Alla resa dei conti
1-Omicidio al
Ministero
La prima
cosa che Draco Malfoy vide quando si svegliò fu un enorme
naso adunco e verdognolo che, minacciosamente, si avvicinava verso di
lui.
Il biondo
sobbalzò e freneticamente andò in cerca della sua
bacchetta, con la mano che tastava ovunque e, non trovandola, si
alzò di scatto a mezzo busto.
-Ah! –
esclamò percependo una fitta alle scapole.
- No, no,
signore deve stare a letto … deve riposarsi! –
disse un elfo domestico agitando una pinza e un pezzo di cotone
idrofilo.
Un
elfo domestico?
Questo si
avvicinò nuovamente e, con cautela, riprese a medicargli la
ferita sopra l’occhio sinistro.
Nel
frattempo la mente di Draco scorreva veloce sugli ultimi eventi, per
arrivare al tassello mancante di quella situazione. Si
guardò attorno: era in un sontuoso letto dalle fresche
lenzuola bianche. In verità il mobilio della stanza era
povero; ciò comunque non toglieva nulla al lusso della
camera. Non avendo idea di come si fosse potuto ritrovare
là, ruggì – Dove sono?!
L’elfo
si ritrasse spaventato e scese dal letto per fare un profondo inchino.
– É a casa del mio padrone, signore.
- Ho capito,
ma chi è il tuo padrone?
L’elfo
indietreggiò – Malvin ha
ricevuto l’ordine di non dirlo, signore, Malvin ha promesso
di chiamare il padrone non appena si fosse svegliato, signore.
Draco,
tornatosi a sdraiare, aggrottò le sopracciglia. Bene, e ora?
- Mandalo a
chiamare.
E con un
ultimo inchino l’elfo se ne andò.
Nel
frattempo l’uomo si guardò. L’avevano
fasciato e bendato ovunque, ed era in pratica solo con un paio di
pantaloni blu scuro dal taglio classico ed elegante.
- A meno che
tu non sia il gemello segreto o il clone di Draco Malfoy, mi devi un
bel po’ di spiegazioni, amico.
Un uomo
spalancò la porta della stanza e con il suo incedere
elegante, anche se affrettato, si mise di fronte al biondo.
Blaise?
- Blaise!
– esclamò Draco incredulo ma anche felice di
vederlo. Tuttavia non si accorse dell’umore
dell’amico.
Gli occhi
blu cobalto di Zabini si strinsero rabbiosi e con un colpo di bacchetta
chiuse e insonorizzò la stanza.
- BASTARDO
FIGLIO DI PUTTANA, SI PUÒ SAPERE DOVE CAZZO SEI STATO IN
QUESTI SETTE ANNI?!?
Blaise lo
prese per il braccio, scuotendolo più che poté e
fregandosene altamente delle sue ferite.
Sette anni
erano passati, sette!, credendolo un mucchio di ossa sottoterra,
piangendo sulla sua fottutissima lapide di marmo bianco.
Aveva
rovinato la vita di molti, a cominciare da quella dei suoi genitori per
finire con quella della sua vecchia ragazza.
E con che
coraggio ora si presentava là, praticamente dissanguato?!?
Aveva
ingannato tutti per sette lunghi, lunghissimi anni.
Draco non
era stato cosciente per quattro giorni, giorni in cui il moro si era
preso cura di lui mandando al diavolo il suo lavoro, la sua vita,
TUTTO!, ossessionato da un morto vivente, letteralmente.
Lo aveva
nascosto in una stanza nel sotterraneo, gli aveva messo a disposizione
un elfo che era stato sottoposto al silenzio e aveva praticamente
vietato l’accesso a chiunque nella sua casa.
Blaise lo
fisso ancora un momento, fuori di sé; infine lo
scaraventò nel letto in malo modo infischiandosene dei
gemiti di dolore e si era voltato, per nascondergli le lacrime che
ormai prepotenti erano
uscite.
Draco dal
canto suo non lo aveva mai visto così sconvolto. Aveva lo
sguardo di un pazzo, con le occhiaie profondamente segnate e le mani
strette a pugno.
- Blaise
– chiamò calmo.
- Blaise
– riprese dopo un attimo di silenzio.
Ma non
ottenendo alcuna risposta neanche allora, sospirò e
iniziò il suo monologo – Ho dovuto andarmene. Non
potevo più restare. Malgrado tutto quello che avevo cercato
di fare mi ero immischiato in una cosa molto più grande di
me … cazzo, ma mi vuoi ascoltare?! – disse vedendo
il moro che si allontanava.
- E
perché dovrei ascoltarti, eh?! Te ne sei mai fregato di come
stavano i tuoi cari alla tua scomparsa?!
