Capitolo 6 Amori in tribunale
Capitolo
5
"Primi passi"
Il
trillare
della sveglia la fece desistere dall’intenzione di continuare
a dormire. Si
stropicciò gli occhi e si costrinse a sollevare le palpebre,
nonostante il
terrore dettato dalla luce accecante del sole. Si era completamente
dimenticata
di chiudere le persiane della grande finestra della camera da letto e
per un
buon motivo.
Sì,
perché
nonostante avesse ponderato a lungo quella decisione e avesse speso
gran parte
del tempo a elaborare un discorso quantomeno accettabile, il ricordo
della
reazione avuta la sera prima da Kohaku continuava a martellarle il
cervello in
maniera inarrestabile. Per carità, era convintissima di aver
fatto la cosa
giusta. Si era resa conto che i sentimenti per lui non erano
più come quelli di
una volta e che il fatto che stessero ancora insieme era frutto
dell’abitudine,
della routine che ormai si era insediata nella sua vita. Ma quando
ripensava al
volto del suo ex fidanzato dopo la confessione, le si formava un groppo
alla
gola che sembrava non voler andare via.
Si fece forza e scacciò via le lenzuola di cotone bianco,
decisa a preparare
una colazione che potesse sollevarle il morale almeno un po’.
Si diresse
verso la cucina e cominciò a trafficare tra i vari scaffali,
recuperando gli
ingredienti utili alla preparazione dei pancakes. In venti minuti aveva
preparato una pastella densa e dall’ottimo aspetto e, dopo
varie cotture in una
padella in cui aveva fatto sciogliere del burro, si mise a trafficare
con lo
sciroppo d’acero. Afferrò la forchetta, pronta per
addentare il primo pezzo di
quella prelibatezza, quando il suono del campanello la
bloccò.
Diede
un’occhiata all’orologio da polso argentato. Le
otto e trenta
del mattino. Chi poteva essere a quell’ora? Non di certo
Jakotsu, che sapeva
benissimo quanto Rin diventasse irritabile se disturbata prima delle
dieci in
un giorno festivo. Si alzò dallo sgabello imbottito e si
avviò verso la porta.
Guardò nello spioncino e strabuzzò gli occhi.
Sesshomaru.
“Merda…”
sibilò piano, chiudendo lo spioncino con uno scatto.
Che cosa ci faceva quell’arrogante, borioso e incredibilmente
sexy homo sapiens
sapiens là fuori? Appoggiò la schiena alla porta
e si guardò intorno,
sconvolta. Il soggiorno era un macello: vestiti sulla poltrona, una
bottiglia di vino vuota e due
bicchieri, di cui uno solo sporco, sul tavolino di vetro (idea di
Kohaku, che
sperava in una seratina romantica con la sua ex-metà, la
quale lo aveva
ampiamente deluso con la sua rivelazione scioccante), un plaid giallo
canarino con fenicotteri rosa appallottolato
sul divano e un piatto con avanzi di English Breakfast sul pavimento.
Insomma,
di certo non era un luogo adatto ad accogliere degli ospiti.
“So che è in casa. Vedo l’ombra dei suoi
piedi.”
Rin notò un velo di divertimento nella voce di Sesshomaru e,
dopo un sospiro
lungo e sofferto, si premurò di aprire la porta.
L’homo sapiens sapiens
indossava un completo grigio antracite di ottima fattura, adornato da
gemelli
d’argento e da una cravatta blu scuro di seta. La sua
espressione era fredda e
impassibile, ma un leggero movimento all’angolo destro della
sua bocca fece
intuire quanto godesse della situazione.
“Buongiorno, signor Takahashi…”
salutò Rin, stando comunque di fronte alla
porta. Non voleva che l’uomo vedesse in quali condizioni
versava casa sua, ma
sapeva anche che, prima o poi e per pura cortesia, avrebbe dovuto farlo
entrare.
“Che cosa la porta qui a quest’ora del
mattino?” chiese l’avvocato, non
mancando di far trapelare una nota accusatoria nel tono di voce.
