Sembrava
semplicemente essere tornato in superficie dopo una lunga,
interminabile apnea.
Allora
era così che ci si sentiva quando si veniva salvati.
Negli
ultimi mesi trascorsi, molto spesso per lui il sogno si era confuso,
intersecato ed insediato profondamente nella realtà, nella
sua forma
più semplice e banale, ma che aveva imparato ormai a non
dare più
per scontata: l'arrivo di un messaggio sul Peraphone, il suono del
campanello alla porta, una semplice ragazza dai boccolosi capelli
biondi per strada; tutto
era Sam, tutto lo riconduceva a lei, tutto lo illudeva che lei era
lì, che non se n'era mai andata.
Ma
la realtà era ben
diversa.
Sam
aveva mollato
tutto ed era scappata, lei, quella forte, quella aggressiva,
prepotente, codarda tra le codarde.
Freddie
era immobile,
la mano ancora poggiata sulla maniglia della porta spalancata.
Nemmeno
il suo largo
petto si muoveva di quei piccoli innalzamenti dovuti alla
respirazione, era semplicemente inerme.
Eppure
dentro di lui
era tutto così diverso da cosa si percepiva da fuori.
Dentro,
i pensieri non
cessavano di esplodere, di accavallarsi uno sull'altro, tanto che non
seppe dire con certezza se quella situazione così assurda
fosse
reale.
Esattamente
come quando
ti capita di sognare una cosa con insistenza, come quando vuoi
così
profondamente che accada da non riuscire più a scindere
ciò che è
reale da ciò è desiderio.
Eppure
lui questa scena
l'aveva già vissuta; era tutto un semplice
déjà-vu triste ed
appannato, un'immagine molto diversa da quella che aveva tormentato
Freddie per gli ultimi mesi.
«Freddie.»
Era
stato un bisbiglio,
un soffio sfuggito alle labbra, ma lui l'aveva sentito, l'aveva
sentito come se l'avesse urlato.
Non
sei cambiata per niente.
Temevo
di aver scordato ormai le sfumature della tua voce, nonostante un po'
ci sperassi, perso negli inutili intenti di cancellare via ogni
ricordo che mi facesse male.
Poi
piombi qui e ti ritrovo davanti ai miei occhi come non avrei voluto,
non
riesco a spiegarmi perché io sia così sollevato
di averti davanti
agli occhi, in fondo cosa cambia?
Però
lo sapevo in fondo, sai? La ricordo perfettamente, la tua voce.
Ogni
screziatura che assume, ogni sentimento che ne traspare;
non
lo ammetterai mai, ma sei un libro aperto per me, e lo sai bene.
Ora
che guardo meglio solo i capelli sono un po' più lunghi di
quanto
ricordassi, i boccoli biondi ormai si poggiano con delicatezza sul
tuo corpo, adagiandosi seguendo un ritmo perfetto,
come
se fossero stati disegnati per contornare ogni tuo lembo di pelle.
Ehi,
ma perché mi guardi così?
Sono
io, Freddie.
Non
mi riconosci più?
Dovrei
essere io a guardati con quegl'occhi attoniti.
E
ora? Ora cosa dovrei fare?
«Bentornata.»
Mi
dispiace, non so fare di meglio.
La
mano di Sam perse
d'un tratto la forza che la faceva stringere attorno al braccio di
Spencer; un tonfo sordo e precipitò giù
nell'oblio.
Capiva
perfettamente
che dovesse tenersi a distanza da lui per ciò che aveva
fatto,
perchè non si meritava nemmeno quel semplice bentornata;
semplicemente però sentì chiaramente salire
dentro sé la voglia di
avvicinarglisi, sorridergli, magari abbracciarlo e prenderlo un po'
in giro, non avrebbe chiesto altro.
Voleva
solo sentire che
lui era lì, e non solo fisicamente. Era lì per
lei, nonostante
tutto.
In
fondo se l'erano promesso.
Si
ritrovò a muovere
qualche piccolo passo incerto verso di lui, senza sapere bene
cos'avrebbe fatto una volta piazzatosigli davanti, in fondo non
sapeva nemmeno se lui le avrebbe dato occasione di farlo senza
scappare via, senza scivolarle di nuovo.
Sam,
sei sempre la solita.
Vorrei
dirti che sono felice che tu sia qui tanto quanto ti meriteresti di
sentirti dire che non avrei più voluto vederti, eppure,
qualunque
cosa ti dicessi, non corrisponderebbe alla verità, o almeno
non alla
verità assoluta.
Sono
paralizzato dai tuoi passi.
Assurdo
pensare che dopo questi mesi in cui siamo stati lontani chilometri ti
bastino pochi secondi per avvicinarti così pericolosamente a
me.
Ma
tu sei forte, tu hai le idee chiare, tu ti prendi sempre ciò
che
vuoi.
Evidentemente
non mi volevi abbastanza quando te ne sei andata.
Un
altro passo. Freddie
non dava segni di reazione.
«È
tornata oggi. Mi ha fatto una sorpresa. Una bellissima sorpresa.»
