Scusate per l'enorme ritardo, ma ho avuto problemi in famiglia e non ho potuto aggiornare, spero di farlo più regloarmente, anche se mi sto dedicando ad un manoscritto. speriamo che vi piaccia, anche se come sono solita fare lascio sempre a metà la questione.
baci.
"Pronto?", rispose una voce al telefono.
"Pronto, sono Kagome, avrei bisogno di un favore,
se ti
passo una persona riesci a calmarla?", chiese la ragazza, cercando di
non
spazientire le sue amiche. Attese la risposta e ad una risposta
positiva passò
il telefono a Rin, la quale era confusa da questa situazione.
"Pronto", disse con voce flebile la ragazza.
A sentire la voce che parlava all'altro capo del
telefono i
singhiozzi aumentarono, non si aspettava di sentirlo, pensava che fosse
un
sogno sentire il suo amico che doveva essere impegnato con la campagna
elettorale americana, grande traguardo per lui.
"Rin, ma perché piangi? Lo sai che ho novità sulla
mia
vita amorosa?", disse Koga, tutto contento.
"Davvero?", domandò la ragazza, smettendo
momentaneamente di piangere, ma era curiosa di conoscere questa
grandiosa
notizia.
" Ecco io ", cominciò il ragazzo con un po' di
imbarazzo, "ho conosciuto una ragazza favolosa, é un giornalista per
una
rivista rosa e, é davvero fantastica", concluse totalmente emozionato,
l'amico.
"Ma come si chiama? Mi hai detto che fa la
giornalista
come te, ma il nome non lo pronunci", disse la mora, calmando il
respiro e
facendosi travolgere dalle vicende amorose dell'amico.
Mentre Rin parlava al telefono con Koga, Kagome e
Sango videro
nell'amica un cambiamento significativo nell'espressione del suo viso e
pensavano a cosa il ragazzo stesse raccontando alla mora.
"Beh, si chiama Ayame, e penso proprio che ti
piacerà
appena la conoscerai, rientriamo insieme e penso che la inviterò al
matrimonio
di Kagome se la cosa dura", esclamò il giornalista.
" Davvero? Allora é seria la cosa, sono proprio
contenta per te.", disse Rin, felice perché l'amico sembrava avesse
trovato la persona giusta, dopo le molte delusioni, ne aveva proprio
bisogno dato
che stava cominciando a perdere seriamente le speranze.
I due ragazzi parlarono per ancora qualche minuto
e poi
chiusero la chiamata promettendosi di telefonarsi il giorno successivo.
Appena Rin poggiò il cellulare sul tavolino, le
due ragazze
che erano con lei la guardarono in modo strano.
" Adesso é giunto il momento della parte più
interessante", esclamò la futura sposa. "Cosa é successo con mio
cognato? Ho visto la sua macchina qui sotto".
"Cosa? Ma non era di un amico? Rin, voglio una
spiegazione", aggiunse la castana, cercando di trattenere la curiosità
che
le attanagliava la mente.
"Beh, che dire, mi ha ringraziata per il regalo
per il
suo compleanno e mi ha invitato a cena, poi é partito", disse in modo
conciso la ragazza.
"E? Non puoi lasciarci così, devo sapere chi ha
fatto
quei graffi sul collo di Sesshomaru, quindi ora parli", disse senza
possibilità di replica Kagome, la quale voleva capire.
"Credo di essere stata io", ammise la mora,
arrossendo di brutto.
"Aspetta un momento sei stata tu? Non ci credo
erano
profondi, li ho visti ieri sera", disse Kagome, scioccata.
"Io non ci sto capendo nulla? Quali graffi?",
chiese Sango, confusa dal discorso.
"Beh... Ieri sera, quando mi ha accompagnato a
casa é
successa una cosa, e credo di aver lasciato i segni delle mie unghie
sul collo
di Sesshomaru", spiegò imbarazzata la mora.
Entrambe le amiche non sapevano che pensare,
l'unico momento
in cui avrebbe potuto lasciare i segni sarebbe stato un...
"Vi siete baciati?", urlarono insieme Kagome e
Sango, totalmente sconvolte dalla rivelazione a cui erano giunte.
"Ehm.. Si", confermò la mora, rossa come un
peperone.
Le due ragazze non sapevano che dire, non si
aspettavano un
comportamento del genere, né dal demone, né e soprattutto dalla ragazza
che era
seduta di fronte a loro.