“Le ho portato dei documenti che penso possano interessarle.
Sono i dati delle
operazioni finanziare effettuate dalla mia azienda fino a due settimane
fa. Il
responsabile del settore contabilità me li ha fatti
recapitare ieri sera. Credo
voglia dare loro un’occhiata.”
Lo vide adocchiare il soggiorno oltre la sua testa e Rin
sospirò per un
momento, allontanandosi dalla porta e lasciando tacitamente che si
prendesse la
libertà di entrare dentro casa sua. Afferrò i
documenti che Sesshomaru le stava
porgendo e li tenne tra le mani.
“Ha fatto colazione? Posso offrirle qualcosa?”
domandò Rin, ricordandosi delle
buone maniere. Maniere che certo quell’arrogante di un
iceberg non meritava
solo per il fatto di essersi presentato a casa sua a
quell’ora indecente.
“Del caffè.” rispose lui, notando la
bottiglia di vino e i due calici
di vetro. Il grazie,
ovviamente, era un optional. “Serata romantica andata male?
Rin strabuzzò gli occhi per un momento, quindi si
voltò verso di lui. “Come,
scusi?”
Sesshomaru fece cenno con un piccolo movimento della testa alla
bottiglia e ai
bicchieri. “Solo uno dei bicchieri è stato usato.
Deduco che uno dei due non
abbia avuto l’occasione di bere…” O che lei abbia un fidanzato
immaginario. No,
questo non lo disse a voce alta.
La ragazza gli rifilò una lunga occhiata penetrante, quindi
si voltò e cominciò
ad armeggiare col caffè, che versò in una tazza
azzurra, la quale venne posata
sul tavolo della cucina con un tonfo sordo.
“Mai pensato di fare il detective?”
domandò stizzita.
“Ha trascorso la serata in solitudine. Nulla di cui
vergognarsi.” affermò
Sesshomaru, piegando un angolo della bocca nella parvenza di un ghigno
divertito. Da una parte non poteva che gioire, visto il suo recente e
quantomeno inaspettato interesse verso quella donna. Interesse che il
suo lato
più orgoglioso voleva soffocare, invano.
“Potrei dire lo stesso di lei. Se avesse trascorso la serata
in compagnia, probabilmente non avrebbe abbandonato il letto per venire
qui a casa mia." A
rompere le palle. Ma anche lei preferì evitare
di dire ciò ad alta voce.
"Touchè." Disse soltanto, seguendo Rin verso la cucina, dove
la osservò alle prese con la macchinetta del
caffè. Aveva mani piccole e delicate, dal colorito pallido,
capaci di compiere movimenti aggraziati. Per un attimo si
fermò ad immaginare le mani dell'avvocato sul suo petto, che
toccavano non troppo pudicamente il ventre, sempre più
giù.
Si riscosse in fretta quando Rin le mise davanti una tazza arancione
colma di caffè nero di fronte a sé, quindi prese
a bere a piccoli sorsi, osservando la giovane donna aprire il fascicolo
e leggere i documenti con attenzione.
"C'è un'incongruenza nella tabella degli estratti conto di
Settembre dell'anno scorso. Un trasferimento dell'ammontare di un
miliardo e duecentomilioni di yen a un conto criptato di Hong Kong. Si
mette male... " Disse a un certo punto Rin, scuotendo la testa e
posando il fascicolo sul bancone, mentre Sesshomaru era in trepidante
ascolto. "La presenza di questo conto offshore è un grosso
problema, dal momento che adesso dovremo occuparci di risalire
all'intestatario... e per fare ciò, dovremmo teoricamente
chiedere alla divisione dei Crimini Finanziari e a quella dei Crimini
Informatici di poter accedere ai loro database."
"Teoricamente?" domandò Sesshomaru, inarcando un
sopracciglio, chiaramente confuso dall'uso dell'avverbio.
"Esatto. Se chiedessimo loro aiuto, probabilmente ci vorrebbero mesi e
mesi spesi tra commissariati e questioni burocratiche. Accedere al
catalogo dei conti in possesso dall'Agenzia Nazionale di Polizia
equivale a perdere il processo per insufficienza di prove valide.
