See
Who I Am
In quel momento dimenticai come
respirare, sconvolto dal sangue che sgorgava dai lunghi graffi sul
viso di Emily e soprattutto all'idea che a provocarle quelle ferite
fossi stato io.
«Sam...»
Fu quando vidi i suoi occhi velarsi
e rovesciarsi all'indietro, che capii che dovevo darmi una mossa. La
presi in braccio e la riportai sul sedile accanto al guidatore, mentre
mi rimettevo al mio posto e la macchina si riavviava con un ruggito,
quasi avesse capito la gravità della situazione anch'essa.
Sinceramente, non ho idea di come
sia riuscito a raggiungere la casa di Joe in quelle condizioni; tra
la pioggia, la strada pressoché impraticabile, il tremore di
una nuova trasformazione in arrivo e l'oggetto del mio Imprinting
svenuta accanto a me. Quando arrivai a destinazione, parcheggiai
selvaggiamente l'auto e mi fiondai verso la porta con Emily tra le
mie braccia, battendo furiosamente il pugno contro la cornice della
porta.
Il vecchio aprii la porta, e sgranò
gli occhi a quella vista. Poi mi fece entrare, senza dire una parola.
«Appoggiala lì.»
Il vecchio Joe era uno dei famosi
anziani che mi si erano affiancati durante il mio periodo di
trasformazione; fra tutti, era quello di cui avevo maggiore fiducia.
Mi ero diretto a casa sua senza neanche pensarci, seguendo un impulso
irrazionale. L'uomo era uno dei principali cardini della precedente
generazione, e di conseguenza il più rispettato di tutti.
Guardandolo trafficare intorno ad Emily e la sua sicurezza, riuscii a
capire perché.
«Com'è successo?
Lei...?»
Lo precedetti con un sospiro.
«Lei sa. Io ed Emily... Io ho
avuto l'imprinting.»
«Con lei. E l'altra, la
Clearwater? Lo sa?»
Lasciai cadere il discorso, senza
avere il coraggio di rispondere. D'altronde, cosa avrei potuto dire?
Se ripensavo alla scena in macchina...
«Comunque non è nulla
di grave, Sam. Di certo non morirà.»
Respirai di sollievo, mentre lo aiutavo
a pulire la ferita con un unguento indiano, una cosa che ormai i
ragazzi Quileute sottovalutano persino troppo.
«Però io ti avviso,
ragazzo mio... Rimarrà sfigurata. Per sempre.»
Le mie mani si bloccarono a metà
di uno sfregio.
«No... No!»
Di colpo l'orrore di quello che avevo
fatto mi assalì di nuovo, serrandomi la gola con forza e
facendomi lacrimare gli occhi. Con la vista annebbiata, notai lo
sguardo di compassione che Joe mi lanciò, così mi
girai
e sferrai un pugno contro un muro. Inutile dire che rimase il segno
scolpito sulla superficie.
«Sam, calmati. Ragiona. Non è
stata colpa tua, capito? Sono cose...»
«Sono cose che succedono?
Stavi per dire
questo? Sono
cose che succedono
che un
ragazzo diventi un mostro per colpa di alcuni schifosi succhiasangue
che
neanche conosce, tradisca la sua donna e si innamori della cugina,
finendo per rovinarle la vita?»
Era la prima volta che mi lasciavo
andare ad uno sfogo del genere, soprattutto in presenza di terzi.
Notando il mio nuovo tremolio, l'uomo mi fece cenno di sedermi,
mentre lui continuava a bendare con precisione chirurgica Emily.
La mia Emily.
La stessa donna che ormai avevo
perso per sempre.
«Sam, è giusto che la
tua rabbia sia orientata verso... Verso i Freddi.
Nessuno ha
colpa per ciò che le antiche divinità ci abbiano
assegnato, dico bene? Il fatto che tu riesca a trasformarti in lupo
è
un dono per la nostra tribù. Sei stato il primo,
perché ne verranno altri, stanne certo, e come tale hai il
dovere e l'onere di difenderci tutti. Emily...»
Prese fiato, cercando di trovare le
parole giuste.