-
È PROPRIO PER LORO CHE L’HO FATTO!!! –
gridò infine Draco facendo voltare Zabini – ho
dovuto… - si interruppe, e passandosi una mano tra i non
troppo corti capelli, reprimendo appena un ahi, riprese
– Blaise, Voldemort è stato sconfitto –
disse ignorando le lacrime dell’amico.
- Quindi?
- Quindi
qualcuno molto più potente di lui ha preso il suo posto.
Aspettò
una qualunque reazione da parte del suo amico, ma non vedendone
arrivare continuò – sta racimolando seguaci in
tutto il mondo. Appena sarà in forze sufficienti,
prenderà il controllo su tutto. E sta sicuro che questo
è più potente e pericoloso del vecchio Signore
Oscuro.
Zabinì
continuò a guardarlo, e dopo qualche momento
cominciò a sogghignare, fino a scoppiare in una risata
isterica.
- Quindi
vuoi dirmi che TU saresti stato in una qualche missione contro i
Mangiamorte?! – fece tra i singulti. –
Cos’è, Draco, ti sei sostituito allo Sfregiato per
caso?!
Draco storse
la bocca per il confronto per nulla piacevole con Potter. –
Quando hai finito …
Blaise
tacque improvvisamente, e Materializzò una poltrona sulla
quale si sedette. – Ho bisogno di qualcosa di forte.
Il biondo
ghignò, rilassandosi. Non si era neanche accorto di aver
avuto fino ad allora i muscoli contratti. – Be’,
anch’io per la verità.
-
Scordatelo. Sono ancora incazzato con te. Ora raccontami tutto quello
che ti è successo. E non tralasciare nulla per piacere.
E Draco
cominciò a narrare la sua storia, sentendosi per la prima
volta davvero a casa.
-
Mezzosangue, sei bellissima.
Con
le guance accaldate, Hermione sorrise sulle labbra di Draco mentre lui
le abbassava le bretelle della camicia da notte.
Le
scostò un ricciolo ribelle dal viso, e riprese a
baciarla in ogni lembo di pelle scoperta.
La
mano di lui le accarezzò la coscia per poi poggiarla sul suo
fianco, e stringerla contro di sé, possessivo.
Lei
piegò all’indietro la testa per potergli
permettere di baciarle il collo.
-
Mezzosangue …
Hermione si
svegliò di soprassalto, e ci volle qualche istante per
capire che aveva il viso inondato di lacrime. Si alzò e
poggiò la schiena contro la testiera del suo letto.
Era da tanto
che non sognava Draco, il suo subconscio ormai si rifiutava di pensare
a lui.
Guardò
verso la finestra, e dalla debole luce che filtrava la riccia
capì che erano circa le sette.
Diede
un’occhiata al letto accanto, e vide Nathaniel profondamente
addormentato.
Sorrise
triste, quindi asciugandosi le lacrime si alzò
definitivamente con una senso di oppressione al petto.
Draco.
Era morto da
molto tempo, e sapeva che era inutile struggersi per questo. Ma era
più forte di lei. Pensava all’uomo che sarebbe
potuto diventare, alla sua vita che doveva ancora affrontare
così tanto …
Una lacrima
sfuggì alle sue ciglia, ed Hermione asciugò anche
quella.
Basta!
Doveva sorridere! Nath si sarebbe svegliato a breve, e non voleva
turbarlo.
Senza
contare la predica di Norma se avesse visto anche solo i suoi occhi
arrossati.
Al pensiero
di Norma, la sua coinquilina da più di cinque anni, sorrise.
Dopo
Hogwarts andò a vivere con Ginevra Weasley in un piccolo(si
fa per dire) appartamento a due passi da Londra. Ma poi la signorina
Weasley divenne Signora Potter, lasciandola sola in
un’abitazione troppo grande (e costosa) per lei.
Così
mise un annuncio sulla disponibilità di un appartamento da
dividere, e quando pochi giorni dopo alla sua porta si
presentò certa Norma Dickens, rimase a bocca aperta.
Era, ed
è, una ragazza americana dalla esile figura con un paio di
shorts e una maglietta che sicuramente aveva visto giorni migliori. Il
cappello con la visiera di lato sopra i lunghi ondulati capelli castani
contribuiva a darle un’aria arrogante e sicura di
sé, sebbene un po’ infantile.
Ma la cosa
che inquietò Hermione furono i bagagli bell’e
fatti dietro di lei.
-
Sono venuta per l’appartamento. Piacere Norma Dickens, tu
dovresti essere Hermione Granger giusto? Dunque … potresti
darmi un aiuto a salire i bagagli?