L'unica soluzione..." continuò Rin, versando una tazza di
caffè anche per sé. "... sarebbe quella di agire
in modo un po'... anticonvenzionale?"
"Vorrebbe dire illegale?" Sesshomaru era abbastanza stupito dalla
proposta dell'avvocato, la quale gli stava consigliando senza tanti
problemi di fottersene e agire attraverso mezzi poco raccomandabili,
soprattutto per uno nella sua situazione. Ma, nonostante tutto,
ascoltò ciò che lei aveva da dire.
"Se vuole metterla in questi termini. Ho un amico, grande esperto di
computer, che ci potrebbe aiutare." Con esperto intendeva dire hacker,
ecco. "Potrebbe risalire all'intestatario del conto nel giro di una
settimana o poco più. L'ho già visto all'opera,
so che ci potrebbe aiutare sul serio."
L'espressione sul suo viso, convinta e ottimista, fece desistere
Sesshomaru da qualsiasi rimostranza. L'uomo annuì, dando il
suo silenzioso permesso alla giovane donna di agire. La
guardò sorridere e bere un goccio di caffè, per
poi prendere il cellulare dalla borsa lasciata sul bancone dal giorno
prima e cercare il numero che le serviva nella rubrica. Dopo averlo
trovato, premette il tasto di chiamata e attese.
"Miroku!" esclamò a mo' di saluto. "Tutto bene e tu? ...
Sango? Se la sta cavando bene coi bambini? ... Eh, immagino. Ascolta,
ho bisogno di chiederti un favore immenso. Potresti venire a casa mia
verso le cinque di questo pomeriggio? ... Oh, ti ringrazio! Allora ti
aspetto... Ahahah! A dopo!"
Chiuse la telefonata con un sorriso sulle labbra, quindi si
voltò verso Sesshomaru, che la osservava serio.
"Ha detto che verrà qui. Preferisco spiegargli le cose di
persona, piuttosto che attraverso un telefono. Dopotutto è
probabile che chi l'ha incastrata stia tenendo d'occhio non solo i suoi
tabulati telefonici, ma anche quelli delle persone più
vicine a lei in questo momento. Appunto per questo vorrei chiederle
anche di scrivere una lista di persone con cui ha avuto contatti
frequenti in questo periodo."
"Sono solo due nomi: il suo e quello di Koga." rispose brevemente, il
volto come una maschera di ghiaccio, finendo con un sorso il
caffè e lasciando la tazza sul bancone. Avrebbe dovuto fare
anche il nome di Sara, la puttana con la quale aveva trascorso qualche
notte in quest'ultimo periodo. Ma ne valeva davvero la pena? In
realtà non era che uno sfogo per lui, non di certo qualcuno
a cui avrebbe potuto confidare chissà che. Non che
Sesshomaru si confidasse, parliamoci chiaro. "Tornerò qui
alle cinque." Si voltò e uscì dall'appartamento,
lasciando Rin perplessa.
Ma che gli era preso? Tutt'a un tratto si era come gelato sul posto
(più del solito, in effetti), mettendo un muro alto e
implacabile tra di loro. Eppure era quasi sembrato a suo agio in quella
casa, accanto a lei, mentre beveva il caffè. Rin si rese
conto di aver perso il sorriso che aveva accompagnato quasi tutta la
telefonata con Miroku, lasciando il posto a un velo di tristezza sul
viso causato dall'improvviso mutamento di Sesshomaru. Forse la
richiesta di avere accesso alla sua lista contatti era stata
interpretata come una violazione della sua privacy. Ma cosa ci poteva
fare lei? Alla fine era parte del suo lavoro quello di conoscere ogni
più piccolo e sordido segreto del cliente del momento e
Sesshomaru, nonostante la sua alterigia e a dispetto della sensazione
di calore che sembrava inondarle il ventre ogni volta che incrociava il
suo sguardo, non faceva differenza. Perciò che se ne facesse
una ragione fin da subito, perché Rin non lo avrebbe
trattato diversamente dagli altri. Ma il pensiero che le venne in mente
mentre beveva gli ultimi sorsi di caffè, il pensiero che
sembrava in realtà più veritiero, era il fatto
che probabilmente Sesshomaru le stava mentendo.
