Ti guardo
allontanarti.
Vorrei avere la forza per inseguirti e fermarti. Per urlarti contro che
sei un bastardo, insensibile, ottuso e idiota.
Vorrei darti almeno uno schiaffo.
Invece sono immobile, a guardarti salire su quella stupida navicella,
la stessa che ti ho costruito io. Forse, se avessi saputo che
l’avresti usata per scappare, non l’avrei mai
assemblata.
Già, scappare.
Perché tu stai scappando, Vegeta.
Non stai andando ad allenarti per difendere il pianeta, non ti stai
allontanando per timore di impigrirti, non stai fuggendo a qualunque
fastidio che mi sarebbe possibile crearti.
Stai scappando.
Fai tanto il temerario, l’orgoglioso,
l’imbattibile, ma la verità è che tu
hai paura di legarti a qualcuno. Hai paura delle tue
responsabilità, per questo stai abbandonando tuo figlio. Non
perché “quel moccioso mi sarebbe troppo tra i
piedi” – come diresti tu – ma solo
perché non vuoi affrontare i tuoi sentimenti,
perché hai paura di quello che provi.
Sei un codardo, Vegeta.
Vorrei urlartelo, schiaffeggiandoti. Invece resto ferma.
Forse, siamo fatti l’uno per l’altra più
di quanto noi stessi vogliamo ammettere.
Io, in fondo, ho solo paura di leggere la verità nel tuo
sguardo mentre affermi di non amarmi.
Stiamo fuggendo entrambi dai nostri sentimenti.
Ti odio, stupido scimmione!
Ma non posso fare a meno di sperare che, quando sarai stanco di
fuggire, tornerai da me e da nostro figlio. Per allora sarò
pronta.
Saremo coraggiosi, allora.
La navicella si alza in
volo. Te ne sei andato. |