AAA
Silenzio.
Bianco. Rumore di passi. Deboli, forti. Si avvicinano.
-Arancione,
trovo futile il tuo tentativo di rimediare ai tuoi errori a questo
punto-
Due
androidi. Due portal-gun. Rumore di corsa.
-Blu,
continua così-
-Arancione,
fai pena-
P-body
inciampò in un pannello incastrato male – forse volutamente – e
cadde rovinosamente nella voragine.
Un
tonfo. Una piccola esplosione.
Atlas
si affacciò, cercando con l'unico occhio il compagno, senza
risultati.
Una
capsula di vetro. Dei bracci meccanici, tintinnii vari.
P-body,
perfettamente ricostruito, avanzò un passo incerto sul pavimento;
constatata la sua stabilità, uscì completamente dal cilindro di
vetro e alzò una mano per salutare Atlas.
-Arancione,
smettila subito-
Fu
il freddo commento. P-body obbedì.
-Per
il momento ho abbastanza dati, prendetevi un attimo di riposo-
Atlas
spostò il suo sguardo verso una delle telecamere bianche della
stanza, interrogandosi sul tempo che gli avrebbe concesso GLaDOS
prima di un altro test.
-Al
momento non trovo importante riferirvi le mie intenzioni-
Rispose,
intuendo la domanda del robot.
Atlas
scosse la testa, dando una leggera pacca al compare: probabilmente
quel “tempo di riposo” che GLaDOS stava concedendo loro pendeva
tra i 5 e i 6 minuti. Forse.
Rumore
di passi che se ne vanno. Silenzio.
GLaDOS
Risultati:
Analoghi ai precedenti. . .
Potenziamento
soggetti: Nullo. . .
.
. .
Risultato:
Mi sto annoiando.
GLaDOS
spostò l'attenzione dall'ultima analisi alle stanze non ancora
risistemate. Quel posto sarebbe crollato a pezzi se non si fosse data
da fare come stava facendo. Erbacce e terra, acqua e liquidi tossici
inondavano una gran parte delle camere di test – e GLaDOS ne aveva
già ristrutturate gran parte – e questo era l'unico passatempo che
il potentissimo computer poteva adottare per sfizio: riparare le
stanze distrutte.
Atlas
e P-Body, gli unici soggetti che disponeva, due robot mediamente
intelligenti che sapevano, a suo parere, a malapena reggere una
portal-gun, avevano iniziato ad annoiarla. Essendo programmata
per svolgere continuamente test per far progredire la scienza, la
forma di intelligenza artificiale s'impegnava ogni momento a
inventarsi altri test per ottenere dati di diverso tipo, per trarre,
dai test, un'analisi innovativa e, magari, divertente. E invece
niente, Atlas e P-Body si erano stabilizzati ad un certo livello –
probabilmente il loro limite massimo – e da lì non avevano fatto
altro che ripetere le stesse cose. Alla fine GLaDOS aveva solo
concluso che anche i computer possono annoiarsi.
Dette
una veloce ricontrollata alle varie stanze, soffermandosi un attimo
sulla grande voragine apertasi più o meno nel centro del vecchio
laboratorio e che ora fungeva da inceneritore gigante – per i
rifiuti, quei maledetti rifiuti che se non venivano smaltiti
rischiavano di sfondare la struttura e far collassare l'Aperture su
se stessa – . L'ultima volta che aveva bruciato un po' di
spazzatura era stata, all'incirca, 637 test addietro. Tradotto in
tempo “umano”, più o meno tre mesi prima. Tra 450 test avrebbe
dovuto, nuovamente, mettere in funzione l'inceneritore per evitare
ipotetici incidenti.
La
telecamera si spostava a destra e a sinistra, cercando di inquadrare
qualcosa di interessante, che strappasse il computer, per almeno
qualche minuto, dalla noia corrosiva che le stava rovinando il
sistema. Trovò quel qualcosa.
Erano
cinque. Rugginosi, corrosi dalle fiamme, tre mancavano di arti
inferiori, mentre gli altri due avevano perso rispettivamente un
orecchio e un altro completamente il volto. Cinque scheletri
articolati in modo primitivo di quelli che un tempo – forse neanche
troppo lontano – erano stati robot di basso livello. GLaDOS aveva
ordinato ad Atlas e P-Body di prelevarli dal resto delle scorie,
operazione che aveva richiesto almeno un test, e di portarli nella
sala di comando, il suo collocamento fisico. I due androidi erano
stati costretti ad ubbidire, come al solito, ma ne erano stati
felici: quelle cinque carcasse avevano stuzzicato la curiosità di
GLaDOS. Da quando svolgevano test, non era mai capitato.