«Emily è stata scelta
dall'Imprinting, è stata designata come tua accompagnatrice.
Questo significa che era già nei piani che lei potesse
correre qualche rischio. Ma che comunque non si sarebbe mai e poi mai
tirata indietro.»
Fissavo quelle bende candide,
chiedendomi quanto dovessi fidarmi in realtà di quel
discorso,
alle mie orecchie assurdo. Joe si alzò in piedi, deponendo
stoffe, unguento e forbici su un tavolino vicino all'entrata.
«Sam, lei non ti può
odiare. Ma non perché l'Imprinting la costringe a non farlo.
Perché lei non potrebbe comunque farlo,
perché
capirebbe sempre le tue ragioni. Ecco il significato essenziale
dell'Imprinting.»
Si diresse con passo stanco verso le
scale che conducevano al piano di sopra, prima di girarsi a
guardarmi:
«Avanti, prendila e aiutami a
sistemarla di sopra. Sono troppo vecchio per certe cose.»
Quella notte passò così,
Emily addormentata in un letto non suo, io che non smettevo di
vegliarla un attimo, e il vecchio Joe che faceva la spola per
controllare come stesse.
Emily riprese via via colore, e la
prima cosa che fece quando mi vide lì accanto a lei fu
sorridermi.
Con un grosso groppo in gola, le spiegai la situazione, contorcendo
nervosamente la piega del lenzuolo che spuntava da sotto le coltri.
Non avevo rovinato solo il suo
bellissimo viso, le avevo maledetto l'esistenza. Alla fine fu troppo
anche con me, e cominciai a singhiozzare, tenendomi il volto tra le
mani, senza il coraggio di guardarla. Sapevo che lei si stava
tastando il viso, alla ricerca di quelle cicatrici profonde che
l'avrebbero deturpata ormai per sempre. Non riuscii a far altro che
mormorare
come una litania una sequela ininterrotta di scuse, quando una mano
tiepida mi afferrò gentilmente il polso. La fissai
esterrefatto, e di nuovo il suo sguardo valse più di mille
parole, proprio come durante quella notte maledetta.
Rimanemmo rintanati in quella casa due
giorni interi. I miei genitori sapevano già tutto sulla mia
condizione, e furono d'accordo con me che rimanere lì fosse
la
scelta più saggia. Però bisognava avvertire Leah
e la
sua famiglia. Eravamo spariti insieme, per ben due giorni.
Ci avrebbe ammazzato.
«Puttana! Sei solo una
puttana!»
«Leah, ti supplico, non è
stata colpa nostra!»
«Ah no?»
Leah si girò verso Emily con
uno sguardo da folle. Mi aspettavo che da un momento
all’altro
l’avrebbe assalita, ma in quel caso ero già pronto
a
difenderla.
«Leah, modera i termini.»
Sapevo che era furiosa. Era stata
tradita dal suo ragazzo e da sua cugina, una delle sue amiche
più
care, e tutto questo in una volta sola. Non era a conoscenza
dell’Imprinting, e probabilmente mai ne avrebbe saputo nulla.
Provai una stretta al cuore a questo pensiero. Avrei perso
l’unica
giustificazione del mio comportamento ai suoi occhi.
«Leah, mi spiace veramente.
Non so cosa mi sia preso, te lo giuro. Ma ti prego, lascia fuori da
questa storia Emily, lei non c’entra.»
Leah ci guardò, ancora
ansante per lo sforzo fatto nell’urlarci contro tutto il suo
rancore. Ci guardò per degli istanti interminabili, e mi
sentivo bruciare sotto quello sguardo. O era solo il senso di colpa che
provavo unicamente pensando a lei?
«Andatevene al diavolo. Tutti
e due, mi fate schifo.»
Se ne andò sbattendo la porta
dietro di sé, voltandosi in fretta per non fare vedere le
lacrime che scorrevano sul suo volto, senza alcuna
possibilità
di conforto, ora che era stata tradita dalle persone che amava di
più. Mi chiesi come avrebbe fatto ad andare avanti ora, a
chi
si sarebbe rivolta per lenire il suo dolore. Ma la risposta era
già
lì, chiara come quelle lacrime che io avevo visto.