"Rin, mia cara, diventi più bella ogni giorno che passa!"
La ragazza abbracciò forte Miroku, il quale, pensando di non
essere stato visto, allungava la mano sul suo fondoschiena, pronto a
palpeggiarla. Rin gli diede uno schiaffo sul volto, lasciandogli cinque
dita stampate sulla guancia.
"E tu, invece, non sei cambiato per niente!" esclamò
severamente, incrociando le braccia sul petto. In realtà,
oltre alla vena da maniaco che sembrava non essere sparita col
matrimonio e coi figli, il ragazzo non era mutato neanche nell'aspetto:
aveva ancora i capelli neri raccolti in un codino basso, gli occhi
brillanti e vivaci di un blu profondo e la corporatura magra ma tonica
di chi sembra aver appena superato l'adolescenza. "Come stai? Come ho
potuto vedere, non hai perso le tue tendenze da maniaco..."
"Il matrimonio è una cosa bellissima, ma non fa miracoli."
disse scherzoso, prendendo posto sul divano del salotto. "Sango sta
bene, non ha ancora smesso di darmi cinquine. Eppure dovrebbe aver
capito che il mio sfiorare
le donne è una dimostrazione di ammirazione per le
loro infinite
qualità intellettive..." scosse la testa,
sconsolato, quindi sorrise, mostrando i denti candidi e regolari. "I
bambini, invece, sono la dimostrazione che i gemelli possono essere
diversi tra loro. Akira è molto più tranquillo e
pacato di Yumi, che è una vera e propria peste. Sango
è preoccupata che possa avere dei problemi quando
comincerà le medie. Per ora gli insegnanti dicono che, per
quanto abbia delle grosse potenzialità, il fatto di essere
così scalmanata la penalizza parecchio..."
"Sono sicura che troverete un modo per risolvere il tutto. Yumi
è una ragazzina in gamba, vedrai che si darà una
calmata. Basterà l'arrivo di un ragazzo che le piaccia per
farla calmare. Fidati."
"Quel mostriciattolo dovrà passare sul mio cadavere prima di
mettere le mani sulla mia Yumi..." rispose Miroku, mettendo su
un'espressione imbronciata. Rin rise al dire del ragazzo e alla sua
vena iper-protettiva da neo-padre. "Ma ora dimmi... "
proseguì lui. "Come va con Kohaku? Ho ricevuto la
partecipazione. Congratulazioni, Rin! Inutile dire che Sango ha
trascorso mezzora ad emettere gridolini eccitati, per cui se dovessi
mostrare segni di sordità precoce, sappi che è
tutta colpa della mia adorata mogliettina."
Il sorriso che premeva per comparire sul volto di Rin fu bloccato dal
ricordo della notte prima. Kohaku e la sua reazione, perfettamente
comprensibile, al rifiuto di Rin di sposarlo. Come dirlo a Miroku?
Optò per la verità più pura e
schietta. Dopotutto lei e il ragazzo si conoscevano ormai da anni e
quel tipo di amicizia che intercorreva tra loro non lasciava spazio a
segreti o omissioni.
"In realtà, io e Kohaku ci-"
Il suono improvviso del campanello la interruppe di colpo. Si
alzò dal divano e aprì la porta, ritrovandosi di
fronte Sesshomaru, fasciato in un paio di jeans scuri e in un
maglioncino grigio con un ricamo particolare.
"Salve, signor Taisho!" salutò educatamente, facendosi da
parte per farlo entrare e interponendosi tra lui e Miroku. "Questo
è Miroku, l'amico di cui le ho parlato. Stavo appunto per
spiegargli il motivo della sua venuta qui..."
"Prego." disse solo Sesshomaru, senza neanche stringere la mano a
Miroku e prendendo poi posto sulla poltrona e attendendo con le braccia
posate sui braccioli e le gambe accavallate.