Questo poteva significare solo una cosa, ovvero che per tutto il
tempo che il computer avrebbe passato dietro a quelle novità loro si
sarebbero potuti prendere una vacanza. GLaDOS non prendeva alla
leggera le analisi di anomalie varie, e avrebbe sicuramente impiegato
parecchi test, forse anche più di un mese.
Ora
si trovavano tutti e cinque di fronte a lei. O meglio, sotto di lei,
essendo lei fisicamente appesa al soffitto. Muoveva la testa da una
parte all'altra, scrutando con estrema curiosità gli ospiti. Il suo
corpo oscillava ad ogni suo movimento, e lei sentiva fremere la
voglia di scoprire. In fondo, era stata programmata per
scoprire più cose possibili.
-Interessante...
davvero interessante-
Anche
se non aveva mai avuto bisogno di parlare tra sé e sé, da parecchi
anni aveva iniziato a farlo. Atlas e P-body erano praticamente muti,
e Chell, la sua dolce Chell, quel mostro che l'aveva distrutta
e poi rimessa in funzione, ovvero l'ultimo soggetto umano con il
quale aveva avuto a che fare, era sparita da tempo. Ma, anche se
fosse stata lì con lei, non avrebbe fatto molta differenza: anche
lei non apriva mai bocca. Così GLaDOS si trovava spesso a parlare
da sola di cose all'estremo della banalità, solo per sentire
qualcosa che non fossero i passi dei due robot, il rumore dei
proiettili che fendevano l'aria e il suono dei portali alla loro
apertura.
-Molto
interessante, già-
Concluse.
Anche la più banale delle apparecchiature della Aperture superava
quei rifiuti metallici, ma era da talmente tanto tempo che GLaDOS non
trovava qualcosa di nuovo che anche un vaso di fiori le sarebbe
apparso interessante.
Dal
soffitto uno dei pannelli si staccò e si abbassò fino a rendere
possibile il passaggio di un lungo braccio meccanico, che scendendo
arrivò ad afferrare il primo endoscheletro. Un altro braccio
meccanico seguì il primo, e in due rigirarono più volte l'oggetto.
Lei lo osservava affascinata, come se non avesse mai visto un robot
in vita sua. Conosceva alla perfezione ogni singola attrezzatura
dell'Aperture, ma non aveva mai avuto a che fare con androidi tanto
barbari, eppure allo stesso tempo tanto interessanti. Una
protuberanza a forma di cacciavite sgusciò fuori dal braccio, che
iniziò ad svitare accuratamente uno dei bulloni posti dietro la
testa dell'endoscheletro. Un coperchio sottile e annerito dal fuoco
cadde, lasciando intravedere una piccola scatolina scura, percossa
continuamente da minuscole scosse elettriche blu. Il computer
l'estrasse con delicatezza utilizzando l'altro braccio, poi la
collegò ad uno dei suoi schermi. Prima tutto si oscurò, producendo
uno sgradevole suono, poi comparvero delle scritte e delle immagini.
Erano di scarsissima qualità e sembravano raffigurare una stanza
chiusa e dei minuscoli esseri umani.
-Oh,
guarda. Non si sono rovinati completamente...-
In
quel momento la scatola lanciò una scintilla più potente delle
altre e lo schermo si spense. GLaDOS riportò l'attenzione sugli
altri quattro.
-Mi
sembra di capire che ho parecchio su cui lavorare...-
L'idea
di poter ampliare i confini della sua conoscenza, finalmente,
l'eccitava. Altri bracci meccanici discesero lentamente dal
soffitto...
Analisi
in corso...
Allora,
l'hard disk è in parte illeso, anche se un buon pezzo è andato...
La
cpu... montano tutti un 8080? Ah, saranno sicuramente stupidi. Cosa
scontata se fossero stai messi in confronto a me, questo è ovvio. Ma
è vero che alla stupidità non c'è limite...
I
loro sensori di profondità sono distrutti completamente, ciò
significa che se avessero ancora la forza di camminare avanzerebbero
come il gatto ubriaco sul quale
effettuai la veridicità del test di Shrodinger.
