Ciao! ^__^
Dunque.. era un po'che non aggiornavo... *tossisce convulsamente*
Bene, spero che vi ricordiate a grandi linee di cosa parla la storia...
Eravamo arrivati al punto in cui Yasha-o aveva mandato a chiamare Fay e
Kurogane.
Mi scuso per il ritardo di ere geologiche... PERO' c'è una
cosa positiva, ovvero la storia ho praticamente finito di scriverla
(manca solo un breve epilogo, giurin giuretto) quindi gli ultimi (due)
capitoli saranno pubblicati a breve (per davvero, stavolta)...
Come già accennato, ho cambiato il rating della storia da
giallo a rosso, anche se varrà solo per l'ultimo capitolo.
Spero che abbiate passato un buon Natale!
Grazie per le recensioni e un abbraccione ad Adrienne per la betatura!
(e la pazienza ;3;)
All'ombra del
castello nel cielo
Capitolo V
Il ninja ed
il mago seguivano silenziosi i due soldati lungo le strade della
città.
Kurogane non aveva idea di che cosa potesse volere da loro
il re… lo avevano visto da vicino una volta sola, poco dopo
l'arrivo a Yama.
Al loro arrivo, ai due viaggiatori ci era voluto un po' per
comprendere bene la situazione,– la sorpresa di non riuscire
a capirsi, di essere giunti, soli, in un mondo sconosciuto –
ed avevano impiegato diverso tempo anche per far capire agli yasha che
erano forestieri in cerca di occupazione, e che l'unico mestiere che
avrebbero potuto svolgere lì sarebbe stato arruolarsi come
mercenari tra le fila del loro esercito.
(beh, forse il mago avrebbe preferito tornare a cucinare
dolci come faceva ad Oto, ma tanto se ne stava lì con
espressione ebete senza capire nulla di quello che Kurogane e gli yasha
si dicevano, quindi il ninja aveva pensato bene di decidere per
lui… almeno, combattendo avrebbe fatto qualcosa di utile,
per una volta…)
Avevano dovuto dimostrare la loro bravura in combattimento,
per convincerli ad arruolarli, e non erano serviti che pochi colpi,
scambiati tra loro e i due soldati che si erano offerti per testarli, a
convincere l'ufficiale che i due stranieri sarebbero stati degli ottimi
acquisti.
Tuttavia, l'ufficiale era rimasto dubbioso: Yama era un
paese in guerra, e quei due erano sempre persone di cui era impossibile
stabilire la provenienza… forse non si trattava di oni, e
nemmeno di spie degli Ashura (del resto, come avrebbero potuto giungere
fino a Yama? Ai due clan era consentito incontrarsi solo nel castello
della luna…) …ma chi poteva garantirgli che non
si trattasse comunque di possibili nemici?
Mentre l'ufficiale e i soldati li squadravano, sospettosi,
era arrivato il generale nonché sovrano Yasha.
Il viso serio, impassibile, li aveva scrutati a lungo con
quei suoi occhi neri, seminascosti dai sottili e lunghissimi capelli
corvini, valutandoli attentamente, come se fossero un enigma da
risolvere.
Ma, dopo qualche momento di silenzio congelato, Yasha aveva
impartito degli ordini secchi ai suoi sottoposti, e Kurogane e Fay si
erano trovati arruolati.
Fay si ricordò che quella volta aveva notato una
certa somiglianza tra l'austera ieraticità di Yasha e la
serietà un po' ostentata di Kurowanko… inoltre,
quel sovrano gli aveva fatto una strana impressione. Era lì,
davanti a loro, eppure era come se non esistesse
davvero…emanava un'aura magica così forte che Fay
aveva avuto il terrore di non essersi per caso imbattuto nella vittima
della sua maledizione… Ma poco dopo Yasha se n'era andato,
fiero in sella alla sua cavalcatura, e il mago non aveva indagato
oltre…né aveva fatto parola con il ninja di
quella sua sensazione. E del resto, come avrebbe fatto a spiegarsi?
Mentre camminavano, si voltò a guardare di
sottecchi Kurogane. Non gli aveva detto nulla nemmeno di quanto era
successo mentre lui era svenuto sul campo di battaglia, del fatto che
re Ashura fosse venuto a parlargli… beh, ma Kuropon si era
arrabbiato e non c'era stato modo di raccontarglielo!
Arrivarono finalmente al palazzo di re Yasha. Certo, se di
palazzo si poteva parlare… Era un edificio grande, in
effetti, maestoso, rispetto alle case che aveva intorno, ma non
sembrava affatto un posto da feste di corte, danze e banchetti
– piuttosto, era il luogo adatto a riunioni tra comandanti,
pianificazioni di strategie di battaglie...
