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Autore: Franky91    28/03/2015    2 recensioni
un'attrazione tra due persone che quando sono insieme una mette in soggezione l'altra... perchè un semplice regalo cambia le cose?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Scusate per l'enorme ritardo, ma ho avuto problemi in famiglia e non ho potuto aggiornare, spero di farlo più regloarmente, anche se mi sto dedicando ad un manoscritto. speriamo che vi piaccia, anche se come sono solita fare lascio sempre a metà la questione.

baci.

 

"Pronto?", rispose una voce al telefono.

"Pronto, sono Kagome, avrei bisogno di un favore, se ti passo una persona riesci a calmarla?", chiese la ragazza, cercando di non spazientire le sue amiche. Attese la risposta e ad una risposta positiva passò il telefono a Rin, la quale era confusa da questa situazione.

"Pronto", disse con voce flebile la ragazza.

A sentire la voce che parlava all'altro capo del telefono i singhiozzi aumentarono, non si aspettava di sentirlo, pensava che fosse un sogno sentire il suo amico che doveva essere impegnato con la campagna elettorale americana, grande traguardo per lui.

"Rin, ma perché piangi? Lo sai che ho novità sulla mia vita amorosa?", disse Koga, tutto contento.

"Davvero?", domandò la ragazza, smettendo momentaneamente di piangere, ma era curiosa di conoscere questa grandiosa notizia.

" Ecco io ", cominciò il ragazzo con un po' di imbarazzo, "ho conosciuto una ragazza favolosa, é un giornalista per una rivista rosa e, é davvero fantastica", concluse totalmente emozionato, l'amico.

"Ma come si chiama? Mi hai detto che fa la giornalista come te, ma il nome non lo pronunci", disse la mora, calmando il respiro e facendosi travolgere dalle vicende amorose dell'amico.

Mentre Rin parlava al telefono con Koga, Kagome e Sango videro nell'amica un cambiamento significativo nell'espressione del suo viso e pensavano a cosa il ragazzo stesse raccontando alla mora.

"Beh, si chiama Ayame, e penso proprio che ti piacerà appena la conoscerai, rientriamo insieme e penso che la inviterò al matrimonio di Kagome se la cosa dura", esclamò il giornalista.

" Davvero? Allora é seria la cosa, sono proprio contenta per te.", disse Rin, felice perché l'amico sembrava avesse trovato la persona giusta, dopo le molte delusioni, ne aveva proprio bisogno dato che stava cominciando a perdere seriamente le speranze.

I due ragazzi parlarono per ancora qualche minuto e poi chiusero la chiamata promettendosi di telefonarsi il giorno successivo.

Appena Rin poggiò il cellulare sul tavolino, le due ragazze che erano con lei la guardarono in modo strano.

" Adesso é giunto il momento della parte più interessante", esclamò la futura sposa. "Cosa é successo con mio cognato? Ho visto la sua macchina qui sotto".

"Cosa? Ma non era di un amico? Rin, voglio una spiegazione", aggiunse la castana, cercando di trattenere la curiosità che le attanagliava la mente.

"Beh, che dire, mi ha ringraziata per il regalo per il suo compleanno e mi ha invitato a cena, poi é partito", disse in modo conciso la ragazza.

"E? Non puoi lasciarci così, devo sapere chi ha fatto quei graffi sul collo di Sesshomaru, quindi ora parli", disse senza possibilità di replica Kagome, la quale voleva capire.

"Credo di essere stata io", ammise la mora, arrossendo di brutto.

"Aspetta un momento sei stata tu? Non ci credo erano profondi, li ho visti ieri sera", disse Kagome, scioccata.

"Io non ci sto capendo nulla? Quali graffi?", chiese Sango, confusa dal discorso.

"Beh... Ieri sera, quando mi ha accompagnato a casa é successa una cosa, e credo di aver lasciato i segni delle mie unghie sul collo di Sesshomaru", spiegò imbarazzata la mora.

Entrambe le amiche non sapevano che pensare, l'unico momento in cui avrebbe potuto lasciare i segni sarebbe stato un...

"Vi siete baciati?", urlarono insieme Kagome e Sango, totalmente sconvolte dalla rivelazione a cui erano giunte.

"Ehm.. Si", confermò la mora, rossa come un peperone.

Le due ragazze non sapevano che dire, non si aspettavano un comportamento del genere, né dal demone, né e soprattutto dalla ragazza che era seduta di fronte a loro.