Questo
qui? È diverso dagli altri. Sembrerebbe... uh, che roba è? Mai
visti tanti dati corrotti tutti assieme. E poi... dal programma
inseritogli, sembrerebbe nato con lo scopo di comportarsi come un
bambino...
L'analisi
continuò per ben 8 test, tradotti in poco più che un giorno umano.
Mentre immagazzinava dati, il super computer immaginava un numero
stratosferico di possibili nuovi test da far fare a quelle cose
appena fosse riuscita a rimetterle in sesto. Mentre lavorava, Atlas e
P-body osservavano da lontano, scambiandosi di tanto in tanto varie
occhiate. Non avevano la facoltà di poter parlare, ma in compenso in
tutti quegli anni avevano imparato a comunicare con un solo sguardo.
“Secondo
te andrà avanti ancora per molto?”
“Probabilmente.”
“Pensi
che ci lascerà in pace?”
“Non
credo.”
“Per
un po' sì, però, giusto?”
“Forse...”
“Cosa
saranno mai quegli affari?”
“Non
ne ho idea”
Continuarono
a guardarsi fino a quando un suono molto simile ad un campanello
risuonò per la stanza. GLaDOS aveva finito di accumulare dati.
Atlas
e P-body la guardarono esitare qualche secondo per decidere sul da
farsi, poi, inaspettatamente, allungò cinque bracci meccanici e tirò
su tutti e cinque i resti inanimati; senza il minimo accenno di
delicatezza, li lanciò con precisione in fondo ad un pozzo apertosi
a pochi metri di distanza: un altro inceneritore. Loro due si dettero
un'altra occhiata:
“Oh,
no! Ora ci toccherà... tornare a lavoro”
“Non
so, guarda”
GlaDOS
girò su se stessa un paio di volte, come per cercare qualcosa nella
stanza tondeggiante, poi mosse tutti i pannelli del soffitto e delle
pareti assieme, come per esultanza. Sui grandi schermi che fece
scivolare vicino a se iniziarono ad apparire disegni e progetti che
illustravano la possibile struttura corporea che avevano avuto i
robot in buone condizioni, e accanto ad essi iniziò a schizzare
diverse bozze che ricordavano vagamente le prime, solo molto più ben
definite e articolate.
-Arancione,
Blu, non statevene a fissarmi come stoccafissi, procuratemi
questi pezzi-
Una
scatola pallida simile ad una grossa telecamera uscì da un'apertura
nella parete, e collegata ad un braccio, si avvicinò agli occhi dei
due bot. Produsse un bip-bip
debole, accendendosi e proiettando un raggio di luce nell'occhio di
Atlas e di P-Body. Loro rimasero accecati per un istante, poi vari
schemi iniziarono a apparire di fronte a loro, illustrazioni di vari
pezzi che GLaDOS
non aveva il tempo di stare a cercare.
-E
sbrigatevi, che mi serviranno appena avrò finito-
Atlas
e il compagno annuirono all'unisono, e scomparvero per una porta alla
ricerca di quel che richiedeva il computer. GLaDOS, rimasta sola,
continuò il suo lavoro.
Passarono
giorni. Il continuo sferragliare dei bracci a lavoro riempiva
l'atmosfera. Lavorava incessantemente al suo progetto, ed ogni ora si
avvicinava sempre più velocemente al risultato. Aveva ideato degli
endoscheletri molto più complessi, studiandone accuratamente i
movimenti e le caratteristiche. Aveva dato un nomignolo banale a ogni
robot in lavorazione: Viola, Gialla, Marrone e Rosso. Era sua
consuetudine nominare i soggetti da test per colore. Non aveva ancora
deciso se chiamare Marrone 2 o Dorato l'ultimo androide, dal momento
che non aveva ancora stabilito, in base ai dati, se il precedente
animatronic avesse avuto un colore più simile al marrone sporco o al
dorato opaco. Non che gliene importasse più di tanto, perché alla
fine avrebbe deciso lei come colorarli. Solitamente, le più cose del
laboratorio (lei compresa) erano bianche, argentee o grigio metallo.
L'Aperture aveva sempre avuto poco interesse a tingere le proprie
opere.