Era di pietra grigia, disadorna – spartano e
sobrio, come tutto, lì a Yama, dalle facciate delle case
agli uomini che tutte le notti combattevano insieme a loro.
Le due guardie all'ingresso li salutarono con un silenzioso
cenno del capo, aprendo il pesante portone. I quattro entrarono in un
piccolo cortile squadrato,
La stanza era larga, dal soffitto alto. Il pavimento di
pietra era ricoperto da un enorme tappeto dai disegni geometrici in
colori caldi e opachi.
Yasha era seduto dietro un basso tavolo di mogano nero.
Quando Fay e Kurogane entrarono nella stanza, alzò gli occhi
da una piccola pergamena che stava leggendo, e li salutò con
un cenno del capo.
Finì di leggere la missiva, arrotolò
il foglio e lo ripose a lato sul tavolo.
"Sedete pure." Li invitò, indicando con un gesto
della mano alcuni grossi cuscini appoggiati sul tappeto di fronte al
tavolo. Erano di seta, decorati con nappe dorate.
I due si sedettero con un cenno di ringraziamento, mentre
Yasha faceva cenno ai due soldati di uscire e chiudere la porta della
sala.
Mentre si sedeva, Fay cercò di analizzare
attentamente il sentore di magia che promanava dall'uomo di fronte a
loro.
Era lo stesso tipo di magia che permeava Yama e che agiva
tutte le volte che l'esercito veniva trasportato sul castello della
luna. Era un potere forte, ma oltre a quello, Fay non avvertiva altro
provenire dal sovrano. Era come se tutto il suo essere fosse
magia…
Alzò gli occhi, non appena si fu accomodato sul
cuscino, e scoprì che quelli scuri del re Yasha erano fissi
nei suoi.
"Il tramonto si avvicina e si avvicina anche una nuova notte
di combattimenti. Voi siete due tra i miei migliori combattenti, e non
voglio veder succedere di nuovo quello che è successo la
notte passata."
Fay sorrise con aria di scusa. Di nuovo, un piccolo
incantesimo usato dal suo interlocutore gli permetteva di comprendere
la lingua.
"So che non rimarrete ancora a lungo tra le fila del mio
esercito.. e del resto, non ce ne sarà bisogno. Ma durante
questo tempo, siete pagati per dare il vostro contributo e cercare di
vincere i nemici, non per farvi colpire da loro."
"Perché non dovremmo rimanere qui ancora a
lungo?" commentò Kurogane, secco.
"So chi siete. O meglio, so perché siete qui.
Siete viaggiatori dimensionali e siete stati trasportati in questo
mondo dal desiderio del sovrano Ashura.
Il fatto che voi siate arrivati, vuol dire che presto anche
il suo desiderio si avvererà, e che quindi questa guerra
vedrà la sua fine."
Kurogane inarcò un sopracciglio.
"Il sovrano Ashura ha contattato la strega Yuko, esattamente
come noi." disse Fay. L'incantesimo gli permetteva anche di esprimersi
correttamente.
"Beh, un modo alquanto scorretto per vincere una guerra,
avvalersi dell'aiuto della dannata strega… ma d'altronde,
immagino che entrambi vogliate conquistare il castello ad ogni costo."
Commentò freddo il ninja.
L'espressione formale del generale sembrò
rilassarsi, mentre il suo sguardo si addolciva lievemente.
"Combattiamo da sempre per la conquista di quel castello. Ma
sicuramente non è per qualche zolla di terreno secco, che ci
battiamo: ciò che conta è il desiderio che si
vuol far esaudire."
"E Ashura non poteva chiedere alla strega di esaudire questo
suo desiderio…? O forse il prezzo da pagare sarebbe stato
anche più alto delle vite dei suoi soldati?"
"Ma Ashura non ha chiesto alla strega di vincere la
guerra… questo può farlo come e quando vuole. Ad
essere sinceri, ha già vinto. Ma ha bisogno di qualcuno che
lo induca ad accettare questo fatto."
Kurogane inarcò ancora di più le
sopracciglia, e Fay osservò curioso il generale.
Attorno al viso di Yasha, l'aria tremò, e il viso
del guerriero sembrò farsi sfocato, inconsistente. Quando
tutto tornò normale, sull'occhio destro di Yasha era
comparsa una lunga cicatrice, che lo sfregiava dalla fronte alla
guancia.
"Io non esisto più, oramai. Non è
stato Ashura, a sconfiggermi, ma una malattia. Questa cicatrice
è la prova che Ashura era ormai diventato più
forte di me… ma non mi ha ucciso in battaglia. Sono morto
una mattina all'alba, solo nella mia tenda."
