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Autore: canfly    04/01/2009    3 recensioni
Voldemort è stato sconfitto da Harry Potter, ma un nuovo misterioso personaggio sembra prendere il posto del mago oscuro più potente di tutti i tempi. E quando Draco Malfoy riappare improvvisamente in fin di vita dopo anni dalla sua ufficiale morte, tutto sembra precipitare.
Genere: Romantico, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Il trio protagonista | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Alla resa dei conti

1-Omicidio al Ministero



La prima cosa che Draco Malfoy vide quando si svegliò fu un enorme naso adunco e verdognolo che, minacciosamente, si avvicinava verso di lui.

Il biondo sobbalzò e freneticamente andò in cerca della sua bacchetta, con la mano che tastava ovunque e, non trovandola, si alzò di scatto a mezzo busto.
-Ah! – esclamò percependo una fitta alle scapole.

- No, no, signore deve stare a letto … deve riposarsi! – disse un elfo domestico agitando una pinza e un pezzo di cotone idrofilo.

Un elfo domestico?

Questo si avvicinò nuovamente e, con cautela, riprese a medicargli la ferita sopra l’occhio sinistro.

Nel frattempo la mente di Draco scorreva veloce sugli ultimi eventi, per arrivare al tassello mancante di quella situazione. Si guardò attorno: era in un sontuoso letto dalle fresche lenzuola bianche. In verità il mobilio della stanza era povero; ciò comunque non toglieva nulla al lusso della camera. Non avendo idea di come si fosse potuto ritrovare là, ruggì – Dove sono?!

L’elfo si ritrasse spaventato e scese dal letto per fare un profondo inchino. – É a casa del mio padrone, signore.

- Ho capito, ma chi è il tuo padrone?

L’elfo indietreggiò –  Malvin  ha ricevuto l’ordine di non dirlo, signore, Malvin ha promesso di chiamare il padrone non appena si fosse svegliato, signore.

Draco, tornatosi a sdraiare, aggrottò le sopracciglia. Bene, e ora?

- Mandalo a chiamare.

E con un ultimo inchino l’elfo se ne andò.

Nel frattempo l’uomo si guardò. L’avevano fasciato e bendato ovunque, ed era in pratica solo con un paio di pantaloni blu scuro dal taglio classico ed elegante.

- A meno che tu non sia il gemello segreto o il clone di Draco Malfoy, mi devi un bel po’ di spiegazioni, amico.

Un uomo spalancò la porta della stanza e con il suo incedere elegante, anche se affrettato, si mise di fronte al biondo.

 Blaise?

- Blaise! – esclamò Draco incredulo ma anche felice di vederlo. Tuttavia non si accorse dell’umore dell’amico.

Gli occhi blu cobalto di Zabini si strinsero rabbiosi e con un colpo di bacchetta chiuse e insonorizzò la stanza.

- BASTARDO FIGLIO DI PUTTANA, SI PUÒ SAPERE DOVE CAZZO SEI STATO IN QUESTI SETTE ANNI?!?

Blaise lo prese per il braccio, scuotendolo più che poté e fregandosene altamente delle sue ferite.

Sette anni erano passati, sette!, credendolo un mucchio di ossa sottoterra, piangendo sulla sua fottutissima lapide di marmo bianco.

Aveva rovinato la vita di molti, a cominciare da quella dei suoi genitori per finire con quella della sua vecchia ragazza.

E con che coraggio ora si presentava là, praticamente dissanguato?!?

Aveva ingannato tutti per sette lunghi, lunghissimi anni.

Draco non era stato cosciente per quattro giorni, giorni in cui il moro si era preso cura di lui mandando al diavolo il suo lavoro, la sua vita, TUTTO!, ossessionato da un morto vivente, letteralmente.

Lo aveva nascosto in una stanza nel sotterraneo, gli aveva messo a disposizione un elfo che era stato sottoposto al silenzio e aveva praticamente vietato l’accesso a chiunque nella sua casa.

Blaise lo fisso ancora un momento, fuori di sé; infine lo scaraventò nel letto in malo modo infischiandosene dei gemiti di dolore e si era voltato, per nascondergli le lacrime che ormai prepotenti erano
 uscite.
Draco dal canto suo non lo aveva mai visto così sconvolto. Aveva lo sguardo di un pazzo, con le occhiaie profondamente segnate e le mani strette a pugno.

- Blaise – chiamò calmo.

- Blaise – riprese dopo un attimo di silenzio.