Rin si soffermò per un istante ad ammirare quella visione
con la coda dell'occhio, quindi fece un bel respiro.
"Miroku, il motivo per cui ti ho chiamato qui è che ho
bisogno di un favore da parte tua... sai benissimo quanto io stimi
immensamente la tua decisione di non avere più legami con le
tue attività del passato, ma... attualmente sono l'avvocato
del signor Taisho e, come avrai certamente sentito, la situazione
è abbastanza intricata. Avrei bisogno, perciò,
del tuo aiuto per scoprire una cosa che potrebbe aiutarci a risolvere,
almeno in parte, la situazione." Attese paziente, sapendo che Miroku
avrebbe intuito l'essenza di quello che lei gli stava chiedendo.
"Rin, sai bene che ho deciso di smettere del tutto con l'hackeraggio.
Ora sono sposato e ho una famiglia, non posso permettermi di
rischiare..."
"Lo so benissimo... davvero! Ma purtroppo agire per vie legali non
aiuterà né il mio cliente, che rischia trent'anni
di carcere, né me, dal momento che perderò
qualsiasi credibilità come avvocato e vedrò la
mia carriera disintegrarsi in mille pezzi di fronte ai miei occhi. Ti
prego, Miroku... prometto che farò qualsiasi cosa... " si
soffermò un attimo a pensare, poi le venne l'illuminazione.
"Prometto che farò da babysitter ai bambini tutte le volte
che vorrai!"
Alla parola babysitter gli occhi di Miroku s'illuminarono
improvvisamente. Rin sfoderò un ghigho soddisfatto. Sapeva
benissimo che Miroku e Sango, dalla nascita dei gemelli, non avevano
avuto neanche un paio d'ore da trascorrere insieme e in solitudine.
Avevano trascorso il loro ultimo anniversario a giocare a Monopoli coi
bambini, rinunciando quindi alla cenetta romantica programmata da un
mese, perché la ragazza che doveva badare a Yumi e Akira si
era ammalata. Rin ricordava bene la delusione di Miroku, che aveva
progettato una cena favolosa e un piccolo spettacolo di fuochi
d'artificio solo per lui e la moglie.
"Andata."
Fu
così che trascorsero i giorni che seguirono. Miroku si
presentò a casa di Rin ogni giorno e passò ore e
ore a digitare al computer, decriptando codici e inserendo file di
numeri dall'aspetto terrificante per chi ignorante in materia.
Sesshomaru si assunse il compito di osservatore e di svuotatore della
riserva di alcolici del suo avvocato, la quale, dal canto suo, era
troppo impegnata a drogarsi di caffeina e a cercare di cavare qualcosa
fuori dai documenti del caso per poter badare a ciò che
l'altro faceva.
Un
giorno, mentre Rin ingurgitava gli ultimi sorsi del suo quinto
caffè e Sesshomaru osservava incuriosito una foto della
ragazza di quando aveva diciassette anni che era posata su uno
scaffale, la tensione venne interrotta.
"Ce
l'ho fatta!" urlò quasi Miroku, gli occhi leggermente
arrossati dal troppo lavoro al pc e la voce un po' roca per il silenzio
che aveva accompagnato quelle ore. "Entrare nel database dell'Agenzia
Nazionale è stato un gioco da ragazzi. Dovrebbero proteggere
un po' meglio il loro sistema, visto che anche una come Rin ci potrebbe
entrare...- Eih!" s'interruppe improvvisamente in seguito allo
scappellotto ricevuto dalla ragazza, la quale era in ogni caso
consapevole al cento per cento delle sue capacità quantomeno
inesistenti al pc. "Comunque... ho trovato questo numero di conto,
gestito da una banca privata di Hong Kong, che sembra abbastanza
sospetto, perché presenta un codice poco comune e
difficilmente hackerabile. Ma ci sono riuscito. Con un clic posso
entrare nella lista dei versamenti in entrata per verificare se sia lo
stesso conto che avete trovato voi... pronti?"