-
Ma … ma … - fece la riccia
sbalordita – ma
non sa che tipo di alloggio è, non sa le spese …
- Oh,
non fa niente. Sono pronta a sborsare qualunque cifra – disse
annoiata.
Ed Hermione
la lasciò entrare, interdetta.
-
Ehilà, perché sorridi?
Norma,
quella del presente, fece irruzione in cucina mentre la riccia si
preparava la colazione. Al suo seguito un piccolo rosso assonnato.
- Toh,
guarda che ora non posso neanche sorridere … Buongiorno
Nath! Dormito bene? – chiese sorridente stampando un grosso
bacione sulla fronte del Weasley.
- Si
– sbadigliò – Ma che ore sono?
- Sono solo
le sette e mezza tesoro – rispose Norma versandosi un
po’ di latte in una tazza - non credo che tuo padre arrivi
prima delle otto e mezza.
Ma neanche
finì di parlare che udirono un sonoro crac
proveniente dall’ingresso.
- Hermione!!
Ron Weasley,
il suddetto papà, corse in cucina e, scansando Norma, si
diresse dalla riccia dando una pacca al figlio.
- Ron che
succede? – disse un po’ preoccupata.
- Ehi tu!
Razza di zoticone! Ma come ti permetti di piombare a casa nostra a
quest’ora? – gli urlò quasi
l’altra.
-
È importante – disse il rosso serio –
guardate qui.
E
mostrò alle due la prima pagina de la
Gazzetta del Profeta che teneva
sottobraccio.
Heichins
ucciso: è guerra?
Trovato
ieri notte il corpo del Primo Ministro nel suo ufficio. Il Capo degli
Auror:“non saltiamo a conclusioni affrettate”.
- Ah
– disse Norma buttando il latte dal cartone a terra.
– Oh cazzo.
- Norma! Il
bambino … – esclamò flebilmente la
riccia.
- Scusa
piccolo – sussurrò.
Dopo un
attimo di silenzio Ron parlò – Nath, preparati che
andiamo dalla zia Ginny.
Il bambino
saggiamente ubbidì subito al padre, avvertendo la brutta
aria che tirava.
- Che
facciamo? – chiese Hermione una volta che fu sicura di essere
fuori portata d’orecchie del bambino.
Ron non
rispose subito, e, dopo un pesante silenzio rotto solo dal rumore del
cucchiaio dell’americana, rispose – La cosa strana
è che ancora ufficialmente non lo so. Nessuno mi ha
avvertito, essendo un capo di una squadra d’Auror addetti a
Mangiamorte.
- Pensi che
siano stati i Mangiamorte? - chiese la riccia tastando il terreno.
- Herm, chi
diavolo pensi che siano stati? Hai notato ultimamente la fissa di
Heickins per questa causa?
Lei,
ricordando l’episodio della settimana prima, annuì.
- Come
l’hai saputo? – chiese l’altra.
- Harry mi
ha raccontato via camino.
-
D’accordo, andiamo al Ministero – decise Hermione,
e Ron annuì. Dopo qualche minuto arrivò anche suo
figlio e si Smaterializzarono a casa dei Potter, lasciando una Norma
assai turbata.
Infine
Hermione e Ron andarono al Ministero che, nonostante l’ora,
era già in pieno fermento.
Un attimo
prima erano stati da Ginny, vistosamente preoccupata, la quale aveva
promesso loro di occuparsi di Nath insieme alla piccola Lily Potter,
coetanei.
Si diressero
verso l’edificio, ma prima che potessero entrare, furono
fermati dal generale degli Auror McCullen.
Era un
omaccione grosso e alto, senza capelli e con un paio di baffi marroni
giganti (cosa che gli provocava non poche prese in giro).
- Weasley!
Come diavolo ha … voglio dire che diamine ci fai qui!?
– chiese, i terribili baffoni che tremavano.
Ron lo
guardò come si guarda uno scarafaggio schiacciato
– Fino a prova contraria sono un Auror anch’io. Ora
con permesso – disse scavalcandolo prendendo
Hermione per la mano.
All’ingresso
vide alcuni del suo gruppo, nonché Anthony Goldstein e Harry
Potter.
- Ehi
– disse il rosso ai due a mo’ di saluto –
avete visto McCullen?
- Che pezzo
di merda – disse invece Harry – Oh ciao Hermione
– la salutò rivolgendole l’ombra di un
sorriso.
- Ciao
Harry, Anthony – salutò con lo sguardo diretto
verso un mucchio di giornalisti.
- McCullen
ha affidato il caso alla squadra di Lewis, quegli incapaci! –
ruggì quasi Goldstein.