Sesshomaru era già in volo con Shintaro,
destinazione
Londra; doveva realmente scoprire ciò che era successo, ma appena
atterrato
avrebbe telefonato al fratello per capire che prove c'erano contro
Ryukotzusei
e Sezuna, in modo da poter integrare ciò che avevano per montare il
caso del
secolo che avrebbe visto suo fratello e sua cognata sotto le luci della
ribalta
e speravano davvero che bastassero.
"Signor Sesshomaru, mi scusi, ma suo fratello é al
corrente delle sue indagini?", chiese l'investigatore con discrezione.
"Ancora no, penso che dopo l'atterraggio gli
telefonerò
per informarlo e vedere che possiamo fare", disse il demone, pensando
già
a cosa avrebbe detto al fratello.
"D'accordo e vuole una copia di tutti i documenti
delle
mie indagini così da poter sistemare meglio il caso?", domandò
Shintaro,
cominciando a fare una lista mentale di tutti i file raccolti nel corso
degli
anni.
"Certamente, la ringrazio", rispose Sesshomaru.
Arrivarono a Londra che pioveva, tempo normale per
la
capitale inglese; corsero a cercare un taxi e si fecero portare alla
sede delle
industrie Tashio. Entrati nell'ingresso, la receptionist si stupì
dell'aspetto
dell'erede dell'azienda, non lo aveva mai visto e ritrovarselo davanti
le fece
venire gli occhi a cuoricino, ma il demone non se ne curò, i suoi occhi
erano
solo per una persona e questa si trovava a mille miglia da lì in un
ristorante
di lusso gestito da un maniaco pervertito.
"Salve", disse il cuoco in modo cortese, cosa non
da lui, alla signorina all'ingresso.
"Salve signore, in cosa posso esserle utile?, gli
rispose con voce maliziosa lei.
"Vorrei vedere il signor Black, cortesemente, ed é
una
cosa molto urgente", rispose Sesshomaru, non facendosi addolcire dal
viso
carino della ragazza.
"Un attimo solo che lo informo subito", rispose
lei, prendendo immediatamente il telefono e parlando velocemente con la
segretaria del capo.
Sesshomaru aspettava, cercando di non mostrarsi
impaziente
per quell'attesa inaspettata.
La ragazza richiamò l'attenzione dei due e disse
loro che il
signor Black li aspettava all'ultimo piano.
Salirono in ascensore e pigiarono l'ultimo tasto
presente
sulla pulsantiera, attesero un paio di minuti e si trovarono in un
ampio
corridoio, da cui spuntò una donna sulla quarantina che li attendeva.
"Prego, seguitemi, il signor Black vi aspetta nel
suo
ufficio", disse lei, cominciando a camminare per quel labirinto di
corridoi.
Il signor Blak, appena apprese la visita del
figlio dei
signori Tashio, afferrò il telefono per informare il grande capo di
questa
svolta imprevista.
“Carl, stai tranquillo, prima vedi cosa vuole, in
caso fai
uno squillo e io e mia moglie ci paleseremo alla sua vista, in modo da
capire
cosa ha scoperto”, disse, leggermente emozionato ma anche turbato
Inuken.
“D’accordo capo, le farò sapere gli sviluppi, però
penso che
dovrebbe mostrarsi lo stesso a suo figlio, in fondo è venuto qui per
vedere
lei”, insistette, ma sempre con cortesia e educazione il direttore.
Quando il signor Black riappese, la segretaria
bussò alla
porta informandolo che il signor Tashio era fuori, in attesa di vederlo.
“Prego, accomodatevi pure. Io sono Carl Black,
l’amministratore delegato della società. In cosa posso esservi utile,
signor
Sesshomaru?”, li salutò, presentandosi e facendoli accomodare sul
divano che
era presente nell’ufficio.
“Salve, il signore al mio fianco è Shintaro
Tengiu, mi ha
accompagnato qui, perché è il mio investigatore privato”, disse il
demone,
cercando di far capire all’uomo che aveva di fronte che non voleva
risposte
vaghe o evasive.
“È un piacere per me conoscerla, signor Tengiu, la
prego si
accomodi”, disse cortesemente e in modo pacato il direttore
dell’azienda.
“Signor Black, siamo venuti qui per motivi molto
seri e
importanti; perciò, non ho voglia di girarci intorno e perdere altro
tempo”,
cominciò il suo discorso il demone, mostrando tutto il suo sangue
freddo.
“Ho fatto delle ricerche insieme al signor Tengiu,
e vorrei
sapere se le mie ipotesi sono fondate e vere; quindi comincerò con la
prima
domanda”, riprese il demone, mostrandosi cortese per non innervosire il
braccio
destro del padre.
“Lei sa dove sono i miei genitori?”, domandò,
andando dritto
al punto.
