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Autore: Debby_Gatta_The_Best    08/06/2015    8 recensioni
[Five Nights at Freddy's]E se gli animatronics non fossero quei mostri dall'anima nera che il gioco vuole mostrarci?
E se la vera minaccia fosse costituita da una mente contorta e diabolica e dalla divisa color porpora?
E soprattutto, cosa succederebbe se i robot incontrassero la regina dell'intelligenza artificiale, GLaDOS?
Una nuova avventura, narrata dagli occhi degli animatronics e di Mike, sta per svolgersi ed aspetta solo di essere letta!
Genere: Comico, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Incompiuta
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Silenzio. Bianco. Rumore di passi. Deboli, forti. Si avvicinano.

-Arancione, trovo futile il tuo tentativo di rimediare ai tuoi errori a questo punto-

Due androidi. Due portal-gun. Rumore di corsa.

-Blu, continua così-

-Arancione, fai pena-

P-body inciampò in un pannello incastrato male – forse volutamente – e cadde rovinosamente nella voragine.

Un tonfo. Una piccola esplosione.

Atlas si affacciò, cercando con l'unico occhio il compagno, senza risultati.

Una capsula di vetro. Dei bracci meccanici, tintinnii vari.

P-body, perfettamente ricostruito, avanzò un passo incerto sul pavimento; constatata la sua stabilità, uscì completamente dal cilindro di vetro e alzò una mano per salutare Atlas.

-Arancione, smettila subito-

Fu il freddo commento. P-body obbedì.

-Per il momento ho abbastanza dati, prendetevi un attimo di riposo-

Atlas spostò il suo sguardo verso una delle telecamere bianche della stanza, interrogandosi sul tempo che gli avrebbe concesso GLaDOS prima di un altro test.

-Al momento non trovo importante riferirvi le mie intenzioni-

Rispose, intuendo la domanda del robot.

Atlas scosse la testa, dando una leggera pacca al compare: probabilmente quel “tempo di riposo” che GLaDOS stava concedendo loro pendeva tra i 5 e i 6 minuti. Forse.

Rumore di passi che se ne vanno. Silenzio.

GLaDOS

Risultati: Analoghi ai precedenti. . .

Potenziamento soggetti: Nullo. . .

. . .

Risultato: Mi sto annoiando.


GLaDOS spostò l'attenzione dall'ultima analisi alle stanze non ancora risistemate. Quel posto sarebbe crollato a pezzi se non si fosse data da fare come stava facendo. Erbacce e terra, acqua e liquidi tossici inondavano una gran parte delle camere di test – e GLaDOS ne aveva già ristrutturate gran parte – e questo era l'unico passatempo che il potentissimo computer poteva adottare per sfizio: riparare le stanze distrutte.

Atlas e P-Body, gli unici soggetti che disponeva, due robot mediamente intelligenti che sapevano, a suo parere, a malapena reggere una portal-gun, avevano iniziato ad annoiarla. Essendo programmata per svolgere continuamente test per far progredire la scienza, la forma di intelligenza artificiale s'impegnava ogni momento a inventarsi altri test per ottenere dati di diverso tipo, per trarre, dai test, un'analisi innovativa e, magari, divertente. E invece niente, Atlas e P-Body si erano stabilizzati ad un certo livello – probabilmente il loro limite massimo – e da lì non avevano fatto altro che ripetere le stesse cose. Alla fine GLaDOS aveva solo concluso che anche i computer possono annoiarsi.

Dette una veloce ricontrollata alle varie stanze, soffermandosi un attimo sulla grande voragine apertasi più o meno nel centro del vecchio laboratorio e che ora fungeva da inceneritore gigante – per i rifiuti, quei maledetti rifiuti che se non venivano smaltiti rischiavano di sfondare la struttura e far collassare l'Aperture su se stessa – . L'ultima volta che aveva bruciato un po' di spazzatura era stata, all'incirca, 637 test addietro. Tradotto in tempo “umano”, più o meno tre mesi prima. Tra 450 test avrebbe dovuto, nuovamente, mettere in funzione l'inceneritore per evitare ipotetici incidenti.

La telecamera si spostava a destra e a sinistra, cercando di inquadrare qualcosa di interessante, che strappasse il computer, per almeno qualche minuto, dalla noia corrosiva che le stava rovinando il sistema. Trovò quel qualcosa.