Ma non ottenendo alcuna risposta neanche allora, sospirò e iniziò il suo monologo – Ho dovuto andarmene. Non potevo più restare. Malgrado tutto quello che avevo cercato di fare mi ero immischiato in una cosa molto più grande di me … cazzo, ma mi vuoi ascoltare?! – disse vedendo il moro che si allontanava.

- E perché dovrei ascoltarti, eh?! Te ne sei mai fregato di come stavano i tuoi cari alla tua scomparsa?!

- È PROPRIO PER LORO CHE L’HO FATTO!!! – gridò infine Draco facendo voltare Zabini – ho dovuto… - si interruppe, e passandosi una mano tra i non troppo corti capelli, reprimendo appena un ahi, riprese – Blaise, Voldemort è stato sconfitto – disse ignorando le lacrime dell’amico.

- Quindi?

- Quindi qualcuno molto più potente di lui ha preso il suo posto.

Aspettò una qualunque reazione da parte del suo amico, ma non vedendone arrivare continuò – sta racimolando seguaci in tutto il mondo. Appena sarà in forze sufficienti, prenderà il controllo su tutto. E sta sicuro che questo è più potente e pericoloso del vecchio Signore Oscuro.

Zabinì continuò a guardarlo, e dopo qualche momento cominciò a sogghignare, fino a scoppiare in una risata isterica.

- Quindi vuoi dirmi che TU saresti stato in una qualche missione contro i Mangiamorte?! – fece tra i singulti. – Cos’è, Draco, ti sei sostituito allo Sfregiato per caso?!

Draco storse la bocca per il confronto per nulla piacevole con Potter. – Quando hai finito …

Blaise tacque improvvisamente, e Materializzò una poltrona sulla quale si sedette. – Ho bisogno di qualcosa di forte.

Il biondo ghignò, rilassandosi. Non si era neanche accorto di aver avuto fino ad allora i muscoli contratti. – Be’, anch’io per la verità.

- Scordatelo. Sono ancora incazzato con te. Ora raccontami tutto quello che ti è successo. E non tralasciare nulla per piacere.

E Draco cominciò a narrare la sua storia, sentendosi per la prima volta davvero a casa.






- Mezzosangue, sei bellissima.

Con le guance accaldate, Hermione sorrise sulle labbra di Draco mentre lui le abbassava le bretelle della camicia da notte.

Le scostò un ricciolo ribelle dal viso, e riprese  a baciarla in ogni lembo di pelle scoperta.

La mano di lui le accarezzò la coscia per poi poggiarla sul suo fianco, e stringerla contro di sé, possessivo.

Lei piegò all’indietro la testa per potergli permettere di baciarle il collo.

- Mezzosangue …


Hermione si svegliò di soprassalto, e ci volle qualche istante per capire che aveva il viso inondato di lacrime. Si alzò e poggiò la schiena contro la testiera del suo letto.

Era da tanto che non sognava Draco, il suo subconscio ormai si rifiutava di pensare a lui.

Guardò verso la finestra, e dalla debole luce che filtrava la riccia capì che erano circa le sette.

Diede un’occhiata al letto accanto, e vide Nathaniel profondamente addormentato.

Sorrise triste, quindi asciugandosi le lacrime si alzò definitivamente con una senso di oppressione al petto.

Draco.

Era morto da molto tempo, e sapeva che era inutile struggersi per questo. Ma era più forte di lei. Pensava all’uomo che sarebbe potuto diventare, alla sua vita che doveva ancora affrontare così tanto …

Una lacrima sfuggì alle sue ciglia, ed Hermione asciugò anche quella.

Basta! Doveva sorridere! Nath si sarebbe svegliato a breve, e non voleva turbarlo.

Senza contare la predica di Norma se avesse visto anche solo i suoi occhi arrossati.

Al pensiero di Norma, la sua coinquilina da più di cinque anni, sorrise.

Dopo Hogwarts andò a vivere con Ginevra Weasley in un piccolo(si fa per dire) appartamento a due passi da Londra. Ma poi la signorina Weasley divenne Signora Potter, lasciandola sola in un’abitazione troppo grande (e costosa) per lei.

Così mise un annuncio sulla disponibilità di un appartamento da dividere, e quando pochi giorni dopo alla sua porta si presentò certa Norma Dickens, rimase a bocca aperta.

Era, ed è, una ragazza americana dalla esile figura con un paio di shorts e una maglietta che sicuramente aveva visto giorni migliori. Il cappello con la visiera di lato sopra i lunghi ondulati capelli castani contribuiva a darle un’aria arrogante e sicura di sé, sebbene un po’ infantile.

