La porta si chiude con un forte
cigolio.
Il custode gira la chiave. Adesso non posso più tirarmi
indietro, ormai sono
chiuso dentro gli archivi. Fanno turni un po’ troppo lunghi
per un semplice
archivio. Esco dallo scatolone polveroso dove mi ero nascosto, un
classico.
Manca solo che arrivi una guardia e parta l’allarme.
Peccato non ci sia alcuna luce di
emergenza, mi avrebbe fatto comodo per allontanare un minimo
l’oscurità.
Fottuti archivi sotterranei, perché non possono farli
nell’attico piuttosto,
con un bel lucernario sul soffitto per aiutare i criminali come me a
trovare
quello che cercano. Oh, che bello sarebbe poter leggere tutte quelle
informazioni riservate al chiaro di luna.
Fottuti edifici universitari.
Inizio a muovermi a tastoni lungo
un muro.
Proprio oggi che non ho addosso una torcia dovevano spostare quei
raccoglitori
di documenti e permettermi così di approfittare della
situazione. Finalmente
arrivo all’interruttore, se ho fortuna non hanno ancora
spento il contatore e…
niente. Merda. Mi toccherà adattarmi e usare il cellulare.
Non ho molta
batteria, dovrò sbrigarmi.
L’archivio non
è grande, sarà pressappoco delle
dimensioni di un’aula scolastica. Di quelle da una
cinquantina di posti
s’intende. Non resta che rassegnarmi a passare uno scaffale
alla volta finché
non trovo quel raccoglitore. Dovrebbe essere relativo al
’42… Prendo un
raccoglitore e starnutisco. Tutta questa polvere. Non puliscono da un
pezzo,
forse da quanto è stato inaugurato l’edificio.
Fottuti edifici universitari.
Apro il primo raccoglitore: decine
di
lettere con destinatario il Ministero. Se ho fortuna potrei trovare
subito
quello che cerco. Peccato che tre raccoglitori dopo ancora niente.
Sempre più
sconsolato, vedo che i fogli inutili si accumulano sempre
più a terra.
Sento il raschiare di una chiave.
Che sia
una guardia? Come hanno fatto a scoprirmi? Non dovrebbero esserci
telecamere in
questo archivio! Mi sposto velocemente dietro lo scaffale vicino la
porta.
Magari potrei tramortirlo con uno dei faldoni… e sperare
abbia con sé una torcia
elettrica, una lanterna, un fanale o una qualsivoglia fonte di luce.
La porta si apre.
Dall’aspetto sembra un
avvocato, davvero un bel completo. Peccato per la cravatta, rossa con
un
emblema che conosco fin troppo bene. Il libro e la spada. Deve essere
un Mago.
“Chi è che si
nasconde qui?”
Inizio a sudare. Un mago qui
significa che
sono nel posto giusto ma al momento sbagliato, devo pensare ad un piano
per
metterlo fuori gioco prima che mi uccida. O peggio mi catturi.
“Se esci subito allo
scoperto potrei anche
pensare di interrogarti prima di decapitarti sul posto. Sai, non sono
tenuto a
imprigionarti. A chiunque venga trovato qui a rubare non gli
è più permesso
respirare.”
Tipo teatrale, almeno non
morirò nel
silenzio.
Ha un tablet in mano.
Avrà
quell’applicazione che permette di lanciare incantesimi via
internet. Sia
dannato il giorno in cui sono riusciti a mettere i Grimori in cloud.
“Avanti, lo so che sei
qui. Il mio
incantesimo Sentinella ha giusto finito la sua ronda e ha avvertito una
presenza umana in questa stanza.”
Uh, si sta avvicinando. Proviamo
questo
piano facile facile, vediamo se un bello scaffale in testa
riuscirà a fermarlo.
Non pare un tipo molto atletico, con quella pancetta messa in evidenza
dalla
camicia. Forse riesco a correre via prima che possa lanciare un
incantesimo.
Inizio a spingere lo scaffale. Non
si
muove, deve essere avvitato al pavimento. Merda.
L’avvocato inizia una
cantilena. Saranno
anche incantesimi online, ma devono essere comunque pronunciati e
assorbire il
potere mentale del mago. Abbisognano di parecchia
concentrazione… Punto la
sveglia del mio orologio da polso ed esco dal mio nascondiglio con le
mani in
vista.
“Sono solo uno studente,
matricola 1507122,
e stavo facendo delle ricerche per la mia tesi
sull’architettura moderna”.
Questa è una bugia solo in parte, visto che di fatto sto
cercando piante di
quel periodo. Anche se l’obbiettivo è un pochino
diverso da quello di redigere
una tesi.
L’avvocato inarca un
sopracciglio “Di
notte, in un archivio strettamente riservato al personale
universitario, al
buio?”