Erano cinque. Rugginosi, corrosi dalle fiamme, tre mancavano di arti inferiori, mentre gli altri due avevano perso rispettivamente un orecchio e un altro completamente il volto. Cinque scheletri articolati in modo primitivo di quelli che un tempo – forse neanche troppo lontano – erano stati robot di basso livello. GLaDOS aveva ordinato ad Atlas e P-Body di prelevarli dal resto delle scorie, operazione che aveva richiesto almeno un test, e di portarli nella sala di comando, il suo collocamento fisico. I due androidi erano stati costretti ad ubbidire, come al solito, ma ne erano stati felici: quelle cinque carcasse avevano stuzzicato la curiosità di GLaDOS. Da quando svolgevano test, non era mai capitato. Questo poteva significare solo una cosa, ovvero che per tutto il tempo che il computer avrebbe passato dietro a quelle novità loro si sarebbero potuti prendere una vacanza. GLaDOS non prendeva alla leggera le analisi di anomalie varie, e avrebbe sicuramente impiegato parecchi test, forse anche più di un mese.

Ora si trovavano tutti e cinque di fronte a lei. O meglio, sotto di lei, essendo lei fisicamente appesa al soffitto. Muoveva la testa da una parte all'altra, scrutando con estrema curiosità gli ospiti. Il suo corpo oscillava ad ogni suo movimento, e lei sentiva fremere la voglia di scoprire. In fondo, era stata programmata per scoprire più cose possibili.

-Interessante... davvero interessante-

Anche se non aveva mai avuto bisogno di parlare tra sé e sé, da parecchi anni aveva iniziato a farlo. Atlas e P-body erano praticamente muti, e Chell, la sua dolce Chell, quel mostro che l'aveva distrutta e poi rimessa in funzione, ovvero l'ultimo soggetto umano con il quale aveva avuto a che fare, era sparita da tempo. Ma, anche se fosse stata lì con lei, non avrebbe fatto molta differenza: anche lei non apriva mai bocca. Così GLaDOS si trovava spesso a parlare da sola di cose all'estremo della banalità, solo per sentire qualcosa che non fossero i passi dei due robot, il rumore dei proiettili che fendevano l'aria e il suono dei portali alla loro apertura.

-Molto interessante, già-

Concluse. Anche la più banale delle apparecchiature della Aperture superava quei rifiuti metallici, ma era da talmente tanto tempo che GLaDOS non trovava qualcosa di nuovo che anche un vaso di fiori le sarebbe apparso interessante.

Dal soffitto uno dei pannelli si staccò e si abbassò fino a rendere possibile il passaggio di un lungo braccio meccanico, che scendendo arrivò ad afferrare il primo endoscheletro. Un altro braccio meccanico seguì il primo, e in due rigirarono più volte l'oggetto. Lei lo osservava affascinata, come se non avesse mai visto un robot in vita sua. Conosceva alla perfezione ogni singola attrezzatura dell'Aperture, ma non aveva mai avuto a che fare con androidi tanto barbari, eppure allo stesso tempo tanto interessanti. Una protuberanza a forma di cacciavite sgusciò fuori dal braccio, che iniziò ad svitare accuratamente uno dei bulloni posti dietro la testa dell'endoscheletro. Un coperchio sottile e annerito dal fuoco cadde, lasciando intravedere una piccola scatolina scura, percossa continuamente da minuscole scosse elettriche blu. Il computer l'estrasse con delicatezza utilizzando l'altro braccio, poi la collegò ad uno dei suoi schermi. Prima tutto si oscurò, producendo uno sgradevole suono, poi comparvero delle scritte e delle immagini. Erano di scarsissima qualità e sembravano raffigurare una stanza chiusa e dei minuscoli esseri umani.

-Oh, guarda. Non si sono rovinati completamente...-

In quel momento la scatola lanciò una scintilla più potente delle altre e lo schermo si spense. GLaDOS riportò l'attenzione sugli altri quattro.

-Mi sembra di capire che ho parecchio su cui lavorare...-

L'idea di poter ampliare i confini della sua conoscenza, finalmente, l'eccitava. Altri bracci meccanici discesero lentamente dal soffitto...


Analisi in corso...

Allora, l'hard disk è in parte illeso, anche se un buon pezzo è andato...