Il signor Black si aspettava una domanda del
genere e
volendo che i signori si ricongiungessero con i figli, fece un cenno di
assenso
verso i due che lo stavano osservando.
“Se vuole, signor Tashio, posso chiamare e farle
sentire le
loro voci”, si offrì, cercando di non combinare disastri, nei confronti
del
grande capo, ma voleva davvero che questa storia del nascondersi
finisse.
“Se può farlo, molto volentieri, signor Black,
prego”, disse
il demone, lanciando uno sguardo interrogativo in direzione di
Shintaro, il
quale annuì.
“Pronto Signore”, disse Carl Black, rispondendo al
telefono.
“Suo figlio vorrebbe parlare con lei, posso
passarglielo?”,
domandò, attendendo una risposta che tardava ad arrivare; però in quel
preciso
istante, si sentì un lieve bussare alla porta.
Non era la segretaria che li aveva accolti, ma una
donna che
per molto tempo era rimasta impressa nei pensieri del demone,
circondata da un
immenso senso di colpa nei suoi confronti.
“Sesshomaru”, singhiozzò la donna, andando
incontro a quel
figliastro che il demone pensava di essere, ma che il realtà la moglie
di suo
padre considerava suo figlio a tutti gli effetti.
Il cuoco rimase di sasso nel vederla di fronte a
lui, in
lacrime, mentre cercava di trattenersi da essere umiliata ancora da
distacco e
dalla freddezza di quel figlio, che sostiene di non volerle bene.
Dietro la porta si stava nascondendo un demone, il
quale
stava osservando la scena, con uno sguardo che ancora non sapeva
decifrare,
conosceva la reazione del figlio maggiore verso la donna che ha sposato
dopo la
morte di Sara, ma che Sesshomaru non aveva mai accettato.
Osservando lo sguardo del figlio, si rese conto
che i suoi
occhi erano cambiati, avvertiva un senso di affetto dentro di essi, e
rimase
stupito quando lo vide sollevarsi dal divano e avvicinarsi a Izayoi, la
quale
in lacrime non aspettava altro che quel semplice gesto. La donna gli
corse
incontro e lo abbracciò, cercando di dominarsi dallo scoppiare in
singhiozzi. Nel
mentre, il signor Tashio, entrò nella stanza, sotto lo stupore di
tutti,
lasciando il cuoco sbalordito per il cambiamento significativo che
aveva avuto,
sembrava invecchiato di un centinaio di anni, anche se ne erano passati
solo
trenta.
"Papà", sospirò il demone, vedendo che la figura
paterna che aveva visto scomparire si trovava proprio davanti a lui.
"Sesshomaru", disse soltanto il demone, non
mostrando la commozione che aveva provato per il gesto di Sesshomaru,
nei
confronti della seconda moglie.
Quando la riconciliazione riprese tono più
formali, tutti si
sedettero sui divani disposti in un angolo dell'ufficio e parlarono per
un po'
di cosa avessero fatto i due, nascosti nel loro piccolo appartamento
nell'attico
della società.
"Figliolo, prima di passare all'azione, ho bisogno
di
sapere cosa hai scoperto, in modo da integrare le informazioni raccolte
e
pianificare un attacco efficace e distruttivo", disse il signor Tashio,
tenendo per mano la moglie, la quale aveva ancora le lacrime agli occhi
per
come l'aveva accolta il figlio che considerava suo ma che per lei aveva
sempre
e solo diffidenza.
"Papà, ho scoperto varie cose, ma per poter agire,
bisognerebbe che Inuyasha prendesse parte all'incontro, con i processi
che ha
vinto, è riuscito a trovare qualche falla nella gerarchia di
Ryukotsusei e ha
sfoltito la sua organizzazione e perciò adesso ce l'ha con lui e Kagome
per le
loro indagini e processi ad alto tasso mediatico. Anche se le persone
che hanno
mandato in galera erano pesci piccoli", spiegò il cuoco, dando un
indizio
sulla vita che i due promessi sposi conducevano.
"Quindi il mio piccolino è in pericolo?", disse in
lacrime Izayoi.
"Il piccolino sa proteggersi molto bene, e poi non
penso che Kagome permetta che la lasci prima del matrimonio", disse il
cuoco, con un leggero sorriso sulle labbra.
"Quando sarebbe questo matrimonio? Ne abbiamo
sentito
parlare ma la data non è riportata. Avevamo pensato di fare una
sorpresa a tuo
fratello, ma non sapendo nulla, non volevamo disturbare e arrivare o
prima o
dopo", disse la signora Tashio.
