorni: la battaglia nell’Arca, il pianoforte, l’uovo, l’attacco al quartier
generale… la scomparsa del maestro…
Ho già capito
che per stanotte di riaddormentarsi non se ne parla. Quindi, perché non
approfittare di Link che dorme per starmene finalmente un attimo da solo?
Butto indietro
le coperte e con attenzione scivolo fuori dalla stanza.
Mi fermo con il
fiato corto, le mani sulle ginocchia e il sudore che scivola lungo il collo. Mi
sa che stasera ho un po’ esagerato con l’allenamento. È che è l’unico modo che
conosco per sfogarmi e non sentirmi completamente inutile. Maledizione, se solo
il Dipartimento Scientifico avesse fatto come chiedevo e riparato Mugen, avrei
potuto combattere anch’io contro quel dannato Livello 4, invece che affrontarlo
con una fottuta spada di legno!
Mi asciugo
velocemente il sudore con un asciugamano e mi rimetto la maglietta, non senza
che il mio sguardo scivoli (involontariamente?) sulla spalla.
(Mi faccio
rabbia da solo!
Cosa continuo a
guardare questo stupido tatuaggio?
Lo so che c’è –
è lì da anni,
Lo so che si è
esteso dalla battaglia nell’Arca – ho fatto tutto da solo.
Eppure non
riesco a togliergli gli occhi di dosso…)
Uno sbuffo che
sa di frustrazione e di rabbia. Decisamente, per quanto sia stanco, non sono
nelle condizioni di riuscire ad addormentarmi così nervoso. Mi ci vuole un bel
bagno, così riuscirò a calmarmi… o, meglio ancora, ho bisogno di sedermi a
meditare.
Butto a terra
l’asciugamano e a passo svelto esco dalla palestra.
I corridoi del
quartier generale sono assurdamente silenziosi. Va bene, è notte inoltrata, ma
quelle poche volte che mi è capitato in passato di essere sveglio a tarda ora
sentivo sempre qualche rumore in lontananza. Questa notte, invece, tutto tace.
Quando arrivo
sulla balconata esterna, la luce della luna mi investe, gelida e bianchissima.
Non mi piacciono le notti di luna piena, mi ricordano troppo la notte in cui
morì Mana…
(…la notte in
cui venne il Conte,
la notte in cui
fui maledetto,
la notte in cui
conobbi gli Akuma…
La notte in cui
- forse - tutto ebbe inizio)
Ma perché
diavolo stasera mi vengono in mente solo cose tristi?! Scuoto la testa, cercando
di buttare fuori quei pensieri, e continuo a camminare, senza far molto caso a
dove sto andando.
Quando mi fermo,
mi ritrovo in cima alla torre centrale. Sopra di me c’è solo il cielo, sotto,
immensamente più sotto, la distesa buia della città, punteggiata di luci
isolate: è uno spettacolo che mi lascia sempre senza fiato.
Nei corridoi non
c’è nessuno. Non è poi così strano, e certo non me ne lamento. Non amo i
convenevoli, né tantomeno l’essere costretto a salutare la gente che incontro e
a scambiarci quattro chiacchiere (e infatti non lo faccio!), e quando
sono di pessimo umore come stasera, volentieri farei direttamente a meno del
resto del mondo.
Fuori la notte è
chiara e tersa, la luce metallica della luna proietta ombre lunghe nei corridoi.
Mi sento già più disteso, la mente che comincia a vagare, considerando con
leggerezza se questo scenario sia adatto o meno ad un combattimento. L’aria
pungente mi avvolge, asciugando del tutto il sudore dell’allenamento e
contribuendo a rilassarmi.
Quando imbocco
l’ultima rampa di scale che mi condurrà al posto che preferisco per meditare,
ormai sono quasi completamente calmo. Appena varcata la soglia della terrazza,
però, ho un moto di stizza: cosa accidenti ci fa lui qui?!
Nel silenzio
della notte sento un passo leggero alle mie spalle. Qualcun altro si sta
avvicinando alla terrazza. Non perdo tempo a chiedermi chi possa essere e cerco
un posto dove nascondermi: non posso certo farmi vedere, in fondo sono tutti
convinti che io sia bello tranquillo nel mio letto... e poi, se si sapesse della
mia piccola “fuga”, Link finirebbe nei guai.
Mi guardo
attorno, qui però non c’è un nascondiglio nemmeno a pagarlo. Inizio a pensare a
una qualche scusa (“Ehm… cercavo il bagno” … sì, potrebbe andare!), ma
ogni ragionamento logico viene cancellato
dallo stupore di
trovarmelo davanti. Cosa accidenti ci fa lui qui?!
Dalla minima
alterazione nella sua espressione scontrosa di circostanza, direi che anche lui
si sta chiedendo la stessa cosa di me.
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