La cpu... montano tutti un 8080? Ah, saranno sicuramente stupidi. Cosa scontata se fossero stai messi in confronto a me, questo è ovvio. Ma è vero che alla stupidità non c'è limite...

I loro sensori di profondità sono distrutti completamente, ciò significa che se avessero ancora la forza di camminare avanzerebbero come il gatto ubriaco sul quale effettuai la veridicità del test di Shrodinger.

Questo qui? È diverso dagli altri. Sembrerebbe... uh, che roba è? Mai visti tanti dati corrotti tutti assieme. E poi... dal programma inseritogli, sembrerebbe nato con lo scopo di comportarsi come un bambino...


L'analisi continuò per ben 8 test, tradotti in poco più che un giorno umano. Mentre immagazzinava dati, il super computer immaginava un numero stratosferico di possibili nuovi test da far fare a quelle cose appena fosse riuscita a rimetterle in sesto. Mentre lavorava, Atlas e P-body osservavano da lontano, scambiandosi di tanto in tanto varie occhiate. Non avevano la facoltà di poter parlare, ma in compenso in tutti quegli anni avevano imparato a comunicare con un solo sguardo.

Secondo te andrà avanti ancora per molto?”

Probabilmente.”

Pensi che ci lascerà in pace?”

Non credo.”

Per un po' sì, però, giusto?”

Forse...”

Cosa saranno mai quegli affari?”

Non ne ho idea”

Continuarono a guardarsi fino a quando un suono molto simile ad un campanello risuonò per la stanza. GLaDOS aveva finito di accumulare dati.

Atlas e P-body la guardarono esitare qualche secondo per decidere sul da farsi, poi, inaspettatamente, allungò cinque bracci meccanici e tirò su tutti e cinque i resti inanimati; senza il minimo accenno di delicatezza, li lanciò con precisione in fondo ad un pozzo apertosi a pochi metri di distanza: un altro inceneritore. Loro due si dettero un'altra occhiata:

Oh, no! Ora ci toccherà... tornare a lavoro”

Non so, guarda”

GlaDOS girò su se stessa un paio di volte, come per cercare qualcosa nella stanza tondeggiante, poi mosse tutti i pannelli del soffitto e delle pareti assieme, come per esultanza. Sui grandi schermi che fece scivolare vicino a se iniziarono ad apparire disegni e progetti che illustravano la possibile struttura corporea che avevano avuto i robot in buone condizioni, e accanto ad essi iniziò a schizzare diverse bozze che ricordavano vagamente le prime, solo molto più ben definite e articolate.

-Arancione, Blu, non statevene a fissarmi come stoccafissi, procuratemi questi pezzi-

Una scatola pallida simile ad una grossa telecamera uscì da un'apertura nella parete, e collegata ad un braccio, si avvicinò agli occhi dei due bot. Produsse un bip-bip debole, accendendosi e proiettando un raggio di luce nell'occhio di Atlas e di P-Body. Loro rimasero accecati per un istante, poi vari schemi iniziarono a apparire di fronte a loro, illustrazioni di vari pezzi che GLaDOS non aveva il tempo di stare a cercare.

-E sbrigatevi, che mi serviranno appena avrò finito-

Atlas e il compagno annuirono all'unisono, e scomparvero per una porta alla ricerca di quel che richiedeva il computer. GLaDOS, rimasta sola, continuò il suo lavoro.


Passarono giorni. Il continuo sferragliare dei bracci a lavoro riempiva l'atmosfera. Lavorava incessantemente al suo progetto, ed ogni ora si avvicinava sempre più velocemente al risultato. Aveva ideato degli endoscheletri molto più complessi, studiandone accuratamente i movimenti e le caratteristiche. Aveva dato un nomignolo banale a ogni robot in lavorazione: Viola, Gialla, Marrone e Rosso. Era sua consuetudine nominare i soggetti da test per colore. Non aveva ancora deciso se chiamare Marrone 2 o Dorato l'ultimo androide, dal momento che non aveva ancora stabilito, in base ai dati, se il precedente animatronic avesse avuto un colore più simile al marrone sporco o al dorato opaco. Non che gliene importasse più di tanto, perché alla fine avrebbe deciso lei come colorarli. Solitamente, le più cose del laboratorio (lei compresa) erano bianche, argentee o grigio metallo. L'Aperture aveva sempre avuto poco interesse a tingere le proprie opere.