Fay annuì. "Eppure, c'è qualcosa che
trattiene il vostro spirito strettamente legato a questo mondo. Un
potere forte a cui non potete opporvi.”
Yasha annuì brevemente "Beh, immagino che ne
abbiate già viste diverse, di queste." Disse, portandosi le
mani al petto. Tra le pieghe della tunica si diffuse una vaga
luminescenza, e tra le dita del guerriero apparve una delle piume di
Sakura.
"Ma certo! Il potere di ciascuna piuma è
così grande che può creare cose che non
esistono… se c'è qualcuno che desidera vederle,
non è così?" commentò Fay.
"Hai parlato con Ashura, sul campo di battaglia. Cosa ti ha
detto?" domandò a sua volta Yasha.
Kurogane, di fianco al mago, gli scoccò
un'occhiata indagatrice, ma Fay lo ignorò.
"Ha detto che i nostri compagni saranno qui a breve. E
cioè, che presto arriverà qui la persona da cui
è nata quella piuma… ciò significa che
se ne riapproprierà."
"E che io scomparirò."
"Ha detto anche che ci sono persone che non vogliono
lasciare questo mondo.. per evitare agli altri di soffrire."
Gli occhi di Kurogane osservavano attenti Yasha e Fay,
cercando di capire cosa stesse realmente accadendo. Maledizione, un
mago idiota ed un fantasma guerriero che parlavano con mezze frasi e
lasciavano tutto all'intuizione dell'altro…
Lo sguardo del generale tornò ad addolcirsi
"Ashura non ha accettato la mia morte. E' rimasto sconvolto dallo
stesso fatto di essere riuscito a ferirmi, nonostante le nostre forze
si equivalessero, in partenza. Ma le cose non possono andare avanti
così ancora a lungo, e l'arrivo del proprietario della piuma
gli darà finalmente una ragione per porre fine a tutto
questo."
"In questo modo, potrà esaudire il suo
desiderio…?" indagò Fay.
Yasha soppesò il volto dell'interlocutore "Tu hai
capito qual è il suo desiderio… e temo che
nemmeno il castello della luna sia abbastanza potente per esaudirlo.
Anzi, temo proprio che in nessun modo, con nessun mezzo sarebbe
possibile farlo avverare."
Fay sorrise "Ashura lo saprà."
"In ogni caso, quello è il suo unico desiderio, e
sarà quello che esprimerà, una volta conquistato
il castello." commentò Yasha, in tono piatto.
"E una volta che la piuma sarà tornata alla
principessa, tu sparirai… non ti chiedi che ne
sarà della tua gente?" fece improvvisamente Kurogane.
"La mia gente è abituata ai pericoli. –
replicò il sovrano, serio - Oltre agli ashura, combattiamo
gli oni… non ho figli, ma c'è chi è
pronto a prendere il mio posto alla guida del mio popolo."
Né Kurogane né Fay dissero altro. Il
volto di Yasha aveva un'espressione serena, forse vagamente severa
– del resto, chi erano loro per porgli domande o fargli
osservazioni? Il suo punto di vista era ormai nettamente diverso dal
loro.
"Andate a prepararvi, adesso. Quella che ci aspetta
sarà l'ennesima notte di battaglia."
I due si alzarono e si congedarono con un piccolo inchino.
Mentre li osservava andare via, Yasha tornò ad
assumere le sue consuete sembianze.
Il suo popolo… certo, come re, era addolorato di
doverli lasciare per sempre. Di averli lasciati per sempre. Ma sapeva
anche di essere felice: ne era valsa la pena, di perdere un occhio per
poter vedere con l'altro l'espressione addolorata e sconvolta sul viso
di Ashura. Ne era valsa la pena, l'essere diventato un fantasma per
poter andare a trovarlo nel suo palazzo.
Sorrise mestamente del suo egoismo. Valeva sempre la pena di
continuare ad ingannare la sua gente, nonostante l'incantesimo della
piuma non operasse a causa della sua volontà, per poter
vedere il re Ashura tutte le notti.
>>> <<<
Una volta arrivati a casa, Kurogane e Fay cominciarono in
fretta a prepararsi. Il palazzo del re era situato nel centro della
città, piuttosto lontano dalla periferia dove vivevano, e
ormai era vicina l'ora del tramonto.
Sulla strada del ritorno, avevano camminato di buon passo e
in silenzio.
Il ninja aveva rinunciato a priori ad indagare sulla
faccenda dell'incontro di Ashura col mago. Qualsiasi cosa fosse
accaduta, sembrava che non lo riguardasse più di tanto. E
provare a far notare allo smilzo che avrebbe anche potuto
raccontarglielo sarebbe stata una perdita di tempo.