Sesshomaru era già in volo con Shintaro, destinazione Londra; doveva realmente scoprire ciò che era successo, ma appena atterrato avrebbe telefonato al fratello per capire che prove c'erano contro Ryukotzusei e Sezuna, in modo da poter integrare ciò che avevano per montare il caso del secolo che avrebbe visto suo fratello e sua cognata sotto le luci della ribalta e speravano davvero che bastassero.

"Signor Sesshomaru, mi scusi, ma suo fratello é al corrente delle sue indagini?", chiese l'investigatore con discrezione.

"Ancora no, penso che dopo l'atterraggio gli telefonerò per informarlo e vedere che possiamo fare", disse il demone, pensando già a cosa avrebbe detto al fratello.

"D'accordo e vuole una copia di tutti i documenti delle mie indagini così da poter sistemare meglio il caso?", domandò Shintaro, cominciando a fare una lista mentale di tutti i file raccolti nel corso degli anni.

"Certamente, la ringrazio", rispose Sesshomaru.

Arrivarono a Londra che pioveva, tempo normale per la capitale inglese; corsero a cercare un taxi e si fecero portare alla sede delle industrie Tashio. Entrati nell'ingresso, la receptionist si stupì dell'aspetto dell'erede dell'azienda, non lo aveva mai visto e ritrovarselo davanti le fece venire gli occhi a cuoricino, ma il demone non se ne curò, i suoi occhi erano solo per una persona e questa si trovava a mille miglia da lì in un ristorante di lusso gestito da un maniaco pervertito.

"Salve", disse il cuoco in modo cortese, cosa non da lui, alla signorina all'ingresso.

"Salve signore, in cosa posso esserle utile?, gli rispose con voce maliziosa lei.

"Vorrei vedere il signor Black, cortesemente, ed é una cosa molto urgente", rispose Sesshomaru, non facendosi addolcire dal viso carino della ragazza.

"Un attimo solo che lo informo subito", rispose lei, prendendo immediatamente il telefono e parlando velocemente con la segretaria del capo.

Sesshomaru aspettava, cercando di non mostrarsi impaziente per quell'attesa inaspettata.

La ragazza richiamò l'attenzione dei due e disse loro che il signor Black li aspettava all'ultimo piano.

Salirono in ascensore e pigiarono l'ultimo tasto presente sulla pulsantiera, attesero un paio di minuti e si trovarono in un ampio corridoio, da cui spuntò una donna sulla quarantina che li attendeva.

"Prego, seguitemi, il signor Black vi aspetta nel suo ufficio", disse lei, cominciando a camminare per quel labirinto di corridoi.

Il signor Blak, appena apprese la visita del figlio dei signori Tashio, afferrò il telefono per informare il grande capo di questa svolta imprevista.

“Carl, stai tranquillo, prima vedi cosa vuole, in caso fai uno squillo e io e mia moglie ci paleseremo alla sua vista, in modo da capire cosa ha scoperto”, disse, leggermente emozionato ma anche turbato Inuken.

“D’accordo capo, le farò sapere gli sviluppi, però penso che dovrebbe mostrarsi lo stesso a suo figlio, in fondo è venuto qui per vedere lei”, insistette, ma sempre con cortesia e educazione il direttore.

Quando il signor Black riappese, la segretaria bussò alla porta informandolo che il signor Tashio era fuori, in attesa di vederlo.

“Prego, accomodatevi pure. Io sono Carl Black, l’amministratore delegato della società. In cosa posso esservi utile, signor Sesshomaru?”, li salutò, presentandosi e facendoli accomodare sul divano che era presente nell’ufficio.

“Salve, il signore al mio fianco è Shintaro Tengiu, mi ha accompagnato qui, perché è il mio investigatore privato”, disse il demone, cercando di far capire all’uomo che aveva di fronte che non voleva risposte vaghe o evasive.

“È un piacere per me conoscerla, signor Tengiu, la prego si accomodi”, disse cortesemente e in modo pacato il direttore dell’azienda.

“Signor Black, siamo venuti qui per motivi molto seri e importanti; perciò, non ho voglia di girarci intorno e perdere altro tempo”, cominciò il suo discorso il demone, mostrando tutto il suo sangue freddo.

“Ho fatto delle ricerche insieme al signor Tengiu, e vorrei sapere se le mie ipotesi sono fondate e vere; quindi comincerò con la prima domanda”, riprese il demone, mostrandosi cortese per non innervosire il braccio destro del padre.