Viola era probabilmente stato basato su un coniglio, o su un qualche animale molto simile, anche se, dai dati raccolti, la somiglianza non doveva essere stata eccezionale. A lei piaceva fare le cose con precisione, quindi raccolse dati riguardanti l'anatomia dei conigli e concluse che Viola avrebbe dovuto avere orecchie sviluppate (lavorò con cura sul suo sistema uditivo), gambe adatte a grandi balzi e una dentatura da roditore. Non che avrebbe avuto bisogno di mangiare, ovvio, solo per completare l'opera. Terminata la struttura interna, si curò di fornire al futuro robot un'adatta rete di vene e capillari sintetici che avrebbe riempito in seguito, e che avrebbero garantito il funzionamento perenne dei soggetti. Infine, installò la nuova memoria dell'androide, così rielaborata:


Nome: [inserire nome oggetto]

Caratteristiche fisiche: Agile, buona facoltà di salto, udito sensibile.

Carattere:Allegro, inappropriato, buffo, ingenuo, amichevole, burlone

(Non ho idea di cosa verrà fuori, ma mi diverto a riempire questi affari di sentimenti umani ...)


Completata la base di Viola, la quale mancava soltanto di corpo esterno, che Atlas e P-body stavano ancora mettendo a punto (lasciava i compiti che richiedevano più delicatezza ai due bot, in quanto i suoi bracci meccanici non erano l'esatto sinonimo di “delicati”), passò agli altri quattro. Gialla era l'unico robot identificato con dati e voce più femminili, quindi sarebbe stata progettata per essere femmina anche da GLaDOS. Da quello che aveva ricavato, il robot era stato basato su un pulcino di pollo o di papero, e dal momento che GLaDOS non aveva una gran simpatia per le galline, optò per ricreare Gialla sotto forma di pulcino di papera, quindi munì l'endoscheletro di zampe palmate, becco piatto (che però sostituì in seguito con un becco più piccolo e ricurvo per permetterle di aprire e chiudere la bocca con più disinvoltura), mani che ricordavano vagamente delle piume e si assicurò che fosse abbastanza leggera da poter galleggiare in acqua. Finito di attrezzare l'endoscheletro, anche a Gialla fornì una memoria riprogrammata e più sviluppata rispetto alla precedente:


Nome: [inserire nome oggetto]

Caratteristiche fisiche: Leggera, adatta al nuoto

Carattere:Timida, simpatica, ottimista,curiosa, sensibile, golosa

(Di torte)


Anche Gialla venne munita di un sistema complesso di vene. Il computer passò al terzo soggetto, Rosso. Doveva assomigliare ad una volpe, quindi modellò l'endoscheletro a formare un muso affilato munito di denti da carnivoro, e allungò la colonna vertebrale in modo da farla terminare come una lunga coda. Quel robot era un po' più complesso rispetto agli altri, e il computer si chiedeva cosa fosse saltato in mente agli umani che avevano incrociato un canide con un pirata. Modellò un apposito uncino che avrebbe permesso a Rosso di afferrare qualcosa (perlomeno un portal gun) grazie ad una forma a pinza, poi si occupò di renderlo capace di correre per grandi distanze e di compiere grandi scatti, dal momento che dai vecchi dati GLaDOS poteva osservare che l'animatronic era stato il più veloce tra tutti. Essendo un canide, decise di aumentargli la sensibilità agli odori (cosa che di cui la stessa GLaDOS era priva ma che non richiedeva) e, notando uno strano problema con i vecchi dati che riportava un bug di sistema che aveva fatto avventare la volpe su un piccolo di umano mordendolo, costruì la mascella particolarmente robusta.

I dati e l'intelligenza che stava fornendo ai suoi progetti erano approssimativi: li aveva infatti programmati per imparare e potenziarsi per esperienza una volta accesi, e quindi si divertiva al pensiero di quali dati assurdi avrebbe potuto registrare durante i nuovi test. Infatti, anche per Rosso, si limitò a sottolineare solo alcuni dei più basilari comportamenti che avrebbe avuto:


Nome: [inserire nome oggetto]

Caratteristiche fisiche: Agile, veloce, forte

Carattere: Burbero, irascibile, insensibile, arrogante, coraggioso, furbo, impulsivo

(La mela marcia del gruppo... o forse no?)