Rin
e Sesshomaru, avvicinatisi a Miroku, annuirono all'unisono dopo essersi
scambiati un'occhiata. Sesshomaru faceva ancora fatica a capire tutto
ciò, visto che lui non aveva una parte d'azione concreta
all'interno di quel caso, ma si era recato a casa del suo avvocato in
tutti quei giorni per provare ad avere un'idea dello sviluppo delle
cose. Rin, dal canto suo, era più che decisa a dare una
svolta a questo caso che la stava facendo impazzire. Aveva consultato i
documenti per giorni, senza però trovare niente che potesse
aiutarla a smuovere la situazione. Non aveva intenzione di lasciare che
no Taisho finisse in galera per tutti quegli anni... aveva bisogno di
qualcosa da portare al processo.
Miroku
cliccò su un link e digitò un altro codice,
quindi riuscì ad entrare nel conto.
"Sono
proprio bravo, eh?!" emise una risatina divertita e rilassata, ma di
colpo ridivenne serissimo. "Ma... ma che cazz-"
La
pagina del conto si era oscurata del tutto e improvvisamente una lunga
lista di numeri e simboli in verde chiaro iniziò a
tappezzare lo schermo del computer. La scritta "access denied"
lampeggiava velocemente e Miroku iniziò a trafficare di
nuovo coi tasti, deciso a capire cosa fosse successo. Rin gli teneva il
fiato sul collo, chiedendogli che diamine fosse accaduto.
"Il
tuo computer... si è bloccato. Non riesco più a
digitare! Porca troia!" Miroku si mise una mano sulla fronte, mentre
Rin e Sesshomaru si sedettero quasi contemporaneamente sul divano.
Tutta la tensione presente fino a poco fa era sparita, lasciando spazio
a una tenue disperazione, che crebbe nel giro di pochi minuti. L'unico
rumore udibile in quei minuti fu il ticchettio dell'orologio a muro.
Miroku, essendosi abbandonato precedentemente sullo schienale della
poltrona, si avvicinò di nuovo allo schermo e
cominciò a leggere i codici presenti.
"Miroku...
cos'è successo di preciso?" chiese debolmente Rin,
ravvivando i capelli con la destra, mentre Sesshomaru attendeva
silenzioso.
"Qualcuno
ha bloccato l'accesso. Evidentemente il conto è collegato a
una rete wireless che consente di verificare gli accessi da altre
postazioni o quelli sospetti in generale. Potrei risalire all'indirizzo
IP, ma dubito che sia rintracciabile, visto il livello di protezione.
Ora darò un'occhiata al codice per-"
Si
bloccò di colpo, strizzando gli occhi per vedere meglio
sullo schermo. Quindi emise un verso di stupore e infine
battè il pugno sul tavolino. "LO SAPEVO! Quel bastardo..."
"Eh?"
esclamò interrogativamente Rin, mentre Sesshomaru rimaneva
impassibile di fronte a tutto ciò, il bicchiere di whiskey
ormai quasi vuoto.
"Vedete
qui?" domandò Miroku, indicando una serie di caratteri sullo
schermo a Sesshomaru e a Rin. "QKoPuter... è il nome di uno
dei più famosi hacker. Ho scritto la mia tesi di laurea su
di lui e sulle cazzate che ha fatto durante la sua misera vita."
"Quindi
c'è lui dietro tutto questo?" chiese Rin, dando ancora una
volta un'occhiata al nome. "E poi che vorrebbe dire quel nickname?"
"Quite
Keen On Computer... espressione inglese per indicare quanto lui sia
decisamente bravo con la tecnologia. È considerato uno degli
hacker introvabili, quelli che dotano i propri computer di firewall e
applicazioni che farebbero invidia a qualsiasi sistema informatico in
possesso dai governi dei paesi più ricchi. Per quanto sia un
bastardo, è un vero e proprio genio."
"Trovalo."
disse improvvisamente Sesshomaru, fissando i suoi occhi color ambra in
quelli di Miroku, stralunato dalla richiesta diretta.