Spencer
si sentì quasi
in dovere di dire qualcosa; la tensione era così forte da
essere
palpabile e lui le pressioni così proprio non le digeriva.
Era
dai tempi della
scuola che non si sentiva in così grande disagio, come se
ogni cosa
che potesse dire sarebbe stata comunque ed inesorabilmente sbagliata
nel momento stesso in cui le parole fossero uscite dalla sua bocca.
Non
stava succedendo
nulla, la realtà era immobile intorno a lui, gli stessi Sam
e
Freddie non battevano ciglio, eppure lui provava come un senso di
esclusione da quell'atmosfera, che aveva un che di perfetto ed eterno
e che, come sempre, coinvolgeva unici i due ragazzi: come quando si
lanciavano l'uno addosso all'altro dieci anni prima per picchiarsi e
come quando, solo poco tempo prima, erano l'uno incollato sull'altro,
con le mani che non davano segno di volersi allontanare da un corpo
cui sentivano profondamente d'appartenere. Era il loro mondo, vi
erano entrati e nuovamente persi; Spencer li conosceva bene e sorrise
rincuorato dal pensiero che almeno qualcosa, dopo tutto il tempo
passato e dopo tutto ciò che era successo, non fosse
cambiato.
Nonostante
ciò,
Spencer notò la nota d'amarezza che Freddie aveva negli
occhi, nella
voce,
nei
movimenti. Era ben
visibile, e gli fece male.
Chissà
quale
stupidaggine ti sei messo in testa, eh?
Sai
che è pura
fantasia, eppure stai permettendo che ti ferisca.
Guardala,
guarda i
suoi occhi: hanno mai contemplato in questo modo qualcuno diverso da
te?
Freddie
si schiarì la
voce con un deciso colpo di tosse; la situazione stava diventando
alquanto pesante e preferiva troncarla prima che ne perdesse il
controllo.
«Beh,
bene no? Spero sia andato tutto bene a Los Angeles e sono contento
per te che tu sia tornata, che sia solo di passaggio o che tu abbia
deciso di restare.
Ora
vado, avrai molto da fare. Spencer, ci vediamo!»
Non
aveva mai parlato
così velocemente, avrebbe giurato di aver detto tutto nel
giro di cinque secondi, e in men che non si dica si era girato
dirigendosi a
grandi passi oltre la porta.
«No
Freddie aspetta!»
Freddie
non potè che
emettere un sospiro profondo e pesante, come se si sentisse
profondamente stanco. Fu freddo nel risponderle, ma stava lentamente
perdendo la capacità di controllare le sue reazioni.
«Che
c'é?»
Sam
inspirò per trarre
fuori tutto il coraggio che aveva in corpo.
«Non
te andare»
La
sua fu una richiesta
più unica che rara; un bisogno intimo, uno di quelli che non
si era
lasciata scappare nemmeno quando sarebbe stato lecito farlo, quando
erano fidanzati. Non
gli
aveva mai dato modo
di sentirsi così importante, così
fondamentalmente incisivo nella
sua vita, non gli aveva mai chiesto di rimanere, forse
perchè
semplicemente lui lo faceva senza che ci fosse bisogno di tante
parole. Ma ora scappava, e Sam in fondo sapeva che il suo era un
atteggiamento più che giustificato, ma allo stesso tempo non
poteva
permettergli di andare via, non senza prima aver provato a
trattenerlo.
«Per
favore, Freddie, rimani»
Calcò
con grande
enfasi le prime due parole, una gentilezza che non era da lei e che
voleva gli facesse rendere conto di quanto realmente teneva alla sua
presenza in quel momento; scandì lettera per lettera e
pronunciò il
tutto con estrema lentezza.
Freddie
sospirò rauco
di nuovo; sembrava realmente esausto, provato da un troppo che
minacciava di schiacciarlo. Finalmente puntò gli occhi nei
suoi.
«Non
stavolta. Mi dispiace»
Per
la prima volta da
molto tempo, Sam rimase interdetta, totalmente senza parole di fronte
a qualcosa che sembrava lei non fosse in grado di governare.
Lui
aveva scelto, e se
n'era andato.
Mi
sembra d'aver
pubblicato giusto ieri l'ultimo capitolo, eppure i mesi sono passati,
anche tanti.
Lo
giuro, mi sono
scivolati via senza che io me ne rendessi conto tra impegni, tra che
non tocco il computer, tra gli innumerevoli momenti in cui non ti
viene in mente uno straccio di idea. Ed in effetti, mi sono usciti
sei capitoli di patimenti! Ahahahah
Quando
pubblico voglio
essere convinta di quel che faccio, e mi dispiace veramente tanto che
nel frattempo passi tutto questo tempo... Ci tengo a questa storia, e
sapere che anche solo una persona la segue ancora e ne è
interessata
mi dà grande voglia di fare, e faccio del mio meglio per non
deludere le aspettative (se ci sono), il tempo è poco e
l'impegno
che metto in quel che amo fare è tanto. Spero apprezziate
quest'ennesimo e super ritardatario capitolo. :))
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