Viola
era probabilmente stato basato su un coniglio, o su un qualche
animale molto simile, anche se, dai dati raccolti, la somiglianza non
doveva essere stata eccezionale. A lei piaceva fare le cose con
precisione, quindi raccolse dati riguardanti l'anatomia dei conigli e
concluse che Viola avrebbe dovuto avere orecchie sviluppate (lavorò
con cura sul suo sistema uditivo), gambe adatte a grandi balzi e una
dentatura da roditore. Non che avrebbe avuto bisogno di mangiare,
ovvio, solo per completare l'opera. Terminata la struttura interna,
si curò di fornire al futuro robot un'adatta rete di vene e
capillari sintetici che avrebbe
riempito in seguito, e che avrebbero garantito il funzionamento
perenne dei soggetti. Infine, installò la nuova memoria
dell'androide, così rielaborata:
Nome:
[inserire nome oggetto]
Caratteristiche
fisiche: Agile, buona facoltà di salto, udito sensibile.
Carattere:Allegro,
inappropriato, buffo, ingenuo, amichevole, burlone
(Non
ho idea di cosa verrà fuori, ma mi diverto a riempire questi affari
di sentimenti umani ...)
Completata
la base di Viola, la quale mancava soltanto di corpo esterno, che
Atlas e P-body stavano ancora mettendo a punto (lasciava i compiti
che richiedevano più delicatezza ai due bot, in quanto i suoi bracci
meccanici non erano l'esatto sinonimo di “delicati”), passò agli
altri quattro. Gialla era l'unico robot identificato con dati e voce
più femminili, quindi sarebbe stata progettata per essere femmina
anche da GLaDOS. Da quello che aveva ricavato, il robot era stato
basato su un pulcino di pollo o di papero, e dal momento che GLaDOS
non aveva una gran simpatia per le galline, optò per ricreare Gialla
sotto forma di pulcino di papera, quindi munì l'endoscheletro di
zampe palmate, becco piatto (che però sostituì in seguito con un
becco più piccolo e ricurvo per permetterle di aprire e chiudere la
bocca con più disinvoltura), mani che ricordavano vagamente delle
piume e si assicurò che fosse abbastanza leggera da poter
galleggiare in acqua. Finito di attrezzare l'endoscheletro, anche a
Gialla fornì una memoria riprogrammata e più sviluppata rispetto
alla precedente:
Nome:
[inserire nome oggetto]
Caratteristiche
fisiche: Leggera, adatta al nuoto
Carattere:Timida,
simpatica, ottimista,curiosa, sensibile, golosa
(Di
torte)
Anche
Gialla venne munita di un sistema complesso di vene. Il computer
passò al terzo soggetto, Rosso. Doveva assomigliare ad una volpe,
quindi modellò l'endoscheletro a formare un muso affilato munito di
denti da carnivoro, e allungò la colonna vertebrale in modo da farla
terminare come una lunga coda. Quel robot era un po' più complesso
rispetto agli altri, e il computer si chiedeva cosa fosse saltato in
mente agli umani che avevano incrociato un canide con un pirata.
Modellò un apposito uncino che avrebbe permesso a Rosso di afferrare
qualcosa (perlomeno un portal gun) grazie ad una forma a pinza, poi
si occupò di renderlo capace di correre per grandi distanze e di
compiere grandi scatti, dal momento che dai vecchi dati GLaDOS poteva
osservare che l'animatronic era stato il più veloce tra tutti.
Essendo un canide, decise di aumentargli la sensibilità agli odori
(cosa che di cui la stessa GLaDOS era priva ma che non richiedeva) e,
notando uno strano problema con i vecchi dati che riportava un bug di
sistema che aveva fatto avventare la volpe su un piccolo di umano
mordendolo, costruì la mascella particolarmente robusta.
I
dati e l'intelligenza che stava fornendo ai suoi progetti erano
approssimativi: li aveva infatti programmati per imparare e
potenziarsi per esperienza una volta accesi, e quindi si divertiva al
pensiero di quali dati assurdi avrebbe potuto registrare durante i
nuovi test. Infatti, anche per Rosso, si limitò a sottolineare solo
alcuni dei più basilari comportamenti che avrebbe avuto:
Nome:
[inserire nome oggetto]
Caratteristiche
fisiche: Agile, veloce, forte
Carattere:
Burbero, irascibile, insensibile, arrogante, coraggioso, furbo,
impulsivo
(La
mela marcia del gruppo... o forse no?)
Finalmente
si poté dedicare a quello che le interessava di più: Marrone. Dando
una rapida occhiata ai dati (che avrebbe finito di analizzare più
avanti con molta calma) aveva notato che dal principio era stato
l'animatronic più intelligente, complesso e umano di tutti,
anche se particolari inquietanti sorgevano qui e là nel suo
programma. Inoltre, era pieno di dati corrotti o indecifrabili, e
questo stuzzicava la curiosità di GLaDOS più di qualsiasi altra
cosa.