"Le
probabilità che io riesca a trovarlo con quest'attrezzatura
sono basse. Dovrei recuperare la mia e-"
"Fallo."
insistette Sesshomaru, col suo tono duro e freddo come il ghiaccio.
"Fallo e quando sarò assolto da queste accuse ti
riempirò di così tanti soldi da non poterli
contare. Fallo e garantirò protezione a vita a te e alla tua
famiglia. Fallo."
I
due uomini si osservarono per un lungo istante, l'uno soppesando la
richiesta e l'altro semplicemente attendendo quello che sarebbe di
sicuro stato un responso positivo. Rin stava tra i due, lanciando
sguardi dall'uno all'altro come se seguisse una partita di silent
tennis. Infine, dopo un breve sospiro, Miroku distolse lo sguardo.
"Lo
farò."
Angolo dell'autrice
Mi
dispiace, mi dispiace, mi dispiace! So che sono passati mesi
dall'ultimo aggiornamento, ma sono stata totalmente assorbita dal
vortice dell'Erasmus e non ho proprio avuto il tempo materiale per
mettermi al pc a scrivere. Ho approfittato di questi pochi giorni di
vacanza per raccogliere le idee e devo dire che sono abbastanza
orgogliosa di questo capitolo.
Le cose cominciano a farsi più serie. Le accuse imputate a
Sesshomaru sono decisamente gravi e la mia totale ignoranza in
Giurisprudenza mi avrà sicuramente fatto commettere qualche
errore. Prego gli esperti/e di farmi notare qualora avessi sbagliato
qualcosa! :) Miroku entra in scena come hacker. Vi piace il suo
personaggio? Io lo adoro davvero e spero di aver reso quel pizzico di
simpatica perversione in mezzo a tutto 'sto casino. Presto entreranno
in scena anche Sango, i due gemellini e InuYasha e Kagome. Ci saranno
un po' tutti, insomma.
Ma basta con gli spoilers! Al via le risposte alle recensioni :)
KillerxPenguen_93
> Grazie mille per la recensione! Sono
contenta che la storia ti piaccia e spero che leggerai anche questo
aggiornamento. Un bacio! :*
GHOTICdoll
> Hello! :) Davvero mille grazie
per aver scritto la tua opinione su questa storia. Fa sempre piacere
ricevere commenti positivi e sapere che i lettori trovano "Amori in
tribunale" divertente. In questo capitolo l'umorismo è
venuto un po' a mancare, per dare spazio agli sviluppi della storia, ma
spero di poter dargli dell'altro spazio nei prossimi aggiornamenti. Un
bacione! :)
Zonami84
> Ciao, bella! Scusami tu per
l'immensissimo ritardo. Tra poco avrei festeggiato l'anniversario di
questa storia senza aver pubblicato neanche un capitolo. Come ho detto
prima, l'Erasmus mi ha presa del tutto, impedendomi di scrivere, ma
spero di poter riprendere a farlo prestissimo. :) Eh già,
Rin finalmente si è liberata di quella cozza iper-sensibile
di Kohaku per passare al più appetibile e sexy leone bianco
qual è Sesshomaru. Mica scema la ragazza, eh! Chi non lo
avrebbe fatto? :3 Spero tu legga questo capitolo! Mi piacerebbe sapere
il tuo parere. :) Un bacione!
The queen of darkness
> Mia cara, sappi che mi hai
quasi fatta finire all'ospedale per un infarto causato dal troppo
ridere. Al tuo processo per lesioni aggravate si aggiungerà
anche il tentato omicidio. :3 Sì, Rin ha aperto gli occhi e
ha capito che in un talent show come "L'avvocato e il sexy man" Kohaku
non ci stava a fare proprio una pera cotta. Meglio vertere sul bel
Sesshomaru, eh! Almeno c'è sostanza. In tutti i sensi. :3
(*immagini porno sfilano davanti agli occhi di Kade, che si riprende a
fatica*)
Eccomi, eccomi. Quando mi hai scritto che padroneggio lo stile
giornalistico molto bene ho quasi avuto una sincope. Stavo
letteralmente vomitando arcobaleni per quanta dolcezza aveva preso
possesso del mio corpo. Sappi che è una delle cose
più belle che mi abbiano mai detto come "autrice".