"Beh, potreste essere il mio regalo di nozze,
comunque
tra sei mesi ci sono le nozze e ho pensato di fare le indagini su
questa
questione adesso, per evitare di sclerare dato che Inuyasha mi ha rotto
con
tutte le cose per il matrimonio e i doveri di un testimone".
I signori Tashio guardavano il figlio con gli
occhi fuori
dalle orbite, non si aspettavano che sarebbe stato il testimone dello
sposo.
"Ok, però adesso passiamo alle cose urgenti. Tuo
fratello
chi ha mandato in galera?", chiese il demone maggiore.
"Tutti pesci piccoli, signore, assassini per conto
del
mafioso, stupratori, spacciatori; ma ancora siamo in alto mare per
arrivare
alla punta della gerarchia, forse però ho scoperto qualcosa che ci
possa essere
di aiuto", rispose l'investigatore Tengiu.
"Mia sorella è stata stuprata e uccisa da Takemaru
Sezuna in persona, quindi qualcosa dovrebbe venire fuori, anche se non
lo hanno
mai preso, le prove le ho con me, e spero che mia sorella dall'aldilà
mi aiuti
in questa impresa", rivelò Tengiu, lasciando di stucco che il cuoco, il
quale non ne sapeva nulla.
"Mi dispiace veramente per tua sorella, quando è
successo?", chiese la signora, stringendo una mano a Shintaro, in segno
di
conforto.
"Due anni fa, ma la polizia non ha mai trovato
nulla
contro Sezuna, perciò indagando io stesso, ho scoperto che il caso era
stato
insabbiato dai piani alti, vuol dire che ci sono mele marce nel
sistema. Spero
di riuscire a scoprire chi è stato, per consegnarlo a suo fratello,
signore, e
far avere un giusto processo a mia sorella, sapendo che l'omicidio non
cade in
prescrizione", informò i signori davanti a lui, Shintaro.
"Faremo il possibile per risolvere la questione
che va
avanti da tantissimi anni", disse Tashio, cercando un modo per poter
incastrare i due.
"Forse una possibilità c'è: smontare pezzo per
pezzo il
loro impero di droga, prostituzione, omicidi, armi ecc. ma avremo
bisogno di
aiuto e se troviamo il corrotto non riusciremo a fare nulla", propose
Sesshomaru.
"Beh, potremmo chiedere alle organizzazioni
internazionali o straniere per farci aiutare, qualche aggancio dovrei
averlo
nelle principali agenzie governative mondiali", disse Shintaro,
attirando
l'attenzione di tutti i presenti nella stanza.
"Allora vediamo di attuare un piano di azione e
vedere
chi può aiutarci", disse Tashio, stringendo la moglie.
Tutti annuirono.
Rin si sentiva meglio dopo aver parlato con Koga,
ed era
contenta per lui.
"Adesso vogliamo sapere perché hai la macchina di
Sesshomaru", dissero in coro Sango e Kagome.
"Beh, me l'ha lasciata per andare a trovare mio
padre
che è ricoverato in una clinica poco fuori città", disse la ragazza,
affrontando un argomento per lei difficile.
"Tuo padre?", chiese Kagome, non ricordando di
aver mai sentito nominare la figura paterna dalla ragazza.
"Si, mio padre soffre di Alzheimer e quando mi
sono
trasferita a Tokyo, è stato per portare lui in questa clinica
specializzata, ma
la retta era molto alta, perciò ho lasciato gli studi e cominciato a
lavorare
da Miroku", spiegò Rin, lasciando le due sconcertate. Dato che non
riuscivano ad immaginare quello che poteva aver passato la ragazza.
"Perché non hai detto nulla? Ti avremmo aiutata in
qualunque modo", disse Sango, abbracciandola.
"Lo so, ma volevo farcela con le mie forze, non è
facile
andare a trovare il proprio padre e lui
non ci ricorda di te. Poi una persona mi ha fatto capire che ho delle
amiche
fantastiche e che mi potevo confidare con loro, perciò eccomi qui",
rispose Rin, ricambiando l'abbraccio di Sango e aggiungendo anche
Kagome.
"Smettiamo di parlare di cose tristi, come vanno i
preparativi per il matrimonio? Mi sa che devi aggiungere un posto in
più, Koga
ha la ragazza", disse Rin, asciugandosi gli occhi lucidi.
"Racconta, racconta", dissero le due.
Rin raccontò loro quello che Koga gli aveva detto
e poi
stanche si misero a guardare un film alla tv, addormentandosi per la
stanchezza
e le emozioni provate.
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