- E non ci
vuole tra i piedi … capisci? Non possiamo neanche dare
un’occhiata – Harry fremeva di rabbia.
-
L’avevo immaginato. Ci vogliono nascondere qualcosa.
– replicò il rosso.
- E
così non vi vogliono neanche fare avvicinare eh? –
disse Hermione con un ghigno sulle labbra.
Gli altri
tre la guardarono preoccupati, poi lei disse – e i
giornalisti? Ce l’hanno il permesso?
- Ovviamente
no. Al massimo un’intervista a qualcuno, niente di
più.
- Perfetto -
mormorò la riccia – voi tenetemi il vostro
generale più lontano che potete dal suo ufficio.
- Herm che
vuoi fare? – chiese Anthony scioccato.
Ed Hermione
si diresse a passo sicuro verso i giornalisti, con un enorme sorriso
sulle labbra.
Impossibile
dire di no a una proposta della Granger, pensò Rita Sketeer
inacidita.
Maledetta
quel giorno che s’era fatta scoprire animagus!!
- Salve
– disse suadente la giornalista ai due Auror di controllo
all’entrata del piano dove vi era l’ufficio
dell’ ex-Ministro.
Gli Auror la
guardarono diffidente, come guardarono altrettanto diffidente la
ragazza dal corto caschetto biondo che teneva la macchina fotografica.
Sembrava stranamente familiare.
Rita li
puntò al petto con l’unghia laccata di rosso
– Possiamo farvi un’intervista, ragazzi?
Quelli,
sorpresi chiesero – a noi?
- Ma
è ovvio! Dunque, io sono Rita Sketeer, ma avrete sentito
già parlare di me, vero? – e quelli annuirono
- e i vostri nomi ? – chiese ammiccante.
I ragazzi,
perché di novellini si trattava, presi dalla gloria del
momento si lasciarono distrarre, e Hermione cercò di sondare
la loro mente con il Legilimens.
Ma furono i
due così sciocchi da non accorgersene nemmeno.
- Dunque, le
eventuali prove trovate accanto al cadavere… sapete dove
sono?
- Queste
sono domande a cui non possiamo rispondere, signora Sketeer –
rispose uno dei due.
Ma la riccia
comunque vide l’immagine dell’ufficio del capo
degli Auror nella mente dei due giovani.
- oh,
be’… immagino – Rita sorrise quando
silenziosamente Hermione, ufficialmente la bionda Jane assistente di
Rita, li Confuse.
- Io non ho
un’assistente! – disse quest’ultima
all’improvviso capendo dalla faccia dei due
l’incantesimo dell’altra strega – sono
venuta sola no?
I due
Confusi annuirono stupidamente – Ma certo che era sola, vero
Jack? –
-
Già.
E mentre si
tastavano la testa, Rita vide con la coda dell’occhio
quell’arpia della Granger correre silenziosamente per il
corridoio buio.
-
Dunque… -
Hermione in
quel momento si trovava nell’ufficio di McCullen, cercando
freneticamente dappertutto, nella scrivania, libreria e
quant’altro. Provò ad aprire il secondo cassetto a
destra della scrivania, ma lo trovò bloccato. Con un
incantesimo non verbale lo aprì, e sorrise tra sé.
Trovò
in primis tutte vecchie scartoffie, dai documenti di vecchie missioni a
relazioni e schemi vari.
Dopo un paio
di minuti buoni, rinunciò a cercare, se non che il nome Heichins le saltò
all’occhio, scritto in piccolo nell’angolo sinistro
in basso di una busta di carta nuova.
La riccia
cercò di aprirla, ma si accorse che la busta era sotto
incantesimo, perché non ci riuscì.
Quindi,
stando attenta ai possibili rumori provenienti da fuori,
cercò di farne una copia magica.
Evidentemente
l’incantesimo era più forte di quanto potesse
pensare, quindi provò con la magia oscura.
Pronunciò
una formula a bassa voce che le permise di interrompere momentaneamente
l’incantesimo della busta e contemporaneamente di farne una
copia.
Bingo!
Aprì
la busta copiata e lesse rapidamente il contenuto. Documenti formali,
ufficiali… e…
Una
lettera dal nuovo Signore Oscuro.
Eccomi
qui, con il primo vero capitolo di questa fanfic. Prometto che ce la
metterò tutta per aggiornare il più velocemente
possibile ^^
Ringrazio
Tanny e giuliabaron per le loro recensioni e tutti coloro che hanno
messo la mia fanfic tra le preferite. Con la speranza che vi piaccia
questo new chap, vi saluto, un bacio!
canfly
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