Ahahahahah sìììì, stavo
godendo anche io! Okay, magari fa un po' pena, ma stigranpeni!
Cioè, bella mia, datte 'na svegliata, che Sesshomaru adesso
ha puntato i suoi occhietti su un bocconcino di carne di prima
qualità come Rin. Ci sarà da ridere nei prossimi
capitoli. Non vedo l'ora di mettermi a scrivere! :3
Sesshomaru non ha proprio una coscienza. Lui infila il suo scalpello
dappertutto, l'importante è che la tipa sia una bella
poponza con le bocce grandi. Se il rapporto è preceduto da
una dose di alcool consistente, ancora meglio. Esatto, si sente
leggermente in colpa, ma alla fine continua a fare quello che le sue
parti basse gli suggeriscono perché non ha anora realizzato
(giustamente) quanto Rin stia pian piano entrando nel suo iceberg a
forma di cuoricino.
Anche a te rivolgo le mie più sincere scuse per l'immane
attesa. ç.ç Mi sento una cacchina volante! Spero
di essermi fatta perdonare con questo capitolo. Fammi sapere se ti
è piaciuto. :3
Un bacio <3
rafxsulfusxsempre >
Hello, dearrrr! :3 Ti ringrazio per i complimenti e per
l'assiduità con la quale hai letto e recensito gli scorsi
capitoli. Mi scuso ancora una volta anche con te per l'attesa e spero
che tu possa leggere questo sesto aggiornamento con lo stesso piacere
col quale hai letto i precedenti. Risulta sempre emozionante sapere che
i lettori adorano le mie storie e questo è sia un grande
piacere, sia una grande responsabilità, perché a
volte mantenere un certo livello diventa difficile. Spero di esserci
riuscita, nonostante tutto! Aspetto una tua recensione con ansia
<3 Un bacio anche a te! :D
Serin88
> Mia carissima Sbrodolina Dolce
Cuore! :3
Come stai? Tutto bene? Non invidiarmi per la Polonia. Sì,
l'Erasmus è bello, ma dopo tutti questi mesi sto cominciando
seriamente a stufarmi di stare qua. Ogni tanto mi metto a pestare
mentalmente i piedi e a gridare dentro la mia testa "VOGLIO LA MAMMA"
in quattro lingue. :D
Grazie anche a te per la stupenda recensione. Kohaku... eh, non vorrei
spoilerare troppo, ma potrebbbe esserci un suo ritorno. Non so ancora
come avverrà, ma all'80% ci sarà. Non che questo
faccia molta differenza, esatto, ma nella vita non si sa mai quello che
potrebbe succedere. I sentimenti giocano spesso in modo strano, quindi
mai cantare vittoria troppo presto. :) Jakotsu è sempre
stato uno dei miei personaggi preferiti e credo che la caratteristica
di amico gay di Rin, spesso presente nelle fanfiction, sia davvero
incredibile. Ecco perché l'ho inserito anche qui, proprio
per dare quel tocco di umorismo disinteressato che manca negli altri
personaggi. :D Sara è una vera sgualdrinella e Kagura pure,
anche se alcune venature del suo personaggio la rendono molto
interessante e capace di creare degli sviluppi particolari nella
storia. Sesshomaru? Che dire... lui è Sesshomaru. :3
Spero che anche quest'aggiornamento ti sia piaciuto! Un bacione! :*
Heart
> Credo che il conto dei giorni
sia salito a un numero impressionante e per questo mi scuso. Spero che
tu non abbia perso interesse nella storia e che possa leggere anche
questo capitolo. Mi sento davvero in colpa per aver lasciato passare
così tanti mesi senza aggiornare. ç.ç
Aspetto una tua recensione :D Un bacio :*
Chiara_chan >
Ciao, bella! :) Eh già, gli sviluppi
stanno cogliendo i nostri amati personaggi impreparati, ma presto tutto
raggiungerà un equilibrio, positivo o negativo che sia. Un
bacio anche a te! :D
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