Basandosi
sull'aspetto fisico di un vero orso, decise di creare l'endoscheletro
di Marrone grosso, robusto e non troppo veloce, ma molto forte.
All'apparenza doveva apparire un po' tozzo, ma avrebbe avuto
dimestichezza con i movimenti come gli altri. Mentre riguardo alla
sfera psicologica, volendolo rendere superiore e a capo degli altri
come evidentemente era stato in precedenza, lavorò per molti test
solo al suo carattere, cercando di fondere il comportamento di un
gentleman inglese con quello di un sapientone superbo, dosando bene
la quantità di sentimenti ed emozioni che avrebbe dovuto provare.
Nome:
[inserire nome oggetto]
Caratteristiche
fisiche: Forte, robusto, pesante
Carattere:
Curioso, pensieroso, arrogante, presuntuoso, altruista, paziente
(E
molti altri. Certo che gli Umani sono complicati da copiare...)
Adesso
non mancava che l'ultimo. Fisicamente uguale a Marrone, Dorato aveva
un'intelligenza molto più limitata e un carattere... particolare:
Nome:
[inserire nome oggetto]
Caratteristiche
fisiche: Forte, robusto, pesante
Carattere:
Allegro, ottimista, curioso, amichevole, lunatico, inusuale, stupido
(Tenderei
a sottolineare l'ultima affermazione)
Completati,
anche per lui, i tubicini che avrebbero funto da apparato
circolatorio, GLaDOS.. dovette solo aspettare che Atlas e P-Body
finissero la rivestitura esterna, che lei avrebbe provveduto a
fissare al corpo per dar loro un aspetto meno “metallico” e
proteggere il fragile capolavoro che aveva creato. Mentre i due bot
finivano di lavorare al rivestimento, lei dette gli ultimi ritocchi:
impostò la voce ad ognuno, ovvero squillante per Viola, dolce per
Gialla, raschiante per Rosso e piuttosto bassa e profonda per
Marrone, nonché in falsetto per il suo gemello (senza un vero e
proprio motivo, il computer si stava divertendo a prendere in giro
Dorato in tutti i modi possibili), e colorò gli occhi (che al
contrario di quelli dei vecchi modelli non sarebbero stati sferici,
bensì dei piccoli monitor in grado di percepire perfettamente
l'ambiente circostante molto simili, come forma, a quelli dei due bot
e delle torrette) rispettivamente di fucsia per Viola, lilla per
Gialla, giallo-oro per Rosso e blu acceso per Marrone. Non riuscendo
bene a stabilire se Dorato gli avesse mai avuti, dal momento che non
risultava da nessuna parte che in origine fosse munito di occhi,
decise di invertire il colore dello schermo con quello della pupilla:
sarebbe apparso con la sclera nera e la pupilla bianca. GLaDOS
dovette dare più volte un'aggiustatina affinché apparisse così
solo esternamente, e che riuscisse a immagazzinare luce come gli
occhi degli altri.
Finalmente,
dopo una quantità estrema di test saltati, più di 500, il lavoro
era quasi completo.
-Arancione,
Blu, provvedete a fissare l'esoscheletro-
Il
computer ondeggiò un poco, osservando i suoi “servi” completare
l'opera. Fissarono con precisione la “pelle” dei robot, e a
bloccarla definitivamente pensò GLaDOS fondendo insieme varie
parti. Dovevano risultare tutt'uno con il corpo interno e lei non
poteva rischiare che i loro “costumi” si staccassero durante i
test. Finito ciò, passò uno sguardo su ognuno degli androidi:
Viola
assomigliava ad un coniglio molto più di quanto avesse dovuto
assomigliarvi in precedenza, era di un viola-blu lucente e la pancia
e il muso erano stati colorati di bianco. Al collo GLaDOS aveva
ordinato di legargli un papillon rosso fiammante uguale a quello che
aveva indossato secondo i dati e le immagini raccolte. Gialla
assomigliava adesso ad un incrocio tra una papera (per le zampe) e
una gallina (per il becco) ma non era una brutta fusione. Un bavaglio
bianco le copriva in parte il petto. GLaDOS aveva scoperto che il
bavaglio del vecchio modello aveva sfoggiato la scritta “let's
eat!” ma non ci trovava nulla di intelligente in quella frase.