Aveva appena finito di sistemare l'armatura quando alcune
strida selvagge provenienti dalla strada interruppero il silenzio che
precedeva il crepuscolo.
Kurogane corse a spalancare la porta, e proprio in quel
momento alle strida si unì l'urlo di una donna.
Gli occhi di Kurogane si ridussero a due strette fessure, di
fronte alla scena: poco lontano, un gruppo di figure grottesche gremiva
la strada lanciando striduli versi di caccia. Erano demoni scimmia, dal
corpo tozzo e magro coperto di pelo argentato, gli arti lunghi e
ossuti, e le code sottili che sferzavano l'aria nervosamente. Avevano
musi simili a quelli di cani rabbiosi, con le fauci irte di denti
aguzzi e schiumanti di bava, gli occhi ardenti di una luce rossa e
malvagia.
Un paio di loro avevano atterrato una ragazza che stava
camminando nei paraggi: la poverina aveva cercato di difendersi
colpendo il mostro con il cesto che teneva in mano, ma un secondo oni
le aveva afferrato il braccio e glielo stava dilaniando, mentre lei si
dimenava chiamando disperatamente aiuto.
Kurogane non vedeva nessun altro per le strade.
Sentì delle grida di soldati, ma erano lontane…
certo non sarebbe rimasto con le mani in mano ad aspettare che
arrivassero.
In un baleno, fu addosso ai due oni che stavano attaccando
la ragazza: la lama della Sohi mozzò di netto la testa del
primo, e fece per avventarsi sul secondo, che subito saltò
indietro, guaendo spaventato, ma osservando il ninja con gli occhi
rossi carichi d'odio.
Quei bastardi erano maledettamente agili –
pensò Kurogane mentre il mostro schivava nuovamente il suo
colpo. Dietro di lui, la donna si era trascinata il più
lontano possibile, nel tentativo di alzarsi, tenendosi il braccio
sanguinante e stringendo i denti per resistere al dolore. Ma un rumore
le fece voltare la testa verso l'alto: da sopra il tetto della casa
contro il cui muro si stava appoggiando, un oni la scrutava con le luci
scarlatte dei suoi occhi malefici. Lo vide prepararsi al salto e si
coprì la testa con le mani, gridando per il terrore,
già pronta a sentire di nuovo quelle zanne aguzze penetrarle
nella carne.
Invece, udì l'eco di un colpo e del ghiaino della
strada che schizzava intorno. Sbirciò da sotto le braccia
incrociate sulla sua testa e vide che un nuovo guerriero era accorso in
suo aiuto: teneva in mano un lungo bastone con il quale doveva aver
colpito l'oni, mandandolo a rotolare lontano.
Il soldato si voltò verso di lei, sorridendole
per rassicurarla. Portava uno spesso nastro di stoffa nera intorno al
collo; se lo tolse e le si chinò accanto per legarlo intorno
al braccio ferito.
Ma il demone si era già rialzato, pronto a
colpire. Il giovane si voltò ad affrontarlo, scuotendo la
testa per scostare i capelli biondi che gli coprivano gli occhi, ed
emettendo uno strano verso che poteva vagamente somigliare ad un
fischiettio.
L'altro guerriero, pur essendo impegnato a menare copi di
spada contro gli altri oni, trovò il tempo per voltarsi e
gridare all'altro, con tono arrabbiato, di smetterla immediatamente con
il suoi insopportabile verso. Il biondo rise, mente atterrava di nuovo
il demone.
Preceduti dal rumore di zoccoli sull'acciottolato delle vie,
un paio di soldati a cavallo arrivarono a dar man forte e smontarono
dai destrieri per affrontare gli oni. Ma dopo solo qualche colpo,
l'intero gruppo di mostri decise di battere in ritirata.
"Tsk, non penseranno mica di scappare via così!"
esclamò Kurogane. Si guardò intorno, e
afferrò le briglie del primo cavallo che trovò.
Vi montò con un salto e lo spronò al galoppo,
ignorando le proteste del proprietario dell'animale.
L'altro soldato fece per salire in sella al suo, ma Fay fu
più veloce.
"Mi dispiace! – disse con un sorriso di scusa
rivolto al collega – Prendete pure i nostri!” e
detto questo, si affrettò a seguire Kurogane.
I soldati appiedati imprecarono, mentre osservavano sparire
i due al galoppo.
Grazie per aver letto fin qui!
Come già detto, i prossimi capitoli sono già
scritti e betati, il tempo di risistemarli e saranno pubblicati!
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