“Mi sono addormentato
mentre leggevo?”
Un sorriso spunta sulla faccia del
mio
interlocutore.
“Bene, fine
interrogatorio come promesso.
Mi dispiace ragazzo, ma le regole sono regole.”
Un cerchio magico appare ai piedi
dell’avvocato. Una tenue barriera si innalza, e sento i polsi
muoversi da
soli. Vengo
sbattuto sulla parete
opposta. Ed inizio ad annaspare, con mani invisibili che mi stritolano
il collo.
Butto l’occhio sull’orologio. E inizio io a
sorridere. Che la messinscena
inizi!
“Veramente sono
anch’io in possesso di un
Grimorio.”
Lo
sguardo dell’avvocato si fa serio.
“Non che ti serva a
molto nelle tue
condizioni attuali, avresti dovuto agire prima.”
“Ma io ho già
fatto la mia mossa. E tu hai
perso ancora prima di lanciare la Sentinella.”
“Non dirmi che avevi
già anticipato che
sarei arrivato qui e mi hai teso un incanto trappola?”
Sbianca davvero bene il
mio avversario. Ormai mancano pochi secondi alla sua fine.
BIP.
“Senti questo
suono?”
BIP. BIP.
“A te la scelta. O darmi
il colpo di
grazia e morire con me, o scappare e mettere in salvo la
pellaccia”. Davvero,
se non ci casca sono più che morto dopo averlo preso
così tanto in giro.
BIP.BIP.BIP.BIP.
“Oh, temo di aver
impostato la miccia
troppo corta…”
Ormai la pressione ha fatto il suo
corso.
L’incantesimo con cui mi ha inchiodato al muro si indebolisce
e mi lancio verso
di lui con la sveglia dell’orologio che continua a suonare.
“Ma tu stavi
fingendo!” Lo sguardo inferocito dell’uomo non mi
ferma, prendo il tablet dalla
sue mani e lo butto a terra, mentre con uno sgambetto ci finisce pure
l’avvocato. Il quale prova a rialzarsi subito, ma lo spigolo
di un faldone
pieno di documenti accarezza una sua tempia.
“Sogni
d’oro”
gli sussurro.
Questo è solo il
primo passo per fermare Grimoires.
Fottuti maghi.
Grimoires è
un’organizzazione di maghi su cui sto indagando da anni. Dopo
diverse ricerche
sono riuscito a scoprire una delle tante sedi sparse per il mondo. Il
problema
è che non ne conosco la posizione esatta, per questo sono in
questo archivio.
Di questa sede conosco quando è stata aperta, da questo
spero di risalire all’edificio
e l’accoglienza riservatami non fa che confermare i miei
sospetti.
Raccolgo il
tablet. Il nome dell’app aperta è
“Grimorio on-line – alpha build 523”.
L’ultimo
incantesimo lanciato è stato un Incanto Strangolatore. Mi
tasto il collo
ringraziando che il mio avversario si sia fatto mettere nel sacco
così facilmente.
Vado alla
schermata principale dell’app. “Scadenza sessione
corrente – 5 minuti”.
Può tornarmi
utile per trovare il raccoglitore con i documenti che mi interessano.
Giocando un po’
con l’app trovo un incantesimo di Ricerca. Un invitante tasto
play a forma di
pentacolo per lanciare l’incantesimo e il gioco è
fatto. L’impegno richiesto
dal mago utilizzatore è davvero poco, soltanto quello di
concentrarsi e recitare
le parole di attivazione. Facendo ricorso alla mia poca esperienza da
apprendista mago, raccolgo i miei pensieri e li focalizzo su una pianta
di un
edificio del ’42 con con stanze triangolari
all’interno. Capirli i gusti dei
maghi.
Lancio
l’incantesimo e subito stramazzo a terra. Per quanto sia
piccolo l’archivio i
documenti sono tanti e una ricerca così specifica in un
così vasto spettro è
faticosa. Fin troppo per me. Aiutandomi con il bordo della scrivania mi
rialzo
e tossisco per una decina di secondi. Appoggio sul tavolo il tablet
ormai
inutile per la sessione scaduta, non ha senso mettermi a provare ad
indovinare
la password per la nuova sessione, da quanto sono prudenti avranno
sicuramente
messo un controllo sui login errati. Sarebbe complicato spiegare la mia
presenza e l’avvocato disteso a terra privo di sensi.
Mi volto verso
gli scaffali e cerco qualche cambiamento causato
dall’incantesimo. Un
raccoglitore è ricoperto da una membrana azzurrina, che sia
lì dentro la
pianta? Lo apro e... bingo. Mi intasco la pianta ed esco
dall’archivio, non senza
aver tirato un calcio all’avvocato a terra.
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