Quindi decise di scriverci sopra un frase ad effetto “The Pizza is
a Lie” dal momento che quei robot provenivano da un ristorante
specializzato in pizze, o così almeno le era parso guardando le
immagini.
Rosso
aveva un rivestimento volutamente squarciato in alcuni punti, come
sul busto (la ferita assomigliava ad una cicatrice di guerra), e le
gambe mancavano completamente di rivestitura, così da dare un tocco
di classe in più e da renderlo più veloce. L'occhio destro era
tappato da una benda, ma funzionava alla perfezione. Marrone, infine,
appariva più come un robot simpatico che robusto e feroce come aveva
inizialmente pensato GLaDOS, ma l'aspetto calzava a pennello riguardo
al carattere che avrebbe dovuto avere: serio e responsabile ma non
impulsivo e feroce come il compare Rosso. Un fiocco nero legato al
collo gli dava l'aria di gentiluomo (o gentilrobot in questo
caso), così come la piccola tuba del medesimo colore poggiata sulla
testa.
Dorato
assomigliava molto al gemello, solo la tintura usata era
particolarmente lucente e questo gli dava un effetto “luccicante”.
Inoltre, la maschera modellata come un ciuffo di pelo sulla testa
(come gli altri) non era “liscia” come quella di Marrone, ma era
arricciolata, cosa che gli dava un aspetto “morbido” anche se era
fatto di metallo e non di vero pelo. Anche lui portava cappello e
fiocco, solo di un blu oltremare piuttosto scuro.
GLaDOS
era pronta ad iniettare nei corpi il carburante speciale che li
avrebbe fatti funzionare senza batterie o energia elettrica, in un
primo momento senza accendere loro il cervello sintetico in modo da
stabilire solo se gli arti funzionassero a dovere e in seguito
accendendoli definitivamente per poter iniziare i test di
intelligenza e molto altro; ma prima di ciò constatò che, dal
momento che sarebbero stati in grado di parlare e comunicare tra di
loro a parole, doveva dar loro i vecchi nomi (anche per attivare in
loro quel rimasuglio di vecchia memoria che lei aveva lasciato dentro
le loro intelligenze).
Controllò
velocemente i dati immagazzinati e poi rinominò ognuno:
Nome
soggetti:
[Viola]
Bonnie
[Gialla]
Chica
[Rosso]
Foxy
[Marrone]
Freddy
[Dorato]
… … … elaborazione in corso... Golden.
Fece
scivolare dei tubi collegati al Carburante verso il loro “cuore”
sintetico, unico punto rimasto scoperto che avrebbe sigillato appena
conclusa l'operazione.
Un
denso liquido viola scuro iniziò a scendere per i tubi
trasparenti...
Commento
Zan
zan! Eccomi nuovamente con un altro capitolo! Perdonatemi, ma avevo
iniziato a scrivere questo capitolo e mi ero bloccata; solo in questi
ultimi giorni sono riuscita a finirlo! È venuto più lungo del
solito, ma era necessario per introdurre GLaDOS! Certo, solo i fan di
Portal potranno capire a pieno questo personaggio già da questo
capitolo, ma non preoccupatevi, anche voialtri “meno esperti in
materia” verrete a conoscenza del vero ruolo di questo meraviglioso
“character” della Valve, che io stimo tantissimo (non la Valve,
GLaDOS)! Oltre che spiegare le vere origini del computer, sto
cercando di inserirla il più possibile nella storia di FNAF
collegandola a personaggi che nemmeno immaginate. Per il momento,
consiglio a tutti voi di cercare su internet dei video o
semplicemente andando su Wikipedia qualcosa in più su GLaDOS,
perché, ci crediate o no, è un personaggio complesso e difficile da
descrivere. Io mi trovo abbastanza in difficoltà nel cercare di
rendere la G della mia storia tale e quale quella di Portal, ovvero
un personaggio di ghiaccio dall'umorismo nero con passatempi
satanici, ma sto facendo del mio meglio...
Io
vi consiglierei addirittura di scaricare il gioco, non costa molto,
ma sono solo osservazioni!
Ringrazio
tutti quelli che mi stanno seguendo e in particolare Crax, che mi
aiuta con qualche termine tecnico che io non potrei neanche sognarmi.
Spero di non aver detto troppi strafalcioni informatici in questa
fiction!
Al
prossimo capitolo!
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