gyutyuty
-Il ritorno e la fine di un vecchio incubo
Sono
passati 3 giorni da quando Chopper mi ha trattenuto in infermeria.
Sono
fasciata sul ventre, sul braccio sinistro e sulla spalla destra.
Ricordo quel
che è successo come se stesse accadendo adesso:
Ero nello studio a scrivere
il mio diario, quando una voce da dietro mi interrompe.
< Che carina,
scrive il suo diario > la sua voce e tanto familiare quanto
terrificante.
< C-chi sei? > chiedo io, guardando dietro di me, in
direzione della porta, verso un omone col mantello.
< Che maleducazione
non riconoscere i vecchi amici >
L'omone si avvicinava sempre di più,
mentre io allontanandomi, cercavo, senza farmi vedere, il cassetto con la
pistola.
< La cartografa che non riconosce il suo capitano > si
avvicina sempre di più mentre si toglie il mantello.
< A-Arlong? >
< Non immagini quanto tempo ho passato, quanto a lungo ho viaggiato per
trovare un qualunque cartografo abile e capace come te > ormai era
vicinissimo e io non riuscivo a trovare il cassetto.
< Tu non sei il mio
capitano >
< Entra di nuovo nella mia ciurma, avrai tutto, bei vestiti,
gioielli e in cambio dovrai disegnare le cartine per me, come i bei vecchi tempi
> ci ero vicino, avevo trovato il cassetto.
< Mai! > avevo già la
pistola in mano.
< Tu non decidi niente senza di me > la sua voce si
era fatta aggressiva e i suoi occhi erano cambiati: erano gli stessi di quel
giorno a Coco Village.
Prima che si avvicinasse di un altro passo gli avevo
puntato contro la pistola.
< Che cosa credi di fare con quella misera
pistoletta? >
Tremavo, non sapevo che fare e avevo paura. In pochi secondi
successe il finimondo:
con un solo gesto mi tolse l pistola dalla mano e
disse < In questo caso dovrò usare le maniere forti >
Mi stava quasi
balzando addosso e io urlai con tutte le mie forze.
Cercavo di scappare, di
uscire dallo studio, ma Arlong mi sbarrava la strada.
Poi di nuovo si preparò
per infilzarmi con il naso.
Approfittai di quel momento per fuggire e uscire
dalla stanza. Lui nel frattempo mi seguiva, distruggendo tutto quello che gli
capitava davanti.
Era più veloce di me e la paura che potesse raggiungermi
era talmente tanta che era era proprio questa a farmi correre più
veloce.
Raggiunto quasi il ponte vidi Usopp e Chopper giocare.
< Andate
a cercare gli altri, presto! > urlai io.
In un primo momento non capirono,
ma quando videro Arlong, iniziarono a correre fuori dalla nave.
Era
riuscito a raggiungermi < Non credere di potermi scappare >. Detto questo
mi scaraventò contro il parapetto del secondo piano del ponte e delle scale,
facendomi cadere con forza sul ponte erboso.
Ero dolorante, ma mi preoccupavo
solo del bambino. Non avevo il Perfect Clima con me, ma, in ogni caso, non avrei
potuto fare niente: era troppo forte per me.
< Entra di nuovo nella mia
ciurma >
< Mai! >
In un istante fece una cosa che non gli avevo
mai visto fare: si stacco i denti con la forza e li lanciò contro di me.
Per
un soffio li evitai. Da qui in poi iniziai a sentirmi male.
Le uniche cose
che ricordo sono Sanji che lottava per difendermi, una dentiera di Arlong che mi
mordeva con forza al ventre e il dolore lancinante che mi aveva provocato, io
che che sentivo scaraventare indietro, il parapetto del ponte erboso rompersi
contro la mia schiena.
So per certo che persi i sensi prima di entrare in
acqua.
In base ai vari racconti, Chopper e Usopp sono riusciti a trovare
Rufy e gli altri, mentre Sanji lottava contro Arlong.
Una volta arrivati Rufy
è riuscito a sconfiggerlo per la seconda volta e Sanji è riuscito a riportarmi
sulla nave prima che affogassi.
Ora siamo di nuovo in
partenza.
Ieri, quando mi sono svegliata, Chopper mi ha detto che ho
perso il bambino. Io lo sospettavo già. Il morso di Arlong era profondo e non mi
interessava quanto dolore avevo provato, mi preoccupavo solo del bambino.
E
poi durante quello scontro era inevitabile che non riuscisse a
sopravvivere.
Subito dopo l'ho mandato a chiamare Sanji: finalmente sono
riuscita a dirglielo.
Inizialmente non ci credeva, era senza parole.
<
Mi dispiace > disse abbracciandomi. Da quell'abbraccio capii che non voleva
mollarmi.
Nel frattempo io piangevo come una bambina a cui era stato tolto
il suo giocattolo preferito < Mi dispiace tanto > ripeteva mentre mi
accarezzava i capelli.
Prima dell'incontro con quel mostro ero finalmente
arrivata ad accettare il fatto di essere incinta. Quasi mi ero affezionata al
bimbo che portavo in grembo.
Vedevo già un piccola me, bionda, con un
talento innato nel cucinare o un piccolo Sanji, dai capelli arancioni, disegnare
cartine di varie isole.
Forse è meglio così. Almeno non sarà esposto ad
altri pericoli sempre maggiori.
L'importante, per ora, è che l'incubo di
Arlong è davvero finito.
Fine
Grazie per aver letto la mia ff, spero vi sia piaciuta.
Inoltre voglio ringraziare la mia compagna di classe per aver corretto
i miei orrori grammaticali, aver letto tutta la storia e scritto le
recensioni a ogni (quasi ) capitolo.
*_*' mi spiace compagna di classe....
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