Ma la cosa che inquietò Hermione furono i bagagli bell’e fatti dietro di lei.

- Sono venuta per l’appartamento. Piacere Norma Dickens, tu dovresti essere Hermione Granger giusto? Dunque … potresti darmi un aiuto a salire i bagagli?

- Ma … ma … - fece la riccia sbalordita – ma non sa che tipo di alloggio è, non sa le spese …

- Oh, non fa niente. Sono pronta a sborsare qualunque cifra – disse annoiata.

Ed Hermione la lasciò entrare, interdetta.

- Ehilà, perché sorridi?

Norma, quella del presente, fece irruzione in cucina mentre la riccia si preparava la colazione. Al suo seguito un piccolo rosso assonnato.

- Toh, guarda che ora non posso neanche sorridere … Buongiorno Nath! Dormito bene? – chiese sorridente stampando un grosso bacione sulla fronte del Weasley.

- Si – sbadigliò – Ma che ore sono?

- Sono solo le sette e mezza tesoro – rispose Norma versandosi un po’ di latte in una tazza - non credo che tuo padre arrivi prima delle otto e mezza.

Ma neanche finì di parlare che udirono un sonoro crac  proveniente dall’ingresso.

- Hermione!!

Ron Weasley, il suddetto papà, corse in cucina e, scansando Norma, si diresse dalla riccia dando una pacca al figlio.

- Ron che succede? – disse un po’ preoccupata.

- Ehi tu! Razza di zoticone! Ma come ti permetti di piombare a casa nostra a quest’ora? – gli urlò quasi l’altra.

- È importante – disse il rosso serio – guardate qui.

E mostrò alle due la prima pagina de la Gazzetta del Profeta che teneva sottobraccio.



Heichins ucciso: è guerra?

Trovato ieri notte il corpo del Primo Ministro nel suo ufficio. Il Capo degli Auror:“non saltiamo a conclusioni affrettate”.


- Ah – disse Norma buttando il latte dal cartone a terra. – Oh cazzo.

- Norma! Il bambino … – esclamò flebilmente la riccia.

- Scusa piccolo – sussurrò.

Dopo un attimo di silenzio Ron parlò – Nath, preparati che andiamo dalla zia Ginny.

Il bambino saggiamente ubbidì subito al padre, avvertendo la brutta aria che tirava.

- Che facciamo? – chiese Hermione una volta che fu sicura di essere fuori portata d’orecchie del bambino.

Ron non rispose subito, e, dopo un pesante silenzio rotto solo dal rumore del cucchiaio dell’americana, rispose – La cosa strana è che ancora ufficialmente non lo so. Nessuno mi ha avvertito, essendo un capo di una squadra d’Auror addetti a Mangiamorte.

- Pensi che siano stati i Mangiamorte? - chiese la riccia tastando il terreno.

- Herm, chi diavolo pensi che siano stati? Hai notato ultimamente la fissa di Heickins per questa causa?

Lei, ricordando l’episodio della settimana prima, annuì.

- Come l’hai saputo? – chiese l’altra.

- Harry mi ha raccontato via camino.

- D’accordo, andiamo al Ministero – decise Hermione, e Ron annuì. Dopo qualche minuto arrivò anche suo figlio e si Smaterializzarono a casa dei Potter, lasciando una Norma assai turbata.


Infine Hermione e Ron andarono al Ministero che, nonostante l’ora, era già in pieno fermento.

Un attimo prima erano stati da Ginny, vistosamente preoccupata, la quale aveva promesso loro di occuparsi di Nath insieme alla piccola Lily Potter, coetanei.

Si diressero verso l’edificio, ma prima che potessero entrare, furono fermati dal generale degli Auror McCullen.

Era un omaccione grosso e alto, senza capelli e con un paio di baffi marroni giganti (cosa che gli provocava non poche prese in giro).

- Weasley! Come diavolo ha … voglio dire che diamine ci fai qui!? – chiese, i terribili baffoni che tremavano.

Ron lo guardò come si guarda uno scarafaggio schiacciato – Fino a prova contraria sono un Auror anch’io. Ora con permesso – disse scavalcandolo  prendendo Hermione per la mano.

All’ingresso vide alcuni del suo gruppo, nonché Anthony Goldstein e Harry Potter.

- Ehi – disse il rosso ai due a mo’ di saluto – avete visto McCullen?

- Che pezzo di merda – disse invece Harry – Oh ciao Hermione – la salutò rivolgendole l’ombra di un sorriso.

- Ciao Harry, Anthony – salutò con lo sguardo diretto verso un mucchio di giornalisti.

