Dark words

di Black Iris
(/viewuser.php?uid=678192)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


L’ombra che avanza
La testa che non pensa
E io che mi guardo
E dico che son persa.
La terra che si apre
E io che sprofondo
Atterro tra le spine,
mie uniche certezze,
ne ho piena la pelle.
È quasi masochismo
Dire che mi piace,
perché io lo adoro,
consolazione amara.
Se mi chiami ignoro
La tua voce cara,
se mi afferri cado
e se cado non mi prendere
permettimi di scendere
e di non tornare
permettimi di andare:
una visita alle tenebre,
casa inconsapevole
di incubi e di sogni
che rende più sgradevole
anche i tuoi ricordi
e ricorda, non dimenticare
tutto quello
che hai promesso di salvare
tutto quello
che hai promesso di proteggere
tutto quello
che non hai potuto difendere
e poi dimentica
dimentica perché non ha senso
a volte, sai, ci penso
una storia con un finale in sospeso.
Tratto da una storia finta
Finti cuori, finte sofferenze,
ci siamo detti tutto,
ma solo a metà dicembre,
quando faceva troppo freddo per sentire
troppo caldo per patire
e tu eri qui,
deciso a soffrire.
 
 

 




Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3135360