Finalmente si poté dedicare a quello che le interessava di più: Marrone. Dando una rapida occhiata ai dati (che avrebbe finito di analizzare più avanti con molta calma) aveva notato che dal principio era stato l'animatronic più intelligente, complesso e umano di tutti, anche se particolari inquietanti sorgevano qui e là nel suo programma. Inoltre, era pieno di dati corrotti o indecifrabili, e questo stuzzicava la curiosità di GLaDOS più di qualsiasi altra cosa.

Basandosi sull'aspetto fisico di un vero orso, decise di creare l'endoscheletro di Marrone grosso, robusto e non troppo veloce, ma molto forte. All'apparenza doveva apparire un po' tozzo, ma avrebbe avuto dimestichezza con i movimenti come gli altri. Mentre riguardo alla sfera psicologica, volendolo rendere superiore e a capo degli altri come evidentemente era stato in precedenza, lavorò per molti test solo al suo carattere, cercando di fondere il comportamento di un gentleman inglese con quello di un sapientone superbo, dosando bene la quantità di sentimenti ed emozioni che avrebbe dovuto provare.


Nome: [inserire nome oggetto]

Caratteristiche fisiche: Forte, robusto, pesante

Carattere: Curioso, pensieroso, arrogante, presuntuoso, altruista, paziente

(E molti altri. Certo che gli Umani sono complicati da copiare...)


Adesso non mancava che l'ultimo. Fisicamente uguale a Marrone, Dorato aveva un'intelligenza molto più limitata e un carattere... particolare:


Nome: [inserire nome oggetto]

Caratteristiche fisiche: Forte, robusto, pesante

Carattere: Allegro, ottimista, curioso, amichevole, lunatico, inusuale, stupido

(Tenderei a sottolineare l'ultima affermazione)


Completati, anche per lui, i tubicini che avrebbero funto da apparato circolatorio, GLaDOS.. dovette solo aspettare che Atlas e P-Body finissero la rivestitura esterna, che lei avrebbe provveduto a fissare al corpo per dar loro un aspetto meno “metallico” e proteggere il fragile capolavoro che aveva creato. Mentre i due bot finivano di lavorare al rivestimento, lei dette gli ultimi ritocchi: impostò la voce ad ognuno, ovvero squillante per Viola, dolce per Gialla, raschiante per Rosso e piuttosto bassa e profonda per Marrone, nonché in falsetto per il suo gemello (senza un vero e proprio motivo, il computer si stava divertendo a prendere in giro Dorato in tutti i modi possibili), e colorò gli occhi (che al contrario di quelli dei vecchi modelli non sarebbero stati sferici, bensì dei piccoli monitor in grado di percepire perfettamente l'ambiente circostante molto simili, come forma, a quelli dei due bot e delle torrette) rispettivamente di fucsia per Viola, lilla per Gialla, giallo-oro per Rosso e blu acceso per Marrone. Non riuscendo bene a stabilire se Dorato gli avesse mai avuti, dal momento che non risultava da nessuna parte che in origine fosse munito di occhi, decise di invertire il colore dello schermo con quello della pupilla: sarebbe apparso con la sclera nera e la pupilla bianca. GLaDOS dovette dare più volte un'aggiustatina affinché apparisse così solo esternamente, e che riuscisse a immagazzinare luce come gli occhi degli altri.


Finalmente, dopo una quantità estrema di test saltati, più di 500, il lavoro era quasi completo.

-Arancione, Blu, provvedete a fissare l'esoscheletro-

Il computer ondeggiò un poco, osservando i suoi “servi” completare l'opera. Fissarono con precisione la “pelle” dei robot, e a bloccarla definitivamente pensò GLaDOS fondendo insieme varie parti. Dovevano risultare tutt'uno con il corpo interno e lei non poteva rischiare che i loro “costumi” si staccassero durante i test. Finito ciò, passò uno sguardo su ognuno degli androidi:

Viola assomigliava ad un coniglio molto più di quanto avesse dovuto assomigliarvi in precedenza, era di un viola-blu lucente e la pancia e il muso erano stati colorati di bianco. Al collo GLaDOS aveva ordinato di legargli un papillon rosso fiammante uguale a quello che aveva indossato secondo i dati e le immagini raccolte. Gialla assomigliava adesso ad un incrocio tra una papera (per le zampe) e una gallina (per il becco) ma non era una brutta fusione. Un bavaglio bianco le copriva in parte il petto. GLaDOS aveva scoperto che il bavaglio del vecchio modello aveva sfoggiato la scritta “let's eat!” ma non ci trovava nulla di intelligente in quella frase. Quindi decise di scriverci sopra un frase ad effetto “The Pizza is a Lie” dal momento che quei robot provenivano da un ristorante specializzato in pizze, o così almeno le era parso guardando le immagini.