“Lei sa dove sono i miei genitori?”, domandò, andando dritto al punto.

Il signor Black si aspettava una domanda del genere e volendo che i signori si ricongiungessero con i figli, fece un cenno di assenso verso i due che lo stavano osservando.

“Se vuole, signor Tashio, posso chiamare e farle sentire le loro voci”, si offrì, cercando di non combinare disastri, nei confronti del grande capo, ma voleva davvero che questa storia del nascondersi finisse.

“Se può farlo, molto volentieri, signor Black, prego”, disse il demone, lanciando uno sguardo interrogativo in direzione di Shintaro, il quale annuì.

“Pronto Signore”, disse Carl Black, rispondendo al telefono.

“Suo figlio vorrebbe parlare con lei, posso passarglielo?”, domandò, attendendo una risposta che tardava ad arrivare; però in quel preciso istante, si sentì un lieve bussare alla porta.

Non era la segretaria che li aveva accolti, ma una donna che per molto tempo era rimasta impressa nei pensieri del demone, circondata da un immenso senso di colpa nei suoi confronti.

“Sesshomaru”, singhiozzò la donna, andando incontro a quel figliastro che il demone pensava di essere, ma che il realtà la moglie di suo padre considerava suo figlio a tutti gli effetti.

Il cuoco rimase di sasso nel vederla di fronte a lui, in lacrime, mentre cercava di trattenersi da essere umiliata ancora da distacco e dalla freddezza di quel figlio, che sostiene di non volerle bene.

Dietro la porta si stava nascondendo un demone, il quale stava osservando la scena, con uno sguardo che ancora non sapeva decifrare, conosceva la reazione del figlio maggiore verso la donna che ha sposato dopo la morte di Sara, ma che Sesshomaru non aveva mai accettato.

Osservando lo sguardo del figlio, si rese conto che i suoi occhi erano cambiati, avvertiva un senso di affetto dentro di essi, e rimase stupito quando lo vide sollevarsi dal divano e avvicinarsi a Izayoi, la quale in lacrime non aspettava altro che quel semplice gesto. La donna gli corse incontro e lo abbracciò, cercando di dominarsi dallo scoppiare in singhiozzi. Nel mentre, il signor Tashio, entrò nella stanza, sotto lo stupore di tutti, lasciando il cuoco sbalordito per il cambiamento significativo che aveva avuto, sembrava invecchiato di un centinaio di anni, anche se ne erano passati solo trenta.

"Papà", sospirò il demone, vedendo che la figura paterna che aveva visto scomparire si trovava proprio davanti a lui.

"Sesshomaru", disse soltanto il demone, non mostrando la commozione che aveva provato per il gesto di Sesshomaru, nei confronti della seconda moglie.

Quando la riconciliazione riprese tono più formali, tutti si sedettero sui divani disposti in un angolo dell'ufficio e parlarono per un po' di cosa avessero fatto i due, nascosti nel loro piccolo appartamento nell'attico della società.

"Figliolo, prima di passare all'azione, ho bisogno di sapere cosa hai scoperto, in modo da integrare le informazioni raccolte e pianificare un attacco efficace e distruttivo", disse il signor Tashio, tenendo per mano la moglie, la quale aveva ancora le lacrime agli occhi per come l'aveva accolta il figlio che considerava suo ma che per lei aveva sempre e solo diffidenza.

"Papà, ho scoperto varie cose, ma per poter agire, bisognerebbe che Inuyasha prendesse parte all'incontro, con i processi che ha vinto, è riuscito a trovare qualche falla nella gerarchia di Ryukotsusei e ha sfoltito la sua organizzazione e perciò adesso ce l'ha con lui e Kagome per le loro indagini e processi ad alto tasso mediatico. Anche se le persone che hanno mandato in galera erano pesci piccoli", spiegò il cuoco, dando un indizio sulla vita che i due promessi sposi conducevano.

"Quindi il mio piccolino è in pericolo?", disse in lacrime Izayoi.

"Il piccolino sa proteggersi molto bene, e poi non penso che Kagome permetta che la lasci prima del matrimonio", disse il cuoco, con un leggero sorriso sulle labbra.

"Quando sarebbe questo matrimonio? Ne abbiamo sentito parlare ma la data non è riportata. Avevamo pensato di fare una sorpresa a tuo fratello, ma non sapendo nulla, non volevamo disturbare e arrivare o prima o dopo", disse la signora Tashio.