Non avrebbe avuto nessuno, solo sé
stessa. Quanto stavamo pagando per la venuta di quei dannati vampiri?
Emily mi fissò disperata,
mentre le cingevo le spalle con un braccio e le facevo poggiare la
testa sul
mio torace, per rassicurarla. L'improvviso rumore di qualcosa che
andava inesorabilmente distrutto ci fece sobbalzare entrambi. Corsi
fuori della stanza, solo per trovare il tavolino con i medicinali
rovesciato a terra, i soprammobili in frantumi. E la porta aperta,
che continuava a cigolare sui propri vecchi perni, quasi un simbolo
di tutta quella disperazione.
Tornai da Emily, e la trovai che
fissava distrattamente verso la finestra, senza vedere realmente la
pioggia che cadeva sul vetro. La visione di lei, nella camicia da
notte della figlia di Joe che ormai non abitava più
lì,
troppo grande per il suo fisico minuto, mi strinse il cuore.
«Emily...»
Poi capii perché mi stava
nascondendo il volto, anche lei stava piangendo per la sorte
immeritata che era capitata a Leah.
«Sono un mostro, sono un
mostro!»
La cullai, mentre un sorriso amaro si faceva largo sulle mie
labbra.
«Se tu sei un mostro, io cosa
dovrei dire allora?»
Emily mi guardò, coprendosi
la bocca con una mano.
«Non... Non intendevo questo!
Tu non hai colpe, ma io ho fatto del male volontariamente a
Leah...»
«Non dire così...
L'Imprinting è un fenomeno di cui non puoi essere
colpevole...»
Emily mi guardò profondamente.
«L'Imprinting non c'entra
quando dico che non potrei comunque separarmi da
te.»
In quel momento sentii la profonda
differenza che segnava il mio rapporto con lei da quello con la cugina.
Mentre la baciavo e la stringevo a me, capii.
Emily era riuscita a vedere oltre a
Sam, aveva visto il licantropo.
E non ne era fuggita.
L'Imprinting non bastava a
spiegare la straordinarietà di questa ragazza.
[Come
into my world,
See through my eyes.
Try to understand,
Don't
want to lose what we have.
See
who I am,
Break through the surface.
Reach for my hand,
Let's show them that we can
Free our minds and find a way.
The world is in our hands,
This is not the end.]
[Vieni
nel mio mondo,
Guarda
attraverso i miei occhi.
Cerca
di capire
Non voglio perdere quello che avevamo.
Guarda
chi sono io,
Apri
un varco attraverso la superficie.
Raggiungi
la mia mano,
Facciamo
vedere loro che noi possiamo
Liberare
le
nostre menti e trovare una via.
Il
mondo è nelle nostre
mani,
Questa
non è la fine.]
[I'll
come into your world,
See through your eyes.
I'll try to
understand,
Before we lose what we have.
Verrò
nel tuo mondo,
Vedo attraverso i tuoi occhi.
Cercherò di
capire,
Prima di perdere quello che avevamo.]
See Who I Am, Within Temptation
[The End]
Ho
inserito il tema dell’odio di Sam verso la famiglia Cullen,
perché
secondo me va oltre il semplice disgusto che possono provare i
licantropi contro i vampiri. Se i Cullen non avessero più
rimesso piede a Forks, le storie sui licantropi sarebbero rimaste,
appunto, storie. Niente Imprinting, niente tradimenti...
Chissà
come sarebbe andata.
Ringrazio
ancora tutti i commentatori, e ho una preghiera da fare a coloro che
mi aggiungono ai preferiti senza nemmeno lasciare un commento: per
favore, smettetela. Non mi interessa, sinceramente, finire nei
preferiti di qualcuno senza sapere cosa ne pensa veramente, preferisco
di gran lunga avere una vostra
impressione per iscritto. Se mi volete tra i vostri preferiti per
favore commentate. Altrimenti pace.
Grazie
a tutti coloro che mi ascolteranno ^^
Kissoni!
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