Rosso aveva un rivestimento volutamente squarciato in alcuni punti, come sul busto (la ferita assomigliava ad una cicatrice di guerra), e le gambe mancavano completamente di rivestitura, così da dare un tocco di classe in più e da renderlo più veloce. L'occhio destro era tappato da una benda, ma funzionava alla perfezione. Marrone, infine, appariva più come un robot simpatico che robusto e feroce come aveva inizialmente pensato GLaDOS, ma l'aspetto calzava a pennello riguardo al carattere che avrebbe dovuto avere: serio e responsabile ma non impulsivo e feroce come il compare Rosso. Un fiocco nero legato al collo gli dava l'aria di gentiluomo (o gentilrobot in questo caso), così come la piccola tuba del medesimo colore poggiata sulla testa.

Dorato assomigliava molto al gemello, solo la tintura usata era particolarmente lucente e questo gli dava un effetto “luccicante”. Inoltre, la maschera modellata come un ciuffo di pelo sulla testa (come gli altri) non era “liscia” come quella di Marrone, ma era arricciolata, cosa che gli dava un aspetto “morbido” anche se era fatto di metallo e non di vero pelo. Anche lui portava cappello e fiocco, solo di un blu oltremare piuttosto scuro.

GLaDOS era pronta ad iniettare nei corpi il carburante speciale che li avrebbe fatti funzionare senza batterie o energia elettrica, in un primo momento senza accendere loro il cervello sintetico in modo da stabilire solo se gli arti funzionassero a dovere e in seguito accendendoli definitivamente per poter iniziare i test di intelligenza e molto altro; ma prima di ciò constatò che, dal momento che sarebbero stati in grado di parlare e comunicare tra di loro a parole, doveva dar loro i vecchi nomi (anche per attivare in loro quel rimasuglio di vecchia memoria che lei aveva lasciato dentro le loro intelligenze).

Controllò velocemente i dati immagazzinati e poi rinominò ognuno:


Nome soggetti:

[Viola] Bonnie

[Gialla] Chica

[Rosso] Foxy

[Marrone] Freddy

[Dorato] … … … elaborazione in corso... Golden.


Fece scivolare dei tubi collegati al Carburante verso il loro “cuore” sintetico, unico punto rimasto scoperto che avrebbe sigillato appena conclusa l'operazione.

Un denso liquido viola scuro iniziò a scendere per i tubi trasparenti...




Commento

Zan zan! Eccomi nuovamente con un altro capitolo! Perdonatemi, ma avevo iniziato a scrivere questo capitolo e mi ero bloccata; solo in questi ultimi giorni sono riuscita a finirlo! È venuto più lungo del solito, ma era necessario per introdurre GLaDOS! Certo, solo i fan di Portal potranno capire a pieno questo personaggio già da questo capitolo, ma non preoccupatevi, anche voialtri “meno esperti in materia” verrete a conoscenza del vero ruolo di questo meraviglioso “character” della Valve, che io stimo tantissimo (non la Valve, GLaDOS)! Oltre che spiegare le vere origini del computer, sto cercando di inserirla il più possibile nella storia di FNAF collegandola a personaggi che nemmeno immaginate. Per il momento, consiglio a tutti voi di cercare su internet dei video o semplicemente andando su Wikipedia qualcosa in più su GLaDOS, perché, ci crediate o no, è un personaggio complesso e difficile da descrivere. Io mi trovo abbastanza in difficoltà nel cercare di rendere la G della mia storia tale e quale quella di Portal, ovvero un personaggio di ghiaccio dall'umorismo nero con passatempi satanici, ma sto facendo del mio meglio...

Io vi consiglierei addirittura di scaricare il gioco, non costa molto, ma sono solo osservazioni!

Ringrazio tutti quelli che mi stanno seguendo e in particolare Crax, che mi aiuta con qualche termine tecnico che io non potrei neanche sognarmi. Spero di non aver detto troppi strafalcioni informatici in questa fiction!

Al prossimo capitolo!

  
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