- McCullen ha affidato il caso alla squadra di Lewis, quegli incapaci! – ruggì quasi Goldstein.

- E non ci vuole tra i piedi … capisci? Non possiamo neanche dare un’occhiata – Harry fremeva di rabbia.

- L’avevo immaginato. Ci vogliono nascondere qualcosa. – replicò il rosso.

- E così non vi vogliono neanche fare avvicinare eh? – disse Hermione con un ghigno sulle labbra.

Gli altri tre la guardarono preoccupati, poi lei disse – e i giornalisti? Ce l’hanno il permesso?

- Ovviamente no. Al massimo un’intervista a qualcuno, niente di più.

- Perfetto - mormorò la riccia – voi tenetemi il vostro generale più lontano che potete dal suo ufficio.

- Herm che vuoi fare? – chiese Anthony scioccato.

Ed Hermione si diresse a passo sicuro verso i giornalisti, con un enorme sorriso sulle labbra.



Impossibile dire di no a una proposta della Granger, pensò Rita Sketeer inacidita.

Maledetta quel giorno che s’era fatta scoprire animagus!!

- Salve – disse suadente la giornalista ai due Auror di controllo all’entrata del piano dove vi era l’ufficio dell’ ex-Ministro.

Gli Auror la guardarono diffidente, come guardarono altrettanto diffidente la ragazza dal corto caschetto biondo che teneva la macchina fotografica. Sembrava stranamente familiare.

Rita li puntò al petto con l’unghia laccata di rosso – Possiamo farvi un’intervista, ragazzi?

Quelli, sorpresi chiesero – a noi?

- Ma è ovvio! Dunque, io sono Rita Sketeer, ma avrete sentito già parlare di me, vero? – e quelli annuirono -  e i vostri nomi ? – chiese ammiccante.

I ragazzi, perché di novellini si trattava, presi dalla gloria del momento si lasciarono distrarre, e Hermione cercò di sondare la loro mente con il Legilimens.

Ma furono i due così sciocchi da non accorgersene nemmeno.

- Dunque, le eventuali prove trovate accanto al cadavere… sapete dove sono?

- Queste sono domande a cui non possiamo rispondere, signora Sketeer – rispose uno dei due.

Ma la riccia comunque vide l’immagine dell’ufficio del capo degli Auror nella mente dei due giovani.

- oh, be’… immagino – Rita sorrise quando silenziosamente Hermione, ufficialmente la bionda Jane assistente di Rita, li Confuse.

- Io non ho un’assistente! – disse quest’ultima all’improvviso capendo dalla faccia  dei due l’incantesimo dell’altra strega – sono venuta sola no?

I due Confusi annuirono stupidamente – Ma certo che era sola, vero Jack? –

- Già.

E mentre si tastavano la testa, Rita vide con la coda dell’occhio quell’arpia della Granger correre silenziosamente per il corridoio buio.




- Dunque… -

Hermione in quel momento si trovava nell’ufficio di McCullen, cercando freneticamente dappertutto, nella scrivania, libreria e quant’altro. Provò ad aprire il secondo cassetto a destra della scrivania, ma lo trovò bloccato. Con un incantesimo non verbale lo aprì, e sorrise tra sé.

Trovò in primis tutte vecchie scartoffie, dai documenti di vecchie missioni a relazioni e schemi vari.

Dopo un paio di minuti buoni, rinunciò a cercare, se non che il nome Heichins le saltò all’occhio, scritto in piccolo nell’angolo sinistro in basso di una busta di carta nuova.

La riccia cercò di aprirla, ma si accorse che la busta era sotto incantesimo, perché non ci riuscì.

Quindi, stando attenta ai possibili rumori provenienti da fuori, cercò di farne una copia magica.

Evidentemente l’incantesimo era più forte di quanto potesse pensare, quindi provò con la magia oscura.

Pronunciò una formula a bassa voce che le permise di interrompere momentaneamente l’incantesimo della busta e contemporaneamente di farne una copia.

Bingo!

Aprì la busta copiata e lesse rapidamente il contenuto. Documenti formali, ufficiali… e…

Una lettera dal nuovo Signore Oscuro.






Eccomi qui, con il primo vero capitolo di questa fanfic. Prometto che ce la metterò tutta per aggiornare il più velocemente possibile ^^

Ringrazio Tanny e giuliabaron per le loro recensioni e tutti coloro che hanno messo la mia fanfic tra le preferite. Con la speranza che vi piaccia questo new chap, vi saluto, un bacio!


canfly

  
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