"Beh, potreste essere il mio regalo di nozze, comunque tra sei mesi ci sono le nozze e ho pensato di fare le indagini su questa questione adesso, per evitare di sclerare dato che Inuyasha mi ha rotto con tutte le cose per il matrimonio e i doveri di un testimone".

I signori Tashio guardavano il figlio con gli occhi fuori dalle orbite, non si aspettavano che sarebbe stato il testimone dello sposo.

"Ok, però adesso passiamo alle cose urgenti. Tuo fratello chi ha mandato in galera?", chiese il demone maggiore.

"Tutti pesci piccoli, signore, assassini per conto del mafioso, stupratori, spacciatori; ma ancora siamo in alto mare per arrivare alla punta della gerarchia, forse però ho scoperto qualcosa che ci possa essere di aiuto", rispose l'investigatore Tengiu.

"Mia sorella è stata stuprata e uccisa da Takemaru Sezuna in persona, quindi qualcosa dovrebbe venire fuori, anche se non lo hanno mai preso, le prove le ho con me, e spero che mia sorella dall'aldilà mi aiuti in questa impresa", rivelò Tengiu, lasciando di stucco che il cuoco, il quale non ne sapeva nulla.

"Mi dispiace veramente per tua sorella, quando è successo?", chiese la signora, stringendo una mano a Shintaro, in segno di conforto.

"Due anni fa, ma la polizia non ha mai trovato nulla contro Sezuna, perciò indagando io stesso, ho scoperto che il caso era stato insabbiato dai piani alti, vuol dire che ci sono mele marce nel sistema. Spero di riuscire a scoprire chi è stato, per consegnarlo a suo fratello, signore, e far avere un giusto processo a mia sorella, sapendo che l'omicidio non cade in prescrizione", informò i signori davanti a lui, Shintaro.

"Faremo il possibile per risolvere la questione che va avanti da tantissimi anni", disse Tashio, cercando un modo per poter incastrare i due.

"Forse una possibilità c'è: smontare pezzo per pezzo il loro impero di droga, prostituzione, omicidi, armi ecc. ma avremo bisogno di aiuto e se troviamo il corrotto non riusciremo a fare nulla", propose Sesshomaru.

"Beh, potremmo chiedere alle organizzazioni internazionali o straniere per farci aiutare, qualche aggancio dovrei averlo nelle principali agenzie governative mondiali", disse Shintaro, attirando l'attenzione di tutti i presenti nella stanza.

"Allora vediamo di attuare un piano di azione e vedere chi può aiutarci", disse Tashio, stringendo la moglie.

Tutti annuirono.

Rin si sentiva meglio dopo aver parlato con Koga, ed era contenta per lui.

"Adesso vogliamo sapere perché hai la macchina di Sesshomaru", dissero in coro Sango e Kagome.

"Beh, me l'ha lasciata per andare a trovare mio padre che è ricoverato in una clinica poco fuori città", disse la ragazza, affrontando un argomento per lei difficile.

"Tuo padre?", chiese Kagome, non ricordando di aver mai sentito nominare la figura paterna dalla ragazza.

"Si, mio padre soffre di Alzheimer e quando mi sono trasferita a Tokyo, è stato per portare lui in questa clinica specializzata, ma la retta era molto alta, perciò ho lasciato gli studi e cominciato a lavorare da Miroku", spiegò Rin, lasciando le due sconcertate. Dato che non riuscivano ad immaginare quello che poteva aver passato la ragazza.

"Perché non hai detto nulla? Ti avremmo aiutata in qualunque modo", disse Sango, abbracciandola.

"Lo so, ma volevo farcela con le mie forze, non è facile andare a trovare il proprio padre e lui non ci ricorda di te. Poi una persona mi ha fatto capire che ho delle amiche fantastiche e che mi potevo confidare con loro, perciò eccomi qui", rispose Rin, ricambiando l'abbraccio di Sango e aggiungendo anche Kagome.

"Smettiamo di parlare di cose tristi, come vanno i preparativi per il matrimonio? Mi sa che devi aggiungere un posto in più, Koga ha la ragazza", disse Rin, asciugandosi gli occhi lucidi.

"Racconta, racconta", dissero le due.

Rin raccontò loro quello che Koga gli aveva detto e poi stanche si misero a guardare un film alla tv, addormentandosi per la stanchezza e le emozioni provate.

  
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